Finalmente ho modo e tempo per parlare di questo film, che ho visto sabato scorso.
E merita davvero che ci spenda sopra qualche parola, considerando quanto l’abbia apprezzato!
Saving Mr. Banks è una pellicola davvero sorprendente. La Disney ha attirato me e tutti i nerdoni miei pari con l’esca di un film con Walt Disney come protagonista e con il making of di
Mary Poppins come trama, per regalare a tutti gli spettatori una pellicola in cui la vera protagonista è una donna segnata da un duro passato e dall’amore viscerale per la propria opera, che per lei ha avuto anche il compito di esorcizzare i demoni del proprio passato, e in cui l’importanza della trama non sta tanto nel vedere le traversie nella realizzazione del film a scrittura mista del 1964 da parte di Walt e del suo staff, quanto la parabola di una donna che nonostante l’avversione per ciò che il mondo di fantasia imbastito da Disney rappresenta riesce alla fine a comprenderlo e a trarne un piccolo, ancorché momentaneo, giovamento.
Partire dalla storia vera di come fu complesso per Walt ottenere da Pamela Travers i diritti di
Mary Poppins è un colpo di genio non da poco, sia per il forte richiamo che la cosa può avere su appassionati e non, sia perché ovviamente aumenta di spessore alla trama, ispirandosi a fatti realmente accaduti. Confesso che non ho fatto il maniaco, andando a confrontare ogni singolo fatto visto nel film con la realtà storica dei fatti, nonostante i molti ed interessanti approfondimenti che la Rete ha offerto e che anche in questo topic sono stati segnalati. Della vicenda conoscevo le cose essenziali come bagaglio personale e quello che mi è comunque capitato di leggere in giro in questi giorni, e tanto mi basta comunque per vedere che nel realizzare l’opera ci si è documentati con lo spirito migliore. Concordo con Valerio sull’onestà del film, soprattutto per quanto riguarda la visione su Walt, quella più rischiosa se vogliamo e quella che ha comunque scontentato quelli che si sarebbero scontentati in ogni caso perché haters e basta. Mi è parsa invece una versione molto equilibrata, che ci mostra un imprenditore che cerca di superare un problema produttivo e lo fa con il Disney-touch, cioè cercando di capire chi ha di fronte per farne emergere il lato più sensibile. Un imprenditore comunque che affronta il proprio lavoro con allegria e semplicità, nonostante tutto, in ossequio in fondo a quelli che sono i suoi prodotti. Walt si è poi rivelato non essere il centro del film, ma solo il co-protagonista di lusso, quindi non c’era bisogno di dire o fare altro col personaggio. L’interpretazione di Tom Hanks è ottima, comunque, ci restituisce un Walt molto bello da vedere e interpretare, tanto quando è gaio, tanto quanto è nervoso.
Il centro del film ad ogni modo è la Travers, e Emma Thompson è stata meravigliosa, davvero. Non so quanto sia fedele alla vera scrittrice, ma ad un certo punto anche chissenefrega. Perché d’accordo che ci si ispira ad una storia vera, ma come dicevo è solo lo spunto per raccontare il percorso di una donna che deve fare i conti col suo passato, e la Thompson riesce perfettamente a portare su schermo questa donna preda delle sue manie, della sua puntigliosità e del suo orgoglio. Averla dotata di un sarcasmo pungente, cinicamente divertente e perfettamente contrapposto alla leggerezza gioviale di Walt, è una mossa ottima.
Per quanto riguarda la narrazione, risulta vincente l’idea di alternare flashback a racconto in tempo reale, rendendo entrambi i piani interessanti e funzionali l’uno all’altro.
Molto buono anche il resto del cast, menzione per l’insospettabilmente importante Paul Giamatti, e bella la colonna sonora.
Una finezza molto riuscita quella di mettere nei titoli di coda uno spezzone delle vere registrazioni durante i brainstorming.
Bello, bello, bello. Ho già uno dei miei due voti per IMS2014 cinematografico
