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Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: giovedì 07 novembre 2013, 13:06
da Valerio
E' qui la primissima clip, in cui si vede l'entrata in scena di Walt.

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: giovedì 07 novembre 2013, 17:24
da Daria
Ok penso che lei sarà eccessivamente antipatica e per questo la adorerò!

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: venerdì 08 novembre 2013, 01:01
da Valerio

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: lunedì 11 novembre 2013, 18:55
da Valerio
http://www.fandango.com/movies/holiday/ ... 2416687411 << altra clip nuova, ma il fatto che sia in esclusiva per sti siti e l'audio sia bassissimo impedisce di giudicarla.

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: martedì 12 novembre 2013, 19:29
da Valerio




Oh, io continuo a pensare che un film così, recitato in questo modo, curato in questa maniera sia una cosa che neanche nei sogni più proibiti si potesse concepire. E' un mezzo miracolo che abbia avuto il greenlight.

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: martedì 19 novembre 2013, 18:57
da Valerio

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 27 novembre 2013, 02:21
da Valerio
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Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: giovedì 16 gennaio 2014, 15:04
da Vii
Colonna sonora di Thomas Newman nominata come miglior colonna sonora agli Oscar contro:

The Book Thief
John Williams

Gravity
Steven Price

Her
William Butler and Owen Pallett

Philomena
Alexandre Desplat

Avversari difficili Philomena e Gravity.

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 29 gennaio 2014, 01:28
da Valerio
Visto all'anteprima stampa.

Che dire...

E' un biopic?

E' un making of?

E' un film storico?

E' un film celebrativo?

E' un episodio di Lost?

E' un capolavoro. Ecco cos'è.

Un ibrido fra tutte queste cose, il cui risultato va oltre la somma delle parti. Un tale livello recitativo, registico, umoristico, drammatico non pensavo si sarebbe potuto ottenere. Non in quest'epoca di cinema "riepilogativo" fatta di sequel e reboot. Saving Mr. Banks è di una finezza esemplare, e riesce a spiegare e celebrare Disney...partendo da un punto di vista avverso a Disney. Un punto di vista che viene spiegato, coccolato, e fatto amare allo spettatore, con onestà intellettuale. Come sia possibile che un progetto simile sia stato concepito, partorito, coltivato e portato in sala con tale arte e dispiego di mezzi dalla stessa DIsney è una cosa che mi chiederò sempre. Ma probabilmente la risposta è l'amore. Questo film trasuda amore, comprensione e sincerità da ogni frame. Ingredienti universali che fanno piazza pulita di ogni possibile obiezione e accusa di agiografia disneyana.

It works, insomma.

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 29 gennaio 2014, 10:41
da Daria
Che bello *_* Non vedo l'ora di vederlo! Questo commento mi ha messo troppo entusiasmo! :D

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 29 gennaio 2014, 12:34
da Icnarf
Daria ha scritto:Che bello *_* Non vedo l'ora di vederlo! Questo commento mi ha messo troppo entusiasmo! :D
A chi lo dici :D

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: martedì 11 febbraio 2014, 20:31
da Valerio
Saving Mr. Banks (2014)

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1. Salvato da Due Penny

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Nel 1964 Walt Disney porta al cinema uno dei suoi film più importanti, senza dubbio il capolavoro della fase avanzata della sua carriera. “Mary Poppins” infatti fu per Walt (che sarebbe morto solo due anni dopo) una sorta di testamento artistico e filosofico. La pellicola aveva tutto ciò per cui il suo cinema era stato famoso: umorismo, dramma, una colonna sonora impressionante e persino una spolverata di animazione, il tutto mischiato sapientemente per esprimere uno dei concetti chiave dell’immaginario disneyano. E cioè che “a volte l’uomo si crede un gigante”, ma è ignaro del fatto che ciò che veramente lascia dietro di sé sono le cose più semplici. Sebbene molti preferiscano ricordare questa pietra miliare della Storia del cinema come il film della bambinaia volante, delle danze coi pinguini e degli spazzacamini scatenati, Mary Poppins era molto di più. Era la storia di un capofamiglia, della gabbia a forma di banca in cui lavorava, dei due penny fatali che sconvolsero il suo mondo e di come venne astutamente manipolato. Ma soprattutto era la storia del suo salvataggio.

2. La Scrittrice Incontentabile

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Realizzarlo fu tutt’altro che facile. Mary Poppins era uno dei libri preferiti delle figlie di Walt, e adattarlo per il grande schermo fu una promessa che il padre fece loro quando erano piccole, senza sapere che ci sarebbero voluti vent’anni di corteggiamento per convincere Pamela Travers, la scrittrice, a cedergli i diritti. L’autrice inglese stava attraversando problemi finanziari e personali, e non era affatto ben disposta nei confronti di Walt e del suo mondo hollywoodiano, intriso di quei valori americani che lei trovava frivoli e superficiali. Nelle due settimane che la Travers passò a Los Angeles, per Walt e il suo staff si profilò un vero e proprio inferno: l’autrice disapprovava qualsiasi cosa e pretendeva il controllo completo di ogni aspetto della produzione, imponendo la sua presenza ad ogni seduta di brainstorming, che doveva essere regolarmente verbalizzata tramite registrazioni su nastro. E sebbene il film venne poi realizzato su suo consenso, la Travers non espresse mai giudizi entusiastici sulla pellicola, mantenendo la sua rigida posizione.

3. Un Progetto Inaspettato

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All’alba del nuovo millennio la Walt Disney Company sceglie di realizzare un lungometraggio in live action per raccontarci la storia “scomoda” della nascita del capolavoro in questione. Ed è una mossa che sorprende, considerando le attuali politiche della company (e di un po’ tutta Hollywood) per quanto riguarda il cinema dal vero. Siamo nell’era dei franchise, in cui ogni film viene sviluppato nell’ottica di farne sequel, prequel e spinoff, mungendo ogni brand fino allo stremo, e in cui si sprecano anche i reboot e le reinterpretazioni dark di personaggi e storie del passato, come dimostra il filone fiabesco che film come “Alice in Wonderland” e “Maleficent” portano avanti. Uno scenario in cui non sembrerebbe esserci posto per un progetto tanto di nicchia, il cui scopo sembra essere quello di celebrare il passato e la tradizione disneyana, piuttosto che riciclarla in modo fracassone. L’improbabilità produttiva di un film come “Saving Mr. Banks” non fa che aumentare, poi, se si considera che lungometraggi su Walt Disney non erano mai stati fatti prima d’ora, e che qui, anziché prenderne in esame in toto la figura, ci si è invece concentrati sui retroscena di una sua opera specifica, adottando per giunta proprio il punto di vista di una detrattrice del cinema disneyano. Il dispiego di mezzi e di attoroni per fare di questo film un vero e proprio gioiello, denota un amore e un desiderio di celebrare le proprie radici che di recente avevamo visto in un numero assai risicato di progetti (“Winnie the Pooh” e “I Muppet”, ad esempio).

4. La Chiave di Tutto Era il Padre

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Il risultato, per nulla scontato, è che il film funziona perfettamente, in ogni sua parte. Il segreto di una resa tanto vincente risiede nella sua natura ibrida. “Saving Mr. Banks” è infatti in parte un biopic, in parte un making of, in parte una raffinata celebrazione dell’eredità disneyana, ed è soprattutto una storia che si svolge su piani temporali diversi, e che fa uso di registri narrativi anche molto distanti. Diverte, commuove, sorprende, divulga, e racconta le realtà che lo compongono, arricchendo lo spettatore, come nella miglior tradizione Disney. E il motivo per cui queste differenti anime non stridono ma si legano tanto bene è che al centro di tutto non c’è Walt, bensì la Travers e il suo drammatico passato. La narrazione non si svolge tutta negli anni 60, ma viene intervallata da una massiccia dose di flashback che raccontano la vera storia della scrittrice e soprattutto fanno luce sulla figura di riferimento che ne influenzò pesantemente la vita e l’opera: il padre. Figura affettuosa e nel contempo problematica, fu lui il “vero” Mr. Banks, nonché il motivo per cui la Travers scrisse il suo libro. L’alternanza continua tra flashback e scene al presente, nella quale il senso delle azioni di un personaggio cambia radicalmente man mano che lo spettatore ne scopre il passato, era l’efficacissima tecnica narrativa che il disneyano “Lost” portò ai massimi livelli. In “Saving Mr. Banks” questo stratagemma è ancora una volta centrale ed è solo grazie ad esso che capiamo quanto il desiderio di salvare il padre, di celebrarne e coccolarne la figura fosse il vero motore di ogni azione della Travers, e ciò che realmente la inibiva. E sarà proprio il passato di Pamela a costituire tanto l’ostacolo, quanto la soluzione al problema: a lei toccherà scendere a patti coi suoi demoni e lasciarselo finalmente alle spalle, mentre Walt dovrà invece addentrarcisi, cercando la chiave giusta per procedere col film e capire infine che il cuore della storia non era il salvataggio di due bambini, ma del loro papà.

5. I Due Istrioni

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Non è solo la particolare ricetta con cui gli ingredienti sono stati cucinati a rendere prezioso questo atipico film, ma la bontà stessa dei singoli componenti. Il film ha una sua ragion d’essere e dei contenuti davvero splendidi, ma a veicolare tutto ciò ci pensano gli attori, che hanno dato una prova veramente fenomenale. E’ la prima volta che qualcuno interpreta Walt Disney in un lungometraggio. Impresa ardua, perché Walt non era solo un nome, ma uno showman che nel promuovere le proprie opere ci metteva direttamente la faccia, apparendo di continuo in televisione nell’ambito del programma televisivo antologico “Disneyland”. Trovare un suo sosia che potesse impersonarlo degnamente non era certo cosa facile, non stupisce quindi che gli autori del film abbiano preferito scegliere “un’icona per interpretare un’icona”, reclutando addirittura Tom Hanks, di certo non il più somigliante degli emuli, ma un attore poliedrico e perfettamente in grado di calarsi nella parte. Hanks si è studiato ogni apparizione filmica, ogni movenza o tic nervoso di Walt per riuscire a darne la sua versione. Complice una buona dose di trucco, il risultato è a dir poco impeccabile: ci si dimentica che quello che si ha di fronte è Tom Hanks coi baffi finti, e diventa il caro vecchio zio Walt.
Emma Thompson nei panni della Travers però gli ruba platealmente la scena. L’attrice offre un’interpretazione davvero da Oscar: come sia riuscita a dare un tale spessore ad ogni minima movenza, ad ogni sua leggera contrazione dei muscoli facciali è a dir poco incredibile. Pamela fa un sorriso di circostanza e nel suo volto non si legge falsità ma dolore e gentilezza, Pamela fa la scontrosa e a noi appare buffa, Pamela dice cose acide e il risultato è carisma puro. In un solo personaggio sono state stipate tutte le innumerevoli sfaccettature dell’animo umano, il tutto senza alcuno stridìo, ma in modo assolutamente credibile. Essere riusciti a portare sullo schermo in modo tanto adorabile quella che in primis era una figura così ostile ha dell’incredibile. Il film è praticamente tutto suo.

6. Rivisitando lo Staff di Walt

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Il resto del cast offre interpretazioni molto buone, da Colin Farrel nel ruolo del padre di Pamela, a Paul Giamatti che interpreta l’autista ciarliero della Thompson. Notevole per qualunque amante della storia Disney il veder portati sullo schermo alcuni artisti che fecero grande il cinema disneyano, come lo sceneggiatore Don Da Gradi ma soprattutto i compositori di “Mary Poppins” e di tutta la musica Disney del periodo, i frizzantissimi Fratelli Sherman. Fa piacere anche vedere Disneyland così com’era un tempo, e l’aspetto che avevano gli studios di Burbank nel pieno degli anni 60. Thomas Newman, cugino del più famoso Randy, già compositore nei pixariani “Alla Ricerca di Nemo” e “Wall-E”, firma inoltre una colonna sonora dalle sonorità delicate e intimiste, che si interpola benissimo con alcuni classici brani di “Mary Poppins” presentati a sprazzi in corso di realizzazione. Dispiace che non si sia colta l’occasione di rendere onore a Bill Walsh, che della pellicola era produttore e sceneggiatore principale. Walsh, che tralaltro fu anche responsabile assieme a Floyd Gottfredson della striscia “Mickey Mouse” lungo tutta la sua fase più bizzarra, era stato una delle anime fondamentali per la pellicola, infondendole quel suo amore per l’assurdo che ne caratterizzava le opere. Il motivo di tale esclusione sembra sia che nelle due settimane in cui la Travers visitò Los Angeles, Walsh non fosse ancora salito a bordo del progetto, per cui la realtà dei fatti sembrerebbe esser stata rispettata.

7. Intellettualmente Onesto Sotto Ogni Aspetto

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Quando nel 1994 Marc Eliot fece uscire “Walt Disney: Il Principe Nero di Hollywood”, collezione di illazioni e calunnie sul conto del grande cineasta, venne data vita ad un’onda lunga di maldicenze che dura ancora oggi. Poco possono altri contributi come il documentatissimo libro del Barrier, che prende in esame obiettivamente luci e ombre della sua figura, di fronte ai luoghi comuni che hanno afflitto il nome Disney per vent’anni. Il caso Meril Streep, del resto, è sotto gli occhi di tutti. E’ normale quindi che un film del genere, che parla di Disney attraverso il punto di vista di una sua avversatrice, abbia attirato l’interesse di quell’ala della critica che non vede di buon occhio il magico regno multimediale di Walt. Le accuse di autocelebrazione e agiografia hanno colpito questo lungometraggio sin dal principio, puntando il dito sulla presunta conversione della Travers al termine della pellicola. La verità è che “Saving Mr. Banks” è un film di una certa onestà intellettuale. Nel film Walt viene preso affettuosamente e bonariamente in giro ma non si parla mai davvero male di lui. E del resto avrebbe avuto senso farlo? Il rispetto che gli si porta è quello assolutamente dovuto ad una personalità del genere, le cui luci erano assai più delle ombre. E quello che viene mostrato di lui, corrisponde generalmente al vero. Quanto alla conversione finale della Travers, non si può dire che il film si sbilanci più di tanto. La vediamo commuoversi durante la proiezione, è vero, ma la vediamo anche rispondere in modo sferzante a Walt quando lui si fa avanti per consolarla, mantenendo una sua durezza, perlomeno di facciata. E al termine della proiezione termina anche il film, senza che venga dato spazio a sgradevoli retroscena, avvenuti peraltro anche nella realtà in modo molto contraddittorio. La massima concessione interpretativa che viene fatta è quella lacrima, necessaria a fornire una giusta chiusura al suo straordinario personaggio, e quindi alla vicenda. Un film molto difficile, dunque, che per tutta la sua durata cammina in equilibrio sulla corda, senza mai precipitare nel vuoto, sorretto da armi quali la finezza, il buon gusto, l’amore e l’onestà intellettuale.
Certo, i maligni potrebbero affermare che un nuovo franchise è stato creato. Hollywood nella sua incapacità di partorire nuove idee ha iniziato a ritorcersi su sé stessa, portando al cinema film che parlano di altri film. Altri potrebbero dire che subdolamente la Disney ha realizzato il prequel di “Mary Poppins”. E potrebbero anche aver ragione. Ma se questo diventasse un trend non sortirebbe effetti troppo negativi, perlomeno nel breve periodo. Dopotutto Disney ha bisogno di riscoprirsi e far riscoprire al pubblico la sua vera natura, che non è per forza fatta di leziosaggini ma di arte e finezza. E se la qualità di tali produzioni rimanesse questa… il naufragar sarebbe dolce in questo mare.

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Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 12 febbraio 2014, 01:13
da chipko
Premesso che le recensioni hanno per forza di cose un qualche cosa di soggettivo, trovo che il recensore debba sforzarsi di mantenere un minimo si senso critico se vuole essere credibile. Sorvolando su toni entusiastici e in alcuni casi fuori luogo e persino ridicoli quando decantano la difficoltà di impersonare Walt Disney quando hanno fatto film su Gesù Cristo, sulla Madonna, sui papi, su capi di stato (Kennedy, Thatcher, Mandela, Gandhi) icone di ben più elevato calibro, soprattutto se si pensa che dai primi due discende il senso che oggi viene dato alla parola "icona". Il troppo stroppia, bastava dire che Tom è stato fenomenale e che si aveva studiato molto per calarsi nel personaggio, cosa vera e giusta da dire in una recensione, senza però strafare ottenendo così un risultato quasi comico nel lettore.
Sorvolando su questo, la parte che più fa sorridere è la sezione "Intellettualmente Onesto Sotto Ogni Aspetto" cosa palesemente non vera e smentibile in maniera oggettiva. Basta la scena della sigaretta, dove si vede Walt nasconderla e dire "Non voglio che qualcuno mi veda non è mia intenzione incoraggiare i bambini ad abitudini dannose", cosa in contrasto con il fatto che nel 55 fece aprire una tabaccheria in Disneyland’s Main Street che fu chiusa solo nel 1991 (quando la nozione dei danni provocati dal fumo iniziano davvero ad essere di pubblico dominio). Anche se alcune fonti confermano che effettivamente non fumasse in presenza di bambini, non ha assolutamente senso che si nascondesse nel suo stesso studio (nessun bambino sarebbe potuto entrare senza preavviso nel suo studio). Stratagemma per aggirare la restrizione imposta dalla Disney stessa di non mostrare la sigaretta? ( e già questa proibizione la dice lunga sul fatto che è assolutamente falso che ogni aspetto sia intellettualmente onesto). Ammesso e non concesso, ma allora perché non abolire del tutto la scena? Per essere più realistici e aderenti nella vita di Walt o solo per mettere in una luce positiva quello che oggi viene visto come difetto? Anche perché nel 6° classico Disney Pippo fuma eccome. Senza contare che nel finale c'è poco da interpretare, quando la Travers risponde a tono a Walt lui se la ride, segno che non ha assolutamente preso sul serio il rimbrotto, basta vedere come reagiva diversamente a tutti gli altri rimproveri lungo tutto il film. Il cambio della Travers a fine film non credo sia questione di interpretazioni è abbastanza autoevidente e negarlo non è certo segno di onestà intellettuale.

In conclusione è un bel film, bel costruito, narrato, recitato. È emozionante e a tratti anche commovente. E se un prodotto è buono non occorre esagerare e spingersi al massimo, si può promuovere con un certo equilibro senza risultare stucchevoli.

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 12 febbraio 2014, 02:56
da Valerio
chipko ha scritto:Sorvolando su toni entusiastici e in alcuni casi fuori luogo e persino ridicoli quando decantano la difficoltà di impersonare Walt Disney quando hanno fatto film su Gesù Cristo, sulla Madonna, sui papi, su capi di stato (Kennedy, Thatcher, Mandela, Gandhi) icone di ben più elevato calibro, soprattutto se si pensa che dai primi due discende il senso che oggi viene dato alla parola "icona". Il troppo stroppia, bastava dire che Tom è stato fenomenale e che si aveva studiato molto per calarsi nel personaggio, cosa vera e giusta da dire in una recensione, senza però strafare ottenendo così un risultato quasi comico nel lettore.
Se per te è stato tanto comico mi dispiace. Per quel che riguarda me, la caratura della figura di Walt Disney, l'uomo che ha fatto dell'abilità di muovere i disegni un'Arte di prim'ordine, reinventando in toto il concetto d'intrattenimento, non è inferiore a quella che potrebbero avere papi, politici e altre figure blasonate. Il valore di un uomo non è sempre determinato dal suo titolo.
Ma sorvolando su questa questione, ciò che ho scritto sulla rece, se avessi avuto l'accortezza di leggerla meglio, è una cosa ancora diversa, e cioé che interpretare Walt era arduo. E non perché fosse Gesù Cristo redivivo, ma perché è apparso in video più volte, e ha fatto di sé stesso un personaggio. Le sue apparizioni pubbliche sono roba frequente e relativamente recente, la sua faccia la si impara a conoscere sin dall'infanzia, la si ha ben presente, e ci è quindi voluta parecchia arte da parte di Tom Hanks per riuscire a sovrapporsi percettivamente a Walt. Specie considerando che pure Hanks è un volto noto, e questo rende l'inganno ancora più difficile da mantenere. E invece la sospensione d'incredulità durante la visione non fa brutti scherzi. E' un risultato che si ottiene con molta Arte, e fidati che è arduo conseguirlo.
Senza contare che nel finale c'è poco da interpretare, quando la Travers risponde a tono a Walt lui se la ride, segno che non ha assolutamente preso sul serio il rimbrotto, basta vedere come reagiva diversamente a tutti gli altri rimproveri lungo tutto il film. Il cambio della Travers a fine film non credo sia questione di interpretazioni è abbastanza autoevidente e negarlo non è certo segno di onestà intellettuale.
Passando alla presunta conversione della Travers...tu alla prima di quel film c'eri per poter valutare quanto ci sia di falso in quella sequenza? Il buonumore della Travers è storicamente accertato, visto che pare si fosse ripresa dall'esaurimento nervoso, si fosse riabilitata economicamente grazie ai diritti e stesse pure scrivendo dei sequel al romanzo. Le grasse risate da parte di Walt non me le ricordo, sinceramente, la scena anticipa chiaramente quelle che saranno in futuro le posizioni della Travers sul film, e Walt lì per lì, rimane interdetto. Si è scelto di non ignorare "il futuro" ma di presentarlo sottoforma di gag, per rendere il tutto narrativamente accettabile, suggerendo che per quanto la Travers abbia avuto da ridire, il film l'abbia toccata veramente.
Sorvolando su questo, la parte che più fa sorridere è la sezione "Intellettualmente Onesto Sotto Ogni Aspetto" cosa palesemente non vera e smentibile in maniera oggettiva. Basta la scena della sigaretta, dove si vede Walt nasconderla e dire "Non voglio che qualcuno mi veda non è mia intenzione incoraggiare i bambini ad abitudini dannose", cosa in contrasto con il fatto che nel 55 fece aprire una tabaccheria in Disneyland’s Main Street che fu chiusa solo nel 1991 (quando la nozione dei danni provocati dal fumo iniziano davvero ad essere di pubblico dominio). Anche se alcune fonti confermano che effettivamente non fumasse in presenza di bambini, non ha assolutamente senso che si nascondesse nel suo stesso studio (nessun bambino sarebbe potuto entrare senza preavviso nel suo studio). Stratagemma per aggirare la restrizione imposta dalla Disney stessa di non mostrare la sigaretta? ( e già questa proibizione la dice lunga sul fatto che è assolutamente falso che ogni aspetto sia intellettualmente onesto). Ammesso e non concesso, ma allora perché non abolire del tutto la scena? Per essere più realistici e aderenti nella vita di Walt o solo per mettere in una luce positiva quello che oggi viene visto come difetto? Anche perché nel 6° classico Disney Pippo fuma eccome.
Ti sei accorto che il titoletto era una citazione, almeno? Detto questo, certo che se ti attacchi ad una battuta di mezzo secondo per valutare l'onestà di un film che parla di ben altro, significa che forse la malafede è più tua che di chi ha scritto il film. Quella della sigaretta è parsa una scena inutile anche a me, se lo vuoi sapere, ma come tu stesso dici se davvero avessero voluto dare un'immagine edulcorata di lui sarebbe bastato tagliarla, invece hanno preferito "incasinarsi". Quanto alle idee sul fumo che aveva Walt negli anni 60, non mi risulta che di fonti per poter affermare che quella affermazione sia così improbabile ce ne siano, dopotutto. Dovrei rivedere il film per inquadrare meglio il contesto e la sua effettiva improbabilità, ma sinceramente...importa? Ti pare sul serio agiografico un film in cui Walt viene mostrato per l'ingenuo bambinone testardone che difatto era? Le scene in cui viene messo sotto una luce ridicola e inconsapevole non sono poche, una su tutte quella in cui la Travers lo elenca tra gli handicappati celebri. E il film non manca di mostrarci pure il suo lato meno simpatico, quando sceglie di non invitare la Travers alla prima del film. Il tutto senza dimenticare di mostrare per bene anche i suoi pregi, come nella struggente sequenza della confessione a tu per tu, in cui emerge il Walt più caldo, arguto e di buon senso. Quindi sì, lo ribadisco: film onesto.

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 12 febbraio 2014, 16:02
da chipko
Intanto volevo scusarmi per certi miei toni sopra le righe, mi sono accorto dopo che per voler essere la mia una critica costruttiva erano fuori luogo.
Valerio ha scritto: Se per te è stato tanto comico mi dispiace. Per quel che riguarda me, la caratura della figura di Walt Disney, l'uomo che ha fatto dell'abilità di muovere i disegni un'Arte di prim'ordine, reinventando in toto il concetto d'intrattenimento, non è inferiore a quella che potrebbero avere papi, politici e altre figure blasonate. Il valore di un uomo non è sempre determinato dal suo titolo.
Ma sorvolando su questa questione, ciò che ho scritto sulla rece, se avessi avuto l'accortezza di leggerla meglio, è una cosa ancora diversa, e cioé che interpretare Walt era arduo. E non perché fosse Gesù Cristo redivivo, ma perché è apparso in video più volte, e ha fatto di sé stesso un personaggio. Le sue apparizioni pubbliche sono roba frequente e relativamente recente, la sua faccia la si impara a conoscere sin dall'infanzia, la si ha ben presente, e ci è quindi voluta parecchia arte da parte di Tom Hanks per riuscire a sovrapporsi percettivamente a Walt. Specie considerando che pure Hanks è un volto noto, e questo rende l'inganno ancora più difficile da mantenere. E invece la sospensione d'incredulità durante la visione non fa brutti scherzi. E' un risultato che si ottiene con molta Arte, e fidati che è arduo conseguirlo.
Proprio per questo ho citato i papi, non tanto per il titolo, ma perché sono a tutti gli effetti figure mediatiche, Giovanni Paolo II era un volto noto fino agli estremi confini della terra, anche dove era assente la Tv, e certamente è stato un papa che ha fatto della Tv il suo mezzo. Stessa cosa potrei dire di Diana (anche se il Film cinematografico è stato uno schifo e giustamente un flop). Siamo in un'era dove il trucco può fare miracoli per questo non avrei dato una particolare enfasi, oggi me l'aspetto la somiglianza con il personaggio in questione, qualunque sia il suo aspetto. È un po' come se in una recensione di un Bd si sottolineasse che il video è in Hd cosa su cui ha senso soffermarsi solo se sono i primi Bd in commercio, non certo oggi perché il dato, anche se presente, è dato giustamente per scontato.
Valerio ha scritto: Le grasse risate da parte di Walt non me le ricordo, sinceramente, la scena anticipa chiaramente quelle che saranno in futuro le posizioni della Travers sul film, e Walt lì per lì, rimane interdetto. Si è scelto di non ignorare "il futuro" ma di presentarlo sottoforma di gag, per rendere il tutto narrativamente accettabile, suggerendo che per quanto la Travers abbia avuto da ridire, il film l'abbia toccata veramente.
Valerio ha scritto: Ti sei accorto che il titoletto era una citazione, almeno? Detto questo, certo che se ti attacchi ad una battuta di mezzo secondo per valutare l'onestà di un film che parla di ben altro, significa che forse la malafede è più tua che di chi ha scritto il film. Quella della sigaretta è parsa una scena inutile anche a me, se lo vuoi sapere, ma come tu stesso dici se davvero avessero voluto dare un'immagine edulcorata di lui sarebbe bastato tagliarla, invece hanno preferito "incasinarsi". Quanto alle idee sul fumo che aveva Walt negli anni 60, non mi risulta che di fonti per poter affermare che quella affermazione sia così improbabile ce ne siano, dopotutto. Dovrei rivedere il film per inquadrare meglio il contesto e la sua effettiva improbabilità, ma sinceramente...importa? Ti pare sul serio agiografico un film in cui Walt viene mostrato per l'ingenuo bambinone testardone che difatto era? Le scene in cui viene messo sotto una luce ridicola e inconsapevole non sono poche, una su tutte quella in cui la Travers lo elenca tra gli handicappati celebri. E il film non manca di mostrarci pure il suo lato meno simpatico, quando sceglie di non invitare la Travers alla prima del film. Il tutto senza dimenticare di mostrare per bene anche i suoi pregi, come nella struggente sequenza della confessione a tu per tu, in cui emerge il Walt più caldo, arguto e di buon senso. Quindi sì, lo ribadisco: film onesto.
Proviamo a ribaltare la questione. Viene mostrato nel film un qualche difetto di Walt? Anche piccolo o trascurabile? No neanche uno, nemmeno per sbaglio, persino il fumo viene usato per metterlo in buona luce. Le critiche vengono esclusivamente dal punto di vista di una donna che, al di là di come si interpreta il finale (e che mostra, a mio giudizio, il suo cambio di opinione), dice ad uno zoppo che non è sorpresa che gli abbiano sparato, che ha da ridire sulle abbreviazioni di un copione (N per number, EST per esterior ecc), che non ha la minima cortesia, che getta le pere fuori dalla finestra (anche se l'atto viene giustificato poteva buttarle nel cestino, e poi il fatto non è storicamente accertato), che offende il facchino dell'hotel, che butta fuori la tipa che porta il cibo, ecc, ecc, ecc. Ora è chiaro che per quanto la Travers risulti comica in certe sue uscite e risulti un personaggio assolutamente simpatico viene costruita in modo tale che lo spettatore diffidi delle sue esternazioni e dei suoi giudizi, visti all'inizio come puro pretesto e alla fine come spiegazione di una reazione dovuta alla sua infanzia, ma di fatto sempre un punto di vista non attendibile, dovuto ad una maschera. Se in un film non si riesce a trovare neanche il più piccolo difetto su di un uomo (gentile, cortese, espansivo, alla mano, attento alla salute degli altri, paziente come un santo, tenace, padre modello che fa di tutto per esaudire una promessa fatta a sua figlia e chi più ne ha ne metta), nemmeno la più insignificante critica come lo definiresti? Siccome le vite dei santi (presentati come specchio di perfezione) si chiamano agiografie e che qui Walt è presentato come un santo io direi che il film è agiografico a tutti gli effetti. C'è da dire che però non è di cattivo gusto, non c'è un senso di piaggeria nel film, è un'agiografia ben narrata e non stucchevole. È molto più stucchevole dire che non è un'agiografia. Ma inizio a rendermi conto che non l'hai fatto apposta. Probabilmente alcune cose non le hai notate o viste. Io cerco sempre (è un difetto da letterato) di vedere i punti di vista dei personaggi e capire come l'autore e lo scrittore li fa parlare e se questi sono sullo stesso piano oppure no.

PS No non mi ero accorto che il titoletto era una citazione. Da chi?

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 12 febbraio 2014, 17:18
da Zangief
chipko ha scritto: PS No non mi ero accorto che il titoletto era una citazione. Da chi?
Da Mary Poppins. Praticamente Perfetta Sotto Ogni Aspetto, ricordi?

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 12 febbraio 2014, 17:25
da chipko
Zangief ha scritto:
chipko ha scritto: PS No non mi ero accorto che il titoletto era una citazione. Da chi?
Da Mary Poppins. Praticamente Perfetta Sotto Ogni Aspetto, ricordi?
Non ci ero proprio arrivato :D

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 12 febbraio 2014, 17:37
da Valerio
chipko ha scritto:Intanto volevo scusarmi per certi miei toni sopra le righe, mi sono accorto dopo che per voler essere la mia una critica costruttiva erano fuori luogo.
Vai tranqui, flammare è bellissimo.
Proprio per questo ho citato i papi, non tanto per il titolo, ma perché sono a tutti gli effetti figure mediatiche, Giovanni Paolo II era un volto noto fino agli estremi confini della terra, anche dove era assente la Tv, e certamente è stato un papa che ha fatto della Tv il suo mezzo. Stessa cosa potrei dire di Diana (anche se il Film cinematografico è stato uno schifo e giustamente un flop). Siamo in un'era dove il trucco può fare miracoli per questo non avrei dato una particolare enfasi, oggi me l'aspetto la somiglianza con il personaggio in questione, qualunque sia il suo aspetto. È un po' come se in una recensione di un Bd si sottolineasse che il video è in Hd cosa su cui ha senso soffermarsi solo se sono i primi Bd in commercio, non certo oggi perché il dato, anche se presente, è dato giustamente per scontato.


Sì ma in primo luogo dire che in giro "c'è di meglio" non implica che ciò di cui si parla non raggiunga l'eccellenza. C'è sempre qualcosa meglio di qualche altra cosa. In secondo luogo, il punto per cui Hanks è stato straordinario non è la somiglianza. E' che di base NON ci somiglia. O almeno io le trovo due facce diversissime, con espressioni diverse, e uno sguardo totalmente diverso. Eppure con una buona dose di trucco, e una buona dose di studio a questa cosa non ci si fa caso, e l'illusione è mantenuta. Tutto lì il portento. Che sia un portento frequente non è cosa che metto in discussione, ma per me rimarrà sempre tale.
Proviamo a ribaltare la questione. Viene mostrato nel film un qualche difetto di Walt? Anche piccolo o trascurabile? No neanche uno, nemmeno per sbaglio
E io te la ribalto di nuovo.

Che difetti aveva Walt?

E' stato detto tutto e il contrario di tutto, in proposito. Il primissimo Walt, quello anni 20 era un imprenditore incapace, in grado di vendere i suoi lavori al prezzo di costo, facendosi truffare in lungo e in largo. Il Walt successivo, quello degli anni del pionierismo, era un gran testardo, autoritario e voleva che le cose andassero come voleva lui. Aveva in mente determinate cose e non si fermava finché non corrispondevano alla sua visione, anche a costo di perdere amicizie. E ne ha perse parecchie, per via del suo carattere ostinato e focoso. Però se lo sapevi prendere riuscivi a sfangarla eccome, con lui, e non sono pochi quelli che gli rimasero fedeli. Il Walt degli anni 50 e 60 fu un Walt più distratto e distaccato, impegnato in altro, ma desideroso di mantenere il controllo sui suoi progetti. Poi si potrebbe aprire un capitolo sui "difetti" del cinema disneyano, o perlomeno le accuse che nel corso degli anni gli sono state rivolte. Cioé quello di essere un cinema dai valori puramente americani, dai contenuti semplici, adatto alle masse e via dicendo.

Quanto di tutto questo aveva senso filtrasse nel film?

Ben poco, considerando che il focus della storia non è Walt, ma la realizzazione di Mary Poppins. Anzi, indugiare sui difetti di Walt per confezionare un punto di vista neutrale come lo intendi tu avrebbe solo fatto deragliare la narrazione, apparendo ridondante e gratuito. E per niente neutrale. Non dimentichiamo poi che si tratta degli anni 60, l'ultimissimo Walt, quello più stanco e più saggio. Ciò che deve esserci e che riguarda Mary Poppins c'è, nei limiti del possibile. Abbiamo sia il Walt insistente e rompiscatole quasi a livelli autistici, capace di pedinarti oltreoceano e entrarti in casa per farti cambiare idea, che l'imprenditore fallito degli esordi (ricordato durante il colloquio finale), ma soprattutto abbiamo da parte dell'inglesissima Travers un punto di vista snobistico e disincantato sull'americanità sempliciona del cinema disneyano. E quando la vediamo all'inizio spegnere la tv nervosa di fronte alle cerimonie televisive di Walt, con Trilli e la polvere di fata, ciò che si esprime è un disagio reale che da sempre il mondo della critica ha per questo tipo di cinema. E per quanto disturbata emotivamente, la Travers viene mostrata come una donna carismatica, convinta delle sue idee, neanche del tutto sbagliate (sarò impopolare ma capisco che la parentesi animata possa esserle sembrata una divagazione non necessaria, visto quanto viene tirata in lungo nel corso del film).
Infine non scordare che negli anni 60 Walt era coinvolto molto poco nei progetti cinematografici e Mary Poppins fu quasi un'eccezione, per cui è già tanto che della persona Walt sia filtrato così tanto.
Se in un film non si riesce a trovare neanche il più piccolo difetto su di un uomo
Il problema è che da quel che leggo, tu i difetti a Walt ce li volevi trovare per forza, col lanternino, e anche quando non necessari alla narrazione. Il film tu l'hai fruito non con curiosità ma con l'attesa della defaillance, la voglia di coglierlo in fallo e il desiderio che ti venisse dimostrato qualcosa. E non penso che sia stato intellettualmente onesto da parte tua, considerando che stavi guardando un film Disney che ha avuto lo stomaco di riabilitare la figura di una donna che Disney cercò di boicottarlo in ogni modo.

E io questo lo chiamo coraggio e originalità. Non disonestà, né agiografia.

Walt fu un indiscutibile Genio, e pure un buon uomo. Capisco che il desiderio generale sia quello di demolirlo per smentire questa cosa, dimostrare che non era granché, né artisticamente, né umanamente. Ma non si scappa, perché pur leggendo la sua biografia più dettagliata queste cose saltano fuori, e aspettarsi di sentir dire il contrario da un film che celebra una delle sue più grandi opere di genio raccontando una storia specifica, è una cosa che non ha senso alcuno.
PS No non mi ero accorto che il titoletto era una citazione. Da chi?
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Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 12 febbraio 2014, 18:00
da Eddy
Il film non l'ho ancora visto, motivo per il quale non mi pronuncio. Tuttavia:
chipko ha scritto:Viene mostrato nel film un qualche difetto di Walt? Anche piccolo o trascurabile? No neanche uno, nemmeno per sbaglio, persino il fumo viene usato per metterlo in buona luce.
Beh, non mi stupirebbe affatto una palese educolorazione della figura di Disney, visto che la casa, sfortunatamente, ha un'immagine da difendere (parliamo pur sempre di una multinazionale, anche alquanto potente). Questo è in effetti uno dei miei grandi timori, insieme con il rispetto per la storia e della figura della Travers.
Tra l'altro, ho da poco scoperto che la sceneggiatura girava da qualche tempo "per altri lidi", e che la Disney se ne è appropriata in seguito (probabilmente invece di concedere diritti d'immagine). Che avessero paura di come sarebbe stata mostrata la figura di Disney?
chipko ha scritto:Ora è chiaro che per quanto la Travers risulti comica in certe sue uscite e risulti un personaggio assolutamente simpatico viene costruita in modo tale che lo spettatore diffidi delle sue esternazioni e dei suoi giudizi, visti all'inizio come pure pretesto e alla fine come spiegazione di una reazione dovuta alla sua infanzia, ma di fatto sempre un punto di vista non attendibile, dovuto ad una maschera. Se in un film non si riesce a trovare neanche il più piccolo difetto su di un uomo (gentile, cortese, espansivo, alla mano, attento alla salute degli altri, paziente come un santo, tenace, padre modello che fa di tutto per esaudire una promessa fatta a sua figlia e chi più ne ha ne metta), nemmeno la più insignificante critica come lo definiresti?
E qui in me nasce il terrore. Il film, si presuppone, ponga lo spettatore nei panni della Travers, quindi dovrebbe quantomeno farci stare dalla sua parte avendo in Walt una sorta di "antagonista". Se però quanto afferma chipko corrisponde alla verità, si rischia che l'atteggiamento della scrittrice di Mary Poppins la metta sotto una luce da "incontentabile stronza" (coma la chiamavano alcuni animatori), e che la spinta vera dello spettatore non sia quella di vederla soddisfatta, ma di vederla cedere i diritti e basta.
Il film dovrebbe avere un finale amaro secondo me, uno dove sentiamo che le cose non sono andate per il verso giusto. Perché se mi poni nell'ottica della Travers, so che assisterò (in teoria) ad un fallimento.

Vedremo...

Re: [Disney] Saving Mr. Banks

Inviato: mercoledì 12 febbraio 2014, 18:20
da chipko
Valerio ha scritto:Il problema è che da quel che leggo, tu i difetti a Walt ce li volevi trovare per forza, col lanternino, e anche quando non necessari alla narrazione. Il film tu l'hai fruito non con curiosità ma con l'attesa della defaillance, la voglia di coglierlo in fallo e il desiderio che ti venisse dimostrato qualcosa. E non penso che sia stato intellettualmente onesto da parte tua, considerando che stavi guardando un film Disney che ha avuto lo stomaco di riabilitare la figura di una donna che Disney cercò di boicottarlo in ogni modo.
In realtà per me è stato un bellissimo film e mi verrebbe paradossalmente da dire "fino a quando ho letto la tua recensione" che quasi ha rischiato di farmi cambiare idea sul film che per fortuna ho visto prima. Io non ho niente da obbiettare al film e se avessi dovuto farne un critica sarebbe stata sicuramente positiva. Ma se leggo che il film è un capolavoro che è perfetto che non ha sbavature e che le critiche di agiografia sono infondate e inesistenti mi trovo quasi "costretto" a entrare in modalità "ipercritica on" o ad avere, se non avessi visto il film, aspettative molto molto alte. Io per natura tendo a dubitare di chi tende a esaltare troppo una cosa a meno che questo non sia oggettivamente un gigante. Mi viene un po' in mente la Vanoni quando bacchettava la povera Lorena Bianchetti :D. Insomma se una cosa è buona è buona, se funziona funziona. Io probabilmente non avrei mai parlato di agiografia, ma se uno mi scrive che le accuse di agiografia sono infondate è inevitabile che allora rianalizzo il film e vedo che alla fine il punto di vista vincente è sicuramente quello di Walt e che è stato messo oggettivamente nella luce migliore possibile, tuttavia senza strafare e senza cattivo gusto. Anche qui è stato il troppo zelo da una parte che voleva bianco o nero a spingermi dall'altra parte.
Se avessi letto qualcosa del tipo "il film, ancora prima che uscisse nelle sale, è stato fin da subito accusato di agiografia. Un accusa forse eccessiva e che sottende una lettura preconcetta, in quanto, se è pur vero che il personaggio viene presentato sotto una luce positiva, mancano decisamente i toni enfatici che ne vorrebbero fare un eroe a tutti i costi", non avrei avuto assolutamente niente da ridire. Io discuto e non mi trovo d'accordo sulla tua recensione, non sul film.
Valerio ha scritto: Walt fu un indiscutibile Genio, e pure un buon uomo. Capisco che il desiderio generale sia quello di demolirlo per smentire questa cosa, dimostrare che non era granché, né artisticamente, né umanamente. Ma non si scappa, perché pur leggendo la sua biografia più dettagliata queste cose saltano fuori, e aspettarsi di sentir dire il contrario da un film che celebra una delle sue più grandi opere di genio raccontando una storia specifica, è una cosa che non ha senso alcuno.
Ma infatti è una cosa che non capisco, non so perché su Walt si sia scatenata una così diversa opinione nel pubblico americano. Io stesso infatti non capisco il senso di santificarlo o demonizzarlo ad ogni costo. Direi che il talento artistico parli da sé, quando alla vita privata lascio alle Marie de Filippi entrare nel merito perché è mia convinta opinione che il privato debba rimanere nel privato e che non stia a me giudicare la vita privata di un uomo ma solo quella pubblica.