[Disney] Pirati dei Caraibi: La Maledizione del Forziere Fantasma
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Visto l'incredibile successo ottenuto dal primo film, era auspicabile che la Disney decidesse di dare un seguito alle avventure piratesche di Jack e compagni. E infatti, dopo circa un anno la produzione annuncia che il film diverrà a breve una trilogia, con due sequel girati in contemporanea. Senza neanche uno straccio d'idea per la sceneggiatura, ma con già in tasca i soldi sufficenti a realizzarli, e dei personaggi caraterizzati alla perfezione, pronti ad essere riutilizzati.
E l'operazione sembra aver danto i suoi frutti, dato che il film è già al terzo posto come più grande incasso cinematografico di tutti i tempi, e il secondo posto potrebbe arrivare a breve.
La vicenda parte là dove si era concluso il primo film: Will Turner ed Elizabeth Swann stanno per celebrare le loro nozze, ma un mandato d'arresto (e conseguente condanna a morte) cala sulle loro teste, per aver aiutato un criminale come Jack Sparrow a fuggire. Così la coppietta di fidanzatini sarà separata: dato che Will sarà costretto a partire alla ricerca di jack Sparrow, che possiede un oggetto in cambio del quale potrà togliere ogni accusa su di sè e su Elizabeth.
La storia, dopo una divertente avventura su un'isola popolata da cannibali, che ha per lo più lo scopo di farci familiarizzare con il cast "allargato", entra nel vivo con una missione, che presumo si prolungherà fino alla fine del terzo film.
La maledizione del forziere fantasma è un degno seguito del primo Pirates of Caribbean: non c'è più lo stupore davanti all'atmosfera e ai fantastici personaggi, ma si rimane affascinati dalla storia e dalle situazioni.
Will, vero eroe impavido pronto a tutto pur di riavere la sua amata e il suo passato, dovrà affrontare ogni tipo di ostacolo, ritrovandosi come rivale, su più fronta, anche lo stesso Jack.
Elizabeth qui acquisisce spessore psicologico, attraverso situazioni nelle quali si troverà ad affrontare e scelte che dovrà compiere per raggiungere i propri obiettivi.
Jack Sparrow, il fulcro delle attenzioni dello spettatore, è ancora meglio di quanto visto nel primo film. L'interpretazione di Johnny Depp è magistrale, dal film precedente si è letteralmente trasformato in un cartone animato, con sequenze ideate attorno a lui proprio per esaltare questa sua caratteristica; memorabile una lunga scena nel quale Jack Sparrow si ritrova a fare peripezie degne di Wile E. Coyote.
Nel ruolo di villain di questo capitolo (e del prossimo) c'è Davy Jones e la sua ciurma di pesci-umani: il pirata polipone riesce a non far rimpiagere il caro vecchio Barbossa. Più spaventoso e meno divertente forse, ma ugualmente affascinante. Il volto ricreato con la motion capture è incredibilmente affascinante, a differenza del resto della ciurma, che pecca forse di scarsa caratterizzazione. Deludente anche il personaggio di Bill Turner, figura tanto nominata nel primo capitolo, ma decisamente poco azzeccata.
La caratterizzazione scarsa non affligge però la ciurma della Perla Nera, i cui membri ci vengono presentati a dovere, laddove nel primo film erano a volte appena accennati. E alla ciurma si uniscono i due pirati pasticcioni del primo film, che qui diventano una formidabile coppia comica, con dialoghi surreali in puro stile beckettiano. Inoltre, l'ex-commodoro Norrington ritorna in versione "barbone rancoroso", rivelandosi una minaccia più temibile di quanto si potesse immaginare, ottimo modo di reinventare un personaggio.
L'equilibrio tra toni comici e più "epici" è lo stesso visto nel primo capitolo; a questo si aggiunge la minaccia del Kraken, una bestia leggendaria la cui figura aleggia sempre sui protagonisti, contribuendo a ricreare l'atmosfera marinaresca.
Come nel primo capitolo, numerosi i riferimenti: all'inizio del film Gibbs canta la celebre canzone de "L'Isola del tesoro" e anche il marchio nero sulla mano di Jack Sparrow ricorda quello presente nel romanzo di Stevenson. Inoltre, nella scena in cui Will ritorna a Tortuga, si può vedere un uomo che viene calato in un pozzo e che sputa uno zampillo d'acqua, scena che riprende un animatronic dell'attrazione, e che tra l'altro doveva essere inserita nel primo film.
Molte le sequenze che sembrano ispirate da Monkey Island. E se nel primo film si ipotizzava un uguaglianza dovuta alla comune ispirazione (l'attrazione di Disneyworld), questo non avviene per il sequel, dove gli elementi presenti non c'erano nell'attrazione.
Innanzitutto il personaggio della Vodoo Lady, e la sua palafitta, identica a quella vista in Monkey Island 2, anche esternamente.
Jack entra in scena remando in una bara, come fa Guybrush in MI2, proprio per recarsi dalla Vodoo Lady
Davy Jones, con la sua barba tentacolare, ricorda LeChuck di MI2, con la sua barba "viva"
La fortezza che si vede all'inizio del film ricorda per certi versi la fortezza fantasma di LeChuck
Il villaggio di cannibali, pur avendo un tono nettamente meno umoristico (e soprattutto non ha le maschere buffe) è presente anche nel primo e nel terzo capitolo di Monkey Island.
Ci sono un bel po' di riferimenti anche al primo film:
- il Governatore Swann stacca acidentalmente un candelabro dalla parete, così come fa Will all'inizio del primo film.
- Quando Lord Beckett all'inizio del film nomina "Jack Sparrow", Will ed Elizabeth lo correggono "Capitano", così come rispondeva sempre Jack Sparrow nel primo film.
- Jack si chiede perchè il rum finisce sempre e, quando Elizabeth entra a far parte della propria ciurma, dice al suo equipaggio di nascondere il rum; entrambe le battute sono riferimenti alla scena sull'isola deserta nel primo film.
- Quando Will cerca Jack a Tortuga, incontra Giselle, che gli rifila uno schiaffo identico a quello che da' a Jack nel primo film.
- Will dice a Jack di essersi legato ai piedi due tartarughe marine, come il pirata aveva raccontato nel primo film.
- Prima di abbandonare l'isola dov'è nascosto il forziere, Jack da un colpo di pala in testa a Will, vendicandosi dello stesso colpo che aveva ricevuto da lui nel primo film
- Quando Elizabeth finge di svenire per interrompere il triplice combattimento con la spada, riutilizza la stessa tecnica usata per sventare l'esecuzione di Jack Sparrow alla fine del primo film, che as ua volta era un riferimento allo svenimento all'inizio del film nel quale precipitava dalla rocca
- Il cane con le chiavi, viene esplicitamente chiamato dal governatore, e poi gli uomini in cella allungano le mani verso Elizabeth, come facevano nel primo film per chiamare il cane
- All'inizio del primo film, Mr.Gibbs dice alla piccola Elizabeth di smettere di cantare una canzone sui pirati. All'inizio di questo film Gibbs canta lui stesso una canzone sui pirati, ora che è diventato uno di loro
- In entrambi i film c'è un combattimento con le spade ambientato su un terreno poco stabile. Nel primo film è un asse basculante, qui la ruota del mulino
Il film non delude affatto le aspettative (e per conto mio, erano MOLTO alte); se proprio bisogna trovare dei difetti, si può additare una caratterizzazione scarsa per i nuovi personaggi (Davy Jones e "Vodoo Lady" esclusi), ma in compenso vengono esplorati molto di più i personaggi già conosciuti donandogli nuove profondità, e facendoli uscire da stereotipi nei quali, pur se alla lontana, potevano essere rinchiusi.
Altro difetto, se così vogliamo chiamarlo, è la non-omogeneità del film: mentre il primo film si concentrava su un'unica storia, qui abbiamo due avventure: l'isola dei cannibali, che occupa il primo terzo del film, e l'avventura principale. Questo però si può giustificare ipotizzando che (quasi sicuramente) l'avventura di Davy Jones si concluderà alla fine del terzo film, e così gli autori hanno pensato di inserire un intermezzo prima della "saga finale". Intermezzo questo che non è assolutamente fine a sè stesso, ma che ci fa ulteriormente affezionare ai personaggi (o ri-affezionare, per chi in questi anni non ha consumato il DVD del primo film guardandolo a ripetizione) e soprattutto re-imposta i toni del film, qui ancor più cartooneschi di quanto visto ne La Maledizione della Prima Luna.
Ah, e soprattutto un paio di colpi di scena niente male nel corso del film, per realizzare i quali, gli autori non hanno voluto rivelare nulla neanche al resto del cast, per esempio, facendogli credere che nel finale a scendere le scale sarebbe stata Anamaria, la piratessa del primo film, per poter così riprendere la loro vera espressione di stupore.
Ora l'attesa è forte per il terzo film, e nel frattempo il franchise sarà sfruttato a dovere, dato che sono già stati annunciati fumetti e romanzi incentrati sul personaggio di Jack Sparrow. Ma "solo" un anno ci separa dalla conclusione della vera storia di Pirati dei Caraibi, e io sto letteralmente scalpitando.
Un film che non annoia e riesce per tutta la sua durata a coinvolgere e divertire.
Il filone avventuroso disneyano qui trova nuova forzae vigore anche grazie alla rielaborazione di elementi classici rivisitati per potere essere amalgamati con la vicenda di Jack Sparrow.
Diversi sono i richiami ai film disney dello stesso genere. "20.000 leghe sotto i mari" non è semplicemente citato in ua rivisitazione della sequenza di capitano Nemo all'organo, poichè il mostro marino che perseguita il capitano Jack è un naturale evoluzione del calamaro gigante che attacca il Nautilus cerando di abbatterlo. Efficace è il modo in cui le sembianze di Davis Jones richiamano in qualche modo quelle del temibile e devastante Kraken.
Tutta la scena dei cannibali in qualche modo riesce a recuperare le atmsofere esilaranti di un film prodotto da disney negli anni sessanta diventato giustamente un classico, "Swiss family robinson". In particolare la sequenza delle gabbie riesce ad essere ancora più comica grazie alla geniale trovata musicale della colonna sonora.
Un terzo legame con l'universo disneyano è rappresentato dalla parodia marinaresca della storia che ha ispirato l'attrazione "The haunted mansion", ovvero quella di una casa stregata maledetta a causa delle sofferenze provocate ad una donna in abito da sposa che nel giorno del matrimonio viene priovata del futuro marito.
Nella versione francese dell'attrazione, "The Phantom Manor" nel cimitero antistante il tetro maniero c'è una tomba accostandosi alla quale è possibile ascoltare il battito della defunta sposa. Anche questa idea è rintracciabile nel film, anche se in questo caso l'analogia è più una curiosità che una vera e propria citazione.
La psicologia dei protagonisti è in qualche modo approfondita in modo da sottolinerae con maggiore insistenza il carattere subdolo e spesso infido del mondo piratesco. Il film in questa maniera acquista maggiore credibilità e diventa meno scontato permettendo all'intreccio di intraprendere direzioni inaspettate.
La musica di Hans Zimmer riesce come al solito ad essere perfettamente integrata con il ritmo e l'azione; il tema di Jack Sparrow riconoscibile nella scena della sua prima apparizione è convincente. Tuttavia nelle scene d'azione spesso la sua musica sembra essere una ripetizione di quello che aveva fatto per "Il Gladiatore", pur rimanendo efficace. Ai pieni orchestrali si alternano momenti basati su semplici, armonicamente vuoti, pedali tonali con alternanza di ottave eseguiti dagli archi credo combinati con sintetizzatori.
Il film non vuole essere autoconclusivo, ed è bene che lo spettatore ne sia a conoscenza, poichè prepara ad un terzo capitolo conclusivo che ha tutte le carte in regola per essere in grande stile...e chissà se anche nel terzo capitolo il simpatico cane della prigione farà di nuovo capolino sugli schermi.
Il filone avventuroso disneyano qui trova nuova forzae vigore anche grazie alla rielaborazione di elementi classici rivisitati per potere essere amalgamati con la vicenda di Jack Sparrow.
Diversi sono i richiami ai film disney dello stesso genere. "20.000 leghe sotto i mari" non è semplicemente citato in ua rivisitazione della sequenza di capitano Nemo all'organo, poichè il mostro marino che perseguita il capitano Jack è un naturale evoluzione del calamaro gigante che attacca il Nautilus cerando di abbatterlo. Efficace è il modo in cui le sembianze di Davis Jones richiamano in qualche modo quelle del temibile e devastante Kraken.
Tutta la scena dei cannibali in qualche modo riesce a recuperare le atmsofere esilaranti di un film prodotto da disney negli anni sessanta diventato giustamente un classico, "Swiss family robinson". In particolare la sequenza delle gabbie riesce ad essere ancora più comica grazie alla geniale trovata musicale della colonna sonora.
Un terzo legame con l'universo disneyano è rappresentato dalla parodia marinaresca della storia che ha ispirato l'attrazione "The haunted mansion", ovvero quella di una casa stregata maledetta a causa delle sofferenze provocate ad una donna in abito da sposa che nel giorno del matrimonio viene priovata del futuro marito.
Nella versione francese dell'attrazione, "The Phantom Manor" nel cimitero antistante il tetro maniero c'è una tomba accostandosi alla quale è possibile ascoltare il battito della defunta sposa. Anche questa idea è rintracciabile nel film, anche se in questo caso l'analogia è più una curiosità che una vera e propria citazione.
La psicologia dei protagonisti è in qualche modo approfondita in modo da sottolinerae con maggiore insistenza il carattere subdolo e spesso infido del mondo piratesco. Il film in questa maniera acquista maggiore credibilità e diventa meno scontato permettendo all'intreccio di intraprendere direzioni inaspettate.
La musica di Hans Zimmer riesce come al solito ad essere perfettamente integrata con il ritmo e l'azione; il tema di Jack Sparrow riconoscibile nella scena della sua prima apparizione è convincente. Tuttavia nelle scene d'azione spesso la sua musica sembra essere una ripetizione di quello che aveva fatto per "Il Gladiatore", pur rimanendo efficace. Ai pieni orchestrali si alternano momenti basati su semplici, armonicamente vuoti, pedali tonali con alternanza di ottave eseguiti dagli archi credo combinati con sintetizzatori.
Il film non vuole essere autoconclusivo, ed è bene che lo spettatore ne sia a conoscenza, poichè prepara ad un terzo capitolo conclusivo che ha tutte le carte in regola per essere in grande stile...e chissà se anche nel terzo capitolo il simpatico cane della prigione farà di nuovo capolino sugli schermi.
In realtà nell'edizione originale del film, il marinaio che racconta la storia della sposa morta che cerca il suo sposo, ripete le medesime parole che si sentono nell'attrazione.hector ha scritto: Nella versione francese dell'attrazione, "The Phantom Manor" nel cimitero antistante il tetro maniero c'è una tomba accostandosi alla quale è possibile ascoltare il battito della defunta sposa. Anche questa idea è rintracciabile nel film, anche se in questo caso l'analogia è più una curiosità che una vera e propria citazione.
film estremamente lungo (ci deve essere qualche legge non scritta che obbliga Hollywood a sfornare, di questi tempi, film da oltre due ore, anche quando non è assolutamente necessario) e noioso
regia fantasma, soggetto assolutamente privo di idee, dialoghi ridondanti, personaggi (escluso Jack) piatti e privi di un qualche spessore e personalità...
escludendo Depp ed il suo Jack Sparrow in grado di strappare qualche sorriso, il resto è una vero e proprio funerale
dal mio punto di vista soldi buttati
regia fantasma, soggetto assolutamente privo di idee, dialoghi ridondanti, personaggi (escluso Jack) piatti e privi di un qualche spessore e personalità...
escludendo Depp ed il suo Jack Sparrow in grado di strappare qualche sorriso, il resto è una vero e proprio funerale
dal mio punto di vista soldi buttati
Noioso no.
Però ha il grosso difetto di essere poco chiaro.
Da un lato per i grossi riferimenti all'episodio precedente - che la maggior parte delle persone ha visto una volta, un paio d'anni fa, come me, dall'altro per scarse spiegazioni.
Mio padre non è il primo scemo che capita, ma ho dovuto spiegargli alcune cose strada facendo, per esempio che l'Olandese Volante fosse una nave e certe volte non ho proprio saputo spiegargliele (vedi le regole del gioco a dadi!)
Quindi figurati cos'hanno capito i bambini...
Però ha il grosso difetto di essere poco chiaro.
Da un lato per i grossi riferimenti all'episodio precedente - che la maggior parte delle persone ha visto una volta, un paio d'anni fa, come me, dall'altro per scarse spiegazioni.
Mio padre non è il primo scemo che capita, ma ho dovuto spiegargli alcune cose strada facendo, per esempio che l'Olandese Volante fosse una nave e certe volte non ho proprio saputo spiegargliele (vedi le regole del gioco a dadi!)
Quindi figurati cos'hanno capito i bambini...
A presto,
Michele
Michele
ma non è un film per bambini. E' PG13.
blah blah blah
Vallo a dire ai genitori! I 2/3 della sala erano sotto i 13 anni...
A presto,
Michele
Michele
La filosofia di un Pirati dei Caraibi: La Maledizione del Forziere Fantasma è quella di una grande giostra. Questo a prescindere dalle origini di un film che si propone come parte centrale di una trilogia ispirata a un attrazione di Disneyland. E l'anima ludica, che sebbene nascosta dietro un alone di epicità, già aveva caratterizzato lo spirito del primo film prorompe anche qua in quello che più di ogni altro potrebbe essere considerato il film d'intrattenimento per eccellenza. Esiste tanta bella aria fritta sul "ritrovare il bambino che c'è in noi", che non senza retorica viene puntualmente applicata al mondo Disney, ma Pirati dei Caraibi, divertente e scanzonato e allo stesso tempo assai più cupo ed epico del predecessore, ridesta la fase eroica dello spettatore sopita dall'età infantile, meglio di qualsiasi altro film rivolto a un preciso target. Si ride, si scherza, e ci si spaventa non poco in alcune fra le scene più ricche dal punto di vista degli effetti speciali. Insomma, uno spettacolo potente che raccoglie provvisoriamente il testimone dei classici Disney, al momento interrotti, per tenere alto il marchio il tempo necessario per la ripresa. Non a caso è proprio a questo film che la casa madre ha deciso di affidare il lancio del nuovo logo dello studio, assai più spettacolare ed epico di prima. Sense of Wonder come se piovesse quindi, per un sequel - perchè di questo si tratta malgrado il pasticciaccio brutto dei titolatori italiani - che sembra avere l'intenzione di surclassare il predecessore.
Ma ce la fa? Sì e No. Perchè se da un lato vi è una maggior varietà di situazioni, che aumenta esponenzialmente la carne al fuoco e il respiro della saga, dall'altro si avverte la mancanza di quell'equilibrio di sceneggiatura quasi cristallino de La Maledizione della Prima Luna. Lo stile narrativo è più sudicio, con dei passaggi, specialmente all'inizio, un po' troppo veloci che tendono a confondere. Un esempio è la scena con l'isola dei cannibali in cui all'improvviso ci ritroviamo davanti un Jack prigioniero e abbiamo come l'impressione di aver perso qualche passaggio. Ma sono bazzecole che scompaiono del tutto man mano che si procede con la narrazione e ci si ritrova faccia a faccia con una meravigliosa ciurma di uomini pesce. Non su tutto si fa luce alla fine, visto che il film termina con un cliffhanger (tralaltro uno dei migliori della storia del cinema) e apre così una bilogia che sarà conclusa solo l'anno prossimo con At World's End, il terzo e ultimo capitolo. La Maledizione della Prima Luna era invece un film autonclusivo, più coi piedi per terra. Certo è che benchè non ci fosse un finale aperto, su molti elementi era stato glissato, tipo la sorte del padre di Will Turner o su come Jack Sparrow entrò in possesso della perla nera. Sono questi i fili conduttori che vengono ripresi nel sequel e in un certo qual modo ne giustificano l'esistenza come secondo capitolo di una trilogia e non come il primo di bilogia. Certo ci sono gli elementi nuovi, dal sapore leggendario come Davy Jones, in origine spirito maligno del mare, il Kraken, calamaro mosturoso, o l'Olandese Volante, nave fantasma realmente esistita. Tutti elementi che vengono così fusi in modo nuovo per scoprire che una dimensione fantasy è rintracciabilissima anche aldifuori dell'ambito medievale.
Ritorna più o meno tutto il cast del primo film, che vede protagonista il "triangolo" formato da Will Turner, Elizabeth Swann e Jack Sparrow. E anche in questo, il lungometraggio si dimostra un elevamento a potenza del predecessore, visto che la coppia ha un ruolo assai più attivo e Jack Sparrow porta qui all'estremo le caratteristiche carismatiche/umoristiche/canagliesche che avevano fatto impazzire il mondo tre anni fa. E non è un'impresa da poco riuscire a creare un personaggio che la gente ami e chiami Jack Sparrow anzichè Johnny Depp. Significa che è stato creato un nuovo mito.
La colonna sonora si mantiene sullo stile epico del primo film e ne ripropone più volte il tema principale, mentre invece è assente lo storico ritornello Yo-Oh, A Pirate's Life for Me che apriva il primo film. Anche questa pellicola come l'altra nasconde al termine dei titoli di coda una scena, solo che mentre la precedente era piuttosto inquietante e aveva implicazioni con la trama dei film successivi, qui ci si limita a una semplice gag. Ma pazienza, dopo un'esperienza cinematografica come questa e un colpo di scena finale assolutamente stordente direi che ogni lamentela dovrebbe essere superflua. E adesso vediamo cosa ci riserveranno i confini del mondo...
Ma ce la fa? Sì e No. Perchè se da un lato vi è una maggior varietà di situazioni, che aumenta esponenzialmente la carne al fuoco e il respiro della saga, dall'altro si avverte la mancanza di quell'equilibrio di sceneggiatura quasi cristallino de La Maledizione della Prima Luna. Lo stile narrativo è più sudicio, con dei passaggi, specialmente all'inizio, un po' troppo veloci che tendono a confondere. Un esempio è la scena con l'isola dei cannibali in cui all'improvviso ci ritroviamo davanti un Jack prigioniero e abbiamo come l'impressione di aver perso qualche passaggio. Ma sono bazzecole che scompaiono del tutto man mano che si procede con la narrazione e ci si ritrova faccia a faccia con una meravigliosa ciurma di uomini pesce. Non su tutto si fa luce alla fine, visto che il film termina con un cliffhanger (tralaltro uno dei migliori della storia del cinema) e apre così una bilogia che sarà conclusa solo l'anno prossimo con At World's End, il terzo e ultimo capitolo. La Maledizione della Prima Luna era invece un film autonclusivo, più coi piedi per terra. Certo è che benchè non ci fosse un finale aperto, su molti elementi era stato glissato, tipo la sorte del padre di Will Turner o su come Jack Sparrow entrò in possesso della perla nera. Sono questi i fili conduttori che vengono ripresi nel sequel e in un certo qual modo ne giustificano l'esistenza come secondo capitolo di una trilogia e non come il primo di bilogia. Certo ci sono gli elementi nuovi, dal sapore leggendario come Davy Jones, in origine spirito maligno del mare, il Kraken, calamaro mosturoso, o l'Olandese Volante, nave fantasma realmente esistita. Tutti elementi che vengono così fusi in modo nuovo per scoprire che una dimensione fantasy è rintracciabilissima anche aldifuori dell'ambito medievale.
Ritorna più o meno tutto il cast del primo film, che vede protagonista il "triangolo" formato da Will Turner, Elizabeth Swann e Jack Sparrow. E anche in questo, il lungometraggio si dimostra un elevamento a potenza del predecessore, visto che la coppia ha un ruolo assai più attivo e Jack Sparrow porta qui all'estremo le caratteristiche carismatiche/umoristiche/canagliesche che avevano fatto impazzire il mondo tre anni fa. E non è un'impresa da poco riuscire a creare un personaggio che la gente ami e chiami Jack Sparrow anzichè Johnny Depp. Significa che è stato creato un nuovo mito.
La colonna sonora si mantiene sullo stile epico del primo film e ne ripropone più volte il tema principale, mentre invece è assente lo storico ritornello Yo-Oh, A Pirate's Life for Me che apriva il primo film. Anche questa pellicola come l'altra nasconde al termine dei titoli di coda una scena, solo che mentre la precedente era piuttosto inquietante e aveva implicazioni con la trama dei film successivi, qui ci si limita a una semplice gag. Ma pazienza, dopo un'esperienza cinematografica come questa e un colpo di scena finale assolutamente stordente direi che ogni lamentela dovrebbe essere superflua. E adesso vediamo cosa ci riserveranno i confini del mondo...
Ultima modifica di Valerio il mercoledì 06 giugno 2007, 11:31, modificato 1 volta in totale.
Non ho ancora avuto [tempo/voglia] di recensire, intanto accontentatevi di qualche news sul futuro della serie...
Intanto, pare confermato che "At World's End" sarà soltanto il capitolo finale della prima trilogia, e che seguiranno altri episodi. Chi sperava che Pirati dei Caraibi fosse una serie ben pianificata, con un inizio e una fine, è rimasto sicuramente deluso. Chi invece, come me, vede Pirati come una serie di puro divertimento, che non deve necessariamente avere una trama strutturata e definita, quanto delle "linee guida" sulle quali sviluppare di volta in volta una nuova "avventura", ha accolto questa conferma con soddisfazione.
In un primo momento, tuttavia, si rumoreggiava che la Disney avrebbe tagliato fuori dal cast Orlando Bloom per incentrarsi sui due personaggi più popolari, e, in qualche modo, commerciali, con buona pace di chi si identificava con Will Turner e per l'ambiguo finale di "Dead Man's Chest" aveva presagito il peggio.
Questa la fonte: http://www.fantasymagazine.it/notizie/6512/
Il rumour, però, si è sparso così in fretta e ha causato tante polemiche da costringere i PR Disney a diffondere un comunicato ufficiale, nel quale si afferma che la notizia è completamente infondata. Partigiani di Will, tirate un sospiro di sollievo.
Fonte: http://www.zap2it.com/movies/news/zap-o ... ?track=rss
Intanto, pare confermato che "At World's End" sarà soltanto il capitolo finale della prima trilogia, e che seguiranno altri episodi. Chi sperava che Pirati dei Caraibi fosse una serie ben pianificata, con un inizio e una fine, è rimasto sicuramente deluso. Chi invece, come me, vede Pirati come una serie di puro divertimento, che non deve necessariamente avere una trama strutturata e definita, quanto delle "linee guida" sulle quali sviluppare di volta in volta una nuova "avventura", ha accolto questa conferma con soddisfazione.
In un primo momento, tuttavia, si rumoreggiava che la Disney avrebbe tagliato fuori dal cast Orlando Bloom per incentrarsi sui due personaggi più popolari, e, in qualche modo, commerciali, con buona pace di chi si identificava con Will Turner e per l'ambiguo finale di "Dead Man's Chest" aveva presagito il peggio.
Questa la fonte: http://www.fantasymagazine.it/notizie/6512/
Il rumour, però, si è sparso così in fretta e ha causato tante polemiche da costringere i PR Disney a diffondere un comunicato ufficiale, nel quale si afferma che la notizia è completamente infondata. Partigiani di Will, tirate un sospiro di sollievo.
Fonte: http://www.zap2it.com/movies/news/zap-o ... ?track=rss
Oannes, the Fish-Man!
The one who taught mankind wisdom.
The one who taught mankind wisdom.
L'ho visto di recente, e devo dire che mi è piaciuto di piu rispetto all' ultima volta (dove ricordo, sono rimasto un po deluso dal finale), l'isola dei cannibali è la mia parte preferità, se escludiamo la presentazione di Davy Jones e la sua ciurma, tre leggende marinare in un unico film.