Un film di David Lynch. Con David Bowie, Sheryl Lee, Harry Dean Stanton, Moira Kelly, Kyle MacLachlan, Ray Wise, Chris Isaak, Kiefer Sutherland, Heather Graham, Joan Chen, Miguel Ferrer, Dana Ashbrook, Jürgen Prochnow, James Marshall, David Lynch, Madchen Amick, Pamela Gidley, Lenny von Dohlen, Grace Zabriskie, Gary Bullock, Peggy Lipton
Titolo originale:
Twin Peaks: Fire Walk With Me. Thriller, durata 135 min. - USA 1992.
Con
Fuoco Cammina Con Me, David Lynch torna a parlare della città di Twin Peaks, già ampiamente esplorata nella serie televisiva
I Segreti di Twin Peaks, di cui questo film è a tutti gli effetti un prequel. Infatti quello che viene narrato è accaduto prima della prima puntata del telefilm, più precisamente vengono analizzati (dopo un intro) i sette giorni che precedono la morte di Laura Palmer, omicidio che è il perno di tutta la prima e di una parte della seconda stagione del serial.
Il film effettivamente parte un anno prima, quando assistiamo alle indagini di due agenti dell’FBI, Chester Desmond (il cantante Chris Isaak) e Sam Stanley (un giovane Kiefer Sutherland) che vengono mandati dal loro capo Gordon Cole (che come nelle sue apparizioni nella serie, è lo stesso Lynch) a investigare sulla morte di Teresa Banks, citata infatti nel primo episodio di
Twin Peaks.
Dopo aver assistito a fatti inquietanti e misteriosi (la scomparsa dei due agenti, il riferimento a uno strano sogno di Dale Cooper, l’agente protagonista del telefilm, e il ritorno di un agente scomparso due anni prima, interpretato da David Bowie, che racconta di essere stato in uno strano luogo...), facciamo un salto avanti nel tempo, e arriviamo ai giorni precedenti la morta di Laura Palmer. Lynch, Frost e Engels sono abili nel non dimenticarsi nulla di quanto di quei giorni avevano rivelato, tramite le indagini di Cooper, sulla vita di Laura, ma mostrare di fatto la vita della ragazza, le sue relazioni, le sua abitudini, i suoi vizi, le sue perversioni e soprattutto la sua caduta sempre più in basso verso la perdizione totale è sicuramente interessante. Ma anche inquietante.
Lynch dimostra qui che Laura Palmer, non solo il suo omicidio ma anche la persona che era (che in parte ha portato al suo assassinio) per lui era molto importante, o perlomeno intrigante, e avrebbe avuto piacere ad avere più tempo nella seconda stagione di
Twin Peaks per sviscerare la sua figura. La ABC non lo permise, imponendogli di rivelare al più presto l’identità dell’assassino, ma la sua volontà il regista è riuscito a metterla in pratica grazie alla libertà maggiore fornita dal cinema. Così, appena un anno dopo la trasmissione dell’ultima puntata del rivoluzionario telefilm, esce nei cinema (preceduto dalla partecipazione della pellicola al 45° Festival di Cannes) questo film, che come abbiamo detto non prosegue la storia ma ci mostra nel dettaglio quello che è successo prima della scena iniziale di
Twin Peaks. Giocoforza quindi le due ore abbondanti del film sono incentrate su Laura, e come dicevo questo è spia dell’interesse di Lynch verso la ragazza.
La critica non fu benevola col film, bollato come confusionale e troppo legato alla serie televisiva, tanto da risultare abbastanza incomprensibile a chi non conoscesse già personaggi e luoghi di
Twin Peaks. Accuse di voler cavalcare il successo del serial si accavallarono a uno scarso successo al botteghino, dato che molti fan si sarebbero aspettati una prosecuzione della vicenda, visto il modo in cui si chiude la serie.
Altra differenza sensibile tra film e serie TV sta nello stile di narrazione: l’umorismo sempre presente nel prodotto televisivo, qui è praticamente assente. Cooper compare troppo poco per imprimere il suo sferzante umorismo, e le poche volte è dannatamente serio. L’atmosfera che si respira è di cupezza infinita, di ansia costante e di inquietudine pura, qualcosa più vicino all’horror che alla commistione di generi che il telefilm offriva, o anche solo al thriller con cui la pellicola è etichettata.
I nervi dello spettatore sono a fior di pelle per buona parte del film, infatti. Il punto, in effetti, è che la cosa veramente inedita che apprendiamo nel film sono i primi 20-25 minuti sulle indagini dell’omicidio di Teresa e sull’agente scomparso, tornato e ricomparso di nuovo. Gli ultimi 7 giorni di vita di Laura, grazie alle indagini e agli interrogatori svolti nelle puntate di
Twin Peaks, ci erano noti. E’ solo appagane visivamente vederli sotto i nostri occhi, svolti ordinatamente?
No, il senso del film è un altro, per me. Mostrare una volta di più, ma stavolta senza le costrizioni tipiche della televisione, l’essenza del Male. Ma non coinvolgendo una miriade di personaggi, concentrandosi solo su Laura, mostrandoci il pozzo senza fondo in cui la ragazza è caduta tra droga, sesso, violenze, manipolazioni delle persone… e la paura che prova quando sente che il suo lato malvagio ha attirato forze oscure, così potenti e terribili che le teme e le vuole allontanare il più possibile. Scene come la scoperta di chi è l’entità che la perseguita, o quando partecipa all’orgia e porta via l’amica Donna perché lei non deve diventare come sa di essere Laura, o anche solo il momento clou, il suo assassinio, mostrano esattamente che persona era Laura, nei suoi terribili difetti e segreti ma anche nel suo coraggio e nella sua forza.
A parte un paio di eccezioni, nel film tornarono tutti gli attori originali del telefilm: i migliori sono proprio Laura, che qui può esprimersi al meglio visto che nella serie non poteva di certo se non in pochissime eccezioni, il padre Leland Palmer, e Bob. A questo proposito, altre cose nuove che si apprendono (almeno parzialmente) sono alcune cose sul mistico luogo chiamato Loggia Nera e sui suoi abitanti: il Nano, Mike, Bob (e anche la vecchina a il bimbo prodigio che erano rimasti in sospeso nella serie)… sulla loro ambiguità, perché nel telefilm apparivano in un modo e qui si può perlomeno sospettare che abbiano altri atteggiamenti, cioè che le loro azioni siano dovute ad altri motivi oltre a quelli che si poteva supporre prima.
Grande fedeltà alla serie, quindi, anche le musiche eccezionali per calarsi nell’atmosfera restano ad opera dell’ottimo (e di origini italiane) Angelo Badalamenti. E ovviamente ci sono bizzeffe di riferimenti alla serie, oltre che gustosi elementi di circolarità riferiti a fatti che accadranno solo successivamente nella vicenda (la comparsa di Annie per esempio). Il consiglio è di guardare il film solo dopo aver visto la serie, dato che qua vediamo chi è l’assassino di Laura e questo toglierebbe qualcosina alla visione del telefilm. Il film, per quanto legato a doppio filo a
I Segreti di Twin Peaks, per le tematiche gode comunque di universalità: l’atmosfera claustrofobica che dicevo prima, la cupezza, la pelle d’oca persistente, l’angoscia, le grida di terrore, il misticismo nero non fanno altro che farci meglio capire la spirale di Male e odio che Laura viveva in quei giorni, il teatrino di dissoluzione che aveva costruito attorno a sé e di cui si beava, in cui però non voleva andare fino in fondo avendo paura d quello che letteralmente sarebbe diventata se non si fosse fermata. Una riflessione in salsa metafisica che è la miglior ciliegina possibile sulla torta di una delle serie televisive che più ho amato, il sigillo definitivo dato che Lynch ha affermato anni fa che il progetto è del tutto chiuso.