[Bad Robot/J.J.Abrams] Into Darkness: Star Trek


pre scriptum: come il precedente, anche questo film è accompagnato da una mini a fumetti di 4 numeri, Countdown to darkness. Stavolta è un prologo alla vicenda (col senno di poi inutile), che alla fine si ricollega vagamente ad un paio di scene del film.


Non rimanevo così affascinato da un attore dai tempi di Terry O'Quinn.
In uscita fra una settimana, me lo sono visto in... ehm... anteprima.
E' una FI-GA-TA.
Nessuno mi aveva detto che era un team-up. Così la prima mezz'ora sono rimasto a bocca aperta nel vedere lo stile telefilmico USA alternarsi a quello UK seguendo il perfetto copione da team-up (vedasi il primo Superman vs Amazing Spiderman e il primo Dylan Dog & Martin Mystère) che vuole prima un'alternanza dei due mondi, con una prima fase in cui viene mostrato lo status quo delle due fazioni e una seconda in cui qualcosa cambia in entrambi, e poi la convergenza vera e propria. Perché è veramente un team-up fra l'approccio americano al serial epico, più corale e action-drama (rappresentato dai protagonisti e già ampiamente sviscerato nel primo film), e l'approccio britannico al medesimo, più "pulp" (ma anche più intimista) e più legato ad un protagonista carismatico, con - guarda caso - un SOLENNE Benedict Cumberbatch a rappresentare ( da Londra!) la new wave della serialità d'oltremanica.
Amando io entrambi gli approcci, ho provato un'esaltazione incredibile per una buona mezz'ora circa, o comunque fino all'incontro vero e proprio, ma mi sono bello che goduto anche tutto il prosieguo, in cui logicamente assurge a coprotagonista Simon Pegg, il britannico trapiantato (ma c'è anche il rapporto con i Klingon a simboleggiare l'incontro fra due culture appartenenti allo stesso universo e impegnate a farsi guerra). Poi il film si fa più lineare e trekkiano, ma non per molto, e comunque non si perde mai in momenti morti, finché non arriva il lungo e frenetico doppio finale, che mi sono goduto tantissimo, citazioni al secondo film classico comprese (viene proseguita la correlazione già vista nel primo film, che richiamava, nel fumetto correlato, il primo film classico). Un finale tipicamente abramsiano e procedente per accumuli che ad un certo punto diventa forse troppo frenetico, dato che a tre minuti dalla fine l'azione è ancora in pieno svolgimento! Eppure l'ho apprezzato lo stesso, come ho apprezzato la nota finale, anche se non è stata affidata al redivivo Nimoy (apprezzato pure lui). A proposito di Nimoy e alla domanda sul "vecchio" Khan, ho ovviamente gradito molto il non dimenticare che il reboot è in continuity.
Insomma, come il precedente anche questo film è narrativo, è meta, è rispettoso della tradizione ed è nuovo. Esalto.
E ora esigo questo:
