Sabato sera al cinema: in assenza di proiezioni serali per il film dei Lego, si vagliano le restanti possibilità. E alla fine si va sulla fantascienza, che va sempre bene, dai
Pur facendomi beffe delle altisonanti frasi sulla locandina fuori dalla sala (“uno dei migliori film di fantascienza dai tempi di V per Vendetta!”, “lascerà il segno come Blade Runner e Matrix”, loool e poi?), alla fine il film non è stato male. Peraltro solo dai titoli di testa ho scoperto essere tratto da una graphic novel, evidentemente sono così nerd e cinecomic-addicted che anche senza saperlo ne vengo attratto
Lo spunto iniziale è molto forte, se vogliamo anche originale in parte, e i temi che gli autori vogliono mettere in campo sono senza dubbio interessanti. In sostanza in un futuro prossimo la Terra sarà colpita da una glaciazione per colpa dell’uomo, e ogni essere vivente morirà. Tranne i fortunati che riescono a salire sul treno piombato e autosufficiente di Wilfor, un mezzo che per mezzo di una rotaia unica che collega tutto il mondo è in grado di garantire la sopravvivenza dei passeggeri.
L’allegoria alla base del film è quella tra classi di passeggeri / classi sociali. Chi vive nell’ultima classe vive tra vessazioni e privazioni, ma man mano che si sale verso la testa del treno si avranno maggiori comfort. E come in ogni società, ad un certo punto c’è chi si ribella all’immutabile stato delle cose e prova a cambiarlo.
Bello, figo. Peccato che lo svolgimento non è altro che il cammino dei protagonisti di carrozza in carrozza, ammazzando e spargendo sangue a destra e a manca. Ci sono le finezze, che stanno nel rappresentare scenari che su un treno e nella situazione dei protagonisti sono surreali (una scuola di indottrinamento, un gigantesco acquario, una serra grande una carrozza intera etc.) ma per il resto c’è tanta violenza.
Fino a che non si arriva alla prima classe, dove vive da solo Wilfor. E allora si risale la china con un finale molto d’effetto, dove ci sono un paio di colpi di scena niente male e dove occorre prendere delle decisioni. Bello e inaspettato che nell’ultima scena ci sia una grande speranza per l’umanità. Per quanto tutta la pellicola non faccia altro che farci domandare se l’umanità se la merita
C’è di meglio, ma c’è anche di peggio in giro. La sufficienza la strappa ampiamente
PS: un ruolo abbastanza importante è quello interpretato dal caro vecchio