[Abdellatif Kechiche] La Vita di Adele
Inviato: domenica 02 agosto 2015, 17:11
(trailer abbastanza fuori fase rispetto al film, a partire dalla musica decontestualizzata, ma vabbè...)
Di questo film avevo sentito parlare ai tempi dell'uscita, un paio d'anni fa, per via della Palma d'Oro vinta e per il fatto che è tratto da una graphic novel francese, Il Blu è un Colore Caldo (pubblicato in Italia da Rizzoli Lizard), ma non avevo ancora avuto occasione di vederlo.
Occasione fornitami da una visione comunitaria a casa di amici, che mi ha permesso di godermi una pellicola che mi è entrata dentro, molto più di quanto avrei immaginato.
Come forse noto, La Vita di Adele parla della crescita e della maturazione dell'omonima protagonista, che ai tempi della scuola superiore scopre la sua attrazione verso le ragazze grazie al fugace incontro per strada con una ragazza dai capelli blu.
Tra timori e grande confusione per i sentimenti che prova, e l'incapacità di costruire una relazione con un ragazzo che le andava dietro, Adele cerca di trovare la quadratura del cerchio nella propria personale scoperta della sua sessualità, finché non incontra nuovamente la misteriosa "blue-hair" - Emma - e decide di abbandonarsi alla passione che la pervade e la guida.
Senza aggiungere altro della trama, mi limito a riferire che il film si sviluppa anche negli anni successivi grazie ad alcune strategiche ellissi temporali, mostrando le evoluzioni di vita delle due ragazze tra alti e bassi, attraversando anche un imprevisto momento buio che cambierà sensibilmente le carte in tavola.
Cosa mi ha colpito del film? Potrebbe essere semplice indicare come risposta la tematica lesbo, che sicuramente è al centro della storia e risulta anche ben raccontata e doverosamente approfondita, ma in realtà quello che del film mi ha contagiato è la profonda malinconia con la quale è caratterizzata Adele per tutta la durata del film, e quindi per buona parte della sua vita. Solo nei primi momenti appare abbastanza felice, appagata dalla sua passione per la lettura e dalla vita sociale con le amiche, ma da quando vede Emma tutto cambia per Adele. È come se l'accettazione della propria natura portasse più dolori che benefici, ad indicare che quello non è che il primo passo per raggiungere la felicità, in un cammino lungo e tortuoso.
Ma la malinconia e il "male di vivere" della ragazza trascendono la propria omosessualità: anche quando la situazione si è stabilizzata e lei ed Emma convivono, ben presto il carattere della protagonista la turba, la inquieta: inizia a sentirsi sola, trascurata da quella partner che - in una condizione difficile da portare avanti agli occhi degli altri - rappresenta l'unica ancora sicura di salvezza, in alcuni casi quasi con attaccamento morboso.
La conseguenza di questo sentimento porterà ad azioni e conseguenze che non faranno altro che rendere sempre più debole e insicura la ragazza, che per l'ultimo quarto del film sarà perennemente avvolta in una spirale di tristezza che pare essere senza speranza di uscita o riscatto.
L'incapacità di costruirsi una vita sentimentale realmente stabile, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale.
Trovavo dapprima curiose e poi, dopo la visione, francamente stonate le critiche rivolte da alcuni critici e anche dalla stessa autrice di Il Blu è un Colore Caldo alle scene di sesso presenti nel film. Certo, sono parecchie, occupano nel complesso un minutaggio piuttosto importante e sono quasi sempre molto esplicite. Ma non ho trovato, nemmeno per un secondo, che potessero essere gratuite o fuori luogo. Certo, potevano essere sforbiciate in alcuni casi o poteva esserci un "reprise" in meno delle scene di sesso tra Adele ed Emma, ma alla fine puntavano (a mio avviso) a delineare appieno la scoperta vicendevole che le due ragazze fanno e che passa inevitabilmente soprattutto dalla scoperta dei propri corpi e dall'atto fisico. Anche la regia trovo che sia adeguata in quei momenti, con stacchi nel momento giusto e sapienti.
Le due attrici protagoniste fanno un ottimo lavoro. Piacevolmente colpito da Adèle Exarchopoulos, vista la giovane età e la poca esperienza, che è stata in grado di caratterizzare in modo vivo e straziante la complessa omonima, ma anche Léa Seydoux offre un'interpretazione efficace e sentita, dettata qui dall'esperienza anche hollywoodiana accumulata in film come Midnight in Paris, Mission Impossible III, il Robin Hood di Ridley Scott, Grand Budapest Hotel di Wes Anderson e nell'imminente Spectre, nuovo film di 007.
Il connubio tra la bravura delle attrici, una storia forte e sentita e una tematica scottante trattata con la giusta prospettiva rende La Vita di Adele un film veramente bello, consigliato vivamente.