[Bonelli] Dylan Dog

Editore che ha dato i natali ad alcuni dei personaggi più iconici della tradizione fumettistica italiana, toccando tanti generi diversi ma con uno stile unico e inconfondibile.
  • Anteprima con tavole del nuovo Color Fest dal sito della Sergio Bonelli:

    http://www.sergiobonellieditore.it/gall ... Color.html

    Enjoy!
  • Sarà perché io ai "tempi d'oro" di Dylan Dog non ero neppure nata, però non li trovo così male gli ultimi usciti. E, sì, ho letto anche gli albi "Il lungo addio", "Memorie dall'Invisibile", "Jhonny Freak" (fantastico), "Partita con la morte".
    E' vero che spesso prendo le ristampe, ma quando c'è qualcosa di nuovo che mi interessa veramente lo prendo eccome.
    Ad esempio sono interessata al Dylan Dog che uscirà tra una settimana circa, "L'odio non muore mai" e, ovviamente, il tanto atteso "Una nuova vita"...
    Sì, direi che quest'ultimo vale l'acquisto. Se mi convince continuerò, altrimenti vengano pure le ristampe.
  • Il punto è che nei prossimi dodici mesi non si è capito cosa uscirà, si è detto materiale riadattato, si è detto come sarà (è stato) riadattato, ma nel complesso non si sa cosa porterà di nuovo il #325.
    Questo perché Recchioni ha ribadito ancora che la ripartenza vera inizierà fra un anno:
    "Se tutto fila come dovrebbe (e lo farà), la scaletta dall'ottobre 2014 sarà questa: Recchioni-Mari (a colori), Barbato-Brindisi (numero con 16 pagine in più), Simeoni-Casertano, Medda-Nizzoli, Recchioni-Leomacs (forse), Barbato-Stano, Bilotta-Roi. Mica malissimo."

    "Mi sono scordato un Recchioni-Dall'Agnol da qualche parte."

    "Per la cronaca: fatti questi tre albi mi levo dalle palle che di Dylan all'anno, a regime, ne scriverò giusto un paio."

    "Altra cosetta a margine: in qualche maniera, sono tutte storie concettualmente collegate che compongo il ciclo di questo primo anno."

    "Questa cosa del "ciclo" interno, dovrebbe ripetersi ogni anno."

    "A fine settembre esce il primo albo con la mia firma come curatore. E' il primo di quella che definisco "fase 1".

    "Sempre durante l'anni ci sarà anche una Simeoni-Simeoni."

    "Paola è il mattone su cui stiamo costruendo la casa. Ci sarà eccome."

    "Le storie della fase uno erano storie già pronte che sono state selezionate tra le molte che avevamo e "tirate a lucido" da Tiziano, Paola, Mauro e me."
    A pelle la scaletta è sbav.
    Ma manca un anno.
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    Ottimo lavoro.
  • max brody ha scritto:Il punto è che nei prossimi dodici mesi non si è capito cosa uscirà, si è detto materiale riadattato, si è detto come sarà (è stato) riadattato, ma nel complesso non si sa cosa porterà di nuovo il #325.
    Questo perché Recchioni ha ribadito ancora che la ripartenza vera inizierà fra un anno:
    Da quel che ho capito io: dal numero in uscita a fine settembre (Un nuovo inizio) parte la "Fase 1", in cui vengono pubblicate le storie già consegnate prima della decisione di dare un nuovo corso a Dylan, che hanno però subito interventi ai testi da parte di Recchioni, Sclavi, la Barbato e il team che sta dietro la "nuova gestione".
    A ottobre 2014 invece partirà la "Fase 2", con storie appositamente pensate e scritte per rientrare in questo nuovo ordine di idee per la serie, con storie che spesso faranno parte di archi narrativi di 3-4 numeri.
    Fonti: http://www.ddcomics.it/2013/07/09/dylan ... cipazioni/ - http://www.ddcomics.it/2013/08/29/dylan-dog-nuovo/ - http://prontoallaresa.blogspot.it/2013/ ... -vita.html - http://prontoallaresa.blogspot.it/2013/ ... g-326.html

    Quelle copertine invogliano abbestia. E ci devo ancora pensare bene, ma non è detto che non provi a seguire mensilmente l'indagatore dell'incubo a partire dal prossimo mese... anche perché il numero di ottobre è by Enna...

    PS: sempre in settembre, la Rizzoli-Lizard pubblicherà il secondo volume degli Archivi Bonelli, dedicato proprio a Tiziano Sclavi: http://www.mangaforever.net/112669/arch ... o-a-sclavi
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

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  • Bramo ha scritto: Quelle copertine invogliano abbestia. E ci devo ancora pensare bene, ma non è detto che non provi a seguire mensilmente l'indagatore dell'incubo a partire dal prossimo mese... anche perché il numero di ottobre è by Enna...
    Beh, il restyling è fatto anche per "te"... ;)
    Io direi che puoi provare!
    Bramo ha scritto:PS: sempre in settembre, la Rizzoli-Lizard pubblicherà il secondo volume degli Archivi Bonelli, dedicato proprio a Tiziano Sclavi: http://www.mangaforever.net/112669/arch ... o-a-sclavi
    Urgh, c'è un inedito.
    Vabbè, Sclavi, storie belle... non dovrebbe scocciarmi prenderlo.
    Chi non ha le storie invece prenda e ammiri. Ufo e le Memorie, soprattutto.
    Se non si può avere la sua opera omnia, meglio che niente.
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    Ottimo lavoro.
  • Bramo ha scritto:
    max brody ha scritto:Il punto è che nei prossimi dodici mesi non si è capito cosa uscirà, si è detto materiale riadattato, si è detto come sarà (è stato) riadattato, ma nel complesso non si sa cosa porterà di nuovo il #325.
    Questo perché Recchioni ha ribadito ancora che la ripartenza vera inizierà fra un anno:
    Da quel che ho capito io: dal numero in uscita a fine settembre (Un nuovo inizio) parte la "Fase 1", in cui vengono pubblicate le storie già consegnate prima della decisione di dare un nuovo corso a Dylan, che hanno però subito interventi ai testi da parte di Recchioni, Sclavi, la Barbato e il team che sta dietro la "nuova gestione".
    A ottobre 2014 invece partirà la "Fase 2", con storie appositamente pensate e scritte per rientrare in questo nuovo ordine di idee per la serie, con storie che spesso faranno parte di archi narrativi di 3-4 numeri.
    Fonti: http://www.ddcomics.it/2013/07/09/dylan ... cipazioni/ - http://www.ddcomics.it/2013/08/29/dylan-dog-nuovo/ - http://prontoallaresa.blogspot.it/2013/ ... -vita.html - http://prontoallaresa.blogspot.it/2013/ ... g-326.html

    Quelle copertine invogliano abbestia. E ci devo ancora pensare bene, ma non è detto che non provi a seguire mensilmente l'indagatore dell'incubo a partire dal prossimo mese... anche perché il numero di ottobre è by Enna...

    PS: sempre in settembre, la Rizzoli-Lizard pubblicherà il secondo volume degli Archivi Bonelli, dedicato proprio a Tiziano Sclavi: http://www.mangaforever.net/112669/arch ... o-a-sclavi
    Se è di Enna, non me lo perderò ( piuttosto... Da quando lavora per Dylan Dog? O.o).

    E quanto vorrei quel volume dal proibitivo costo di 28 euro. Io, che mi lamento appena un fumetto supera 10 euro...
  • Dylan Do #324: L'odio non muore mai (Mignacco/Alessandrini)
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    Beh, mi pareva giusto salutare l'ultimo DD della vecchia era, complice pure il ritorno dell'Horror Club e soprattutto di Sclavi, le cui comparsate in prosa sulla serie sono rarissime e meritorie di collezione. Io sto ricordando ogni volta che posso, a costo di sembrare fanatico, che dietro al rilancio dylandoghiano c'è pure Sclavi, che Sclavi non è più depresso e moribondo bensì attivo e grintoso, che Sclavi pubblica i libri, che di Sclavi escono le raccolte celebrative. Poi Sclavi, credo per la seconda volta in ventisette anni, scrive un'Horror Post che non è di un numero celebrativo (come i numeri centenari o i decennali) e me la scrive con uno stile che non sembra il suo: senza ironia, quasi un comunicato d'agenzia. Io comunque me la rido, perché lo so che quell'uomo sta facendo una cosa che non è abituato a fare, e mi basta sapere che non è lo stesso tizio murato in casa visto durante il suo ultimo ritorno, quello del 2006. Invece Mignacco è il solito Mignacco: questo autore strambo, che nella sua carriera ha scritto tantissimo, talvolta roba bella, spesso roba che definire facilona è farle un complimento; questo ex lettore nerd che si faceva fare i disegnini alle fiere dagli autori con cui poi è arrivato a collaborare, e poi divenuto lo sceneggiatore factotum della Bonelli, ché se una serie Bonelli (l'ultima, Saguaro) ha un buco chiama Mignacco e quello le sforna una storia che almeno è una storia di quella serie, e non una storia a caso. A questo strambo Mignacco, che per Dylan ha scritto classici dell'età dell'oro come Fra la vita e la morte, I conigli rosa uccidono o Il sogno della tigre e, di recente, robetta come Da una galassia lontana o I ricordi sepolti ma anche storie con degli spunti interessanti come Meteorofobia o Il tredicesimo uomo, tocca l'onere di chiudere la vecchia era dylaniata, quella della curatela Gualdoni, che poi altro non è stata che l'appendice dell'era Marcheselli. E per l'occasione lo strambo Mignacco confeziona una storia stramba, che se la guardì da così sembra una minchiata ma se la guardì da cosà invece no. Il punto è che allo strambo Mignacco viene affiancato Alessandrini, che con il suo stile unico e particolarissimo, di natura grottesca e a metà fra il serio e il faceto, finisce per filtrare la trama e renderne ardua una valutazione dicotomica. Così questo Odio che non muore mai è una vincente allegoria contro la guerra o una cazzata con i nazi vampiri? E' una storia d'amore e d'orrore nella più pura tradizione della testata o una scombinata trama in cui c'è un po' di tutto? Non è mica facile dirlo, io non lo so fare. Quel che so è che Alessandrini sa creare atmosfera, e che il fatto che contemporaneamente a questa è in edicola un'altra sua avventura marinara (quella di Martin Mystère) dona alla storia una buffa aria di crossover fasullo che la rende ancora più stramba. Ed in fondo, per chiudere la vecchia era dylaniata, quella unanimemente considerata del grigiore e della piattezza, meglio una storia così che una qualsiasi storia cosà.


    Dylan Dog Special #27: La bomba! (Gualdoni/Brindisi)
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    Che bomba questo Special! Nessuno aveva ancora approfittato del gioco di parole, così lo faccio io. Se ne parla benissimo! I detrattori di Gualdoni ora lo esaltano! Ebbene, io sto nel mezzo. E' sicuramente un buono Special, a tratti ottimo, ma non ottimo del tutto per via del finale bof, che finisce un po' così ma senza i significati esistenziali e metanarrativi con cui invece finivano Ti ho visto morire e Caccia alle streghe, le due storie di cui Gualdoni fa il sequel. Perché alla fine, il titolo è di Recchioni (come pure il concept della bella cover), la revisione è di Paola Barbato, ma la storia è proprio di Gualdoni, ed è il consueto sequel del classico di turno. Allora il clamore è esagerato? No, perché una bomba c'è in questo numero, ed è Brindisi, che così appassionato e preciso non si vedeva da un po'. Come mai Brindisi abbia dato tutto sé stesso per una sceneggiatura che alla fine rimesta nei soliti ingredienti (dal manicomio alla dittatura) e nei soliti richiami visivi (L'esercito delle 12 scimmie) non si sa, e così sorge il dubbio che la storia sia effettivamente una bomba. Ma se quando Bloch viene dato in pensione si è portati a credere di stare leggendo il prequel del rilancio dylaniato, verso la fine ci si accorge che così non è, e che la storia è la solita autoreferenzialata gualdoniana. Che a me piace, ma che in fondo a poco serve. Tanto più quando è condita da trovate stralunate, ma non ironiche, come quella che vede un personaggio di cui non faccio il nome bambino e adulto a fianco, in modo naturale e senza storpiature spaziotemporali, di un Dylan sempre uguale. E pensare che l'albo è il primo dell'era Recchioni e il primo ad introdurre il "lei" in vece del "voi", una delle novità che dovrebbero rendere il personaggio più realistico. Ma vabbé, poi pensi a chi è Recchioni, al titolo maranza, fai due più due ovvero quattro risate. Così, nonostante gli amichevoli sberleffi, ringrazi Gualdoni e Brindisi, che alla fine uno Speciale buono, a tratti ottimo, te lo hanno dato. Ora la Fase Uno può veramente iniziare.
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    Ottimo lavoro.
  • Disclaimer: rece SPOILERISSIMA

    Dylan Dog #325: Una nuova vita (Ambrosini)
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    La Fase Uno è veramente iniziata. Sì, con lo Special qui sopra. Il #325 non è altro che la riproposizione e la conferma di uno schema che ci accompagnerà presumibilmente per il prossimo anno (sicuramente per il resto del 2013, stando alle previews), schema fatto più di trollaggine che di restart vero. A parte il "lei" in vece del "voi", confermato in questa prima uscita del mensile a firma Recchioni-Busatta dopo l'esordio nel suddetto Special, e comunque strano messo in bocca alla Trelkovski, la revoluciòn riguarda soltanto il paratesto, ovvero il modo in cui la storia di turno è confezionata e venduta. Come La bomba!, anche Una nuova vita è un titolo troll, un bluff metanarrativo che funziona per la storia e per quello che l'albo metanarrativamente rappresenta, ma non per le due cose insieme, che anzi rimangono parallele. Perché tolti titolo, copertina e prefazione, La bomba! era la solita gualdonata, forse sforbiciata di qualche baloon qua e là, e Una nuova vita è la solita ambrosinata, forse - ma non è detto - remixata qua e là, almeno stando ai ridondanti capitoletti interni inseriti senza badare alla composizione delle tavole e, soprattutto, allo svolgimento inutilmente intricato. Perché Ambrosini non bisogna per forza elogiarlo o disprezzarlo, che sappia creare atmosfera è indubbio, merito pure del suo stile grafico grottesco e particolarissimo, che non punta a visualizzare il bello bensì l'utile. No, con Ambrosini bisogna badare al sodo e giudicare quel che dice. E se nelle sue precedenti storie dylaniate diceva delle cose, questa volta cosa vuole dire non lo si capisce del tutto. Se il vecchio Nico Macchia che usciva su Orient Express era un fumetto banalotto che non raccontava granché, il primo Ambrosini dylaniato fece scalpore proprio perché esprimeva una sua poetica, che poi era per lo più psicanalisi alla buona: Dietro al sipario (DD #97), in fondo, era una semplice variante del tema dell'identità perduta, di Jekyll e Hyde, del bene e del male che si celano in ognuno a seconda della maschera indossata, della fratellanza come simbolo di unione e scissione. Il guardiano della memoria (DD #108) era invece più complessa, a tratti apparentemente incapibile e facilona, ma pensandoci bene ci si accorgeva che il titolo la spiegava abbastanza. Margherite (DD Gigante #2) ritornava invece sul tema dell'identità e della percezione che ciascuno ha di sé e degli altri. Tutte e tre le storie erano, e sono, nient'affatto capolavori o ciofeche, bensì storie che dicono, e più che valutarle esteticamente bisognava, e bisognerebbe, discutere delle cose che dicono. Invece su Ambrosini si è intessuto, vai a sapere quanto consapevolmente e quanto no, un madornale equivoco che ha portato lettori ed autori a considerarlo un artista di maniera, un cesellatore fatto e finito di opere d'arte da ammirare passivamente. L'equivoco è perdurato anche negli anni successivi a quelle tre storie e, anzi, quando ad Ambrosini sono state concesse le opportunità di realizzare Napoleone e Jan Dix, è pure accresciuto, a mio avviso anche a causa della collaborazione con il tratto effettivamente innovativo di Bacilieri (ma, Bacilieri o no, io i - non molti - Napoleoni e i Jan Dix che ho letto li ho trovati tutti intelligenti nella sostanza ma noiosissimi nella forma). Purtroppo tale equivoco pare perdurare ancora oggi, tant'è che lo stesso Recchioni ha scritto che di Una nuova vita non ha capito niente, e quindi gli è piaciuta molto. Che trolli? E' possibile. Tuttavia quasi tutti i commenti dei vari forum concordano nel dire che Una nuova vita sia una storia incapibile. Ma è proprio così? No. Non è vero che in essa nulla è chiaro, anzi, è tutto piuttosto lampante. Arlequin è mitologia, è un dio/demone infernale proveniente dal medio oriente, senza essere colti basterebbe leggere Dampyr (dove è uno degli antagonisti) per saperlo. Ambrosini lo infila all'interno della cosmogonia dylaniata, nella quale i demoni sono burocrati, e lo dipinge come una sorta di malfidato consigliere in grado di aiutare lo sventurato di turno a fuggire dalla propria vita e dalla propria responsabilità. E' quello che capita a Jeffrey Walcott, che per scappare a una vita resa inutile dall'assenza della compagna fuggita e dalla presenza del fratello minore disabile e rompipalle, viene scambiato con un'altra persona. Quest'altra persona è Antoine Doinel, simbolo della belle epoque (è pure francese), del passato "che una volta si stava meglio". Che quella belle epoque si trasformi nella Prima Guerra Mondiale rende chiarissima la morale del tutto (il passato non va idealizzato, non bisogna sfuggire alla propria vita), sicché dove sta il vulnus? I guai sono almeno tre. Innanzitutto, il paradosso temporale è visualizzato male, e forse anche concepito male[1]: Walcott va nel passato dentro Doinel, però Doinel non va nel presente al posto di Walcott. Anzi, il suo corpo muore in guerra, mentre l'anima si perde e diventa un'anima vagante, ancora non trasferitasi nell'aldilà, e grazie a questa sua peculiarità fa da deus ex machina, dando un senso alla presenza del recettore Dylan (e questo è ok; pochi anni fa, Il dogma di Paola Barbato partiva da un assunto simile). In realtà, il fantasma di Doinel afferma con convinzione di essere l'anima di Walcott: e qui c'è un errore, perché da ovunque la si guardi manca un'anima, perché se è Walcott non si sa dove sia l'anima di Doinel e se è Doinel non si sa dove sia l'anima di Walcott. Si risolve facilmente la questione presupponendo che le due anime si sovrappongano e diventino un tutt'uno, cosa che sarebbe coerente con la poetica ambrosiniana, che fa del miscuglio di personalità, come si è detto, uno dei suoi cavalli di battaglia. Quel che è comunque certo è che nel presente Walcott è Walcott. Quindi ci sono due Walcott, o, più probabilmente, due metà della sua personalità che si scindono, l'una che si realizza nel passato (ma poi fa comunque una brutta fine) e l'altra che prosegue la sua vita miserabile nel presente, talmente miserabile da arrivare a trasformarsi in omicida. A quest'ultimo punto si allaccia la seconda grana della sceneggiatura (tecnicamente ineccepibile e narrativamente confusa) dell'autore milanese, ovvero l'intervento del Diavolo, o di Arlequin come lo si voglia chiamare. Il Walcott del presente ammazza un esorcista, e secondo la Trelkovski lo fa perché quell'esorcista è visto dalle potenze infernali come "scomodo". Tale asserzione porta inevitabilmente a pensare che Walcott (quello del presente) sia "posseduto", perché è il Diavolo che vede come buon gioco l'eliminazione di un esorcista, e non Walcott, ma di questa presunta possessione l'unica traccia pare (ed è un condizionale) essere la scena che chiude il climax, nella quale Walcott viene colpito da un proiettile, dalla sua bocca pare uscire qualcosa, poi cade in acqua, vede Arlequin e muore (e contemporaneamente, quantisticamente parlando, nel 1914 muore Doinel, il ché dovrebbe stare a significare che le due metà dell'anima di Walcott si ricongiungono). Ma perché il Diavolo debba perdere tempo ad eliminare un esorcista qualunque (e non, ad esempio, Dylan Dog) non si capisce, come non si capisce perché per farlo debba rovinare Walcott e mandare a monte il patto con lui stipulato. Col senno di poi, almeno due risposte paiono ovvie: i)il Diavolo è un burlone, e d'altronde Sclavi ha dedicato diverse sue storie a definire gli inferni come fiere del nonsenso; ii)era scritto nel libro dell'universo che il paradosso temporale dovesse svolgersi in quel modo, aprendosi e chiudendosi con quelle precise modalità e tempistiche. Tuttavia, nell'albo la questione viene bellamente sorvolata. Anzi, viene ulteriormente complicata (e questo è il terzo difetto principale della storia) dal finale, in cui Myriam Enfer, la donna armena che accompagna Arlequin per tutto l'albo, e che Ambrosini dipinge come una ulteriore emanazione del Diavolo (si chiama Enfer, viene dall'area azera in cui la mitologia colloca il vero Harlequin, appare sempre identica nel passato nel presente e come spettro), viene regredita a semplice possessione. Così le ultime tre pagine dell'albo si trasformano in una inutile appendice che inguaia tutto il meccanismo della storia. L'ormai celebre foto che vede la Enfer a fianco di un bambino e di una donna, di cui nulla viene rivelato se non che probabilmente sono la figlia e il nipote, e la compresenza del costume da arlecchino abbandonato e del cadavere della sola Enfer (del bambino invece non v'è traccia), fanno perdere qualche pezzo al castello di carte. E il tratto abbozzato dell'Ambrosini disegnatore peggiora la situazione. Così ha ben donde chi afferma che la donna nella foto a fianco di Myriam e del bambino non sia Ester, la prima compagna di Walcott, perché non è che le assomigli granché. Ma ha ben donde anche chi dice che invece è proprio lei, perché un po' le assomiglia, e perché logica così porta a pensare. Come porta a pensare che la stessa Myriam sia vittima di un patto demoniaco e che magari, oltre che nel presunto 2012, si trovi "contemporaneamente" anche nel 1905 ad aiutare Doinel dopo che questi ha tentato il suicidio. Ma in questo caso chi sarebbe la sventurata del 1905 di cui Myriam ha occupato il posto? E anche se Ester fosse la figlia di Myriam quale relazione ci sarebbe fra Arlequin e il presunto figlio di Walcott? E se il bambino fosse il figlio di Walcott perché starebbe in Armenia? Insomma, una domanda dopo l'altra non la si finirebbe più. Rimane solo da chiedersi perché la precedente gestione editoriale della serie abbia accantonato questa storia, pubblicando invece una storia altrettanto circolare ed "universale" come Effetti collaterali (la quarta storia di Ambrosini, comparsa dal nulla nel 2011), nella quale invece tutto filava ma a causa della quale Ambrosini era arrivato a battibeccare con Gualdoni al punto da lasciare DD. Insomma, alla luce dei tanti buchi di sceneggiatura, Gualdoni aveva forse tutti i torti? I fans passivi, che della storia non hanno capito nulla ma non si pongono domande, sicuramente diranno di sì. E il loop non sarà spezzato.

    [1]Per inciso, pure alla revisione sfugge un "ottobre 2012", unico referente cronologico (a parte il 1914 del prologo), che si rivela essere inutile dal punto di vista narrativo e squalificato dal contesto editoriale in cui la storia si presenta in edicola (perché non 2013?).
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    Ottimo lavoro.
  • Dopo vari tira e molla mentali, preso anch'io questo numero.
    Oh, non m'è dispiaciuto!
    Ora, io non sono un grande esperto di Dylan, ma mi pare che la sua caratterizzazione da parte di Ambrosini sia azzeccata, e ne esce quini bene il protagonista.
    Per quanto riguarda lo svolgimento della storia... sì, non il massimo della chiarezza espositiva, sono d'accordo. Ma non mi ha nemmeno creato così tanti problemi di comprensione, in realtà. Io ho inteso la faccenda molto semplicemente così: [spoiler]Walcott vorrebbe fuggire dalla sua vita, l'armena con Arlequin (emanazioni del diavolo) glielo permettono, così la sua anima si trasla nel corpo di Doinel e l'anima di Doinel viene lasciata a vagare nel nulla (tanto da poter apparire a Dylan, visto che faceva comodo :P ). Nel corpo di Walcott, intanto, si è insediato il demonio che pensa bene di ammazzare un celebre esorcista per completare la cartella della tombola, e poi vuole far fuori pure il fratello di Walcott perché sì, perché è il diavolo e gli piace fare cose cattive. E poi, battute a parte, alla fine come cosa ricorda un po' Twin Peaks :)[/spoiler]
    Quindi sì, alcune cose che non tornano molto ci sono, ma sono più che altro facilonerie narrative, buchetti di sceneggiatura su cui si riesce a passare snza troppi sforzi per godersi la storia. Che non è niente di eccezionale, ma si è dimostrata una lettura decisamente piacevole, e che mi riconfermato Dylan come personaggio che mi attira alquanto :) Valuterò se prendere anche il prossimo.

    PS: il Rrobe avrà anche molti difetti, e posso comprendere le critiche che gli muovono i suoi detrattori... ma a me affascina sempre molto come sappia vendersi come autore e persona ai lettori, ed esportare questa cosa (pur in misura diversa) dal suo blog alla pagina introduttiva di questo numero di Dyd, be', è una mossa che ho apprezzato, perché comunque in qualche modo personalizza il rapporto tra il nuovo curatore/comunicatore e il pubblico.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Bramo ha scritto:[spoiler]E poi, battute a parte, alla fine come cosa ricorda un po' Twin Peaks :)[/spoiler]
    Che infatti è monco. :P
    Bramo ha scritto:PS: il Rrobe avrà anche molti difetti, e posso comprendere le critiche che gli muovono i suoi detrattori... ma a me affascina sempre molto come sappia vendersi come autore e persona ai lettori, ed esportare questa cosa (pur in misura diversa) dal suo blog alla pagina introduttiva di questo numero di Dyd, be', è una mossa che ho apprezzato, perché comunque in qualche modo personalizza il rapporto tra il nuovo curatore/comunicatore e il pubblico.
    Recchioni è divertente e sta facendo un buon lavoro. E si merita l'omaggio del Leo:
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    GH.
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    Ottimo lavoro.
  • Reportage da Lucca:

    http://www.comicus.it/index.php?option= ... &Itemid=89
    Nella conferenza tenutasi presso la Sala Fannucchi della Camera di Commercio di Lucca, nella quale sono intervenuti Roberto Recchioni, Paola Barbato, Carlo Ambrosini, Gigi Simeoni, Franco Busatta, Angelo Stano e Mauro Marcheselli, si è parlato di Dylan Dog e delle novità che riguarderanno l'Indagatore dell'Incubo in questa rivoluzione voluta dal creatore Tiziano Sclavi.

    Recchioni, nuovo curatore della testata, ha definito questi cambiamenti come un “downgrade” che riporterà il personaggio ad essere più oscuro e dinamico, come nei primissimi albi.
    Il cambiamento diverrà effettivo fra circa un anno: l’albo della svolta sarà sceneggiato proprio da Recchioni, sarà a colori e fungerà da prologo per il nuovo corso. Fino ad allora saranno pubblicate storie “tirate a lucido” dagli addetti ai lavori: saranno modificati alcuni elementi, per rendere le vicende più conformi e preparatorie al cambiamento.

    Il primo albo successivo al prologo sarà sceneggiato dalla Barbato e disegnato da Bruno Brindisi, sarà di 110 pagine e vedrà il pensionamento di Bloch, il quale però non scomparirà dalle storie, ma avrà un nuovo ruolo e un nuovo mestiere lontano da Londra. Bloch diverrà un personaggio a tutto tondo e potrà così esprimere a pieno tutte le sue potenzialità. La sceneggiatrice, parlando della storia, ha detto che questa copre un intero arco emotivo: sarà una storia scritta in maniera leggera, quasi come una commedia, per rendere più fluido e meno traumatico questo grande cambiamento che è comunque una frattura. Il soggetto della storia è di Recchioni.

    L’albo seguente sarà scritto da Simeoni e disegnato da Giampiero Casertano e presenterà il nuovo ispettore, che si chiamerà Carpenter, e la sua assistente. Carpenter sarà tutt’altro che conciliante, anzi ostacolerà il protagonista con tutti i mezzi possibili, ritenendolo un ciarlatano. Simeoni ha definito il nuovo personaggio come un muro contro il quale Dylan Dog andrà a sbattere costantemente.
    Il terzo albo post-rivoluzione sarà firmato da Michele Medda: la storia sarà incentrata sulla nuova vita di Bloch: la Barbato ha definito la nuova versione del suddetto come un “ispettore nel cuore ma non nei fatti”.

    Da quando diverrà effettivo il cambiamento, le pubblicazioni di Dylan Dog saranno divise in quattro blocchi: il primo sarà quello degli inediti, il secondo sarà quello dei Maxi, i quali fungeranno da contenitore per tutte le storie inedite del Dylan Dog classico, prima della rivoluzione, come una sorta di “elseworld”.
    Il terzo sarà un annuale sulla realtà immaginata da Alessandro Bilotta, definita come “Il pianeta dei morti”, nel quale gli zombie hanno vinto e il nostro detective si presenta vecchio e disilluso. Ciò renderà l’universo dylandoghiano un vero e proprio multiverso.
    Il quarto sarà quello dell’Almanacco della Paura, curato da Michele Medda: questo racconterà principalmente di Bloch e della sua nuova vita.
    A questi si aggiunge il Color Fest, non collocabile in alcuna categoria, che conterrà storie crossover: Dylan Dog incontrerà altri personaggi dell’universo Bonelli, come, ad esempio, Napoleone, Mr. No e Martin Mystère.
    Previsto anche un crossover fra Dylan e Dampyr, che si svolgerà sulle serie regolari dei due personaggi. Recchioni ha precisato che le due storie saranno però perfettamente a sé stanti.
    Non si hanno notizie ufficiali su Speciale e Gigante, che andranno rivisti nella forma. Ci saranno maggiori novità in futuro.

    Il curatore ha precisato che non ci saranno morti eccellenti, che conta di ampliare il parco personaggi con nuove figure che possano esistere a lungo, inoltre vi sarà un nuovo grande villain e un’altra importante minaccia.

    Dylan Dog e la tecnologia: il personaggio non diventerà improvvisamente un hacker, non avrà un cellulare, ma rimarrà un fedele impiastro in ambito informatico-digitale. Poiché però risulterebbe anacronistico non aggiornare la realtà di Dylan Dog rendendola più simile alla nostra, la tecnologia sarà più presente: toccherà a Groucho maneggiare computer, cellulari e quant’altro. Groucho sarà sempre l’assistente di Dylan: la sua presenza negli albi dovrà essere però funzionale e motivata, non meramente accessoria.

    Le storie, sempre episodi autoconclusivi, saranno connessi da un filo conduttore comune, che renderà l’elemento della “continuity” importante.

    In conclusione, Angelo Stano ha parlato del nuovo approccio alle copertine: abbandonato lo stile pittorico a mezza tinta delle copertine del passato, l’artista ha applicato un taglio più grafico e più di impatto; il colore (con retinato) strizza l’occhio alla pop-art. Le copertine non riprodurranno quasi mai un episodio dell’albo ma avranno piuttosto un collegamento concettuale con la storia narrata.

    Lo spin-off su Bloch ci può stare, quello sul Pianeta dei Morti non mi sembra così indispensabile.
    Finalmente i crossover! Sono anni che li imploro.
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    Ottimo lavoro.
  • Uh, si prospettano tante belle cose :) Mi piace l'impostazione che Recchioni & co. vogliono dare al personaggio e al parco-testate :)

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    Io, intanto, ancora indeciso se seguire la "fase 1" in questi 12 mesi, ho comprato il #326, Sulla Pelle, perché scritto dal grande Bruno Enna :) La lettura dell'albo mi ha fatto compagnia nel viaggio in treno da Firenze a Lucca lo scorso venerdì, ed è stato effettivamente un albo intrattenevole :) Già la copertina ti colpisce, e in questo senso sicuramente il buon Stano sta seguendo alla perfezione l'idea che ha in testa Recchioni su come attirare l'attenzione del lettore in edicola :) Poi c'è l'intro firmata dal Rrobe, in cui si parla della storia, degli autori e si ripropone la parodia di Leo Ortolani della cover del numero scorso di DD :) Ottimo esempio di dialogo tra diverse realtà fumettistiche :)
    Infine, la storia: che è una bella storia. Inquietante, perché ci sono i mostri e sono mostri che ti fanno male e spaventano. Esotica, perché chi muove i fili non è certo nativo dell'Inghilterra. Esoterico, perché Dylan deve vedersela con un male arcano e ben poco razionale. Non ho mai letto prima d'ora l'Enna dylaniato, ma devo dire che se la cava bene, la sua sceneggiatura è pulita e al servizio della storia. E, come d'uso dell'autore, non mancano delle riflessioni che partono dalla trama per arrivare a riflessioni più generali, stavolta sull'importanza e il peso che hanno le parole e i disegni: così, da un'avventura che parla di tatuaggi emergono didascalie che ricordano quanto sia importante qualunque mezzo veicoli una comunicazione.
    Anche la caratterizzazione del protagonista m'è piaciuta, per quanto il suo ruolo da detective sia così "classico" da metterlo in secondo piano rispetto agli altri personaggi della storia.
    I disegni, invece, non mi hanno molto convinto: Recchioni nell'intro definisce "espressionista" lo stile di Piero Dall'Agnol, in realtà a me molto spesso è apparso un tratto confuso, dove linee troppo pesanti e un disegno poco pulito inficiano la resa grafica dell'avventura, proprio n virtù di una resa "sporca" che può anche adattarsi bene al tenore dell'albo, ma che non mi ha lasciato soddisfatto.
    Pazienza: si tratta comunque di un buon fumetto. Ora vedrò che fare col prossimo numero...
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Anche io l'ho preso perché scritto da Bruno Enna :) Un nome, una garanzia xD
    Insomma, la storia intrattiene (almeno con me l'ha fatto u.u) e ho adorato le didascalie con le riflessioni riguardanti il disegno (io poi che amo disegnare :) ).
    Come ha detto Bramo,però, i disegni sono confusi, soprattutto nella parte dove c'è più azione, diciamo.

    Per quanto mi riguarda, io continuo a seguire questa fase 1...
    Anche perché il prossimo numero mi ispira molto *-* (ma come? è appena uscito il primo e già penso al secondo? xD)
    http://www.ddcomics.it/2013/09/28/antic ... n-dog-327/
  • Su Lo Spazio Bianco abbiamo intervistato Andrea Cavaletto, scrittore del prossimo albo "I sonnambuli".
    Questo tuo nuovo albo di Dylan Dog esce con la testata sotto la luce dei riflettori, ma la storia nasce sicuramente prima di tutto questo, ci vuoi parlare degli spunti da cui nasce? Credo sia interessante scoprire da quali input può prender vita una storia.
    Ahahah… E’ curiosa la genesi di questa storia. Ero a Lucca Comics e stavo chiacchierando con alcuni lettori appassionati di Dylan Dog. Ad un certo punto è saltato fuori che una ragazza del gruppo soffriva di sonnambulismo e ha raccontato un aneddoto che le era accaduto proprio la sera prima. Io scherzando le ho detto che mi sarebbe piaciuto farci su una storia. Poi l’idea mi è rimasta in testa, mi sono documentato sull’argomento e ho preparato un soggetto che alla redazione è piaciuto.
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    In esclusiva, due tavole di anteprima dell'albo.

    http://www.lospaziobianco.it/96392-sonn ... -dylan-dog

    Cosa ne pensate?
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  • Roberto Recchioni annuncia Akab e Ausonia su Dylan Dog
    http://www.lospaziobianco.it/99289-recc ... -dylan-dog


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  • Un colloquio con Angelo Stano, copertinista storico di Dylan Dog

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    Che tipo di rapporto c’è tra te e l’indagatore dell’incubo?
    Mi rispecchio, o forse mi rispecchiavo, molto nelle sue paure per la malattia mentale, nella sua frustrazione, nel suo senso di alienazione… La paura per i mostri della vita di oggi, come la burocrazia per esempio.
    La dilagante stupidità, la mancanza di razionalità rispetto ai problemi della società moderna. Non la paura della morte, ma piuttosto la frustrazione rispetto al male di vivere è il punto fondamentale che unisce tutta una generazione, di cui faccio parte anche io. Il senso di inadeguatezza e i troppi lacci e lacciuoli che ci impone la società e ora, purtroppo, anche l’angoscia di un futuro sempre più incerto.
    Poi, da un punto di vista grafico, è vero che ci sono posture di Dylan Dog che sono state studiate da Sclavi per unire i vari disegnatori, ma il suo modo teatrale di muoversi rispecchia un po’ me stesso. Un disegnatore è sempre in parte sceneggiatore, perché ne completa le indicazioni, e anche un po’ regista, un po’ attore nella narrazione.
    http://www.lospaziobianco.it/99151-coll ... gelo-stano
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  • Da Lucca Comics, la cronaca dell'incontro sul rinnovamento di Dyd.

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    In realtà l’idea in sé è quella di ristrutturare la famiglia delle serie di Dylan Dog in quattro grandi correnti: una è l’inedito regolare, che rimarrà lo stesso, ma con le idee del nuovo ciclo, la seconda è il Maxi, che dovrebbe diventare il Maxi Dylan Dog Old Boy. In essa invece troverete in ogni volume tre storie inedite del Dylan Dog classico, cioè del Dylan Dog che avete sempre conosciuto, ambientate nell’universo di Dylan Dog cristallizzato da Tiziano Sclavi di modo da accontentare i lettori nostalgici, che non perderanno mai il vecchio multiverso dylandogghiano. Poi vogliamo rendere fisso e annuale l’appuntamento con Il pianeta dei morti di Bilotta, che diventerà grosso modo un universo narrativo, il terzo, quello in cui Dylan è invecchiato ed è diventato ispettore della polizia in un mondo in cui gli zombie hanno vinto, in cui c’è stata l’apocalisse dei non morti. Ultime sono le storie dell’Almanacco, che saranno scritte interamente da Michele Medda e che prenderanno in esame esclusivamente le avventure di Bloch nel paese in cui andrà a vivere. In queste, Dylan ci sarà, però il centro sarà Bloch, che risulta quindi meno pensionato di prima, ottenendo una testata tutta sua.
    http://www.lospaziobianco.it/99537-lucc ... -dylan-dog
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    Ottimo lavoro.
  • Bao? Non Bonelli? O.o
    Comunque, testata interessante. Spero in un prezzo che non sia esorbitante :D
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