[Bonelli] Volto Nascosto

Editore che ha dato i natali ad alcuni dei personaggi più iconici della tradizione fumettistica italiana, toccando tanti generi diversi ma con uno stile unico e inconfondibile.
  • Ce l'aveva oggi il mio professore di Semiotica del Visibile, entrando in classe, e mi ha chiesto se lo conoscevo...


    (OT: Lo stesso prof oggi ha dato la lista dei libri del corso, e ci ha consigliato di andarli a comprare nella mia fumetteria perchè si trovano più facilmete... Ah, l'esame consisterà nello scrivere una sceneggiatura di un fumetto. Capirete anche voi perchè lo amo.)
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • (OT: semiotica del visibile...)

    vorrei far notare le somiglianze, nei disegni almeno, con Hugo Pratt, che anche lui a suo tempo ebbe a che fare con l'Etiopia...

    vorrei anche a giungere che a me questo numero è piaciuto moltissimo, al contrario dei primi numeri delle altre miniserie Bonelli (che ho abbandonato selvaggiamente verso il terzo/quarto numero).
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • è uscito il secondo numero.

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    disegni di Massimo Rotundo
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Elikrotupos ha scritto:è uscito il secondo numero.
    ...ed è scritto molto bene; non bastasse, ai disegni, si assiste ad una prova decisamente più convincente rispetto a quella di Parlov...
  • Comprati e letti tutte e due i primi albi...

    Ne sono rimasto piacevolemente sorpreso. Interessantissima l'idea di fare una storia a fumetti su un periodo mai affrontato nella letteratura fumettistica. Belle le sceneggiature e anche sulla realizzazione grafica poco da dire. Ho apprezzato moltissimo l'accuratezza degli studi sull'epoca, ci vuole un lavoraccio per fare un fumetto del genere ed è stato svolto in maniera egregia. Bella anche l'idea di indicare le fonti, alcuni libri di riferimento e di dire quali siano i personaggi storici del racconto.

    Continuerò a comprarlo, sperando che si vada avanti così.
  • ho finalmente preso il secondo numero, Briganti. La serie continua a essere interessante, si accenna (in un rocambolesco flashback-nel-flashback) al passato di Volto Nascosto che comunque non è presente in questo episodio, e si introduce il preannunciato filone sentimentale di questa serie. Inoltre l'abile matita di Massimo Rotundo ci delizia con la Roma di fine Ottocento... il foro italico è veramente :sbav: :sbav: :sbav:
    Io piano piano sto adorando questa serie...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • La miniserie si annuncia tutta da seguire, anche se ho trovato sotto la sufficienza il secondo numero, il primo e il terzo sono veramente ottimi. E aspetto con impazienza il quarto, che se tanto mi da tanto si staccherà da Ugo Pastore mostrando la coralità della storia e la mancanza di un vero protagonista unico. (o almeno così credo sia... leggeremo e vedremo...)
    Eldar - Ettore - Dice
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  • Eldar Dice ha scritto: che se tanto mi da tanto si staccherà da Ugo Pastore mostrando la coralità della storia e la mancanza di un vero protagonista unico. (o almeno così credo sia... leggeremo e vedremo...)
    in effetti io sto sentendo la mancanza dell'Africa e di Volto Nascosto :P spero che personaggio e location protagonisti tornino presto, ma non disedegno l'ambientazione romana. Le storie corali però o si fanno bene o rischiano di essere un coro stonato... il quarto è in uscita ai primi di gennaio, se non sbaglio... attendo con ansia...

    cmq, tanto per coerenza, ecco la cover del terzo numero, che abbiamo saltato:
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    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • E' da un bel pezzo che ci siamo scordati di questa miniserie. Io ho continuato a comprarla ma ero rimasto indietro con la lettura, ma in uno slancio inaspettato l'ho riletto da capo arrivando fino all'ultimo numero.
    Ricordando che mercoledì 9 aprile esce il numero #7, diamo il via al recupero degli arretrati!

    Capitolo IV Amba Alagi (disegni di Erin Burak)
    Dove si narra di come Vittorio riscatti con onore una tragica sconfitta
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    L'ambientazione torna finalmente di nuovo africana, ma stavolta il protagonista non è più Ugo ma Vittorio, entusiasticamente partito per combattere. Nonostante la sua inesperienza sul campo (il suo reggimento non faceva altro che montare la guardia e fare parate in Quirinale) comincia a collezionare successi militari e anche tattici, tanto da inimicarsi i suoi superiori che invece rispondono a ordini politici che definire "tatticamente suicidi" è un eufemismo.
    Devo dire che questo è secondo me il numero migliore dopo il primo capitolo, per l'accuratezza del racconto delle battaglie, per il rapporto fra il contino Vittorio e gli indigeni fra i quali sceglie i migliori per formare uno squadrone di tutto rispetto, migliore anche dei soldati italiani.
    Contemporaneamente si torna anche a raccontare la degenza campagnola dell'isterica Matilde, di come il povero Ugo le debba fare da balia, e di come la vera balia Sandra soffra a vedere il suo bello&impossibile Ugo nelle grinfie di una che non se lo caga minimamente. Insomma, storie da feuilletton difficilmente digeribili, ma per fortuna marginali.
    Molto particolari i disegni di Erin Burak che tratteggia come un forsennato, approfittando del fatto che molti personaggi sono di pelle nera, ma nonostante il tripudio di inchiostro è un bellissimo effetto.

    Capitolo V La fortezza (disegni di Leomacs)
    Dove si narra dell’assedio abissino della Fortezza di Macallé e delle prime schermaglie tra Vittorio e Volto Nascosto
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    Se vogliamo vedere questo capitolo come la prima parte di un dittico formato con il successivo, questo narra della quiete che precede la tempesta. Dopo la sconfitta all'Amba Alagi gli italiani devono difendere la fortezza assediata di Macallè, che per essere forte è forte, ma ha un problemino: le sorgenti d'acqua sono fuori della fortezza, e in mezzo al deserto direi che sono decisamente dei punti deboli. I due eserciti si studiano da lontano, si lanciano cannonate di avvertimento, ma non si affronteranno ancora, anche perché le alte sfere paiono intenzionate a risolvere il conflitto diplomaticamente, anzi pecuniarmente. Di ciò non sono affatto contenti i nostri due guerrieri avversari, Vittorio e Volto Nascosto. Ma i due non vedono l'ora di sguainare le sciabole, così si incontrano nella tenda di VN, come accadde nel primo numero con Ugo, e a Vittorio comincia a montare la curiosità di sapere chi si nasconde dietro quella maschera d'argento...

    Capitolo VI Gli eroi di Macallé (disegni di Roberto Diso)
    Dove si narra della strenua difesa del Forte e degli echi in Italia dell’epica resistenza degli assediati
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    E dopo la calma... la tempesta. L'esercito del negus attacca la fortezza italiana assediata, conquistandone prima le fonti e poi tentando di espugnare il forte, ma Vittorio li ha spiati e, sapendo il momento in cui avrebbero attaccato, si è fatto trovare pronto. L'assalto alla fortezza fallisce, ma nonostante questo l'assedio rimane e i viveri degli italiani cominciano a scarseggiare. Qualcuno deve partire e cercare di superarare l'assedio per andare a chiamare rinforzi. E' Vittorio a partire e, dopo aver incontrato un villaggio razziato sia dagli italiani che dai predoni indigeni, si scontra con l'armata di Volto Nascosto. Inizia una nuova battaglia e Vittorio e Volto Nascosto combattono l'uno contro l'altro finché Vittorio non ha la meglio e tenta di togliergli la maschera, ma prima che ci riesca...

    La storia, volendo glissare sulla parte romantica che coinvolge l'eroina isterica Matilde, ha per ora preso una piega da racconto di guerra, una guerra che ancora non è finita, nonostante il prossimo numero si preannuncia tutto dedicato a Matilde a Roma. Il racconto di guerra è un genere, quindi può piacere o meno, sicuramente chi lo ama troverà pane per i suoi denti: la storia è avvincente anche nei momenti di non azione e di descrizione della vita militare (verrebbe da fare il paragone con Il deserto dei tartari, ma QUESTA non azione, in confronto, è un rave party), una descrizione fralaltro alternata fra i due schieramenti opposti e, all'interno di questi, i diversi comportamenti dei comandanti e dei soldati, quindi con molteplici punti di vista narrativi, psicologici e culturali.
    Insomma, a meno che non si ami il genere, è una serie ben costriuta e anche interessante che vale la pena di seguire e che, col passare dei numeri, non sta deludendo, proprio perchè sono capitoli non strettamente autoconclusivi (e ciò è un bene, secondo me) di un complesso romanzo, al contrario delle precedenti miniserie bonelli come Demian che, dopo aver presentato il setting generale, dedicavano a ogni numero una "missione" autoconclusiva come se non fossero parte di una miniserie destinata concludersi.
    E poi qui c'è la componente di mistero... chi è Volto Nascosto? cosa l'ha spinto a mascherarsi e a difendere il suo popolo? E' veramente un uomo sacro? La storia delle sue origini è vera? Insomma, io non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Capitolo VII Il fantasma (disegni di Giovanni Freghieri)
    Dove si narra delle cupe ossessioni di Matilde, perseguitata dallo spettro del crudele Generale Orsini
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    Ugo deve spostare il cadavere del generale Orsini che aveva temporaneamente seppellito in un giardino, e lo va a mettere nella cimitero della tenuta del suo amico Vittorio, dove è nascosta Matilde per riposare i suoi nervi. Infatti sono talmente riposati che Matilde comincia a vedere i fantasmi, cioè il corpo in decomposizione del generale Orsini (che lei ha ucciso per legittima difesa). Contemporaneamente, in Africa, Vittorio è prigioniero (ben trattato) di Volto Nascosto. Perchè ben t trattato? Perchè la regina Taitù vuole incontrarlo...

    E nel prossimo numero Ugo torna finalmente in Africa per recuperare Vittorio. E qui comincia l'avventura...

    Ormai giudicare un singolo numero di questa serie è inutile, lo stile di sceneggiatura di Gianfranco Manfredi è sempre lo stesso e di ottima qualità nell'equilibrio dei vari personaggi e luoghi e nella gestione dei momenti discorsivi (ce ne sono, ma non a discapito dell'azione, anzi).
    I disegni sono sempre diversi, e questo in una miniserie non aiuta a identificare bene i protagonisti (per me Ugo è quello col caschetto, Vittorio quello coi baffi, Matilde la donna... il problema è che anche Sandra è la donna, e lì le posso distinguere solo nel contesto... per il resto sono tutti uguali), però ogni autore ha il suo stile e lo si può ammirare nei primi piani dei personaggi e nei campi lunghi che ritraggono le scenografie naturali africane o quelle architettoniche romane.
    Il giudizio va alla serie e, a meno di questioni di genere, è una serie veramente appassionante e ricca di informazioni (sia narrative che nei disegni) quindi stimolante.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

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  • Capitolo VIII La strada per Adua (disegni di Alessandro Nespolino)
    Dove si narrano le traversie di Ugo, giunto in Africa per ritrovare l’amico Vittorio
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    Ugo finalmente torna in Africa, vuole riportare Vittorio in Italia per far stare tranquilla quella scassaballe di Matilde, di cui Ugo è cotto mentre Vittorio non ne vuole più sentire parlare. Vabè, e questa è la telenovela e lasciamola perdere.
    Ugo torna in Africa, dicevamo, e incontra i suoi vecchi amici, Sim (un ragazzino a cui aveva procurato un bel lavoro) e Mohammed (uno dei predoni di Volto Nascosto che Ugo non ha voluto uccidere dopo essere riuscito a disarmarlo). Ugo non si ricorda di nessuno dei due. Questi vogliono capire le sue intenzioni prima di portarlo al cospetto di Volto Nascosto, ma Ugo si dilegua inaspettatamente accodandosi alla spedizione di un pomposo conte italiano che vuole assistere di persona alla battaglia campale che sta per svolgersi ad Adua. Mohammed riesce a raggiungere Ugo e lo porta da Volto Nascosto, il quale però è momentaneamente fuori villaggio. VN è insieme alla regina Taitù ad assistere al proclama di guerra di suo marito Menelik (sceneggiatura quasi muta e disegni spettacolari, magnifico, ci mancava solo una colonna sonora di Hans Zimmer).

    Un numero in cui non succede niente e che fa da preludio al prossimo, dove presumibilmente si narrerà della sanguinosa battaglia di Adua del 1896 dove l'esercito italiano fu pesantemente sconfitto.

    Si delineano quindi anche dei minicicli all'interno di questa miniserie. I primi tre numeri presentavano i tre personaggi principali, Ugo, Vittorio e Matilde. I successivi tre raccontano un primo evento bellico in Etiopia (la sconfitta all'Amba Alagi e la strenua difesa del forte di Macallé). Il settimo è un breve intermezzo dedicato a quella pazza nevrotica di Matilde che sogna cadaveri, mentre con l'ottavo e il nono narreranno della battaglia di Adua.
    Dei restanti cinque numeri, a leggere i sottotitoli, parrebbe che tre siano dedicati alla liberazione di Vittorio da parte di Ugo, mentre gli ultimi due siano un ricongiungimento con Matilde a Roma e un finale scoppiettante che speriamo riveli l'identità di Volto Nascosto...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Capitolo IX Pioggia di sangue (disegni di Giuseppe Matteoni)
    Dove si narra della più grande disfatta militare della storia italiana
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    Numero fornito addirittura di mappa di Adua indicante gli schieramenti italiani e indigeni della omonima battaglia dove l'Italia perse disastrosamente, a causa di mappe disegnate male e per aver sottovalutato l'avversario.
    Della battaglia non ho capito quasi niente, facciamo quindi il punto riguardante i NOSTRI eroi. Volto Nascosto organizza e conduce la battaglia insieme alla regina Taitù. Ugo vaga sperduto per il deserto, finché non trova il villaggio di Volto Nascosto, ma come al solito VN non è lì. Dopodiché Ugo giunge finalmente sul campo di battaglia (a battaglia finita) e viene "catturato" da alcuni finti ascari che in realtà sono al soldo degli infidi Ras Sebath e Agos Tafari, doppiogiochisti che intendono fare da intermediari fra Ugo e VN per la liberazione di Vittorio, che è imprigionato da VN da qualche parte che non mi ricordo.

    Capitolo X Il presidio (disegni di Erin Burak)
    Dove si narra di come Ugo attenda l’incontro con Volto Nascosto in un avamposto militare adibito ad ospedale e di come debba subire le angherie di un comandante follemente geloso
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    Torna Erin Burak ai disegni, e la cosa mi fa molto piacere.
    Numero autoconclusivo, se non contenesse un colpo di scena finale rilevante per tutta la serie.
    Ugo finalmente incontra Volto Nascosto, che gli restituisce il ciondolo della lupa romana che gli aveva preso nove capitoli fa. Discutono della liberazione di Vittorio, ma la decisione spetta alla regina Taitù. Mentre Volto Nascosto va a parlarci, Ugo viene lasciato in attesa presso un presidio italiano nelle vicinanze. In questo presidio accadono varie cose, scene di gelosia, feriti che non vogliono vedersi amputata la gamba, ecc... E' l'occasione per mostrare uno spaccato di vita militare nel deserto. Quando VN si rifà vivo spiega a Ugo che può incontrare Vittorio, ma non liberarlo. Ugo e Volto Nascosto si salutano per l'ultima volta, dacché la guerra sta per finire e... colpo di scena! Volto Nascosto si toglie la maschera per mostrare la sua faccia a Ugo e a noi!

    Ma Gianfranco Manfredi aveva promesso che avrebbe svelato VN solo all'ultimo numero, come mai ce l'ha mostrato ora? Quale altro mistero tiene in serbo per il finale di novembre?
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Capitolo XI Il prigioniero di Menelik (disegni di Erin Burak)
    Dove Ugo si mescola ai prigionieri di guerra nella speranza di riuscire a salvare l’amico Vittorio
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    Ancora i disegni di Erin Burak di cui mi sono definitivamente innamorato.
    Capitolo calmo, quindi molto interessante se non si è appassionati delle dinamiche belliche dell'800. Ugo viene condotto da Mohammed ad Addis Abeba, dove crede di trovare Vittorio. Ma ovviamente non c'è. La regina Taitù sta temporeggiando riguardo al rilascio di Vittorio, per motivi che sinceramente mi sfuggono. Volto Nascosto intanto è sfinito, si è ritirato nel deserto e non vuole sentire più nessuno, ma quella rompiscatole di Taitù lo manda a chiamare. La pensione è ancora lontana, Volto... (ormai io e Volto ci prendiamo una certa confidenza). Ugo finalmente incontra Vittorio, rinchiuso in una lercia cella sotterranea, chissà dove. Tornato ad Addis Abeba, Ugo fa la conoscenza dei prigionieri italiani, scoprendo che c'è chi fa l'elemosina e chi vive comodamente, servito e riverito. Scopre anche che i soldati italiani si ritrovano a casa del buon vecchio Moltedo, maremma maiala, per passare le notti a chiacchierare, a pensare alle mamme, alle fidanzate, eccetera.

    Capitolo XII La liberazione (disegni di Alessandro Nespolino)
    Dove si narra di come Ugo riesca a riportare Vittorio in patria e di come Volto Nascosto continui a perseguitarli a distanza
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    La guerra è praticamente finita, ma Menelik chiede un sacco di soldi per il rilascio dei prigionieri. Re Umberto temporeggia senza rispondere alle richieste del negus. Nel frattempo arriva ad Addis Abeba anche un inviato del Papa, per tentare di convincere il cristiano Menelik a rilasciare i prigionieri in nome della carità cristiana. Ma non sarà il messaggio papale a commuoverlo, ma la lettera di una mamma napoletana al suo figlio prigioniero. Nel frattempo, finalmente, il capo delle guardie di Taitù conduce il prigioniero Vittorio ad Addis Abeba e Ugo può finalmente riabbracciarlo. Ai due viene subito affidata la missione di accompagnare il messo papale, ma lungo la traversata nel deserto verranno attaccati. Sarà, per l'ennesima volta, Volto Nascosto a salvarli, il quale però non si ferma a salutarli e svanisce in una nuvola di fumo.
    Quando Ugo e Vittorio sono finalmente sulla nave che li riconduce in Italia, Volto Nascosto torna ad assillarli entrambi nei loro sogni, anzi peggio... nelle loro visioni.

    Numeri molto interessanti. Ma rimando il commento al prossimo numero, o ai prossimi due, direttamente per il finale.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

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  • Siccome non ho niente da fare, ho raccolto le (ottime) copertine di Massimo Rotundo.
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  • [ho aggiornato la galleria delle copertine (nel post precedente) con anche quella dell'ultimo numero, degna conclusione]

    Capitolo XIII Medaglia d'oro (disegni di Gigi Simeoni)
    Dove si narra della follia di Matilde e di come Vittorio non riesca più a fare a meno delle violente emozioni della guerra
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    Nonostante la riapparizione di Matilde dopo tanti tanti numeri (nei quali non se n'è affatto sentita la mancanza) questo penultimo episodio della serie è avvincente anche più dei racconti delle battaglie e delle avventure nel deserto africano.
    Ugo e Vittorio sono tornati in Italia, Volto Nascosto tormenta ancora i loro sogni notturni. Matilde l'avevamo lasciata con una suora e ora ce la ritroviamo in manicomio, stavolta trattata un filino meglio. Dopo le ultime crisi (vede ancora il fantasma del generale Orsini, che tentò di violentarla e che lei per difendersi uccise) ora sta meglio, il cuore le dice che Vittorio è morto in guerra e lei ora vuole sposare Ugo. Ugo va a trovarla e non le dice che Vittorio è vivo ed è tornato a Roma, in compenso non ha la minima intenzione di sposarla... pare.
    Vittorio invece è uno scavezzacollo come al solito. A pochi giorni dal conferimento della medaglia d'oro al valor militare dalle mani di Sua Maestà in persona, decide di scovare la nuova banda di briganti formata dal vecchio Verruca e eliminarli definitivamente. Trovato il loro covo, Vittorio e altri carabinieri lo espugnano, uccidendo a sangue freddo tutti i briganti senza fare prigionieri. Verruca invece riesce a fuggire. Ugo, che era stato trascinato controvoglia da Vittorio in quella operazione pseudo-militare, senza volerlo si ritrova faccia a faccia con Verruca, il quale tira fuori la pistola e gli pianta una pallottola in testa. Ugo è morto? Imho la vignetta dello sparo non lascia speranze... fattostà che poche tavole dopo il nostro Ugo Pastore è a letto, con la testa fasciata, ma vivo.

    Devo dire che Matilde è meno fastidiosa del solito, stavolta, e il merito è dei disegni di Gigi Simeoni, che contribuisce a migliorare l'aspetto anche di Ugo e Vittorio... insomma, dopo tanti disegnatori (bravissimi, sia inteso) dal tratto stilizzato, finalmente una ventata di realismo.

    Nella prossima, e ultima, puntata Vittorio deve ricevere la medaglia d'oro, Matilde scopre che Vittorio è vivo, e Ugo è a letto col cranio bucherellato. Come andrà a finire? E soprattutto... chi/cosa/come/perché è Volto Nascosto?
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Poi che uno è sfigato...
    una delle cose che attendevo di più era un confronto fra Volto Nascosto e l'ultimo romanzo di Carlo Lucarelli L'ottava vibrazione, che condividevano la stessa inusitata ambientazione, per un romanzo italiano, ovvero il periodo coloniale italiano in Africa. Però pensavo "figurati quanto se ne frega Lucarelli di una miniserie Bonelli letta praticamente da nessuno" (cioè, esclusi quei pochi italiani che non si fanno troppi scrupoli a leggere fumetti, fra i quali invece la serie ha un grande successo). E invece indovinate chi c'era a Lucca? Carlo Lucarelli e Gianfranco Manfredi che discutevano amabilmente delle loro due suddette opere. E dov'ero io? A casa, a NON giocare alla Playstation 3 pagata coi soldi con cui sarei potuto andare a Lucca.

    Per fortuna che ComicUS si è preso la briga di fare una cronaca dell'incontro ad uso di quei fessi che a Lucca non c'erano, come il sottoscritto.
    ComicUS ha scritto:secondo Manfredi saremmo infatti in un'epoca che falsifica la figura femminile e il dramma che porta dentro, appiattendola al ruolo di velina. La donna ottocentesca era invece una donna vera, femminista, combattiva, che non nascondeva il proprio disagio ma anzi lo portava alla ribalta.
    No no, il "dramma" di Matilde è proprio un dramma da velina... :grrr:
    vabè...

    Si scopre in quest'incontro che Lucarelli ha avuto la bontà di conoscere Volto Nascosto e anche di apprezzarlo, in quanto analizza un punto di vista che invece nel suo romanzo è tralasciato (quello degli indigeni, immagino... non ho ancora letto il romanzone di Lucarelli, ma è sulla mia lista (e sui miei scaffali)).

    La settimana prossima, precisamente l'11 novembre, sapremo (oltre al nome del nuovo presidente degli Stati Uniti di cui non ci interessa una bega) la conclusione di questa magnifica serie, che spero venga presto raccolta in un unico volume (see, vabè... 1300 tavole :P) e fatta uscire in libreria, non nel solito formato delle raccolte Bonelli (che sarebbe davvero fuori luogo in questo caso).
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • domani...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Capitolo XIV Dietro la maschera (disegni di Massimo Rotundo)
    Dove tutti i nodi vengono al pettine
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    Lacrimuccia.
    E' finita una serie che per poco più di un anno mi ha appassionato. E' finita non appassionandomi, però. :cazz:
    Vabè, era prevedibile. Sin dal primo numero Manfredi aveva dichiarato che questa miniserie raccontava due storie distinte: la guerra in Africa e l'instabilità mentale di Matilde. Siccome la guerra in Africa è finita due numeri fa con la rivelazione di chi è Volto Nascosto, è ovvio che questi ultimi due numeri servivano solo a concludere l'altra storia. Peccato che così facendo il finale non renda merito all'epicità che è trasparita durante tutta la serie. I nostri due eroi, Ugo e Vittorio, da eroi che erano diventano due ometti che si sfidano a duello per una donna. Fra parentesi: la donna si è suicidata.
    Insomma, Ugo è sempre stato innamorato di Matilde. Nessuno capisce perché ma è così, quindi solo Ugo può considerare degno di concludere la sua avventura un duello con il suo "migliore amico". Noi lettori no, infatti la storia diventa surrealmente melodrammatica, troppo. E l'effetto è amplificato perché è il numero finale della serie.

    Facciamo così: questo era un numero necessario per non lasciare in sospeso la storia di Matilde. Ma il vero Volto Nascosto può considerarsi concluso con il numero 13. Se la mettiamo in questi termini allora questa miniserie è stata grandiosa. Una storia italiana, un po' inventata e un po' vera, che parla di passioni come di valori, che racconta avventure al cardiopalma e descrive momenti di vita vissuta. Se guardo indietro a questi tredici mesi mi viene davvero da commuovermi, ricordo le avventure passate dai nostri eroi ma anche dai loro comprimari in Africa, mi sembra di aver fatto il servizio militare e stare congedandomi con i miei commilitoni, quelli simpatici, quelli un po' goffi, quelli presuntuosi, quelli coraggiosi; mi ricordo le battaglie nel deserto, le fughe, le prigionie, i discorsi con il mi(s)tico Volto Nascosto (che si è congedato da noi lettori all'apice della storia, senza venire coinvolto nel finale da feuilleton).

    Volto Nascosto è stato uno degli acquisti di cui sono più orgoglioso. Non so se consigliarlo in giro, come ho ripetuto spesso nel commentare i numeri precedenti, perché essendo un racconto di genere (anche più di un genere) può piacere e non piacere, ma per me è stata un'esperienza molto intensa e bella, e mi ritengo fortunato per averla vissuta dall'inizio alla fine e soprattutto da inedita. E oltre a questi aspetti emotivi, è una lettura che andrebbe consigliata anche nelle scuole, non tanto per imparare le date e le guerre dell'esperienza coloniale italiana in Africa, ma per far calare i giovincelli italiani in quelle atmosfere, per far comprendere loro cosa significano il valore del patriottismo e contemporaneamente quello del rispetto degli altri popoli, perché noi italiani da quell'esperienza ne siamo usciti sconfitti, e più di qualsiasi altro popolo colonizzatore possiamo e dobbiamo comprendere questi valori.

    Un sentito e commosso grazie a Gianfranco Manfredi, che non è soltanto uno sceneggiatore eccellente e con pochi rivali, ma si è anche documentato per descrivere questa storia nel modo più realistico possibile (confermando il rispetto per chi quegli eventi li ha vissuti davvero), e grazie anche alla Bonelli che ha avuto il coraggio di pubblicare una miniserie così anomala per la tradizione della casa editrice, senza cullarsi sui facili allori delle storie di genere, parlando di valori e parlando di italiani. Complimenti inoltre a tutti i disegnatori la cui bravura io non mai avuto occasione di conoscere e apprezzare altrove: sono stati eccezionali e giuro che mi prodigherò per scoprire altri loro lavori.
    Lo stesso vale per Gianfranco Manfredi: la pubblicità in quarta di copertina di quest'ultimo numero consiglia di comprare Magico Vento, ed è una pubblicità molto efficace, perché ho proprio intenzione di darle retta.

    In rete si comincia a blaterare di un revival di Volto Nascosto, prossimamente... non so se crederci né se sperarci. Manfredi conosce il suo personaggio meglio di tutti noi, e lui sa se il passato (o il futuro...) del guerriero Volto Nascosto possa essere raccontato, e in che forma, e lo stesso discorso vale per il buon Ugo Pastore. Però quello che mi sento di dire adesso a entrambi è "Addio".

    [mamma mia, mi commuovo così per una miniserie a fumetti italiana... e quando fra 18 mesi finirà Lost che farò? :oO: ]
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Una NEWS (sfuggitami) di settimana scorsa...
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