Romanzi a fumetti Bonelli #5: Stria
Inviato: mercoledì 15 giugno 2011, 10:27
Stria
di Gigi Simeoni
Quinto volume della collana "Romanzi a fumetti Bonelli", al prezzo di 9 euri, tutti meritati. I romanzi in prosa
costano mediamente il doppio e poco più, le graphic novels non scendono mai sotto i 10 verdoni, ma Bonelli è un
grand'uomo e ancora una volta ce lo dimostra.
Gigi Simeoni, detto Il Sime, già autore di Gli occhi e il buio, secondo volume della collana, altrettanto
apprezzato e acclamato dalla critica e dal pubblico, autore (completo) di una bella storia di Nathan Never due anni
orsono (e di un'altra fra due anni), di un paio di storie di Hammer, etc., mi ha rivelato (sul forum di Nathan
Never) che, sì, effettivamente è una persona che soffre molto, è molto legato al mondo ingenuo e sognante - e spesso crudele - dell'infanzia, ed esorcizza le sue sofferenze nelle sue storie. Difatti, sia Gli occhi e il buio, sia
La bambina scomparsa (Nathan Never #216 e #217), sia Stria raccontano storie di persone sole, tormentate, disilluse (ma che vogliono tornare ad illudersi); persone accomunate da quel che in genere viene chiamato 'mal di vivere'.
Chiara e Roberto sono certamente due persone che soffrono la vita che conducono. Hostess sulla via del tramonto la prima, fotoreporter abituatosi alle atrocità il secondo, entrambi si ritrovano dopo più di vent'anni (la datazione,
anzi, le datazioni si mantengono sul vago, ma sono intuibili: anni '80 e oggi) e s'illudono di poter, insieme, tornare alla spensieratezza che li aveva avvicinati e accomunati in gioventù, nelle estati che avevano trascorso
in un casale nei pressi di Brescia. S'illudono, perché, come si scoprirà pian piano, una sottile minaccia attende
la vendetta da allora. (Il titolo, "strega" in dialetto bresciano, forse vi suggerirà qualcosa).
Il Sime nasconde - ma neanche tanto - la "sottotrama psicologica" (chiamiamola così) sotto una patina - ma neanche poco - di puro orrore. Orrore e non horror, benché non manchino sequenze forti, ma l'angoscia e l'inquietudine pervadono ogni singola pagina. Non è una storia che fa sobbalzare, ma tiene incollati dalla prima all'ultima pagina e non si vede l'ora che finisca, per scacciare l'ansia; [spoiler]per fortuna l'ultima vignetta risolleva il morale[/spoiler]. Il merito è di una sceneggiatura che non esito a definire perfetta: la scelta delle inquadrature, alcuni giochi di prospettiva (ad es. pag.174), la rendono forse più cinematografica che fumettosa; i disegni, rotondi e dolci, dinamici ed espressivi (mi ricordano molto quelli di Franco Bignotti, vecchio disegnatore bonelliano degli anni '70 e '80), riportano in pareggio l'aspetto fumettoso del volume, che così diventa un "film a fumetti trasposto in romanzo"
Che poi Sclavi una volta ha scritto (in un numero di Orient Express) che fare un romanzo a fumetti è impossibile, perché si finisce sempre per raccontare una storia (a suo dire, ci era riuscito solo, e in parte, Hergé con "I gioielli della Castafiore" di Tintin). Una frase che ho sempre trovato priva di senso, dato che un romanzo è per definizione una narrazione, e una narrazione è per forza una "storia", c'é sempre un qualcosa che diviene qualcos'altro, che sia un evento o la psicologia di un personaggio. Sclavi stesso ha provato a scrivere un romanzo (in prosa) in cui non avrebbe dovuto succedere niente (infatti si intitola Non è successo niente), ma in realtà anche lì il protagonista evolve e sistema alcune faccende che lo tormentavano all'inizio. E anche su Dylan Dog non è riuscito a scrivere il niente, perché è impossibile. Quindi il "romanzo a fumetti" non esiste, e bene ha fatto Simeoni a fare il "film a fumetti".
Peraltro, Stria mi ha ricordato - per quanto riguarda la malinconia, la nostalgia, la disillusione, il mal di vivere,
ecc. - certi film (toh) dei primi anni '90, ad es. Al lupo al lupo di Verdone, ma anche altri, film che mascherano
le tematiche di cui sopra con altri aspetti di facciata (nel caso di Verdone con l'ironia sbruffona che gli è tipica).
E allora ha ragione questo tizio quando scrive: Simeoni è riuscito a creare una storia profondamente e inconfondibilmente italiana.
Che sono le storie (anzi, i film) che ci hanno resi celebri anche all'estero.
p.s.: la copertina, con le unghie escheriane, dal vivo è bellissima.
sito ufficiale: http://www.luigisimeoni.com/directory/stria.htm
sito bonelli: http://www.sergiobonellieditore.it/auto ... &numero=5#
di Gigi Simeoni
Quinto volume della collana "Romanzi a fumetti Bonelli", al prezzo di 9 euri, tutti meritati. I romanzi in prosa
costano mediamente il doppio e poco più, le graphic novels non scendono mai sotto i 10 verdoni, ma Bonelli è un
grand'uomo e ancora una volta ce lo dimostra.
Gigi Simeoni, detto Il Sime, già autore di Gli occhi e il buio, secondo volume della collana, altrettanto
apprezzato e acclamato dalla critica e dal pubblico, autore (completo) di una bella storia di Nathan Never due anni
orsono (e di un'altra fra due anni), di un paio di storie di Hammer, etc., mi ha rivelato (sul forum di Nathan
Never) che, sì, effettivamente è una persona che soffre molto, è molto legato al mondo ingenuo e sognante - e spesso crudele - dell'infanzia, ed esorcizza le sue sofferenze nelle sue storie. Difatti, sia Gli occhi e il buio, sia
La bambina scomparsa (Nathan Never #216 e #217), sia Stria raccontano storie di persone sole, tormentate, disilluse (ma che vogliono tornare ad illudersi); persone accomunate da quel che in genere viene chiamato 'mal di vivere'.
Chiara e Roberto sono certamente due persone che soffrono la vita che conducono. Hostess sulla via del tramonto la prima, fotoreporter abituatosi alle atrocità il secondo, entrambi si ritrovano dopo più di vent'anni (la datazione,
anzi, le datazioni si mantengono sul vago, ma sono intuibili: anni '80 e oggi) e s'illudono di poter, insieme, tornare alla spensieratezza che li aveva avvicinati e accomunati in gioventù, nelle estati che avevano trascorso
in un casale nei pressi di Brescia. S'illudono, perché, come si scoprirà pian piano, una sottile minaccia attende
la vendetta da allora. (Il titolo, "strega" in dialetto bresciano, forse vi suggerirà qualcosa).
Il Sime nasconde - ma neanche tanto - la "sottotrama psicologica" (chiamiamola così) sotto una patina - ma neanche poco - di puro orrore. Orrore e non horror, benché non manchino sequenze forti, ma l'angoscia e l'inquietudine pervadono ogni singola pagina. Non è una storia che fa sobbalzare, ma tiene incollati dalla prima all'ultima pagina e non si vede l'ora che finisca, per scacciare l'ansia; [spoiler]per fortuna l'ultima vignetta risolleva il morale[/spoiler]. Il merito è di una sceneggiatura che non esito a definire perfetta: la scelta delle inquadrature, alcuni giochi di prospettiva (ad es. pag.174), la rendono forse più cinematografica che fumettosa; i disegni, rotondi e dolci, dinamici ed espressivi (mi ricordano molto quelli di Franco Bignotti, vecchio disegnatore bonelliano degli anni '70 e '80), riportano in pareggio l'aspetto fumettoso del volume, che così diventa un "film a fumetti trasposto in romanzo"
Che poi Sclavi una volta ha scritto (in un numero di Orient Express) che fare un romanzo a fumetti è impossibile, perché si finisce sempre per raccontare una storia (a suo dire, ci era riuscito solo, e in parte, Hergé con "I gioielli della Castafiore" di Tintin). Una frase che ho sempre trovato priva di senso, dato che un romanzo è per definizione una narrazione, e una narrazione è per forza una "storia", c'é sempre un qualcosa che diviene qualcos'altro, che sia un evento o la psicologia di un personaggio. Sclavi stesso ha provato a scrivere un romanzo (in prosa) in cui non avrebbe dovuto succedere niente (infatti si intitola Non è successo niente), ma in realtà anche lì il protagonista evolve e sistema alcune faccende che lo tormentavano all'inizio. E anche su Dylan Dog non è riuscito a scrivere il niente, perché è impossibile. Quindi il "romanzo a fumetti" non esiste, e bene ha fatto Simeoni a fare il "film a fumetti".
Peraltro, Stria mi ha ricordato - per quanto riguarda la malinconia, la nostalgia, la disillusione, il mal di vivere,
ecc. - certi film (toh) dei primi anni '90, ad es. Al lupo al lupo di Verdone, ma anche altri, film che mascherano
le tematiche di cui sopra con altri aspetti di facciata (nel caso di Verdone con l'ironia sbruffona che gli è tipica).
E allora ha ragione questo tizio quando scrive: Simeoni è riuscito a creare una storia profondamente e inconfondibilmente italiana.
Che sono le storie (anzi, i film) che ci hanno resi celebri anche all'estero.
p.s.: la copertina, con le unghie escheriane, dal vivo è bellissima.
sito ufficiale: http://www.luigisimeoni.com/directory/stria.htm
sito bonelli: http://www.sergiobonellieditore.it/auto ... &numero=5#