[Bonelli] Martin Mystère

Editore che ha dato i natali ad alcuni dei personaggi più iconici della tradizione fumettistica italiana, toccando tanti generi diversi ma con uno stile unico e inconfondibile.
  • A Maggio viene dato alle stampe l'albetto La mummia eterna, scritto nientemeno che dal "nostro" Fabrizio Mazzotta e illustrato dallo zagor-dampyriano Mauro Laurenti (per l'occasione anche copertinista) e dal suo staff.
    Purtroppo le stampe non hanno restituito l'albetto, o, meglio, lo hanno fatto con il braccino corto: pare che ne siano state editate soltanto 150 copie, subito esaurite, tanto che nemmeno tutti i consueti ultracollezionisti sono riusciti a procurarsene una.
    Morale: ho zompato.

    Sempre a maggio, citazione per MM su DD (Il sapore dell'acqua).

    Martin Mystère #339: L'inventore di miti (Belli/Coppola)
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    A Giugno un nuovo debutto: tocca a Marco Belli, già autore in Bonelli di una breve dylandoghiana. 'Nuovo' per mera formalità, dato che l'albo è stato scritto chissà quanto tempo fa (i cassetti mysteriani sono pieni di roba da sbolognare).
    Non so bene per quale motivo, ho nutrito una certa speranza per questo numero. Mi immaginavo chissà quale sorpresa. E invece ciccia. Una storia strampalata ma che si prende sul serio, e l'ennesima falla nello spazio-tempo. Per carità, tutti questi squarci multidimensionali sono coerenti, almeno secondo me (cfr. la "Storia segreta del mondo" sul blog del Fandom). Non è per nulla coerente, però, scoprire di punto in bianco che un'organizzazione di avvocati, o quello che sono, ne gestisce tranquillamente una.
    Oltre a ciò, insopportabili - per me - sono le banali riflessioni dell'Anziano Zio Marty su internet e il tablet.

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    A Luglio torna per la seconda volta consecutiva la fu Zona X, in versione 'riveduta e corretta' e di nuovo imbucatasi nel defunto Maxi MM per non pagare la registrazione al Tribunale di Milano. Quest'anno Castelli ripresenta le sue vecchie storie non semplicemente ristampandole, come fatto nel primo volume, ma shakerandole e riorganizzando il materiale in una Scatola delle Sorprese come quelle della sua infanzia. Le due storie, NON originariamente pubblicate su Zona X bensì sul mensile di MM, ma che di Zona X costituivano il prologo, ovvero Le macchine impossibili (da MM #61/62) e Zona X (MM #83/84), entrambe di Castelli e Bagnoli (il Grande Bagnoli), appaiono qui spezzettate in capitoli, ove ogni capitolo corrisponde ad una delle brevi storie in origine raccontate da Martin al suo agente Jerry. Al di là del tempo (Lotti-Pasini-Castelli/Vercelli) viene invece da Zona X #7 e dovrebbe ripresentarsi integra. Almeno così mi è parso sfogliando l'albo in edicola: perché poi l'ho rimesso a posto, un po' per spending review un po' per un motivo cui accennerò più sotto.

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    Nello stesso mese, ecco l'ennesimo albetto realizzato per RiminiComix: Il mistero dell'uomo con la barba, che passa in rassegna le apparizioni di Alfredo Castelli nella serie di MM (argomento già affrontato da una tavola autoconclusiva del 1992). Si tratta un omaggio di Castelli a sé stesso, ottenuto frullando quattro fumetti differenti: la one pager di MM Il Signor C del 1992, l'episodio di Scheletrino (il primo fumetto di Castelli, che lo disegnava anche) Vendetta tremenda vendetta! (già metanarrativo!), il racconto libero Geremia Sacchi, scrittore disegnato da Fagarazzi per Psyco e una puntata della rubrica Tilt! del Corriere dei Ragazzi, Come si diventa personaggi di fumetti! (sempre di Fagarazzi e sempre metanarrativa). Tale materiale viene shakerato e rimodellato in un collage di 15 tavole complessive - in cui troviamo anche vignette di Alessandrini e Caluri tratte da storie varie di MM, un paio di fotografie e una comparsata finale dell'Omino Bufo - di modo che il tutto risulti un ampliamento della citata one pager di MM. Insomma, una cross-over pazzoide e decisamente bufo.

    Infine, ecco pure l'immancabile Special:
    Martin Mystère Special #32: Mysteri a Blandings (Recagno/Torti)
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    Anche questo non mi ha detto nulla.
    Bella la risoluzione mitologica
    MA!
    Ripetitivi Dee&Kelly, gag riciclate e già viste, stucchevole il legame col Blendings di Sclavi: l'omaggio a Wodehouse de L'impareggiabile Reeves (Special #16) resta imbattuto.
    L'inglobato di quest'anno è invece a tema cibo, causa Expo: ok. La bella cover e le varie pubblicità promettevano mirabilie; invece c'è la ristampa dei Cinque antipasti a fumetti (Castelli/Filippucci) realizzati nel 2001 e pubblicati soltanto nel 2002 su un numero di Scuola di Fumetto. Sono di una semplicità elementare, ma carini. Si caratterizzano per essere cinque inizi di storie che non necessariamente necessitano di una prosecuzione. Ma nel resto dell'albo Castelli prova a soddisfare anche questa necessità non necessaria. Ne vengono proseguiti tre: uno nella storia principale, La notte degli orti viventi e altre storie (Castelli/Filippucci), che si caratterizza più che altro per la possibilità di avere un raffronto diretto fra il grande Filippucci di un tempo e quello sbiadito di oggi; un altro finale diventa - appunto - il racconto La notte degli orti viventi (Castelli/Alessandrini), anch'esso semplice semplice, ma gradevole (il migliore del lotto, imho); il terzo viene ampliato in Gli occhi e le orecchie del Grande Fornello (Recagno/EspositoBros.) in modo abbastanza forzato. In mezzo c'è anche l'inutile ristampa del famoso racconto 'a solo' di Angie Il segreto di Guglielmo Tell, realizzato per Lugano '96 e già ristampato su MM Extra (#22 del 2001) - io sono del partito "Ristampiamo Prima I Racconti Mai Ristampati".

    Come se ciò non bastasse, senza pietà alcuna la base di Altrove torna su Zagor pure quest'anno per 3-4 albi buoni (quelli del 6° ritorno di Hellingen), prendendosi addirittura l'onore (onere?) di una copertina del longevo mensile (#603 Nei sotterranei di Altrove aka il numero di Ottobre).
    Ma se un tempo adoravo queste comparsate, l'eccesso e la ripetitività degli ultimi anni mi ha portato a trovare stucchevole anche questo ramo della serie. Anche perché la qualità delle "zagorate mysteriose" più recenti è stata alquanto bassina. Pure in questo caso: la prima storia del mini-ciclo, L'eredità di Hellingen (Burattini/Ferri), è tremenda, una plateale scusa per far disegnare qualcosa a Ferri. La seconda, Resurrezione!, che inizia nel numero di Settembre, è già più decente e godibile, per via del montaggio più moderno e frizzante, benché il fascino perverso della vecchia Ombre su Darkwood non sia più ripetibile.

    A questo punto devo ammettere che la mia fede mysteriana si è scoperta molto compromessa. Così, è caduta all'uopo l'occasione di un trasloco, il primo della mia vita, durante il quale mi sono sbarazzato di quasi mille libri&fumetti, compresa tutta la mia bella collezione di MM (il mio pezzo più pregiato): tutto è finito alla biblioteca comunale.
    [Nota per me stesso: non è che io avessi voglia di liberarmi dei miei amici; ma nella casa nuova non avrei mai potuto tenerli, essendo una casa per soli nani]


    Ma.
    Per quegli strani arabeschi del destino che io poi non dimentico più, il primo albo da me acquistato durante la mia "nuova" vita è stato l'equivalente di un 'numero zero', e mi ha riportato al mio primo incontro con il mystero.
    Martin Mystère #340: L'Albero Filosofico (Beretta/Alessandrini)
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    L'albo che segna il ritorno ai testi di Vincenzo Beretta dopo dodici anni di latitanza è infatti una roba clamorosa che mi ha restituito le stesse sensazioni che dodici più uno anni prima (Agosto 2002) mi dette il mio primo MM (#245 L'ira del cielo): come in quello avevo trovato tutto quel che mi interessava al tempo, così in questo ho trovato tutto quello che mi interessa al momento: il rapporto contraddittorio con la natura, lo sclaviano senso dell'orrore e del grottesco (il maggiolino non è solo un omaggetto), l'esercizio di stile definitivo (la storia di D'Amberle che da fittizia diventa vera e, secondo me, anche una invisibile struttura ad albero sefirotico, rendono l'albo un piccolo Pendolo di Foucault, cioè il mio libro preferito); una sceneggiatura e un montaggio veri, non un accumulo di vignette/diapositive. E poi trivia, sequenze sgangherabili, un Alessandrini ispirato. E una grande lezione impartita agli altri sceneggiatori, dai veterani agli esordienti fino ai disgraziati che sognano di esordire (come l'estensore di queste righe): MM è prima di tutto SENSO DEL MYSTERO. Che questo provenga da Lovecraft piuttosto che da X-Files, dal protofumetto anziché dalla pippa mentale sulla continuity, è questione secondaria. Se non c'è una palpabile sensazione di mystero, non c'è MM.
    Insomma, non credo che rifarò mai la collezione completa, ma grazie a questo capolavoretto la mia storia con Martin ha potuto ricominciare sotto ottimi auspici.

    E un mese dopo gli auspici sono ancora confermati. Incrociamo le dita per il futuro, dunque.

    A inizio Settembre è uscito un altro albetto speciale, Il ritorno dell'Ortolano (Castelli/Forlini), pubblicato dal Centro Fumetto 'Andrea Pazienza' e dedicato a Mantova e al celebre dipinto. Non l'ho ancora preso, ma dovrebbe essere nel classico stile dei racconti brevi di MM. Cioè bello.

    Anche Storie da Altrove (de facto la mia collana preferita) è ritornata a soddisfarmi, dopo due numeri deludenti (#17) o imperfetti (#16).
    Storie da Altrove #18: L'assassino che uccideva nei sogni (Castelli-Recagno/Sforza-Romanini)
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    Attenzione, però. Siamo ancora lontani dai fasti del passato: anche questo numero è tutt'altro che perfetto e risente pesantemente del cambio forzoso di foliazione. Le due sequenze disegnate da Romanini sono palesemente due rattoppi rabberciati alla bell'e meglio per rientrare nelle 126 tavole. Guardacaso sono le due sequenze in cui compare Lorelei, personaggio decisamente banale e macchiettistico (mentre Freud lo è solo nella sequenza onirica, e dunque è giustificato). Ne deduco che la sottotrama haitiana sia una deviazione inizialmente non prevista, oppure prevista in modo diverso: nella rubrica viene menzionato l'episodio del Van Helsing anni '70 col Baron Samedi; dunque il finale avrebbe potuto essere quello fin dall'inizio, ma con più pagine a disposizione la connessione avrebbe potuto essere più logica e approfondita. Come che sia, taglio o non taglio, la questione andava resa in modo migliore e non buttata lì buffonescamente. Per fortuna, il resto dell'albo è "castelliano" nel senso positivo del termine (dopo che di recente aveva prevalso quello negativo) e l'episodio è dunque zeppo di un sacco di cose - anche solamente accennate, ma capaci di accendere l'immaginazione - e di personaggi interessanti, che siano creazioni ex novo (lo "strano trio" Matthow, Raul e Algernon) o characters secondari finalmente rilanciati, come Gordon Cole (mai così protagonista) e - sant'iddio, alleluja - il "buon", vecchio Maxwell, del quale attendo l'ascesa da un decennio o più. E chissà che prima o poi non cada il tabù di uno SdA "negativo", ambientato proprio negli anni di Maxwell. Ah, a proposito di costui: 1)ho la vaga impressione che sia stato disegnato troppo vecchio; ma, a dire il vero, mi sembra che non sia mai stato detto con esattezza quando inizino le trasfusioni di sangue che lo renderanno semi-immortale; 2)un altro arabesco del destino: proprio nei giorni imminenti all'uscita di questa storia pensavo a come, solo quindici anni fa, Castelli ancora si divertisse a creare saghe e rimandi incrociati "per soli nerd", a cominciare dalla saga di Maxwell. Ci sarebbe pure un terzo arabesco, ma non vorrei diventare stucchevole: nelle Altreprime di inizio anno ho immaginato uno svolgimento più fiabesco per lo Storie da Altrove dedicato al fumetto delle origini di quello che invece è effettivamente risultato; forse, se gli autori fossero stati il Recagno ispirato e Giardo, e la foliazione fosse rimasta a 154 pagine, sarebbe stato così.
    Ultima modifica di max brody il lunedì 22 agosto 2016, 18:57, modificato 2 volte in totale.
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    Ottimo lavoro.
  • Segnalo che su Agarthi (che domani compie 10 anni!), la Mailing List BVZM e Facebook si sono aperte le votazioni per il 3° Premio Atlantide.
    Le votazioni procederanno scaglionate: da lunedì 11 gennaio a domenica 7 febbraio si potranno votare i sondaggi per il miglior comprimario e il miglior villain; da lunedì 18 gennaio a domenica 14 febbraio saranno in lizza i sondaggi per il miglior sceneggiatore e per il miglior disegnatore; da lunedì 25 gennaio a domenica 21 febbraio sarà la volta dei sondaggi sul miglior mistero e sulla miglior copertina; infine, da lunedì 1° febbraio a domenica 28 febbraio sarà attivo l'ultimo sondaggio dedicato alla migliore storia di tutto il 2015. Chi volesse votare tutte le categorie in una volta sola potrà collegarsi tra l'1 e il 7 febbraio, settimana durante la quale i sondaggi saranno eccezionalmente aperti tutti insieme; gli altri avranno la facoltà di votare per un mese la categoria che preferiscono, divertendosi, pensandoci bene e diluendo nel tempo la fatica. Ricordo che può votare anche chi non ha letto tutte le storie in lizza: basterà che scelga il candidato preferito tra gli albi che ha letto.

    Al termine delle votazioni sommeremo i voti ottenuti in tutte le piattaforme e comunicheremo i vincitori, che saranno premiati in una cerimonia che si terrà a marzo in concomitanza con Cartoomics.
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    Ottimo lavoro.
  • Martin Mystère #341: Le mille gru di Hiroshima (Cavaletto/Cardinale-Piacentini)
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    Per la seconda volta, dopo il Ritorno a Longitudine Zero, lo sceneggiatore predilige scelte narrative comode e "facili": lo spazio-tempo, i poteri mistici, il dramma "imposto" dall'alto e non mostrato attraverso lo sguardo di personaggi caratterialmente forti, le premesse "buffe" e dunque non criticabili. Peccato: l'approccio apprezzabile dell'autore verso uno dei personaggi di cui è fan non risalta del tutto come meriterebbe.

    Martin Mystère #342: La caccia selvaggia (Morales/Grimaldi)
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    Se Tantra oscuro ci raccontava la paura della morte, questa Caccia selvaggia ne mostra l'accettazione (da parte dell'autore, probabilmente). Purtroppo, come in buona parte della produzione moralesiana, il pretesto non fa l'albo e molte sono le sciocchezze che lo sceneggiatore ci propina con prepotente superficialità. L'ennesima apocalisse che si scatena e devasta il mondo, ma che personaggi e lettori vedono soltanto al tg; le ennesima fila di continuity tirate a caso sminuendo le opere precedenti (ci si chiede perché il dossier di Anderson, ovvero gli albi di Recagno, sia da considerare "romanzato" mentre questi eventi insensati debbono essere presi sul serio); stravolgimenti di personaggi storici presuntuosi e offensivi (Tower, giustamente, non tiene sulla scrivania la foto di moglie e figlie, ma quella di un'agente dispersa da quindici anni; Mind, giustamente, torna da un'esperienza mistica unica ed irripetibile e allora va ad insegnare ai bambini poveri del sudamerica, perché la morale è che se si crede che la vita sia bella allora tutto va magicamente come si vuole che vada); riferimenti politico-sociali pressappochisti da televisione pubblica italiana; sciocchezze da sceneggiatore svogliato (giustamente, il direttore di una base segreta governativa bighellona tranquillamente per il cielo con un prototipo futuristico sperimentale che attira l'attenzione). I disegni garantiscono una minima leggibilità dell'albo, il quale però conferma quello che era il potere oscuro di Morales: la capacità di ingannare il lettore, facendogli credere di aver letto albi pregni di sostanza e umanità, ma in realtà figli della creta e del politicamente corretto.

    Non entusiasmante nemmeno il ritorno dell'Agente Raven (Poe) sul mensile di Zagor (Uno studio in nero, Zenith #656-7) al termine della saga del ritorno di Hellingen nella base di Altrove, a sua volta abbastanza deludente (non del tutto).

    Approfitto della divagazione per un breve sguardo al ramo prosastico del BVZM: non so nulla del romanzo Gli eredi di Atlantide del disneyano Lorenzo Camerini (con Andrea Gualchierotti) e del racconto L'adunanza delle sirene di Claudio Bovino del ciclo Urban Fantasy Heroes che dovrebbero contenere riferimenti al mondo di MM (almeno il secondo dei due); non so nulla nemmeno del libro Il grande Zirmani di Raul Cremona, che, d'altro canto, non dovrebbe essere legato a Martin. Tutto chiaro? Bene, andiamo avanti.

    Scavi archeologici in casa Mystère: un gruppo di studiosi, capitanati da Alfredo Castelli, riporta alla luce un episodio dimenticato del MM mensile, rimasto in giacenza per suppergiù ventotto anni. L'associazione ANAFI lo ripropone in un volume-strenna dedicato esclusivamente ai propri soci (di cui non faccio parte), corredato da prefazioni assortite e copertina inedita:
    Martin Mystère: Gli eroi di Troia (Pennacchioli/Revello)
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    Per i motivi summenzionati non ne sono entrato in possesso. Ma un giorno, chissà.

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    A Gennaio, nell'ambito della nuova autoproduzione libraria bonelliana, viene dato alle stampe Fuori Tempo, volume che raccoglie i racconti del Martin Mystère Anni 30 (Anni 30, L'impero sottomarino, Saturno contro la Terra, da MM #320, Almanacco 2014 e 2015) e Lo spettro della luce, il numero #200 del vecchio mensile (a colori), più qualche paginetta informativa.
    Zompato.

    Martin Mystère #343: Quetzalcoatl (Badino/Romanini)
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    Avevo ormai deciso di zompare anche questo, quando, in un impeto di furia acquisitoria, me lo sono ritrovato fra le mani al posto di una banconota frusciante uscita dal gruppo. Beh: non posso dire di essere soddisfatto della spesa né di esserne disgustato. Si tratta di una storia estremamente classica, troppo classica, che riprende una delle sottotrame meno coinvolgenti della serie (la Gilda dei Cacciatori di animali impossibili), ma che almeno riprende una sottotrama, cosa che di questi tempi fa già uno strano effetto (non è che 'sta contigniuti me turba li bimbi?). Apprezzabile lo sforzo di rendere interessanti gli spieghini storico-nozionistici, benché alla fine Badino finisca per raccontare tre volte la stessa storia: personalmente non lo trovo un escamotage brutto (le tre prospettive sono differenti e il tutto ha un senso), ma mi pare che i commenti generali siano poco positivi, e bisognava aspettarselo. Non un granché la rivelazione finale, penso che tutti questi ricconi che ne sanno più di Martin siano ormai un po' troppi. E l'intera storia comunque è abbastanza grossolana (i draghi..boh, non so) e le atmosfere sono da film di serie b (azione statica, spagnolis baffutis que dicòn cosas espagnolas con la voces de Moriones).

    Martin Mystère #344: Il Barone di Munchausen (Lotti-Castelli/Esposito Bros.)
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    Un altro buco nell'acqua per il Castelli autopensionato degli ultimissimi tempi. Stavolta letterale! :P
    Il solito: premesse interessanti, svolgimento pigro e demenziale (non divertente). Ma finalmente anche il Maestro Mahatma si accorge del degrado etico del suo personaggio (cfr. Orloff e UiN).
    Rimane impressa la menzione dell'equatore ancestrale, "mito" entrato curiosamente in ritardo in una serie come questa: a questo punto mi sembra improbabile riuscire ad incastrarlo coerentemente con quanto abbiamo appreso negli ultimi trent'anni e passa.
    Ah già, tanto ai Vecchi Zii questo non importa.
    Postilla: da questo numero l'elenco arretrati viene sostituito da una tavola inedita di Zio Boris!

    A Maggio, un Bepi Vigna nel pieno del vigore comincia a retconizzare a destra e a manca il mondo di Nathan Never: per l'occasione l'agente speciale Alfa viene sbalzato fuori dal continuum e poi condotto da Mister No e a casa di MM, che però non c'è. (NN #330, Altri mondi)

    Martin Mystère #345: Il Nilo Giallo (Badino/Alessandrini)
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    Un Alessandrini ispirato illustra un romanzo d'amore d'altri tempi, tipo Il principe del deserto. Cosa c'entra un romanzo d'amore con il detective dell'impossibile? Niente. Ma l'aveva fatto anche Vietti (#195). E Badino prova comunque a rattoppare le pagine con un po' di mysteri, in parte riuscendoci (ma poteva sforzarsi decisamente di più: Agatha Christie amava il mystero), in parte no. Alcune questioni rimangono volutamente abbozzate, altre sono abbozzate per motivi ignoti (i cattivi stupidi, Diana che dorme nuda nel deserto con estranei). In definitiva una lettura estiva disimpegnata che recupera quelle atmosfere esotiche "vecchio stile" di film e romanzoni ormai fuori produzione.
    Peccato per la cover auto(?)censurata: quel blu non c'entra proprio niente.
    Per concludere: senza offesa? Per me questo numero è un "what if" più riuscito della serie Anni 30.
    Postilla: le tavole di Zio Boris stavolta sono due, in previsione di quanto accadrà più sotto.

    Venerdì 8 Luglio, in allegato a La Repubblica nel solo Lazio, ecco comparire l'albetto fuori serie
    Martin Mystère - La città in equilibrio (Castelli/Torti)
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    un'ennesima ret-con ([spoiler]il Fanum Voltumnae era stato ritrovato nel 4° maxi[/spoiler]), ma stavolta autogiustificatasi: la storia è "immaginaria" e va presa per quel che è. Allora va bene, l'apprezzo. Anche perché è stampata su una carta di qualità pregiata. E le atmosfere da "commedia all'italiana fase 2" sono riuscite.
    Per la cronaca: il colpo di fortuna con cui sono riuscito ad ottenere l'albetto pur abitando a molti chilometri dal Lazio è stato successivamente compensato da due settimane di influenza con picco a ferragosto.

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    Ai primi del mese viene dato alle stampe anche il terzo volume dell'ormai regolare ristampa di Zona X. Come accaduto l'anno prima, ho passato la mano; ma ho fatto in tempo a sapere quali storie contiene. Si tratta di Il mystero delle nuvole parlanti (one shot del 1996 di Castelli e Filippucci-Alessandrini-Esposito Bros. che celebrava i 100 anni di Yellow Kid e del fumetto), e di No smoking e Virus (dai numeri 1 e 4), entrambe firmate dall'autore dello sfavillante Morgan Lost, Chiaverotti, all'inizio della carriera.

    Ancora a luglio riecco comparire il BVZA a RiminiComix: stavolta vi presenta il revival di Zio Boris, ampiamente preannunciato dal ritorno della serie sul bimestrale di Martin. Oltre alle prove di una serie live action di Boris, con protagonista Enrico Beruschi (visibili sul sito Bonelli), Castelli fa incontrare i suoi personaggi nel consueto improbabile team-up, stavolta intitolato
    Martin Mystère presenta Zio Boris: Gli eroi dei due (o tre) mondi (Castelli/Filippucci-Fagarazzi-Peroni)
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    Dato che l'albetto dell'anno scorso non mi ha entusiasmato, non ho voglia di sbattermi per recuperare questo.

    Ma Luglio è soprattutto il mese di MM Special! Solo che anche MM Special non è più quello di una volta. Letteralmente! Quest'anno (e, si presume, anche nei prossimi) è la tana del Martin Mystère Anni 30, che si presenta con una bellissima cover e una storia che non ho voglia di leggere:
    Martin Mystère Special #33: Anni 30: Troppi supereroi! (Castelli/Alessandrini)
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    La storia è stata pensata per il defunto Almanacco, dunque è di 98 tavole, in luogo delle consuete 132 dello Speciale. Ma ciò non è un problema, e alla redazione l'occasione torna buona per risparmiare un altro pochino sulle spese. E non solo a lei.
    L'ex "MM Presenta", ora double book-quel che è, ospita anche quest'anno un racconto già ristampato sui gloriosi MM Extra, La macchina pensante, originariamente pubblicata sul Ken Parker Magazine (#26) assieme ad un dossier dedicato a Verne. E' una storia che considero un piccolo gioiello e il capolavoro di Alessandrini; ma è una storia che ho letto dieci milioni di volte e che, con le sue 32 tavole, occupa praticamente tutto il non-inserto. Rimane infatti spazio soltanto per le 8 tavole di Una storia dal deep web (Castelli/Caluri), la storia-cornice, che, sinceramente, non reputo così fondamentale da farmi acquistare l'albo.

    A questo punto lo devo ammettere a me stesso: l'annata 2016 al momento è quasi più deludente della precedente. Scazzatissimo, decido allora di saltare anche
    Martin Mystère #347: Xibalba (Voglino/Torti)
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    un po' perché, ad un lettore "forte" come il sottoscritto, la sinossi lascia intuire il 90% di quel che si andrà a leggere; un po' perché lo stesso Voglino si è 'bruciato' anticipazioni varie (poco esaltanti) su FB; un po' perché pare che contraddica albi recentissimi e ciò mi irrita; un po' perché, per un disguido, ripubblica una tavola di Zio Boris già presente nel numero 345, e ritengo che questo svarione sia un perfetto simbolo della trascuratezza e della sciatteria in cui MM è stato lasciato cadere da qualche anno. Il lettore non ha altre forme di protesta che il non acquisto: e allora non acquisto.

    La notizia dell'ormai imminente Ristampa Storica a Colori allegata a Repubblica-L'Espresso (dal 16 Settembre) non mi smuove minimamente: non amo le Ristampe Storiche a Colori di Repubblica-L'Espresso. MM merita una ristampa "vera", "nuova", "viva", integrale, cronologica e nerd.

    Diversa è la questione della nuova Miniserie alternativa a colori, che inizierà il 5 Novembre: neanche in questo caso è ancora scattata la scintilla; ma staremo a vedere.
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    Ottimo lavoro.
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