Re: [Bonelli] Orfani
Inviato: mercoledì 23 ottobre 2013, 22:58
Orfani #1 - Piccoli Spaventati Guerrieri (Recchioni/Mammucari)
Orfani è sicuramente uno degli eventi fumettistici di punta del 2013. Se ne parla da mesi e mesi prima dell'uscita di questo numero 1, per mezzo di una campagna promozionale massiccia, per quanto ne so senza precedenti per il mercato popolare italiano (ne abbiamo parlato qui), ed è la prima serie bonelliana a colori. La comunicazione a cui accennavo si è concentrata molto proprio su questo innovazione, e il timore poteva quindi essere che dal punto di vista narrativo ci fosse poco di nuovo sotto il sole, una sorta di incrocio tra il classico albo Bonelli e un certo tipo di fantascienza bellica che sulla carta non è affatto male ma che non è detto possa generare qualcosa di davvero interessante, ed eventuale inedito.
Difatti, di inedito c'è ben poco: il primo numero mette in scena un incipit è piuttosto classico come impianto, in cui lo scenario post-apocalittico e le due linee temporali su cui si muove l'azione sono anche ben "esposti" come stilemi, ma sempre di stilemi si tratta. Si obietterà: "ma in confronto ai canoni Bonelli..." Ma la casa editrice di via Buonarroti non corrisponde più completamente al proprio stereotipo già da anni, e il Michele Medda di Caravan (giusto per fare un esempio) sta a dimostrare che afflati di novità sono già in circolo da anni.
Importa davvero tutto questo cappello? No, a mio avviso. Le novità che Orfani si porta dietro ci sono comunque, e sono quelle già citate: il colore (unito ad un prezzo giustamente più alto delle altre testate popolari, ma che comunque deve passare la "diffidenza" dell'acquirente medio) e la campagna promozionale, che coinvolge numerose realtà parallele e/o tangenti la Bonelli o il fumetto in generale con una sinergia davvero impeccabile e lodevole. Ecco cosa rende "rivoluzionario" il progetto di Recchioni e Mammucari, e che si spera possa aprire strade finora non ancora battute per il futuro.
Sto girando attorno al numero 1 in sé: non perché sia brutto o deludente. ma perché... è il numero 1 E in quanto tale non è possibile emettere giudici davvero completi e consapevoli per quanto riguarda la storia e l'impianto narrativo, né sarebbe corretto nei confronti degli autori. Non dico che occorra aspettare la fine della prima stagione, ma almeno altri 3-4 numeri sono necessari per annusare il disegno complessivo. Per ora posso dire che alcuni dialoghi sono un po' troppo artificiosi, presi di peso da quei film action di cui gli autori sono fan. Qui si affronta proprio il discorso del linguaggio nel fumetto Bonelli, e condivido quanto emerge in quell'articolo, ma resta il fatto che in alcune vignette le cose non mi tornavano molto. In parte anche la reazione di alcuni ragazzini mi sembra poco "realistica", ma lì sono più propenso a chiudere un occhio, considerando l'eccezionalità della situazione in cui sono coinvolti.
Per il resto, mi piace: ripeto, c'è poco da commentare, succede troppo poco, è un pilot e come tale è una presentazione che si preoccupa soprattutto di mostrare i protagonisti e l'ambientazione. Lo fa e lo fa molto bene, prepara secondo me il terreno in modo consapevole e riuscito, tanto per la linea temporale "presente" che per quella "futura". Ottimi i disegni di Mammucari, ma già lo stimavo come artista quindi nessuno stupore, solo rinnovata ammirazione. E il colore, oltre come come concetto, anche come resa è davvero un fiore all'occhiello.
Quindi, proseguo fiducioso.
Orfani è sicuramente uno degli eventi fumettistici di punta del 2013. Se ne parla da mesi e mesi prima dell'uscita di questo numero 1, per mezzo di una campagna promozionale massiccia, per quanto ne so senza precedenti per il mercato popolare italiano (ne abbiamo parlato qui), ed è la prima serie bonelliana a colori. La comunicazione a cui accennavo si è concentrata molto proprio su questo innovazione, e il timore poteva quindi essere che dal punto di vista narrativo ci fosse poco di nuovo sotto il sole, una sorta di incrocio tra il classico albo Bonelli e un certo tipo di fantascienza bellica che sulla carta non è affatto male ma che non è detto possa generare qualcosa di davvero interessante, ed eventuale inedito.
Difatti, di inedito c'è ben poco: il primo numero mette in scena un incipit è piuttosto classico come impianto, in cui lo scenario post-apocalittico e le due linee temporali su cui si muove l'azione sono anche ben "esposti" come stilemi, ma sempre di stilemi si tratta. Si obietterà: "ma in confronto ai canoni Bonelli..." Ma la casa editrice di via Buonarroti non corrisponde più completamente al proprio stereotipo già da anni, e il Michele Medda di Caravan (giusto per fare un esempio) sta a dimostrare che afflati di novità sono già in circolo da anni.
Importa davvero tutto questo cappello? No, a mio avviso. Le novità che Orfani si porta dietro ci sono comunque, e sono quelle già citate: il colore (unito ad un prezzo giustamente più alto delle altre testate popolari, ma che comunque deve passare la "diffidenza" dell'acquirente medio) e la campagna promozionale, che coinvolge numerose realtà parallele e/o tangenti la Bonelli o il fumetto in generale con una sinergia davvero impeccabile e lodevole. Ecco cosa rende "rivoluzionario" il progetto di Recchioni e Mammucari, e che si spera possa aprire strade finora non ancora battute per il futuro.
Sto girando attorno al numero 1 in sé: non perché sia brutto o deludente. ma perché... è il numero 1 E in quanto tale non è possibile emettere giudici davvero completi e consapevoli per quanto riguarda la storia e l'impianto narrativo, né sarebbe corretto nei confronti degli autori. Non dico che occorra aspettare la fine della prima stagione, ma almeno altri 3-4 numeri sono necessari per annusare il disegno complessivo. Per ora posso dire che alcuni dialoghi sono un po' troppo artificiosi, presi di peso da quei film action di cui gli autori sono fan. Qui si affronta proprio il discorso del linguaggio nel fumetto Bonelli, e condivido quanto emerge in quell'articolo, ma resta il fatto che in alcune vignette le cose non mi tornavano molto. In parte anche la reazione di alcuni ragazzini mi sembra poco "realistica", ma lì sono più propenso a chiudere un occhio, considerando l'eccezionalità della situazione in cui sono coinvolti.
Per il resto, mi piace: ripeto, c'è poco da commentare, succede troppo poco, è un pilot e come tale è una presentazione che si preoccupa soprattutto di mostrare i protagonisti e l'ambientazione. Lo fa e lo fa molto bene, prepara secondo me il terreno in modo consapevole e riuscito, tanto per la linea temporale "presente" che per quella "futura". Ottimi i disegni di Mammucari, ma già lo stimavo come artista quindi nessuno stupore, solo rinnovata ammirazione. E il colore, oltre come come concetto, anche come resa è davvero un fiore all'occhiello.
Quindi, proseguo fiducioso.