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Bonelli: Tex

Inviato: martedì 01 maggio 2007, 17:57
da Tyrrel
Tex # 558
Evasione


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Non so quanti di voi leggano Tex, o quanto in generale interessi il popolo del Sollazzo. Ma visto che si tratta di un numero scritto da un'autore, Tito Faraci, molto amato qui, ho pensato di aprire questa discussione riportando quanto scritto stamani nel Brad Barron Forum.

Letto da tempo, anche se solo ora trovo il tempo per scrivere qualche riga; mi è piaciuto molto, una bella storia di Tex "on the road", alla ricerca del gruppo di criminali prima e della prigione di Agua Negra poi. Era da tanto che non leggevo una storia di Aquila della Notte, ma non sono bastate le prime vignette per reimmegermi nell'atmosfera, la stessa provata quando lessi i vecchi Tex di mio padre e dei miei zii.
Una storia che inizia in "media res" con i due rangers alle prese con una sparatoria in un Saloon nel tentativo di arrestare il criminale Frank Harterm che riuscirà a fuggire. Così inizia l'avventura di Tex e Kit, alla ricerca del criminale; avventura che prende una piega completamente diversa con il rapimento di Kit da parte del gruppo di Harterm. E qui si entra nel cuore della storia; da una parte Carson in mano ai banditi che non perde il suo spirito combattivo. Dall'altra Tex alla ricerca prima dell'amico e poi, dopo aver trovato il messaggio dove si chiede la scarcerazioe di Blount in cambio di Kit, della prigione. Una ricerca dove vediamo un Tex meno invicibile che in altre occasioni e più umano, vittima anch'egli di eventi sfortunati che non fanno che ritardare l'arrivo ad Agua Negra. Per fortuna poi le cose girano meglio, e all'arrivo alla prigione assistiamo a un Tex che va contro l'autorità e la legge pur di liberare Blount. Sicuramente non capita spesso che Tex vada contro la legge, ma nella storia questo non risulta per niente innaturale, anzi il modo in cui lo fa è in linea con la natura del personaggio.
La sceneggiatura, come già scritto da Mickey, è ottima, e un modello da seguire per chi volesse avvicinarsi a quest'arte: tutto è calcolato al centesimo e niente è stato lasciato al caso.
Conoscevo di nome Josè Ortiz ma non avevo ancora letto una storia da lui disegnata; beh, è stata una piacevole scoperta! Dei disegni davvero spettacolari, sia per quanto riguarda i personaggi che per i paesaggi della prateria americana e del deserto messicano. A mio avviso, uno dei migliori interpreti attuali del mondo di Aquila della Notte.


E tra qualche giorno esce "Minuti Contati", seconda parte della storia sempre disegnata da Josè Ortiz.

Inviato: martedì 01 maggio 2007, 22:25
da LBreda
Sono un lettore piuttosto occasionale di Tex, fondamentalmente su prestito.
Mi hai incuriosito, credo lo prenderò.

Re: Bonelli: Tex

Inviato: lunedì 15 settembre 2008, 11:31
da Tyrrel
Si vabbè, poi scordai di commentare la seconda parte della storia faraciana, "Minuti contati...

Comunque, riesumo il thread per informare che è in edicola il numero 575 della serie regolare, Sul sentiero dei ricordi, un numero speciale sotto diversi punti di vista.
Innanzitutto trattasi del numero del sessantenario di Tex; e per l'occasione è stato deciso di realizzare un numero totalmente a colori, come in Bonelli si è soliti fare per i numeri centenari (100, 200, etc).
In secondo luogo, la storia scritta da Claudio Nizzi e disegnata da un davvero bravo Fabio Civitelli, riguarda un'avventura vissuta da Aquila della Notte in compagnia di Lylith, la moglie navajo scomparsa prematuramente; la particolarità consiste nel fatto che di quel periodo della vita di Tex si conoscono poche avventure, e la stessa Lylith è un personaggio comparso poche volte nelle avventure di Aquila della Notte, benché il suo ricordo riaffiori spesso. E per celebrare quest'occasione, Claudio Villa è stato autore di una copertina davvero bella e "anomala", visto che vi è rappresentato un Tex in un atteggiamento protettivo nei confronti di Lylith.
Dulcis in fundo, all'albo è allegato "Il massacro di Goldena", un romanzo western scritto nel 1951 dal papà di Tex, Gian Luigi Bonelli, che per l'occasione è stato ristampato con le illustrazioni di Aldo Di Gennaro.

Per chi desiderasse vedere delle anteprime:
http://www.sergiobonellieditore.it/news ... /tex60.htm
http://www.sergiobonellieditore.it/news ... oldena.htm

Re: Bonelli: Tex

Inviato: sabato 15 novembre 2008, 22:24
da svarzeneggher
Proprio oggi è giunto a casa mia uno scatolone proveniente dalla cantina di mio nonno, pieno zeppo di albi acquistati da mio zio alla tenera età di 10 anni. Sono circa un 60 volumi, che mi leggerò con MOLTA calma. Se la cosa vi garba, una volta terminata la lettura effettuerò una rigorosa selezione e vi proporrò le storie che mi saranno sembrate migliori. :)

Re: Bonelli: Tex

Inviato: martedì 09 ottobre 2012, 18:38
da max brody
Bramo ha scritto:
max brody ha scritto:io odio Tex e lo reputo uno dei mali del fumetto italiano.
Tu sai che non puoi scrivere una cosa del genere e sperare di cavartela così, vero?
E non perché io sia un fan di Tex, anzi, ma perché è un'affermazione così forte che esigo un'argomentazione da parte tua, che le sai fare :)
Magari non qui che andiamo OT da matti, apri il thread di Tex per demolirlo, magari :P
Tyrrel ha scritto:Il thread di Tex esiste già, anche se poco utilizzato: http://www.ilsollazzo.com/forum/viewtop ... f=33&t=895

Max, anche a me conoscere le ragioni di questo tuo odio, se ti va naturalmente. :) Anche perché io Tex ogni tanto lo leggo (prevalentemente quando ci sono storie di Faraci, che imho è dannatamente a suo agio con il personaggio e la serie).
Eccomi qua a giustificare la mia sparata. La questione è semplice: Tex (e con lui Diabolik) ricatta il fumetto italiano. Trattasi di un ricatto in cui il ricattatore gode della complicità di una maggioranza silenziosa, che al suo interno comprende indistintamente pubblico e produzione, e che, colpita dalla sindrome di Stoccolma, si è ormai convinta che chi la ricatta sia anche l'unica che possa mantenerla e darle un motivo per vivere. Nella vita sociale e politica italiana c'è Berlusconi che costringe tutti a parlare sempre e solo di lui, anche quando si vuole parlare d'altro, nel fumetto italiano ci sono Tex e Diabolik, e quando si vuole parlare di fumetto italiano si finisce per parlare sempre di Tex e di Diabolik. E come Berlusconi, Tex e Diabolik sono il nulla, sono la stessa cavolata reiterata all'infinito, cavolata di cui, tuttavia, come italiani ci vantiamo. Il che a me mette una tristezza infinita, con conseguente frustrazione e - ulteriore conseguenza - odio.

Non si pensi che io metta sullo stesso piano Tex e Berlusconi. Uso il secondo solo per comodità, essendo un nome/concetto di immediata comprensione (ulteriore frutto del suo ricatto). Tex è stato a suo modo importante, fra gli anni '50 e i '70 ha sfornato qualche storia di un certo rilievo (per l'epoca) e in un paio di occasioni è stato anche un piccolo anticipatore (la famosa storia dell'indiana e del cowboy). Ma da allora sono passati quarant'anni e da lì non ci si è più schiodati, c'è stato solo un miglioramento sul piano grafico, ma anche quello è frutto del ricatto, perchè mettere disegnatoroni eccellenti a disegnare storie di indiani e cowboy scritte in stile anni '50 è svilente; anzi, dovrebbe essere svilente, ma non lo è perchè siamo arrivati al punto in cui il disegnatorone è contento di disegnare Tex. E se vuole disegnare altro magari non riesce a farlo perchè il mercato richiede tavole di Tex.
Questo circolo vizioso è una tristezza suprema, che ha generato diversi mostri:
-ha portato grandi firme (Bernet, Kubert, vari italiani, ecc.) e autori "rivoluzionari" (come Faraci e Recchioni) a voler/dover lavorare su Tex, e a farlo in maniera tradizionale, redarguendo i propri percorsi personali e facendo un passo stilistico all'indietro (magari nascondendolo dietro la scusa della "sfida a sè stessi").
-ha condizionato il mercato del fumetto, portando tante belle testate, Bonelli e non, a dover dipendere finanziariamente da Tex (in casa Bonelli l'esempio più eclatante è Dylan Dog, stuprato e trasformato nel "Tex che combatte i mostri e/o che si piange addosso" che solo oggi sta recuperando un po' di dignità). Qui Diabolik c'entra meno da un punto di vista editoriale, essendo pubblicato per conto proprio, però si può dire che nel vedere cartoni, romanzi e merchandising di un personaggio vecchio e anacronistico, e non di altri potenzialmente più intriganti, c'è poco di cui vantarsi.
-ha connotato in maniera incisiva la posizione del fumetto all'interno del sistema culturale italiano, perchè se ancora oggi - e oggi questa posizione è stata almeno scalfita - vige l'equazione "fumetto=Tex/Diabolik/Topolino" non è solo a causa del singolo ignorantone/pigro che non si informa, ma anche di un settore produttivo che, per comodità, finisce sempre per parlarsi addosso (ovvero per parlare di Tex/Diabolik/Topolino).

Con questo non voglio dire che Tex e Diabolik siano cacca su cui sputare: in passato hanno fornito qualche cosa buona, degna di menzione. Cose oggi invecchiate, spesso invecchiate male (vedi Galep), ma che contestualizzate possono essere valorizzate. Ma in generale due fumetti del genere nel 2012 d.C. dovrebbero essere esperimenti di nicchia, non fenomeni di massa. Fenomeni che non possono scemare, Eco insegna, senza la volontà di almeno uno degli estremi (pubblico e produzione).

Insomma, è come se oggi Topolino fosse lo stesso di quarant'anni fa e noi, come Paese, ci vantassimo genericamente delle storie di Martina.

Re: Bonelli: Tex

Inviato: martedì 09 ottobre 2012, 20:27
da Koan
max brody ha scritto:max brody ha scritto:io odio Tex e lo reputo uno dei mali del fumetto italiano.
Quoto completamente e interpreto il virgolettato "rivoluzionari" riferito a Faraci e Recchioni come ironico o paradossale. Il fumetto italiano "garantito" dai vecchi personaggi come Tex e Diabolik in qualche modo descrive proprio quest'Italia odierna, paralizzata e sacrificata al vecchio e ai vecchi, in decadenza...

Re: Bonelli: Tex

Inviato: martedì 09 ottobre 2012, 20:58
da PORTAMANTELLO
Intanto lol per come hai messo giù la storia del ricatto: un modo inconsueto per criticare un fumetto spiegato con un paragone ancora più inconsueto :P

Però, per quanto io non sia assolutamente un amante di Tex, non concordo molto sulle motivazioni che adduci alla tua tesi.
-ha portato grandi firme (Bernet, Kubert, vari italiani, ecc.) e autori "rivoluzionari" (come Faraci e Recchioni) a voler/dover lavorare su Tex, e a farlo in maniera tradizionale, redarguendo i propri percorsi personali e facendo un passo stilistico all'indietro (magari nascondendolo dietro la scusa della "sfida a sè stessi").
Non parlerei qui di involuzione: Tex è ormai un format nel format (quello del fumetto Bonelli) e credo che, avendone preso atto, sia inutile ricercarvi una particolare originalità nei modi o nei temi. Credo che ormai gli appassionati di lunga data non seguano Tex per la trama ma per l'esecuzione, per vedere come gli sceneggiatori impreziosiscono di volta in volta i passaggi ovvi all'interno di una formula tipica. E in questo senso sì, direi che imparare a giocare "secondo le regole" aggiungendo del proprio può davvero essere considerata una sfida per uno scrittore.

ha condizionato il mercato del fumetto, portando tante belle testate, Bonelli e non, a dover dipendere finanziariamente da Tex
Vero, ma è anche vero il contrario: i soldi che porta Tex avranno reso più accettabili i rischi intrapresi dalla casa editrice nel proporre nuove serie o progetti.

-ha connotato in maniera incisiva la posizione del fumetto all'interno del sistema culturale italiano, perchè se ancora oggi - e oggi questa posizione è stata almeno scalfita - vige l'equazione "fumetto=Tex/Diabolik/Topolino" non è solo a causa del singolo ignorantone/pigro che non si informa, ma anche di un settore produttivo che, per comodità, finisce sempre per parlarsi addosso (ovvero per parlare di Tex/Diabolik/Topolino).
Qui ti darei anche ragione, se non fosse che il discorso da fare è molto più ampio e variegato. Insomma, dipende da che tipo di informazione prendiamo in esame: è vero che l'informazione generalista batte sempre sui soliti classici, se invece prendiamo in considerazione settori più specializzati e di nicchia il fenomeno si riduce progressivamente fino a ribaltare del tutto il rapporto.
Ma perché l'informazione generalista batte sempre sui soliti classici? Ovviamente perché sono questi ad interessare la generalità del suo pubblico, che per definizione è il più ampio possibile. E qui veniamo a quello che, a mio parere, è un po' il punto debole del tuo ragionamento: i difetti e i mali che tu attribuisci al prodotto per me derivano invece dal suo pubblico. Tu stesso affermi che
il mercato richiede tavole di Tex.
Tex vende così com'è, e quindi resta così com'è. Colpa di un pubblico ignorante? Non direi: è un pubblico che vuole un certo prodotto e lo ottiene, un pubblico in cerca di un intrattenimento semplice, immediato e in un certo senso garantito. Tex si adegua semplicemente a queste esigenze, figlie di un gusto che negli anni ha sicuramente contribuito a formare ma che non ha precluso di per sé possibili evoluzioni od esperimenti narrativi: parte della responsabilità va anche alla politica Bonelli, che imprime alle sue serie linee caratteristiche forti con poco spazio di manovra e che preferisce utilizzare eventuali nuove idee in progetti a sè stanti piuttosto che cercare nuove vie all'interno di uno stesso titolo.


Detto questo ritengo Tex una serie che non ha da molto tempo nulla da dire e che, nonostante le variazioni sul tema di cui sopra possano ancora renderlo appetibile agli appassionati, sia ormai un fumetto di scarso interesse per un fruitore odierno, nerd o meno, che potrà sicuramente trovare una miriade di prodotti più appaganti sia come esperienza che a livello narrativo. Tex esprime una necessità nel panorama del mercato italiano, ma la sua lunga tradizione lo ha irrimediabilmente autolimitato rendendolo ormai un fossile destinato ad una fine ingloriosa in quanto costituzionalmente incapace di andare incontro ad una dignitosa eutanasia. Male del fumetto italiano? Io direi più sintomo che causa.

Re: Bonelli: Tex

Inviato: mercoledì 10 ottobre 2012, 18:51
da max brody
Koan ha scritto: Quoto completamente e interpreto il virgolettato "rivoluzionari" riferito a Faraci e Recchioni come ironico o paradossale. Il fumetto italiano "garantito" dai vecchi personaggi come Tex e Diabolik in qualche modo descrive proprio quest'Italia odierna, paralizzata e sacrificata al vecchio e ai vecchi, in decadenza...
PORTAMANTELLO ha scritto: Non parlerei qui di involuzione: Tex è ormai un format nel format (quello del fumetto Bonelli) e credo che, avendone preso atto, sia inutile ricercarvi una particolare originalità nei modi o nei temi. Credo che ormai gli appassionati di lunga data non seguano Tex per la trama ma per l'esecuzione, per vedere come gli sceneggiatori impreziosiscono di volta in volta i passaggi ovvi all'interno di una formula tipica. E in questo senso sì, direi che imparare a giocare "secondo le regole" aggiungendo del proprio può davvero essere considerata una sfida per uno scrittore.
Beh, Faraci ha innovato il Topo e il fumetto umoristico, il John Doe di Recchioni ha innovato il "bonellide"; in questo senso sono stati davvero "rivoluzionari". Ambedue sono finiti - in tempi diversi - a lavorare su personaggi monolitici come Dylan e Tex, e qui cascano due asini: 1)è comprensibile ed encomiabile che un autore voglia sfidare sè stesso e provare a fare altro. Ma una volta, due. Nel loro caso passare a Dylan e Tex è diventata un'occupazione, e non è più una "sfida". 2)La sfida di cui sopra ha senso se, come dice il Porta, si seguono le "regole" ma vi si aggiunge quel po' di "rivoluzionario": nelle storie bonelliane di Faraci e Recchioni uscite finora quello spirito innovativo è alquanto annacquato. Il che mi sembra un'"involuzione" (non sul piano qualitativo, ma stilistico).
PORTAMANTELLO ha scritto:Vero, ma è anche vero il contrario: i soldi che porta Tex avranno reso più accettabili i rischi intrapresi dalla casa editrice nel proporre nuove serie o progetti.
Sicuro. Ma non è su quelle che la casa editrice punta. I paletti sono poi molti. Prendi ad esempio i team-up: Bonelli ne ha pubblicati ben cinque perchè Castelli gli ha rotto le balle e ha insistito. Ma al quinto ha dovuto allentare la presa altrimenti Bonelli se lo sarebbe mangiato. E da dodici anni non vediamo più un team-up.
E' anche in questo che sta la bravura di quegli autori e la bellezza di quelle serie di cui tanto parlo anche qui sul Sollazzo: che, nonostante tutte le bonellate di turno, riescono (o sono riuscite) ad essere serie brillanti, innovative e sollazzevoli.
PORTAMANTELLO ha scritto:
Ma perché l'informazione generalista batte sempre sui soliti classici? Ovviamente perché sono questi ad interessare la generalità del suo pubblico, che per definizione è il più ampio possibile. E qui veniamo a quello che, a mio parere, è un po' il punto debole del tuo ragionamento: i difetti e i mali che tu attribuisci al prodotto per me derivano invece dal suo pubblico.
Beh, ma infatti avevo scritto che
io ha scritto:Trattasi di un ricatto in cui il ricattatore gode della complicità di una maggioranza silenziosa, che al suo interno comprende indistintamente pubblico e produzione, e che, colpita dalla sindrome di Stoccolma, si è ormai convinta che chi la ricatta sia anche l'unica che possa mantenerla e darle un motivo per vivere.
Di conseguenza
PORTAMANTELLO ha scritto: Tex vende così com'è, e quindi resta così com'è. Colpa di un pubblico ignorante? Non direi: è un pubblico che vuole un certo prodotto e lo ottiene, un pubblico in cerca di un intrattenimento semplice, immediato e in un certo senso garantito.
Come dice Giovanni; ignorante, nel senso che ignora. E spesso è un pubblico che non conosce quello che il mercato offre, per pigrizia propria E per pigrizia della casa editrice e di buona parte dell'indotto fumettistico che non vuole, o non è capace, di farsi conoscere meglio e più approfonditamente.
PORTAMANTELLO ha scritto:Detto questo ritengo Tex una serie che non ha da molto tempo nulla da dire e che, nonostante le variazioni sul tema di cui sopra possano ancora renderlo appetibile agli appassionati, sia ormai un fumetto di scarso interesse per un fruitore odierno, nerd o meno, che potrà sicuramente trovare una miriade di prodotti più appaganti sia come esperienza che a livello narrativo. Tex esprime una necessità nel panorama del mercato italiano, ma la sua lunga tradizione lo ha irrimediabilmente autolimitato rendendolo ormai un fossile destinato ad una fine ingloriosa in quanto costituzionalmente incapace di andare incontro ad una dignitosa eutanasia. Male del fumetto italiano? Io direi più sintomo che causa.
Io direi un sintomo che si è fatto causa.

Tra chi può e chi non può chi può fare di più? (lol) Chi ha più possibilità di far conoscere meglio la variegata produzione fumettistica italiana al lettore di Tex che conosce solo Tex? Il lettore di Tex che conosce solo Tex o chi pubblica i fumetti e lavora nel settore?


Cmq aggiungo che quoto l'ultimo paragrafo e dico che Tex imho è scadente anche come western. Anche perchè non lo è, è spaghetti-western. Cioè, sessant'anni di indiani che dicono "augh, vizo ballido", banditi inetti e diligenze assaltate... un'anomalia del genere potevamo averla solo noi. E solo noi potevamo trasformarla nel canone da imitare.

Re: Bonelli: Tex

Inviato: giovedì 11 ottobre 2012, 00:14
da Tyrrel
Ma vaff******, avevo scritto una risposta lunga e articolata che stavo per terminare, quando mi si è piantato il portatile (non credete al marketing della Apple, i Mac si piantano!). Ormai è tardi e son stato pure troppo davanti ad un monitor, riprovo domani.

Re: Bonelli: Tex

Inviato: giovedì 11 ottobre 2012, 20:08
da PORTAMANTELLO
max brody ha scritto: nelle storie bonelliane di Faraci e Recchioni uscite finora quello spirito innovativo è alquanto annacquato. Il che mi sembra un'"involuzione" (non sul piano qualitativo, ma stilistico).
Motivo in più per reiterare la loro permanenza oltre le due/tre volte e cercare un modo più efficace di intervenire sul personaggio e sul suo universo. Che poi, anche se le premesse sono banali e limitanti, un bravo autore dovrebbe farsi valere comunque: non è che la "colpa" non è di Tex, ma di Faraci/Recchioni/Tizocaiosempronio? :P

Sicuro. Ma non è su quelle che la casa editrice punta. I paletti sono poi molti. Prendi ad esempio i team-up: Bonelli ne ha pubblicati ben cinque perchè Castelli gli ha rotto le balle e ha insistito. Ma al quinto ha dovuto allentare la presa altrimenti Bonelli se lo sarebbe mangiato. E da dodici anni non vediamo più un team-up.
E allora è colpa della casa editrice.
E spesso è un pubblico che non conosce quello che il mercato offre, per pigrizia propria E per pigrizia della casa editrice e di buona parte dell'indotto fumettistico che non vuole, o non è capace, di farsi conoscere meglio e più approfonditamente.
A questa cosa non credo troppo. Se un lettore è pigro o non interessato, pubblicità e approfondimenti non cambieranno di molto la sua situazione. Se invece è interessato di suo ha tutti i mezzi, specie al giorno d'oggi, per andare oltre l'informazione superficiale. In ogni caso, again, non vedo come il problema possa derivare dalla deriva (ah! ah! ehr...) che ha preso Tex come fumetto e come fenomeno: parliamo o di responsabilità del singolo e/o della casa editrice.
Io direi un sintomo che si è fatto causa.
E io dico l'esatto contrario: sicuramente con la sua storia Tex ha coltivato un certo gusto nel pubblico, generalista o meno, ma con il passare del tempo e a seguito di ben precise politiche editoriali Tex si trova a "subire" un modello narrativo ed editoriale da lui stesso creato anni addietro.

Re: Bonelli: Tex

Inviato: martedì 16 ottobre 2012, 19:02
da max brody
PORTAMANTELLO ha scritto: Motivo in più per reiterare la loro permanenza oltre le due/tre volte e cercare un modo più efficace di intervenire sul personaggio e sul suo universo. Che poi, anche se le premesse sono banali e limitanti, un bravo autore dovrebbe farsi valere comunque: non è che la "colpa" non è di Tex, ma di Faraci/Recchioni/Tizocaiosempronio? :P
Senza Tex Faraci/Recchioni/Tiziocaiosempronio non avrebbero pensato a Tex ma ad altro. :muori:

Comunque ovviamente "odio Tex" è un riassunto simbolico del mio pensiero. La "colpa" di tutto è di tutti, editore, mondo del fumetto, lettore ignavo e lettore che si limita ad "odiare" (quindi è anche mia, che non riesco a convincere le masse che Storie da Altrove è megl 'e Teccs).

Re: Bonelli: Tex

Inviato: martedì 07 maggio 2013, 18:47
da max brody
Per la gioia di anziani e antianticonformisti, Bao ristampa Patagonia!
BaoPublishing ha scritto:"Da quando abbiamo deciso di pubblicare l'edizione definitiva di Mater Morbi, ci è cominciata a girare in testa la domanda: «Quali altre storie Bonelli beneficerebbero di un'edizione realmente spettacolare, per qualità di stampa, veste, materiali aggiuntivi, approfondimenti?» E da subito, tutta la redazione è stata d'accordo su un titolo.
Io ne avrei almeno una cinquantina più meritevoli, di tutte le testate bonelliane, ma vabbé. Tex e Dylan über alles! E continuiamo così. :martel:

Re: [Bonelli] Tex

Inviato: giovedì 19 febbraio 2015, 18:39
da Pangur Ban
Tex d'Autore nr.1 L'eroe e la leggenda

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Soggetto, sceneggiatura, copertina e disegni: Paolo Eleuteri Serpieri

Uno sguardo inedito sul mito di Tex! Un giovane Tex e un giovane Carson alle prese con centinaia di Comanches selvaggi, in un’atmosfera da leggenda western!

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Mi chiedo a quanti texiani sia caduta la dentiera, negli ultimi giorni, borbottando per questo albo :P
Boselli e Giromini, presagendo reazioni di sconcerto, non hanno messo quattro mani avanti ma otto! Leggendo i loro interventi nella prefazione mi hanno fatto anche un po' tenerezza:

"Mi raccomando texiani questo non è il vero Tex eh!" :adore:
"Per carità, non prendetelo alla lettera!!" :adore:
"Per l'amor d'Iddio non ci venite a cercare!!!" :adore:

Le parole... ehm...non erano proprio queste :P ma nei due interventi ho avvertito la paura per avere osato sfiorare il "monumento".

[spoiler]Riguardo alla storia a fumetti, considero ottima l'idea di un incontro tra un giovane G.L. Bonelli e un vecchio Carson. Solamente un'interpretazione fantasiosa, in un mondo parallelo, di un'altra dimensione, all'interno di un sogno del cane di Lost? Forse. Di sicuro è così che è stata fatta passare, come qualcosa a cui non credere assolutamente.
Peccato voler cercare di togliere qualsiasi dubbio ai lettori e soprattutto peccato che Serpieri abbia mostrato il fianco sbagliando le date (soprattutto quel 1913), perchè quel dubbio sul fatto che il vecchio narratore sia, oppure no, Kit Carson, avrebbe di certo retto di più. Una gustosa incognita per i lettori smaliziati, a cui per esempio non importa nulla di come sono i capelli di Tex, e un tarlo per tutti gli altri.

Nota negativa sono i dialoghi lenti e a tratti ridondanti ma per superarli basta "accorciarli"un po' durante la lettura e soffermarsi sugli splendidi disegni :beer:[/spoiler]

Re: [Bonelli] Tex

Inviato: domenica 08 marzo 2015, 20:08
da Pangur Ban
Tex nr.653 - Feticci di morte

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Si conclude la storia di Boselli/Mastantuono iniziata sul nr.651. Ottima dall'inizio alla fine. Nemici validi, impallinati e affettati quasi tutti ma qualche grattacapo a Tex l'hanno dato.

Silent Food idolo, nella sua battuta finale c'è forse anche un po' di metafumetto che scherza sul super-protagonismo di Tex, il quale tutto fa, tutto risolve ma non stavolta.

Pag.88 mi ha ricordato...

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:D

Buona lettura. Un Tex da:

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:LOL:

Re: [Bonelli] Tex

Inviato: giovedì 13 agosto 2015, 11:50
da Pangur Ban
Tex nr.658 - Winnipeg

Soggetto: Mauro Boselli
Sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Alfonso Font
Copertina: Claudio Villa

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Mike Foster, in compagnia della bella Dallas e del fratello killer di lei, Kid Rodelo, ha aperto un saloon a Winnipeg, nella provincia canadese del Manitoba, dove i due giovani ex-fuorilegge possono trascorrere un dorato esilio, sotto il controllo della giubba rossa Jim Brandon. Ma un paio di delitti inspiegabili inducono il colonnello Brandon a chiamare in aiuto Tex e i suoi pards. Kid Rodelo non può esservi implicato, perché ha perso l’uso delle gambe e il braccio sinistro. Dunque, chi è il misterioso personaggio che trama nell’ombra con mister Grant, direttore della Compagnia delle Pellicce nella vicina e rivale cittadina di Selkirk?...
SPOILER

Tex (sarcastico): <Immagino che la caccia non sia stata proficua figliolo..c'era troppo sole sui monti Navajo?>
Kit Willer (balbettando): <Scusami...non volevo mancarti di rispetto...è solo che...>

E' bastato uno sguardo storto per far perdere dieci anni di vita a Kit :P

Ritornano i fratelli Rainey che già mi erano piaciuti molto nella loro precedente apparizione, sempre con Font alle matite. Mentre la bella Dallas sembra ormai piuttosto addomesticata, Kid Rodelo rimane un personaggio interessante anche nella sua condizione di invalido. Non per niente la parte migliore dell'albo sono le prime venti pagine in cui Boselli descrive il suo stato d'animo attraverso ottimi dialoghi. Poi entra in scena Tex e la storia si incanala su binari conosciuti cominciando un po' a scadere verso la fine quando arriva il solito riccastro che pensa di saperla lunga e ancor più di lui lo pensano i soliti rubagalline al soldo.

Confidiamo in Kid Rodelo per un prosieguo di livello. Tutto farebbe pensare che sia il misterioso assassino ma sarà davvero così? Mmmhhh chissà, non posso credere che Boselli faccia il Faraci. E poi c'è quell'organista introdotto così, senza apparente motivo....

Re: [Bonelli] Tex

Inviato: lunedì 18 aprile 2016, 17:52
da Pangur Ban
Tex nr.666 - L'onore di un guerriero

Testi: Pasquale Ruju
Disegni: Giovanni Ticci
Copertina: Claudio Villa

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Un tranquillo villaggio Cheyenne viene attaccato da un gruppo di predoni. Il massacro è brutale e si salva solo una giovane squaw che ha riconosciuto i colpevoli: sono stati i Crow. Anche alcuni commercianti e coloni bianchi hanno subìto tremende scorrerie. Tex e i suoi pards si dirigono al villaggio Crow. Il fiero capo Lunga Lancia è loro amico. Lui assicura di non aver niente a che fare con gli spargimenti di sangue, ma Tex, pur ritenendolo un guerriero leale, comincia ad avere dei dubbi. Inoltre, dopo aver resistito a un attacco, i quattro pards scoprono che i predoni sono muniti di fucili Springfield come quelli in dotazione alle giacche blu di Fort Logan.
Letto...

Se davvero Lunga Lancia fosse un capo saggio si muoverebbe contro suo fratello. In altre storie western non sono mai mancati sakem che hanno anteposto il bene della tribù alla famiglia, dunque è tutto fatto ad arte per far scontrare Tex con il suo amico, cosa che viene spoilerata subito dalla copertina del numero successivo.
I disegni di Ticci mi sono piaciuti molto.

Il dialogo tra i due anziani colto da Tiger Jack capita fin troppo a fagiolo ma quando l'indiano ha detto di volerlo riferire a Tex, ho intuito all'istante che quest'ultimo avrebbe dimostrato di avere delle perplessità prima ancora di lasciar aprire bocca al compagno. Non sia mai che Tex capisca qualcosa dopo o su suggerimento degli altri. :P

Re: [Bonelli] Tex

Inviato: giovedì 12 maggio 2016, 21:41
da Pangur Ban
Letto il nr.667

Soggetto: Pasquale Ruju
Sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Giovanni Ticci
Copertina: Claudio Villa

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Kit Willer e Tiger Jack sono sulle tracce del losco tenente Morris, ora a capo di Fort Logan. Da quella guarnigione militare sono arrivati i fucili ultimo modello che armano i ribelli di Unghia di Lupo. Lunga Lancia, suo fratello e sakem dei Crow, si ostina a difenderlo. Ma gli Cheyennes chiedono vendetta e per il grande capo indiano è giunto il momento della resa dei conti, in un duello all’ultimo sangue con Tex Willer!
Ripeto, l'ostinazione di Lunga Lancia nel difendere suo fratello non ha senso, è solo una forzatura per far scontrare il sakem e Tex. Nemmeno viene data una minima motivazione, che so, un segreto celato nel passato, niente.
Volendo soffermarmi sui dettagli potrei inoltre chiedere quanti fiammiferi si porta dietro Kit Willer per dare il tempo a Tiger Jack di prendere la polvere da sparo da due casse di proiettili. La piccola fiammiferaia navajo!

La storia in generale non è male, il soggetto c'è, i disegni pure, peccato per certe scelte che richiedono sospensione dell'incredulità e ciò non è bene in un'avventura che vuole essere drammatica anche per le tribolazioni interiori di un ottimo personaggio come Lunga Lancia.

Re: [Bonelli] Tex

Inviato: sabato 16 luglio 2016, 20:23
da Pangur Ban
Tex Speciale nr.31 - Capitan Jack

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Soggetto e sceneggiatura: Tito Faraci
Disegni e copertina: Enrique Breccia
In California, i razziatori ribelli di Hooker Jim sterminano la famiglia di Foster, un vecchio ranger amico di Tex e Carson. Lo scontro tra i Modoc di Capitan Jack e l’esercito degli Stati Uniti è imminente. Gli indiani possono contare sulla preziosa conoscenza del campo di battaglia, i “Lava Beds”, una distesa di rocce, anfratti e caverne. Mentre l’ingente spiegamento di mezzi e forze militari rende il Colonnello Wheaton sicuro della vittoria, Tex e Carson portano la loro giustizia calibro 45 tra le file dei due schieramenti!
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Gli stupendi disegni di Breccia rendono cupa l'atmosfera di una storia più realistica del solito. Non avrei dovuto leggere l'articolo di Luca Barbieri che anticipa tutto quello che accade fino alla fine. Ho idea che l'abbia fatto apposta pensando al netto e improvviso salto temporale delle ultime pagine che grazie alla spiegazione preventiva è forse più digeribile. Mah! In ogni caso avrei preferito seguire l'avventura con maggiore incertezza degli eventi dato che cicciocoso dei Modoc, Capitan Jack, non avevo idea di chi fosse.

Comunque un volume ampiamente promosso ed è assurdo che costi meno del Maxi dei Cassaro uscito sei mesi fa. Il "comunismo " della Bonelli sembra una cosa buona ma non rende giustizia ai più bravi per quante chiappe salva ai mestieranti.

Re: [Bonelli] Tex

Inviato: domenica 26 marzo 2017, 13:49
da Pangur Ban
Dalla pagina FB di Tex:

Dopo le pressanti richieste, Claudio Villa ha realizzato il Texone:

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https://www.facebook.com/TexSergioBonel ... 03/?type=3

Effettivamente è un "texone" :LOL:

Re: [Bonelli] Tex

Inviato: giovedì 20 aprile 2017, 16:27
da Pangur Ban
Letto il nr.678

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Un ottimo inizio di una storia che si preannuncia interessante. Quando i fatti si svolgono nel passato Tex è più libero dal suo monumento e anche i "pards" che ha per l'occasione non sono dei semplici surrogati di Carson & co ma hanno giustamente una caratterizzazione propria.

Mastantuono a me sembra che stia facendo un lavoro eccellente. I brutti ceffi del Sud, il dottore, i cavalieri, sono tutti characters disegnati benissimo e anche il suo Tex-dobermann non sfigura mai.