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[Il Sollazzo Chiede #5] Intervista ai due Mazzotta dei Puffi

Inviato: giovedì 12 febbraio 2015, 21:29
da La Redazione
I due Mazzotta dei Puffi
Intervista doppia ad Andrea e Fabrizio Mazzotta
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Andrea Mazzotta e Fabrizio Mazzotta portano lo stesso cognome, ma non sono parenti.
Il caso di omonimia non è comunque l'unica cosa che li accomuna: entrambi hanno flirtato, in diversa maniera, con il mondo dei Puffi.
Andrea è l'attuale direttore editoriale di RW-Lineachiara, l'etichetta della casa editrice RW dedicata alla produzione a fumetti europea, concentrandosi sui capisaldi della scuola franco-belga (la cosiddetta “ligne claire”, appunto). Negli ultimi due anni non sono quindi mancate iniziative legate alla produzione di Peyo, Puffi in testa, iniziando a portare in Italia i volumi dell'edizione integrale del celebre fumetto.
Fabrizio è un doppiatore di professione e un fumettista. Tra i personaggi animati che ha doppiato si ricorda con particolare affetto il suo Puffo Tontolone nella serie animata dei Puffi anni '90. Fabrizio non ha incrociato la sua strada con i Puffi solo nell'animazione, ma è un fine conoscitore e appassionato dell'opera a fumetti, sulla quale ha scritto anche un saggio.

La Tana del Sollazzo ha deciso di condurre una sorta di “intervista doppia” a due persone che condividono cognome e passione, partendo proprio dai Puffi per spaziare anche ad altro.

INTERVISTA AD ANDREA MAZZOTTA


Sollazzo: Ciao Andrea, e grazie per il tempo che riesci a dedicare alle nostre domande :)

Andrea: E su questa frase, chi mi conosce sa che mi stai prendendo in giro dato che sono mesi che devo rispondere a questa intervista e se avessi aspettato ancora un po’ ti avrei trovato sotto casa con il bazooka. Sono un po’ in ritardo, lo so. :P


Sollazzo: Parlaci dell’acquisizione dei diritti per pubblicare I Puffi in Italia: nel corso degli anni i precedenti editori avevano già proposto collane con la ristampa delle storie classiche, perché una nuova edizione?

Andrea: Be', diciamo che edizione più definitiva degli integrali io difficilmente la saprei immaginare. Ci sono circa 70 pagine di materiale speciale, spesso mai visto.
Per chi immagina la propria libreria come un luogo dove conservare i più grandi capolavori nel formato migliore, non saprei immaginare di meglio.

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Sollazzo: La ristampa integrale dei Puffi edita da RW-Lineachiara non segue l’ordine cronologico degli eventi, bensi l’ordine di produzione dei remake delle primissime storie, che finiscono così inevitabilmente mescolate al materiale successivo, causando un po’ di confusione. Come mai questa scelta?

Andrea: A questa domanda possono rispondere solo i tipi di Dupuis [casa editrice francese che cura i volumi originali dell'integrale, la cui versione tradotta è quella presentata da RW-Lineachiara, NDR], dato che noi ci limitiamo a co-stampare il volume ma non ne abbiamo stabilito la scaletta.


Sollazzo: Il primo volume della collana integrale è uscito per Lucca Comics 2013, il secondo poco prima di Lucca Comics 2014: la cadenza del prossimi tomi sarà ancora annuale? Quanti dovrebbero esserne previsti?

Andrea: Probabilmente per il prossimo tomo ci vorrà settembre o ottobre.
Però ti posso anticipare che verso aprile/maggio avremo il secondo volume di John e Solfamì con la prima apparizione dei Puffi, nella mitica storia Il Flauto a Sei Puffi!

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Sollazzo: Come avviene la composizione della parte editoriale di questi volumi? Si presenta molto interessante e ricca di foto e immagini: quanta importanza date a questo lato della collezione? Ritenete che l’acquirente medio sia interessato a questa componente?

Andrea: Come detto, è il produttore francese che stabilisce i contenuti. Io personalmente ritengo che la parte dei redazionali sia un aspetto assolutamente fondamentale del successo del volume.
Rende il libro come l’edizione definitiva, quella da avere.
Per me che sono un collezionista, curioso tra l’altro, è un plus valore eccezionale.


Sollazzo: Oltre ai Puffi, Lineachiara sta proponendo collane dedicate ad altri personaggi di Peyo: Poldino Spaccaferro e John e Solfamì. Al contrario degli ometti blu, in Italia questi altri due fumetti non sono molto celebri: pensi che ci sia un pubblico interessato? Che riscontri hanno avuto i primi volumi di queste opere?

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Andrea: Gli integrali stanno andando molto bene, tanto che penso che quest’anno ci saranno due volumi di John e Solfamì.
Poldino ha un suo zoccolo duro di lettori che apprezzano molto le sue storie.
Peyo è sempre Peyo non c’è nulla da dire!


Sollazzo: Per quale motivo si è scelto di ristampare John e Solfamì attraverso una serie di omnibus, mentre per Poldino Spaccaferro si è preferita la strada dei pocket cartonati contenenti una singola storia? È prevista in futuro una riedizione di Poldino sulla falsariga delle altre due collane integrali?

Andrea: No, non credo. Abbiamo scelto I Puffi e John e Solfamì perché sono i due grandi capolavori di Peyo e, oltre ad essere conosciuti in Italia, abbiamo avuto la possibilità di sfruttare delle co-produzioni con la Francia.
INTERVISTA A FABRIZIO MAZZOTTA


Sollazzo: Ciao Fabrizio, e grazie per il tempo che ci concedi.
È noto il tuo legame con i Puffi, tra la passione per il fumetto originale e la tua esperienza di doppiaggio nella serie animata: cosa rappresentano i Puffi per te?

Fabrizio: I Puffi rappresentano la mia infanzia, un importante elemento della mia crescita, meglio di un omogeneizzato! Ho imparato a leggere anche grazie alle storie di Peyo che guardavo avidamente sulle pagine del Corriere dei Piccoli che all’epoca pubblicava una gran quantità di avventure a fumetti franco-belghe. Mio padre mi diceva di aver incontrato un puffo per strada e io ero incantato all’idea e avrei tanto voluto incontrarne uno tra gli alberi dei parchi pubblici dove giocavo! Immaginate che emozione quando, aprendo la porta della sala di doppiaggio, ho scoperto che avrei doppiato la serie a cartoni animati dei Puffi! Ero felicissimo!

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Sollazzo: Da dove nasce questa passione per gli ometti blu? Cosa ti ha portato a svilupparla tanto da scrivere - tra le altre cose - un libro insieme a Davide Caci per Tunuè?

Fabrizio: È stata una delle mie prime letture, una sorta di imprinting! Le storie erano avventurose e piene di gag. Durante gli anni non ho mai smesso di leggere le loro storie a fumetti, tant’è che colleziono riviste, albi e libri dove compaiono! Perciò è stato naturale pensare a me per un libro sui Puffi! E conto di pubblicarne una versione più ampliata, prima o poi.

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Sollazzo: Dovendo connotare il timbro vocale di un Puffo, come hai lavorato ai tempi per doppiare il personaggio? E quando hai ripreso in mano la “parte” per le pellicole cinematografiche, cosa è cambiato? Com’è stato riprendere quel ruolo?

Fabrizio: Il Puffo Tontolone è ripreso da uno dei personaggi dei fumetti ma nelle storie disegnate non è un protagonista e si limita a pochissime battute, quasi dei monosillabi. Nella serie TV della Hanna-Barbera Production invece ha avuto un ruolo decisamente di maggior importanza e il suo carattere è stato un po’ modificato, rendendolo più vispo e buffo, aumentando esageratamente la caratteristica di essere tardone. Perciò, di base, ho seguito l’originale e gli ho cucito addosso una voce dai toni acuti e un po’ stonati. In più ho modificato l’esclamazione “gosh!” dal sapore americano con un più nostrano “yup!”. Ma più di trent’anni dopo, con la versione cinematografica, il personaggio del Puffo Tontolone è leggermente modificato. Ho voluto attenuare i toni clowneschi mischiandoli con toni più lievi e fanciulleschi che ispirano tenerezza.
La Sony Americana volle dei provini per capire se i doppiatori Italiani fossero ancora in grado di doppiare gli stessi personaggi della serie TV degli anni '80. Io avevo un po’ di timore ma dall’America arrivò un fax con scritto: “old voice, very nice” , in pratica: “ la vecchia voce è molto carina”. È stata una soddisfazione!

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Sollazzo: Sei anche un apprezzato autore di fumetti. Quanto della lezione di Peyo c’è nel tuo modo di intendere e fare fumetto?

Fabrizio: È stato un po’ un colpo di fulmine. Il tratto di Peyo così chiaro, semplice ma anche molto preciso e descrittivo ha contribuito alla mia formazione artistica. Se ho imparato a disegnare lo devo anche alle storie dei Puffi. Ma non sono solo i disegni ad essere pregevoli: lo sono anche le sceneggiature! Vere lezioni di cinematografia e di arte del fumetto. Con le dovute e ovvie differenze cerco anch’io di essere chiaro quando mi armo di matita e pennello, e di avere un tratto che non necessita di un testo per poter capire il disegno. Riguardo alle sceneggiature apprezzo questa commistione di avventura e umorismo che pochissimi grandi autori sanno calibrare così bene. Mi vengono in mente Barks, Hergé e Segar.


Sollazzo: La casa editrice RW-Lineachiara sta ripubblicando in grossi volumi l’opera integrale dei Puffi. Hai avuto modo di darci un occhiata? Se sì, cosa ne pensi?

Fabrizio: La RW-Lineachiara sta editando l’edizione italiana dei corposi volumi francesi che ristampano le storie di Peyo con un interessante apparato critico pieno di notizie e belle foto. Non posso che pensarne bene. E anche la traduzione è curata in modo egregio. Tant’è che li ho tutti in bella mostra nella libreria di casa mia! Anni fa , per diletto, mi misi a tradurre molti albi di Peyo dal francese. Un modo come un altro per imparare una lingua straniera!

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Sollazzo: Hai doppiato numerosissimi personaggi del mondo dell’animazione, sia nel piccolo che nel grande schermo: a quali di questi sei più affezionato?

Fabrizio: Sicuramente Eros della serie C’era una volta…Pollon. Ma dopo tanti anni (sono ventisei!) mi sono anche affezionato al cinico Krusty il clown de I Simpson. Tempo fa in rete girava voce che il personaggio fosse destinato a morire. Devo dire che la presi con filosofia, senza nessun dramma. Però così non è e Krusty continuerà ad apparire nella serie. Ricordo anche il piccolo Nicholas della Famiglia Bradford o un vecchio film, Piccoli Gangster, dove doppiavo un giovane capobanda. Insomma: ce ne sono parecchi di personaggi!


Sollazzo: Sempre a proposito dell’animazione: cosa ne pensi dell’attuale panorama di questo tipo di produzione? Tra Disney, Pixar, Dreamworks, Aardman e Sony, come vedi i prodotti più recenti di questa fetta così particolare del mercato cinematografico? Cosa ti è piaciuto in particolare degli ultimi anni?

Fabrizio: Ormai è una vera cuccagna! Un tempo esistevano solo i film della Disney a Natale. Ora l’offerta è vastissima da parte di molte produzioni cinematografiche e televisive e c’è l’imbarazzo della scelta. È chiaro che in questo marasma non tutto il panorama è di alta qualità. Ma il concetto è che l’industria dell’animazione sta vivendo un periodo florido come non succedeva da tempo. Spesso a Parigi ai prodotti di animazione vengono dedicate esposizioni ai musei! Devo dire che generalmente la Disney e la Pixar continuano a piacermi: ho apprezzato Frozen e anche Big Heroes 6 e l’ultimo cortometraggio di Toy Story. Mi riprometto di andare a vedere il film di Shaun, Vita da Pecora e - quando uscirà nelle sale – il film dedicato a Popeye. Anzi: essendo un esperto di Braccio di Ferro e del suo autore Segar (sto scrivendo un saggio a proposito) mi piacerebbe molto curare anche il doppiaggio italiano!

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Sollazzo: Puoi anticiparci qualche tuo prossimo impegno di doppiaggio?

Fabrizio: Ho appena terminato di dirigere il doppiaggio di una bella serie inglese di telefilm per ragazzi creata da Russell T. Davies (che ha lavorato anche su Doctor Who, Torchwood e Queer as folk UK) dal titolo Maghi contro Alieni.
E ora mi sto occupando di una serie per Cartoon Network dal titolo Uncle Grandpa dove un personaggio folle è contemporaneamente nonno e zio di tutti i bambini del mondo e cerca di dare loro una mano ogni volta che si trovano in difficoltà. I suoi compagni sono una pizza margherita parlante, un burbero dinosauro, un marsupio saccente e una tigre gigante che emette peti che in realtà sono degli arcobaleni che le permettono di volare. Lo stile – neanche a dirlo! – è folle e pieno di non-sense con una grafica che a volte ricorda i fumetti di Don Martin. Lode ai creatori che hanno avuto la faccia tosta di presentare un progetto simile! Questa serie, poi, è stata candidato agli Emmy per ragazzi e ad Annecy.
A breve, inoltre, inizierò l’adattamento dei dialoghi e la direzione di doppiaggio di un film cinematografico americano.


Sollazzo: A proposito del doppiaggio, una questione tecnica: quanto incide sull’aderenza al fraseggio originale la necessità di sincronizzare il più possibile il labiale? È questa una particolarità tutta italiana o conosci altre scuole di doppiaggio così “fiscali”?

Fabrizio: Una delle regole base del doppiaggio è proprio far aderire il labiale al fraseggio originale. E l’Italia in questo campo è molto scrupolosa e professionale! In effetti in altri paesi non sempre viene rispettato il sinc, le labiali e le lunghezze delle frasi. I cartoni giapponesi, per esempio, spesso non danno importanza a tutto questo! Ma un prodotto raffazzonato toglie credibilità alla storia che si sta seguendo sullo schermo. Di per sé un film – e tanto più il doppiaggio – è finzione e la perfetta aderenza al labiale ci rende tutto più reale e credibile. Se il doppiaggio viene meno a questa funzione non ha ragione di essere, diventa poco più che un gioco, una specie di ammennicolo appiccicato su tanto perché si è costretti. Invece ritengo che, essendo un prodotto attoriale, se realizzato bene il doppiaggio è un’arte. Oltre alla bravura delle voci i meriti vanno anche agli adattatori che scrivono le frasi in italiano che andranno doppiate, il tutto senza stravolgere il significato originale.

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Sollazzo: E per quanto riguarda la tua attività di fumettista? Stai lavorando a qualcosa?

Fabrizio: La professione del direttore di doppiaggio, per anni, mi ha impedito di dedicarmi a pieno alla mia passione, ovvero i fumetti. Ora voglio ritagliarmi un po’ di spazio per il mondo delle nuvolette e così sto lavorando ad alcuni progetti. Se tutto va bene alla prossima Lucca Comics qualcosa verrà alla luce! Ma è ancora presto per parlarne.


Sollazzo: Il tuo sguardo da appassionato e addetto ai lavori ci interessa molto: come descriveresti l’attuale industria fumettistica italiana? Qual è il futuro per chi vuole lavorare in questo ambito nel nostro Paese?

Fabrizio: Purtroppo la situazione Italiana per quanto riguarda il fumetto non è tra le più rosee. Nonostante i buoni propositi – fatti di tentativi di accaparrarsi nuovi lettori con promozioni pubblicitarie o restyling – molte testate storiche di fumetti ormai non raggiungono più delle tirature che possano dirsi soddisfacenti. Nell’attribuire colpe si citano sempre i videogames, Internet, i social network, etc... Però è una tiritera che si sente da anni. Se è vero che le nuove generazioni, numericamente, sono poco inclini alla lettura è anche vero che il fumetto italiano, nonostante abbia ottimi scrittori e disegnatori, non sempre è capace di evolversi ed entrare in sintonia con la realtà attuale. Un tempo, per esempio, i fumetti Bianconi tramite Geppo, Chico o Braccio di Ferro potevano permettersi di parlare di legittimità delle pene carcerarie, di psicoanalisi, di nazismo. Oggi sarebbe possibile veicolare un messaggio simile a dei giovani lettori? A volte sembra che ci sia in corso una regressione culturale. Ci sono sempre delle eccezioni ma mi pare che molte serie a fumetti sono legate a vecchi schemi, quando basta guardare oltr’alpe per accorgersi di storie più moderne e meno costrette da moralismi e stereotipi. Anche i cartoni animati delle nuove generazioni (dove il protagonista può essere un… culo o un ragazzino che diventa donna) o i telefilm seguiti da orde di appassionati (e mi ci metto anch’io!) hanno uno stile di scrittura maturo, moderno e senza ipocrisie. Intendiamoci: non è solo questa la “formula magica” per il riscatto del fumetto italiano e io non la conosco ma – dati alla mano – questa crisi che investe il settore è mortificante per i tanti bravi professionisti che abbiamo nel nostro Paese! La conseguenza è che essendoci molte meno pubblicazioni rispetto ad anni fa per chi vuole avvicinarsi a questo mestiere diventa un’impresa assai dura! Gli spazi per il fumetto umoristico, a parte le testate Disney, sembrano essere perlopiù dedicati a brevi gag o vignette ma di certo non ci sono progetti per una serie o per una rivista contenitore con storie lunghe e con una trama delineata come poteva essere il Corriere dei Ragazzi o come è il settimanale Spirou in Belgio. Il fumetto realistico, oltre alla rispettabilissima produzione bonelliana e Diabolik, non ha altre proposte di successo.

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Sollazzo: Il web sembra essere croce e delizia per quanto riguarda il mondo del fumetto italiano, tra scontri tra autori e lettori contrapposti a spazi virtuali in cui la discussione arricchisce gli interlocutori e il fumetto stesso. Tu come vivi la Rete?

Fabrizio: Generalmente i forum sono composti da un ristretto numero di appassionati e quelli che scrivono e rispondono sono un numero ancora minore. In pratica, insomma, è un piccolo condominio dove ci si parla addosso o ci si difende a vicenda chiusi in una “torre d’avorio”! E non sempre rispecchia la realtà più vasta e sfaccettata, fuori dallo schermo del pc. Qualche autore viene insultato, altri vengono elogiati però non è detto che chi commenta nel bene o nel male abbia sempre la specifica conoscenza culturale per criticare. Io leggo blog, mi informo, mi tengo aggiornato, scrivo articoli, commento nei forum e mi diverto su Facebook. Uso la rete un po’ per cazzeggiare e un po’ come mezzo per aggiornarmi o farmi conoscere, tenendo presente i limiti del mezzo.
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Re: [Il Sollazzo Chiede #5] Intervista ai due Mazzotta dei P

Inviato: venerdì 13 febbraio 2015, 22:13
da Pangur Ban
Grande Mazzotta. Mi ricordo la sua rubrica: "Come un perioftalmo tra le mangrovie" sulla rivista AnimaniA :D

E non dimentichiamo:

https://www.youtube.com/watch?v=ah5DnsMBCbo

Re: [Il Sollazzo Chiede #5] Intervista ai due Mazzotta dei P

Inviato: sabato 14 febbraio 2015, 13:53
da MAZZOTTA
No, io su Animania scrivevo la rubrica " Doppio Duetto" dedicata al doppiaggio! :)
Ma... grazie! ;)

Re: [Il Sollazzo Chiede #5] Intervista ai due Mazzotta dei P

Inviato: sabato 14 febbraio 2015, 20:51
da Pangur Ban
O cavoli, è vero! Il periofatlmo era Luca Raffaelli. Per anni ho avuto un ricordo sbagliato e tanto ero convinto che non sono mai tornato a guardarci.
Raffaelli che ora scrive per le collezioni a colori di Tex e Zagor °_°

Eccoli gli AnimaniA, sono andato a riprenderli dalla scatola in cui li avevo archiviati:

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Dal vol.1:

"[...]Approfittiamo di queste poche righe per ringraziare tutte le persone che si sono imbarcate con noi in questa folle avventura: tutti gli Animaniaci, Fabrizio Mazzotta (il P-chan nazionale), Luca Raffaelli...[...]"

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"Come al solito potete scrivere al P-chan nazionale [...] In un impeto di bontà il Mazzotta potrebbe anche rispondervi! Chissà!!" :D

Era una rivista che informava bene ma senza rinunciare ad un certo spirito goliardico. Erano i tempi delle VHS della Dynamic che partivano tutte con "Si comincia!" :D

Re: [Il Sollazzo Chiede #5] Intervista ai due Mazzotta dei P

Inviato: sabato 14 febbraio 2015, 21:34
da MAZZOTTA
Bei tempi! Irripetibili! ^_^
Comunque anch'io ho fatto confusione con i titoli: la mia rubrica si chiamava "Voci di corridoio".
E ricevevo tante lettere!