[Claudio Cupellini] Lezioni di Cioccolato

Non solo pizzammoremandolini: il Bel Paese è conosciuto nel resto del mondo anche grazie al suo grande cinema, da sempre nel bene e nel male riflesso del suo popolo.
  • Visto insieme alla Minnie stessa, che me lo ha consigliato tanto calorosamente dal vivo quanto qui sul Sollazzo.

    Lo scambio di ruoli, volontario o meno, è sempre un presupposto interessante a un'opera narrativa, a qualunque medium appartenga. Il fingersi chi non si è, che sia come ne "L'importanza di chiamarsi Ernesto" (e corrispettivo di parodia splendida disneyana) o come ne "Il principe e il povero" dà sempre spunti irresistibili per una trama soprattutto a base di divertimento raffinato, nello stile di commedia degli equivoci, e di formazione del protagonista, che attraverso la sua esperienza in nuovi panni matura e impara una lezione importante di vita, che gli fa cambiare punto di vista. Lezioni di cioccolato rispetta entrambe queste direzioni tipiche, attualizzandole e rendendole "sul pezzo" per le tematiche trattate.
    La trama è qui sopra, ottimamente riassunta da Minnie, e a quella non ho da aggiungere nient'altro. Dico solo che il film è molto molto carino, mi è piaciuto molto, il protagonista è stato molto bravo a interpretare la parte del geometra che se ne frega delle norme elementari di sicurezza che poi però deve calarsi nei panni di un egiziano, si innamora e cambia carattere e atteggiamento; non è un ruolo semplice, a ben pensarci, sono due personaggi diversi e la capacità di rendere anche simpatico nella sua goffezza un individuo che possiede atteggiamenti esecrabili è presente. Molto bravo e minimalista anche Neri Marcorè, qui in un ruolo secondario ma comunque interessante, serafico e sornione quanto basta e con un'inedita capigliatura lunga. Brava anche la Violante.
    Il tema della sicurezza sul lavoro, specie nei cantieri, è serio e purtroppo attuale, è bello che un film italiano ne abbia fatto il motore di tutte le azioni, è bello che si sia voluto mostrare un pezzo d'Italia che per quanto ci può fare ribrezzo esiste. E il far vedere che cercare di fare i furbi può solo provocare problemi e ritorsioni, come è successo a Mattia (anche se in modo assurdo ed esagerato). Infatti altra particolarità interessante è l'iperbole narrativa, il portare alle estreme conseguenze di follia una situazione del genere. Ma il bello, e il divertimento, sta proprio lì. Un divertimento che segue la maturazione del protagonista, sotto lo sguardo divertito di Kamal, e che porta a un finale che può sembrare troppo buonista e scontato (mattia si redime e cambia abitudini di vita e lavoro) ma che nonostante ciò trova il genio proprio nell'incipit e nello svolgimento del film, nel suo cuore, e una volta apprezzato quello e capito nei suoi intenti, non si può che capire che l'unico finale possibile era di quel genere.
    Promosso, ce ne fossero di film italiani attuali così belli e intelligenti, che non parlino solo di finti amori tra ragazzini.
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