[Claudio Cupellini] Lezioni di Cioccolato
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Regia: Claudio Cupellini
Musiche:Mauro Teho Teardo
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci, Christian Poli
Mattia Cavadoni è un giovane geometra disposto a guadagnare e ad ottenere lavoro con ogni mezzo: per ottenere l'attenzione di un importante cliente, il dottor Ugolini, impara a gocare a golf e si reca nel suo stesso club. Per non farsi scappare l'occasione che potrebbe portargli notorietà nel settore, promette al dottore di ristrutturargli il casale alla metà del prezzo offerto dai concorrenti. Il cliente è soddisfatto ma questo implica un cantiere con scarse misure di sicurezza, con operai in nero e materiali scadenti. Durante i lavori sul tetto un operaio egiziano, Kamal, cade e si ferisce tanto che al pronto soccorso lo ingessano dal busto in su, braccia comprese. Costretto in questa posizione non potrà però partecipare a un corso/concorso per cioccolatieri che si tiene presso la Perugina, essendo però per lui fondamentale avere il diploma da cioccolatiere per aprire una pasticceria in Italia. Ed ecco che Kamal propone a Mattia un interessante "scambio" di ruolo. Il ragazzo dovrà fingersi lui, imparare a creare cioccolato e cioccolatini e vincere il concorso, solo in questo modo eviterà la denuncia che stroncherebbe la carriera alla sua azienda. Così Mattia è costretto a seguire delle regole, cambiare aspetto e modo di parlare per evitare di farsi scoprire dal "Maestro" Neri Marcorè e dai suoi cinque compagni, tra cui Violante Placido che interpreta Cecilia la quale viene subito individuata come la prima della classe. Chi vincerà il concorso? Riuscirà Mattia a capire cosa è davvero importante?
Lezioni di cioccolato è un film che con la sua frizzantezza e il gioco di ruoli che si va a formare, sempre più difficile da sostenere per il povero Mattia, ti prende e ti fa per un momento dimenticare di tutto il resto. E' molto interessante vedere come il protagonista pian piano cambia, e riassetta i suoi valori fino a quel momento sballati da una voglia di sfondare nel lavoro eccessiva, che non cura nulla se non il successo. Anche il suo rapporto con Kamal subirà dei cambiamenti e darà a Mattia importanti lezioni di vita.
Ho appena finito di vederlo e apparte la voglia terribile di cioccolata che mi è venuta, mi lascia un senso di spensieratezza e serenità. Tutti i pezzi vanno pian piano a ricomporre il puzzle iniziale, che però è allo stesso tempo nuovo e colorato con colori sgargianti. Di sicuro non è un film impegnato però io ve lo consiglio! E' proprio come me l'avevano descritto, il classico film che dal titolo e dagli interpreti può sembrare un po' banale o scontato, ma che in realtà è molto carino. Un po' come un cioccolatino, che è sempre meglio giudicare dal ripieno! ihihih
Visto insieme alla Minnie stessa, che me lo ha consigliato tanto calorosamente dal vivo quanto qui sul Sollazzo.
Lo scambio di ruoli, volontario o meno, è sempre un presupposto interessante a un'opera narrativa, a qualunque medium appartenga. Il fingersi chi non si è, che sia come ne "L'importanza di chiamarsi Ernesto" (e corrispettivo di parodia splendida disneyana) o come ne "Il principe e il povero" dà sempre spunti irresistibili per una trama soprattutto a base di divertimento raffinato, nello stile di commedia degli equivoci, e di formazione del protagonista, che attraverso la sua esperienza in nuovi panni matura e impara una lezione importante di vita, che gli fa cambiare punto di vista. Lezioni di cioccolato rispetta entrambe queste direzioni tipiche, attualizzandole e rendendole "sul pezzo" per le tematiche trattate.
La trama è qui sopra, ottimamente riassunta da Minnie, e a quella non ho da aggiungere nient'altro. Dico solo che il film è molto molto carino, mi è piaciuto molto, il protagonista è stato molto bravo a interpretare la parte del geometra che se ne frega delle norme elementari di sicurezza che poi però deve calarsi nei panni di un egiziano, si innamora e cambia carattere e atteggiamento; non è un ruolo semplice, a ben pensarci, sono due personaggi diversi e la capacità di rendere anche simpatico nella sua goffezza un individuo che possiede atteggiamenti esecrabili è presente. Molto bravo e minimalista anche Neri Marcorè, qui in un ruolo secondario ma comunque interessante, serafico e sornione quanto basta e con un'inedita capigliatura lunga. Brava anche la Violante.
Il tema della sicurezza sul lavoro, specie nei cantieri, è serio e purtroppo attuale, è bello che un film italiano ne abbia fatto il motore di tutte le azioni, è bello che si sia voluto mostrare un pezzo d'Italia che per quanto ci può fare ribrezzo esiste. E il far vedere che cercare di fare i furbi può solo provocare problemi e ritorsioni, come è successo a Mattia (anche se in modo assurdo ed esagerato). Infatti altra particolarità interessante è l'iperbole narrativa, il portare alle estreme conseguenze di follia una situazione del genere. Ma il bello, e il divertimento, sta proprio lì. Un divertimento che segue la maturazione del protagonista, sotto lo sguardo divertito di Kamal, e che porta a un finale che può sembrare troppo buonista e scontato (mattia si redime e cambia abitudini di vita e lavoro) ma che nonostante ciò trova il genio proprio nell'incipit e nello svolgimento del film, nel suo cuore, e una volta apprezzato quello e capito nei suoi intenti, non si può che capire che l'unico finale possibile era di quel genere.
Promosso, ce ne fossero di film italiani attuali così belli e intelligenti, che non parlino solo di finti amori tra ragazzini.
Lo scambio di ruoli, volontario o meno, è sempre un presupposto interessante a un'opera narrativa, a qualunque medium appartenga. Il fingersi chi non si è, che sia come ne "L'importanza di chiamarsi Ernesto" (e corrispettivo di parodia splendida disneyana) o come ne "Il principe e il povero" dà sempre spunti irresistibili per una trama soprattutto a base di divertimento raffinato, nello stile di commedia degli equivoci, e di formazione del protagonista, che attraverso la sua esperienza in nuovi panni matura e impara una lezione importante di vita, che gli fa cambiare punto di vista. Lezioni di cioccolato rispetta entrambe queste direzioni tipiche, attualizzandole e rendendole "sul pezzo" per le tematiche trattate.
La trama è qui sopra, ottimamente riassunta da Minnie, e a quella non ho da aggiungere nient'altro. Dico solo che il film è molto molto carino, mi è piaciuto molto, il protagonista è stato molto bravo a interpretare la parte del geometra che se ne frega delle norme elementari di sicurezza che poi però deve calarsi nei panni di un egiziano, si innamora e cambia carattere e atteggiamento; non è un ruolo semplice, a ben pensarci, sono due personaggi diversi e la capacità di rendere anche simpatico nella sua goffezza un individuo che possiede atteggiamenti esecrabili è presente. Molto bravo e minimalista anche Neri Marcorè, qui in un ruolo secondario ma comunque interessante, serafico e sornione quanto basta e con un'inedita capigliatura lunga. Brava anche la Violante.
Il tema della sicurezza sul lavoro, specie nei cantieri, è serio e purtroppo attuale, è bello che un film italiano ne abbia fatto il motore di tutte le azioni, è bello che si sia voluto mostrare un pezzo d'Italia che per quanto ci può fare ribrezzo esiste. E il far vedere che cercare di fare i furbi può solo provocare problemi e ritorsioni, come è successo a Mattia (anche se in modo assurdo ed esagerato). Infatti altra particolarità interessante è l'iperbole narrativa, il portare alle estreme conseguenze di follia una situazione del genere. Ma il bello, e il divertimento, sta proprio lì. Un divertimento che segue la maturazione del protagonista, sotto lo sguardo divertito di Kamal, e che porta a un finale che può sembrare troppo buonista e scontato (mattia si redime e cambia abitudini di vita e lavoro) ma che nonostante ciò trova il genio proprio nell'incipit e nello svolgimento del film, nel suo cuore, e una volta apprezzato quello e capito nei suoi intenti, non si può che capire che l'unico finale possibile era di quel genere.
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Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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