[Wildside/Rai Cinema] Boris: Il Film

Non solo pizzammoremandolini: il Bel Paese è conosciuto nel resto del mondo anche grazie al suo grande cinema, da sempre nel bene e nel male riflesso del suo popolo.
  • L'ho visto stasera... Bramo, spero che nel cinema dove sei andato tu ci fosse un bel po' di gente, dove sono andato io eravamo in quattordici, e in un grosso multisala con la proiezione di Kick Ass a fianco naturalmente molto più affollata...

    Due commenti a caldo: un grosso limite del film può essere che chi non ha seguito tutta la serie televisiva si perde veramente molto, almeno in termini di sottigliezze, rimandi e riferimenti... E l'impressione è che una visione scevra del tipo di affetto nei confronti di Boris come quello che ad esempio ho nutrito io possa rivelare a uno spettatore che viene in contatto ora con questi personaggi un prodotto anche un po' confusionario, e come dici tu molti elementi sembrano infilati dentro un po' a forza. Anche l'impressione che si tratti proprio di un episodio allungato della serie e la regia per nulla diversa da quella del prodotto tv non contribuiscono a farne un grandissimo esempio di tecnica (scrittura a parte, perché le battute e i dialoghi sono sempre più che ottimi).

    Ma per fortuna ci sono molti, moltissimi lati positivi che superano secondo me di gran lunga quelli negativi... Prima di tutto Renè, un personaggio veramente grandissimo e umano come pochi, tragico e al tempo stesso divertente, e che dopo la grande evoluzione psicologica già avuta nella parte finale della seconda stagione si riconferma in tutto il suo potenziale. E’ un uomo vinto da un mestiere che non lo soddisfa e non lo soddisferà mai pienamente, fagocitato dalle meccaniche perverse del mondo in cui lavora e che si è ormai completamente arreso… Tra l’altro è bello perché nel mondo del cinema viene anche considerato un regista assai scarso proprio tecnicamente, in confronto ai vari direttori della fotografia fighettini e agli attori di prima fascia, in modo che questo provochi in lui una frustrazione ancora più grande… Poi il messaggio di fondo (che già ha descritto Bramo)con la denuncia seria, consapevole, amara e anche altamente pungente che riguarda non solo un modo di fare tv o cinema, ma tutto un certo tipo di sistema malato che purtroppo è cosa di ogni giorno nella società fuori dallo schermo.
    E poi io ho riso molto anche qui, in media come nelle stagioni tv! (Mega lol per Sottaceto, la Calabria e il ponte sullo stretto!)

    Alcuni elementi presi dalla serie come presagivo sono stati trattati superficialmente, altri proprio appena abbozzati, come la storia tra Arianna e Alessandro, che nel film si riduce tutta a un semplice [spoiler]bacio[/spoiler] che sa tanto di liberazione per chi l’ha atteso per tre intere stagioni (io sono uno di quelli) e che invece per chi vede solo il prodotto cinematografico significa meno di niente.

    Nel complesso mi è comunque piaciuto!
  • bacci88 ha scritto:L'ho visto stasera... Bramo, spero che nel cinema dove sei andato tu ci fosse un bel po' di gente, dove sono andato io eravamo in quattordici, e in un grosso multisala con la proiezione di Kick Ass a fianco naturalmente molto più affollata...
    Io e Minnie l'abbiamo visto ieri pomeriggio, ed eravamo noi due e un signore anzianotto che se la rideva un sacco, e basta. Ma era venerdì pomeriggio, in fondo... la sera siamo andati a vedere Kick-Ass che era pieno, ma era sera appunto...
    bacci88 ha scritto: un grosso limite del film può essere che chi non ha seguito tutta la serie televisiva si perde veramente molto, almeno in termini di sottigliezze, rimandi e riferimenti... E l'impressione è che una visione scevra del tipo di affetto nei confronti di Boris come quello che ad esempio ho nutrito io possa rivelare a uno spettatore che viene in contatto ora con questi personaggi un prodotto anche un po' confusionario, e come dici tu molti elementi sembrano infilati dentro un po' a forza. Anche l'impressione che si tratti proprio di un episodio allungato della serie e la regia per nulla diversa a quella del prodotto tv non contribuiscono a farne un grandissimo esempio di tecnica (scrittura a parte, perché le battute e i dialoghi sono sempre più che ottimi).
    Sono d'accordo, purtroppo.
    bacci88 ha scritto:Prima di tutto Renè, un personaggio veramente grandissimo e umano come pochi, tragico e al tempo stesso divertente, e che dopo la grande evoluzione psicologica già avuta nella parte finale della seconda stagione si riconferma in tutto il suo potenziale. E’ un uomo vinto da un mestiere che non lo soddisfa e non lo soddisferà mai pienamente, fagocitato dalle meccaniche perverse del mondo in cui lavora e che si è ormai completamente arreso… Tra l’altro è bello perché nel mondo del cinema viene anche considerato un regista assai scarso proprio tecnicamente, in confronto ai vari direttori della fotografia fighettini e agli attori di prima fascia, in modo che questo provochi in lui una frustrazione ancora più grande…
    Più che quello di fine seconda stagione, direi quello della terza (che deriva da quello precedente, ovvio, Renè è il personaggio che più matura nel corso della serie come già dissi nel topic di Boris :) ). Sono d'accordo che qui Pannofino si dimostra attore superbo e bravissimo, ottimo nell'interpretare questo Renè depresso prima, che ci crede poi e rassegnato alla fine, per darci il finale amaro e rassegnato, appunto. Mi cascano le braccia (anzi, proprio le palle!) a vedere che fra meno di un mese reciterà da co-protagonista in una commediaccia con Enrico Brignano, sdivertente ai massimi livelli e simbolo di quello che Boris - Il Film denuncia... non me ne capacito proprio :(
    bacci88 ha scritto: E poi io ho riso molto anche qui, in media come nelle stagioni tv! (Mega lol per Sottaceto, la Calabria e il ponte sullo stretto!)
    Quella è geniale, l'ho citata anch'io non a caso! "Un ponte è fatto per unire, è questo quello che fanno i ponti... un'opera che debellerà del tutto la mafia!" Lollone e politicamente scorretto!
    bacci88 ha scritto:che sa tanto di liberazione per chi l’ha atteso per tre intere stagioni
    Eh sì, pur'io sono stato contento di quello, ma innegabilmente è messo "a cazzo di cane". Il punto è che gli sceneggiatori (quelli veri :P ) vantavano ovviamente che il film è godibile anche da chi non conosce la serie, ma mi sto domandando quanto sia vero effettivamente. Martellone che c'azzecca (anche se ho apprezzato l'aver ripreso il suo accenno della terza stagione a "E stiqatsi")? E la "figlia di Mazinga" che cita l'assegno? E la formica rossa all'inizio? E il "sono morti tutti i pesci, tranne Boris"? Perchè?
    bacci88 ha scritto:Nel complesso mi è comunque piaciuto!
    Io ancora sono combattuto. Ripeto, è un film da vedere senz'altro per il messaggio che porta (la resa dei cinepanettoni è formidabile), ma ci sono troppe cose che suonano stonate...
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Bramo ha scritto: Più che quello di fine seconda stagione, direi quello della terza (che deriva da quello precedente, ovvio, Renè è il personaggio che più matura nel corso della serie come già dissi nel topic di Boris :) ). Sono d'accordo che qui Pannofino si dimostra attore superbo e bravissimo, ottimo nell'interpretare questo Renè depresso prima, che ci crede poi e rassegnato alla fine, per darci il finale amaro e rassegnato, appunto. Mi cascano le braccia (anzi, proprio le palle!) a vedere che fra meno di un mese reciterà da co-protagonista in una commediaccia con Enrico Brignano, sdivertente ai massimi livelli e simbolo di quello che Boris - Il Film denuncia... non me ne capacito proprio :(
    Hai ragione, mi son sbagliato, ho scritto seconda ma pensavo alla terza che avevi già citato tu :)
    Pannofino recita nella commediaccia con Brignano perché come ha detto nel film il personaggio che interpretava il cosmonauta scorreggione del cinepanettone, col teatro si fa l'arte, coi filmacci i soldi :P
    Bramo ha scritto: Quella è geniale, l'ho citata anch'io non a caso! "Un ponte è fatto per unire, è questo quello che fanno i ponti... un'opera che debellerà del tutto la mafia!" Lollone e politicamente scorretto!
    Sì, e poi: con il ponte sullo stretto finalmente mio cugino calabrese potrà venire a vendere la scamorza in sicilia e noi la nostra in calabria! :D
    Bramo ha scritto: Eh sì, pur'io sono stato contento di quello, ma innegabilmente è messo "a cazzo di cane". Il punto è che gli sceneggiatori (quelli veri :P ) vantavano ovviamente che il film è godibile anche da chi non conosce la serie, ma mi sto domandando quanto sia vero effettivamente. Martellone che c'azzecca (anche se ho apprezzato l'aver ripreso il suo accenno della terza stagione a "E stiqatsi")? E la "figlia di Mazinga" che cita l'assegno? E la formica rossa all'inizio? E il "sono morti tutti i pesci, tranne Boris"? Perchè?
    Infatti, che poi le semplici citazioni ci possono stare... ma chiamare una la figlia di mazinga senza spiegare nulla (lo spettatore medio che ci capisce?) fa davvero pensare che il film sia stato fatto apposta per soddisfare chi seguiva la serie...

    O forse, chissà, miravano proprio a rappresentare un complesso microcosmo variamente sfaccettato in cui noi siamo davvero solo spettatori...senza scendere a compromessi come tutti quelli che fanno film generalisti buoni per tutte le età e per tutti gli interessi... minandone però la comprensione generale in certi punti... :???:
  • C'è una cosa che "salva" questo film dai timori che potesse essere solo una "puntata allungata" o un qualcosa di riservato ai fan della serie: la centralità di René. L'ho trovato un ottimo stratagemma, che conferisce al film una patina di autorevolezza che difficilmente uno spinoff saprebbe guadagnarsi. La serie nacque con protagonista Alessandro lo stagista, che coi suoi occhi ingenui e i suoi sogni si accorgeva della corruzione e lo sfacelo della produzione di cultura in Italia. Gradualmente la scettro di protagonista è passato al regista René, il veterano disilluso, che infatti ha dominato tutta la terza stagione. Nel film ha la sua consacrazione. E inevitabilmente tutti gli altri personaggi della serie diventano minori, di contorno.
    Più che una puntata allungata, il film sembra più strutturato come due-tre episodi consecutivi, una sorta di miniserie conclusiva. Il primo è quello del René depresso e barbuto senza una meta (come Jack della quarta stagione di Lost :D), il secondo è la produzione "importante" del film su La casta, il terzo è lo sfacelo del ritorno dei "pezzenti" e la lenta trasformazione in cinepanettone.

    Insomma, per questi motivi non condivido la parte negativa della critica di Bramo. Il film secondo me è riuscito in ogni sua parte. Che non vuol dire che sia un ottimo film in sé, perché purtroppo non avrebbe mai potuto esserlo. Si doveva garantire la continuità stilistica con la serie tv, altrimenti non sarebbe sembrato "il film di Boris" ma un film "su un regista disilluso" qualunque. E questo comporta inevitabili difetti, come la trascuratezza di molti personaggi (non tutti, comunque. Quelli a stretto contatto di René come Sergio e Lopez sono anche loro colonne portanti del film, più di quanto lo fossero nella serie), le sottotrame non completamente spiegate, e lo stesso title character, Boris, che sicuramente tutti si chiederanno che ca$$o c'entra :P
    Ma come "film di Boris" è perfetto, anche meglio di quello che ci si potesse aspettare. Non so questo però quanto gioverà sugli incassi. Io, venerdì pomeriggio, in sala ero completamente SOLO. Mi ha solo fatto compagnia la maschera per una decina di minuti verso la fine :P

    Ho apprezzato tantissimo il finale, che è una degna conclusione della saga. Sinceramente una quarta stagione di Boris non la voglio. Quando un telefilm di culto approda al grande schermo solitamente è una ciofeca come Sesso and the City 2, dice il saggio, ma Boris invece c'è riuscito. Andare oltre sarebbe stupido. Il vero passo avanti, adesso, è portare la serie sulle tv generaliste, in prima serata e non censurato.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Boris era il film che più attendevo per questa stagione cinematografica.
    Mesi di fibrillazione si sono risolti in una sala cinematografica semi-deserta (io ed altri undici seguaci indottrinati, due-tre giovani, un vecchio solo), in un anonimo multisala di periferia, il venerdì pomeriggio. Mi rattrista leggere che anche voi avete trovato proiezioni vuote: si è fatto un gran parlare negli ultimi mesi di "rinascita" della commedia italiana (Checco Zalone, Cetto Laqualunque e compagnia brutta) con incassi stratosferici per poi vedere la vera gemma nostrana passare del tutto inosservata....e dire che la campagna marketing mi aveva colpito per la sua importanza (grande battage televisivo, addirittura la storiella -storiaccia- su Topolino).
    Al di là di questo, il film non ha deluso le enormi aspettative. Mi è piaciuto tantissimo. Certo, la regia tradisce la sua natura televisiva e la sceneggiatura procede in un inesorabile accumulo di gag, senza alcun ordine particolare, affastellando le scene e di conseguenza lasciando molti dei personaggi abbandonati al proprio destino ma è una caotica esuberanza che ho inteso in positivo: gli sceneggiatori bruciano come se nulla fosse materiale per decine di episodi televisivi con casereccia allegria. Non si poteva pretendere altro su questo versante. Al contrario, le interpretazioni rivelano una tecnica sopraffina: da quanto tempo è che non si vedeva un film italiano recitato così bene?
    Non so se è una mia impressione ma ho notato poi un certo sforzo nel convogliare nel film le caratteristiche di tutte e tre le serie: l'immediatezza e la semplicità delle prime due e la costruzione di gag più articolate e "riflessive" della terza.
    Il finale,[spoiler]nel cinema[/spoiler], rivela un amore sincero, assoluto ma scanzonato, per la settima arte che non ha nulla da invidiare all'impressionante Tarantino di Inglorious Basterds (tranquilli, è una provocazione...)
  • Franz ha scritto:C'è una cosa che "salva" questo film dai timori che potesse essere solo una "puntata allungata" o un qualcosa di riservato ai fan della serie: la centralità di René. L'ho trovato un ottimo stratagemma, che conferisce al film una patina di autorevolezza che difficilmente uno spinoff saprebbe guadagnarsi. La serie nacque con protagonista Alessandro lo stagista, che coi suoi occhi ingenui e i suoi sogni si accorgeva della corruzione e lo sfacelo della produzione di cultura in Italia. Gradualmente la scettro di protagonista è passato al regista René, il veterano disilluso, che infatti ha dominato tutta la terza stagione. Nel film ha la sua consacrazione. E inevitabilmente tutti gli altri personaggi della serie diventano minori, di contorno.
    Questa è una cosa positiva, infatti, non lo metto in dubbio. Ma intanto non nuova, come osservi tu infatti la centralità di Renè come vero protagonista si era già verificata nella terza stagione in cui Alessandro era ben lontano dall'essere personaggio principale... quindi è semplicemente riprendere quell'idea vincente (anche grazie alle doti da grande attore di Pannofino), ma è il modo in cui è stata portata sul grande schermo che non mi ha convinto. Se gli altri personaggi diventano tutti di contorno ma sono una ventina, è ovvio che la loro presenza risulta pretestuosa e caotica, e sarebbe stato meglio allora non richiamare alcuni personaggi che ai fini del film sono risultati inutili. Penso al già citato Martellone, ma anche a Lorenzo, perfino a Biascica che non fa praticamente niente... Si sarebbe scontentati i fan e si sarebbe persa l'idea del richiamare la troupe storica di Renè, ma se una serie corale poteva vantare 14 episodi per sviluppare tutti i personaggi il film non ha il tempo necessario, e si è visto.
    Franz ha scritto:Insomma, per questi motivi non condivido la parte negativa della critica di Bramo. Il film secondo me è riuscito in ogni sua parte. Che non vuol dire che sia un ottimo film in sé, perché purtroppo non avrebbe mai potuto esserlo. Si doveva garantire la continuità stilistica con la serie tv, altrimenti non sarebbe sembrato "il film di Boris" ma un film "su un regista disilluso" qualunque. E questo comporta inevitabili difetti, come la trascuratezza di molti personaggi (non tutti, comunque. Quelli a stretto contatto di René come Sergio e Lopez sono anche loro colonne portanti del film, più di quanto lo fossero nella serie), le sottotrame non completamente spiegate, e lo stesso title character, Boris, che sicuramente tutti si chiederanno che ca$$o c'entra :P
    Per quanto riguarda Lopez sono d'accordo, è stato tratteggiato egregiamente e d'altronde la sua figura era necessaria e importante ai fini della critica ad alcune figure. Tra l'altro è bellissimo che la critica sia neanche tanto velatamente alla struttura Rai (sezioni fiction, cinema e radio) e ai suoi prodotti, e Boris - Il Film sia prodotto proprio da Rai Cinema!
    Su Sergio dissento, a parte stare male non fa molto se non dare l'opprtunità a Renè di fare il film.
    Cosa intendi con "continuità stilistica con la serie"? La struttura narrativa riprende quella della serie effettivamente, con i vari ciak, i "Buona!", le mattane di Stanis, la cagna, i problemi sul set... il tutto però buttato dentro in modo a mio parere disordinato, per altro con poche scene in cui si mostravano i ciak (mi viene in mente solo quella iniziale con la festa e quella con Corinna). Le sottotrame poco spiegate, poi, secondo me non sono problemi da poco, neanche tenendo conto della sua natura "derivativa".
    Franz ha scritto:Più che una puntata allungata, il film sembra più strutturato come due-tre episodi consecutivi, una sorta di miniserie conclusiva. Il primo è quello del René depresso e barbuto senza una meta (come Jack della quarta stagione di Lost :D), il secondo è la produzione "importante" del film su La casta, il terzo è lo sfacelo del ritorno dei "pezzenti" e la lenta trasformazione in cinepanettone.
    La divisione nei tre atti della narrazione, è corretta, ovvio, ma a me continua comunque a sembrare una puntata allungata... :P Inoltre la prima parte per quanto importante mi è parsa noiosa ed eccessivamente lenta, come ebbi modo di dire. Quindi si poteva forse ridurla e organizzare in altro modo i tre atti.
    Franz ha scritto:Ma come "film di Boris" è perfetto, anche meglio di quello che ci si potesse aspettare. Non so questo però quanto gioverà sugli incassi. Io, venerdì pomeriggio, in sala ero completamente SOLO. Mi ha solo fatto compagnia la maschera per una decina di minuti verso la fine :P
    Temo che non sbancherà... gli esempi offerti da me, Bacci e te non sono rincuoranti, e la natura "derivativa" farà il resto.
    Franz ha scritto:Ho apprezzato tantissimo il finale, che è una degna conclusione della saga. Sinceramente una quarta stagione di Boris non la voglio. Quando un telefilm di culto approda al grande schermo solitamente è una ciofeca come Sesso and the City 2, dice il saggio, ma Boris invece c'è riuscito. Andare oltre sarebbe stupido. Il vero passo avanti, adesso, è portare la serie sulle tv generaliste, in prima serata e non censurato.
    Mmm, non so quanto ci sia riuscito o quanto le parole del vate Elio siano invece applicabili anche a questo caso. Perchè ciofeca sicuramente Boris - Il Film non lo è, per niente, ma occorrerebbe capire come giudicare riuscita una serie tv che sbarca su un medium diverso, il cinema in questo caso. Fedeltà alla struttura del telefilm, oppure capacità di adattarsi a linguaggi e situazioni diverse? Questo film si è adattato per quanto riguarda l'argomento trattato, ma forse non del tutto nel modo di farlo.
    Sul futuro di Boris, anch'io vedo la giusta conclusione con il film. Non perchè ne pensi così male da ritenere bollito il progetto. Ma perchè come dicevo nella rece della terza stagione è bene che un prodotto decida di fermarsi quando ha detto tutto, e io ritengo che 3 stagioni tv e una pellicola cinematografica abbiano mostrato tutto quello che Boris aveva da dare, senza allungare troppo il progetto. La conclusione amarissima, ancora più disfattista del finale aperto della terza stagione, con [spoiler]il ritorno rassegnato a dirigere Il Giovane Ratizinger[/spoiler], è un epitaffio perfetto per quanto riguarda il giudizio che gli autori hanno da dare sul cinema e sulla fiction italiana: cioè che non c'è speranza. Il messaggio è incisivo e senza pietà, perpetrarlo non avrebbe senso e cambiarlo sarebbe folle.

    Il messaggio, che deve colpire non solo i produttori, sceneggiatori e registi ma soprattutto il pubblico beota che ride delle scorregge e dei pesci nel sedere, o dei "Bucho de culo!" e dei tormentoni dei comici sdivertenti alla Zelig, che va al cinema solo dietro promessa delle "grasse risate" che possono dare i cinepanettoni o taluni film d'animazione Dreamworks e simili. E' a questa gente (che se vedrà questo film però non si riconoscerà tra gli "accusati") che gli autori puntano il dito e il loro disprezzo, è loro la colpa della situazione in cui si è finiti. Non solo, ma anche, ed era ora che la critica ai cinepanettoni non fosse data solo a De Sica e Neri Parenti ma anche a chi fa prosperare da decenni questa gente, la maggioranza del pubblico italiano.
    Per questo il film è valido, importante, coraggioso, e diverso da qualunque altro: per questo va visto. Ma mi dispiace che ci siano vistosi difetti che non mi fanno giudicare questo lavoro perfetto e nemmeno ottimo, ma solo buono.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Ma solo io ho creduto che [spoiler]il film fosse tutto un sogno, e che René in realtà non ha mai abbandonato il set del Grande Ratzinger ma ha solo provato a immaginare un whatif[/spoiler]?
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Franz ha scritto:Ma solo io ho creduto che [spoiler]il film fosse tutto un sogno, e che René in realtà non ha mai abbandonato il set del Grande Ratzinger ma ha solo provato a immaginare un whatif[/spoiler]?
    No. ci ho pensato anche io. ma la barba non lascia dubbi.
  • ovvero? non ho seguito la sottotrama tricotica :P

    Il fatto è che è una cosa strana abbandonare un set (che presumibilmente è poi fallito, o ha cambiato troupe) e ritornarci dopo mesi e mesi e riprendere da dove si è lasciato.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Aspetto anch'io lumi sulla storia della barba :P Comunque anche Minnie ha fatto ques'ipotesi, dopo la visione, che potrebbe anche essere plausibile... però io ho inteso tutto come se fosse successo realmente.
    Sul tuo dubbio... Lopez stesso dice a Renè che la produzione di quella fiction è rimasta ferma dopo l'abbandono di Renè, facendo perdere un sacco di soldi per il rallentamento... quindi non avranno trovato nessun'altra troupe disposta e il progetto sarà rimasto fermo [spoiler]fino al ritorno di Renè[/spoiler].
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  • Franz ha scritto:ovvero? non ho seguito la sottotrama tricotica :P
    Nella prima scena al cinema, René ha la barba sfatta mentre alla fine sfoggia il tradizionale pizzetto. O se le è regolata durante il film oppure non è stato un sogno....
  • Beh sì, non ha mica fatto tutto il film col barbone? Quando ha ripreso a lavorare penso che si fosse tornato a radere.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Franz ha scritto:
    Il fatto è che è una cosa strana abbandonare un set (che presumibilmente è poi fallito, o ha cambiato troupe) e ritornarci dopo mesi e mesi e riprendere da dove si è lasciato.
    E' la stessa cosa che ho pensato anch'io appena uscito dal cinema... bè, sicuramente il lasciare il sospetto riguardo ad un eventuale [spoiler]sogno o proiezione mentale[/spoiler] di René è una cosa voluta, e pure riuscita bene per me ;)

    Concordo pure sulla centralità dei personaggi come Lopez e Sergio, che nel film hanno avuto molto più spazio e sono gli unici dopo Renè ad aver mostrato un po' di psicologia diversa da quello che si era visto nella serie. Sergio era il direttore di produzione sempre solo impegnato a vedere il lato economico delle cose e a fregare la gente con intrallazzi e operazioni al limite della legalità... qui l'ho visto strutturato diversamente, e non solo per [spoiler]l'infarto[/spoiler] :P
    Se notate, invece il resto degli altri personaggi o non sono per nulla approfonditi o rimangono tali e quali quelli che abbiamo visto in tv... sempre fatta eccezione per Renè, che non mostra cose diverse, ma sicuramente il suo personaggio è al centro di tutto, come avete avuto già modo di scrivere.
  • Quello che mi è piaciuto più di tutto, e scusate se forse mi ripeto ma prima non ho approfondito bene la questione, è che la visione di Boris mostra che non ci sono differenze tra lo spettatore becero che ride per il pesce infilato nel cuculo o per le scuregge, e l'attore e il produttore che quel film l'hanno realizzato, entrambi fanno parte dello stesso squallido sistema.
    Come già per la serie tv, uno è il film che balza subito alla mente vedendo Boris, Effetto notte di Truffaut, che metteva in scena già nel 1973 gli stessi identici problemi evidenziati da Boris (anche lì c'è l'attrice cagna tale e quale alla Crescentini, vedere per credere!) e in questo senso Boris può apparire come una versione più popolare (ma quanto poi?) di un film come questo, che appunto era realizzato con la solita maestria del regista francese. Anche quello, come mi disse una volta il mio prof del corso di cinema dell'accademia, è uno dei film più amato dagli addetti ai lavori :asd:

    Altro riferimento più recente è Il caimano di Nanni Moretti in cui il regista di film di serie B Silvio Orlando cerca di rinascere professionalmente girando un film di denuncia su Berlusconi, andando anch'egli inevitabilmente a cozzare nelle stesse problematiche produttive, realizzative e pure di censura del sistema corrotto in cui incappa Renè Ferretti. Siccome non sono un grande estimatore di Moretti, fatti salvi alcuni casi, Boris-il film m'è piaciuto molto di più, anche naturalmente per l'affetto che provo per la serie.
  • Franz ha scritto:Beh sì, non ha mica fatto tutto il film col barbone? Quando ha ripreso a lavorare penso che si fosse tornato a radere.
    mmm quando è al cinema e inizia l'ipotetico sogno ha il barbone, quando è al cinema e finisce l'ipotetico sogno non ha più il barbone - se non erro.
  • non ce l'ha da molto prima. Il barbone ce l'ha avuto solo per poco, all'inizio. Appena è iniziata la lavorazione de La casta non ce l'aveva già più, penso.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Il film di Boris mi ha dato esattamente quello che mi aspettavo, e sono uscito soddisfatto dalla sala perchè alcune critiche negative che avevo sentito e letto da più direzioni.
    Non ho minimamente accusato la sensazione di trovarmi di fronte a un episodio del telefilm più lungo, ma a un film vero e proprio: quella "lentezza" descritta da bramo io invece l'ho percepita come un respiro più ampio che gli autori si sono potuti concedere per introdurre meglio le sensazioni di Renè prima di avviare la trama. Io l'ho apprezzato, ma soprattutto credo sia stato necessario per accompagnare per mano gli spettatori cinematografici che non avevano visto il telefilm.
    Da questo punto di vista credo che Boris - Il Film sia perfettamente fruibile anche da -nuovi- fan: i riferimenti alla serie ci sono (e sarebbe stupido il contrario, dato che è sempre stato un telefilm con una continuity e diversi riferimenti e rimandi agli eventi passati), ma ogni cosa è buttata lì senza darle troppo importanza... I vecchi personaggi che tornano per i novizi sono percepiti alla stregua di quelle che noi sappiamo essere new entry; ma tanto tutto questo importa fino a un certo punto, perchè tanto il film di Boris è un film di nicchia che si rivolge a un pubblico ristretto, esattamente come la serie tv.
    bacci88 ha scritto:Infatti, che poi le semplici citazioni ci possono stare... ma chiamare una la figlia di mazinga senza spiegare nulla (lo spettatore medio che ci capisce?) fa davvero pensare che il film sia stato fatto apposta per soddisfare chi seguiva la serie...
    Bè, una frase che dura 20 secondi di sicuro non stravolge il sistema psico-emotivo dei nuovi spettatori, e non credo rubi troppo tempo all'economia del film.
    Poi, se io ad esempio vado a vedermi il film di Sex&the City senza aver visto il telefilm, dò per scontato che ci sarà qualche riferimetno che non coglierò; altrimenti gli autori non avrebbero fatto un film di Boris, ma un film di un qualcosa di nuovo.
    Nel film dei Simpson dobbiamo lamentarci della presenza di tutti quei personaggi senza che ognuno venga introdotto con una scena a lui dedicata?

    Comunque in tutto ciò l'unica "fase" che ho percepito un po' come ritorno ai ritmi televisivi è stata la prima metà del secondo tempo, ovvero quando vengono effettuate le riprese negli studi di posa, dove si susseguono più sketch di breve durata come avveniva appunto nella serie tv.

    Comunque tutti i momenti di cine-panettonismo (sia quello iniziale, che quello finale diretto da Renè) non mi hanno fatto ridere minimamente, così come non c'è stata neanche una risata tra quella ventina di persone presenti in sala. È un momento di ironia amara, così come avviene per molta satira odierna sulla società o sulla politica, il disgusto per la situazione attuale ha la meglio sulla comicità di una battuta; lo stesso avviene in questo frangente, con satira sul mondo dello spettacolo.
    Ah, a parte tutta la satira e l'umorismo più avvelenato, la cosa che più mi ha fatto ridere è stato il personaggio di Marilita Loy, credo sia uno delle parodie sfottò che strizzano l'occhio agli addetti ai lavori più riusciti di tutti quelli presentati anche nelle 3 stagioni.

    Per quanto riguarda la possibilità che sia tutto un sogno, il film non dà nessun indizio che possa essere così. Semplicemente, dopo essersi arreso a girare un cine-panettone, Renè decide di tornare a fare quel tipo di televisione che ha sempre fatto; aveva sognato il cinema, ma si è reso conto che quel mondo è ancor peggio di quello televisivo, e preferisce optare per il minore tra i mali.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Per quanto mi riguarda, un film assolutamente spettacolare!
    Non credevo possibile un film del genere qui in Italia, così coraggioso e perfetto nel raccontare le storture del nostro cinema di almeno gli ultimi 25 anni, e dalle quali siamo circondati tutt'ora.
    L'attacco ai cine - panettoni, alle fiction televisive da quattro soldi, al pubblico italiano, ai comici ignobili stile Colorado, tutto imitato con uno stile MAGNIFICO. Mi ha fatto impazzire il livello di dettaglio quando, durante la trasmissione in tv di una fiction, nella parte bassa dello schermo è comparso il bollino verde e la scrittina che scorre in Times new roman tipica di Canale 5 :D Davvero non ho parole per far capire quanto sono esaltato. Anche "Natale al Polo sud" è di una perfezione spaventosa, le musichette sceme da discoteca meta anni '90, i doppiaggi malfatti, l'Enzo Salvi della situazione.

    Cambiando discorso, ho letto velocemente (anche qui) un po' di delusione per questo film, perché magari arrivano alcuni eventi aspettati da molto sprecandoli un po', oppure per il poco approfondimento dato ai personaggi, necessario a chi non ha mai visto la serie (come me): ebbene, non ho avuto nessun problema da questo punto di vista, mi son visto subito alcuni personaggi caratterizzati, tipo Biascica (con la classica famiglia italiota berlusconiana, anche qui, rappresentazione ottima), altri meno, ma in generale posso accettarlo e non mi faccio problemi dato che appunto so vengono da tanti episodi, e che il niubbo sono io. E' piuttosto un bell'incentivo per ricuperare la serie e saperne di più.

    Un film profondamente triste e amaro, che non tutti possono apprezzare e comprendere fino in fondo, pieno di bella musica, riferimenti e frecciatine (e non solo riguardanti il cinema, vedi la petizione sul Vaticano :D ). E ora, se la serie è così, non posso aspettare un secondo per guardarla.
    Timido postatore e finto nerd.

    Pure su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBsX4Y ... LjrjN8JvEQ.
  • L’altro giorno mi sono rivisto il film di Boris. È stato uno dei rari casi in cui mi sono messo a seguire un film quasi per caso: non l’avevo programmato come faccio di solito, ma ho iniziato a seguirlo e me lo sono visionato per intero.
    Devo dire che le mie perplessità della prima visione sono state un bel po’ ridimensionate: la pellicola non è un capolavoro né esente da pecche, tra cui annovero effettivamente un modo di raccontare poco cinematografico e molto televisivo. È una scrittura televisiva molto buona, intendiamoci, e infatti Boris è la serie ottima che ben sappiamo, ma portata al cinema scricchiola un po’.
    Sminuisco il problema della conoscenza pregressa della serie per godere il film: certo, come sempre in questi casi chi conosce l’opera di partenza capisce e apprezza di più, ma a parte alcune cose only for fans (la formica rossa, la cagna maledetta, Martellone) in generale il film porta chiaramente il suo messaggio anche chi Boris non l’ha mai seguito e non sa chi sono i personaggi. Questo perché i protagonisti (Renè in particolare) riescono con poche pennellate a caratterizzare la propria parte, dando un’interpretazione che permette allo spettatore di inquadrare subito carattere e ruolo dei personaggi più importanti.

    E trovo che l’amara considerazione finale, che esplode nelle ultime due scene (Renè che guarda annuendo il risultato finale del “suo” film Natale con la Casta e Renè che si piega e gira al rallenty la scena della fiction) ma che è figlia della parabola che corre per tutta la seconda parte del film, sia veramente forte. E questo proprio perché è costruita con i suoi giusti tempi: lo sfacelo avviene pezzo per pezzo, e un passo alla volta il film di Renè diventa il più becero stereotipo di cinema italiano.
    Un messaggio forse esagerato e troppo catastrofista, ma di grande impatto e malinconia.
    Rivaluto quindi l’operazione che, pur con i suoi nei, ha qualcosa da dire fuori dal coro e lo fa al meglio delle proprie possibilità.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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