[Nanni Moretti] Habemus Papam
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L'attesa per il nuovo film di Nanni Moretti a 5 anni dal suo ultimo film, Il caimano, stava diventando sfiancante, come sempre. Anni e anni fra un film e l'altro, e mai una notizia, mai un'immagine, mai un accenno alla trama. Non sorprende quindi che al suo primo weekend (quello appena concluso) sia balzato in cima alla classifica degli incassi con 1,3 milioni di Euro, battendo di misura il film d'animazione dei Blue Sky Studios Rio.
Questa è la storia di un papa appena eletto, outsider straniero contro i favoriti italiani, che al momento di annunziare all'Urbe e all'orbe il gaudio magno caccia un grido disperato e fugge a rinchiudersi nella Cappella Sistina. I cardinali, disperati, tentano l'ultima spiaggia: farlo vedere da uno psicanalista. Chiamano il migliore in circolazione, Nanni Moretti (maddài!), che però si rende presto conto di non poter fare il suo lavoro al meglio poiché al papa non è che gli si possa chiedere di spiattellare le sue umane debolezze al primo che passa. Approfittando di un attimo di distrazione della sua scorta, il Papa fugge per le vie di Roma e vaga, ancora anonimo per il resto del mondo, in cerca di se stesso. Lo psichiatra e i cardinali, segregati in Vaticano per via del protocollo che prevede la conclusione del Conclave solo quando il nuovo papa si affacci al balcone, cercano di ammazzare il tempo come meglio possono.
Il film quindi affronta due storie parallele. Una è prettamente una commedia, con Nanni Moretti mattatore e i cardinali surrealisticamente buffoni, una commedia con i tipici ingredienti del cinema morettiano, con il protagonista snob che tenta di dare un senso a rituali che, per definizione, un senso non ce l'hanno, sono solo inerzia. L'altra storia è invece più malinconica e sofferta, ed è il racconto dello smarrimento e del panico di un vecchio e pur saggio cardinale francese che, come tutti gli altri, non voleva fare il Papa ma che sta reagendo con una crisi di nervi e uno sconforto senza precedenti, quasi blasfemo. Ma vagando senza meta per le magnifiche strade della Capitale, cerca di riacquistare la serenità entrando in un teatro e assistendo alle prove di una compagnia di guitti (anzi il guitto è solo uno, il folle Dario Cantarelli) a cui il papa va dietro, ricordando la sua antica passione (fu scartato a un provino dove fu invece presa la sorella, grazie alla quale imparò a memoria molti testi).
Di queste due storie la più coinvolgente è quella del papa smarrito, un personaggio straordinariamente vuoto ma riempito dalla quotidianeità romana, dalla compagnia teatrale, dal portavoce vaticano che tenta disperatamente di riportarlo a San Pietro. La parte comica/satirica di Nanni Moretti fa il suo lavoro, diverte, ma più di tanto non va. Anzi, a me personalmente l'eccessiva caricatura dei cardinali alla lunga mi ha un po' infastidito, anche perché sono abituato a pensare ai cardinali come a gente quasi "cattiva", senza scrupoli, che deve prendere decisioni e sicuramente non perde tempo a fare puzzle e nemmeno a pregare, gente che ha ormai dimenticato il suo ruolo di "pastore", di contatto e ascolto delle pecorelle smarrite. Qui vengono invece dipinti non solo come buffoni, ma anche come superficiali, gente a una festa in cui è andata via la luce e aspettando che il tecnico la ripristini si buttano in piscina e si schizzano con l'acqua, chiedendosi l'un l'altro "ma 'sta festa... di chi è?".
Scene memorabili sia all'inizio sia alla fine, e anche in prossimità della fine, [spoiler]quando i cardinali finalmente escono dal vaticano e invadono il teatro dove si era nascosto il papa proprio durante uno spettacolo, con gli attori sbalorditi e il guitto che in quest'orgia di delirio e assurdità può finalmente dare il meglio/peggio di sè.[/spoiler].
Spoiler anche sul colpo di scena finale vero e proprio:
[spoiler]Eccezionale il discorso finale del papa quando si affaccia finalmente su piazza San Pietro e rivela al mondo e ai cardinali stessi di aver deciso di rifiutare l'incarico, gesto non solo clamoroso, ma per i dogmi cattolici quasi impossibile (dovrebbe significare un "errore" dello Spirito Santo che ha ispirato i cardinali elettori). Ma il discorso non è una semplice formalità, è una straordinaria argomentazione sull'umiltà da parte di un capo supremo che, per il bene del suo popolo, afferma che lui stesso ha bisogno di essere condotto e non di condurre.[/spoiler]
Insomma l'attesa è stata ripagata e più del dovuto. Come sempre.“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
[spoiler]Falso. Chi viene eletto pare possa rifiutare. Solo che di norma ciò avviene prima. Si dice che Giovanni Paolo II rifiutò al conclave del mese prima di quello in cui fu eletto, ma ovviamente sono solo voci. Presupporrebbe solo che i Cardinali abbiano seguito propri interessi invece di lasciarsi ispirare.[/spoiler]Franz ha scritto:[spoiler](dovrebbe significare un "errore" dello Spirito Santo che ha ispirato i cardinali elettori).[/spoiler]
In ogni caso, mi incuriosisce. Me lo feci raccontare ieri da amici, mediamente entusiasti.
Lorenzo Breda
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Ah ma io sono d'accordo con te. Non era d'accordo invece la recensione di Avvenire, per questo ho sottolineato questo aspetto e usato il condizionale.LBreda ha scritto:[spoiler]Falso. Chi viene eletto pare possa rifiutare. Solo che di norma ciò avviene prima. Si dice che Giovanni Paolo II rifiutò al conclave del mese prima di quello in cui fu eletto, ma ovviamente sono solo voci. Presupporrebbe solo che i Cardinali abbiano seguito propri interessi invece di lasciarsi ispirare.[/spoiler]
Ma se non l'hai visto e lo vorresti vedere... perché ti sei letto lo spoiler?
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
La lessi stamani, ma più che altro erano (tra l'altro scriveva un tipo che non scrive stabilmente da quelle parti) in disaccordo con il fatto che passano un po' tutti per scemi nel film, e che molti difendono Moretti dicendo che "avrebbe potuto essere più cattivo" (che è una difesa piuttosto LOL). In ogni caso gli inviti al boicottaggio sono una cosa che sopporto poco, se non hanno motivi estremamente serî.Franz ha scritto:Ah ma io sono d'accordo con te. Non era d'accordo invece la recensione di Avvenire, per questo ho sottolineato questo aspetto e usato il condizionale.
Perché già me lo ero fatto ampiamente spoilerare. E tu dirai: "Ma se non l'avevi visto e lo avresti voluto vedere... perché te lo sei fatto spoilerare? ". E io ti dico: "Perché non avevo intenzione alcuna di andarlo a vedere".Ma se non l'hai visto e lo vorresti vedere... perché ti sei letto lo spoiler?
Lorenzo Breda
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Non intendevo l'editoriale boicottatore (che non avevo ancora letto, ma che vedo ora anch'esso ribadisce l'impossibilità di un'evenienza del genere), ma la recensione (molto più sobria).
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Universi Dominici Gregis, traduzione italiana, capitolo settimo, articolo 87:
Peraltro, il film sottointende che finché il neoeletto Papa non si affaccia alla finestra, il Conclave non può sciogliersi. Licenza poetica, considerando che l'articolo 91, nello stesso capitolo dello stesso documento, recita:
Insomma, nessuno scandalo se i Cardinali sbagliano tutto. Tanto per avere un minimo di oggettività sulla cosa.Avvenuta canonicamente l'elezione, l'ultimo dei Cardinali Diaconi chiama nell'aula dell'elezione il Segretario del Collegio dei Cardinali e il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie; quindi, il Cardinale Decano, o il primo dei Cardinali per Ordine e anzianità, a nome di tutto il Collegio degli elettori chiede il consenso dell'eletto con le seguenti parole: Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice? E appena ricevuto il consenso, gli chiede: Come vuoi essere chiamato? Allora il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, con funzione di notaio e avendo per testimoni due Cerimonieri che saranno chiamati in quel momento, redige un documento circa l'accettazione del nuovo Pontefice e il nome da lui assunto.
Peraltro, il film sottointende che finché il neoeletto Papa non si affaccia alla finestra, il Conclave non può sciogliersi. Licenza poetica, considerando che l'articolo 91, nello stesso capitolo dello stesso documento, recita:
E l'assenso era dato, considerando che la fumata bianca c'era stata.Il Conclave avrà fine subito dopo che il nuovo Sommo Pontefice eletto abbia dato l'assenso alla sua elezione, a meno che Egli disponga diversamente. Fin da quel momento potranno accedere al nuovo Pontefice il Sostituto della Segreteria di Stato, il Segretario per i Rapporti con gli Stati, il Prefetto della Casa Pontificia e chiunque altro debba trattare con il Pontefice eletto di cose che al momento sono necessarie.
Lorenzo Breda
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Nel film l'assenso viene dato (perché viene dato) dopo la fumata bianca. Nella richiesta ufficiale da parte del decano però non gli viene chiesto il nome che vuole prendere (questa sì licenza poetica). Però se il Papa non si affaccia al mondo e è considerata ragionevole l'ipotesi che possa ancora rifiutarsi (nonostante avesse già dato l'assenso alla sua elezione), il Conclave non può sciogliersi se è consapevole di non aver ancora eletto il nuovo Papa, di fatto. Insomma se la regola è "il conclave è sciolto quando il papa ha detto sì", nel film il papa "sì" l'ha detto ma appare evidente a tutti che era un "sì" senza alcun valore.
Ma IO la penso così, credo che se si elegge il papa sbagliato è volontà di Dio anche quella, e probabilmente è un messaggio molto più significativo (per i cardinali e/o per il mondo) di quanto non lo sia un'elezione che procede per filo e per segno. Sono i due simpaticoni di Avvenire che non la pensano alla stessa maniera e a cui dovresti spiegare la faccenda. Ma mi sa che non gli devi spiegare niente, perché probabilmente il loro lavoro in quel giornale non è quello di cronaca e commento, ma di propaganda. Anche a costo di dire cose non supportate da un minimo di oggettività.Insomma, nessuno scandalo se i Cardinali sbagliano tutto. Tanto per avere un minimo di oggettività sulla cosa.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Licenzapoeticoso anche questo. Il nome del cardinale eletto viene annunciato prima che si affacci, e neanche poco. Tanto che non c'è alcun obbligo di affacciarsi e non è nella tradizione della Chiesa farlo. Credo che addirittura il primo sia stato Giovanni Paolo II.Franz ha scritto:Però se il Papa non si affaccia al mondo e è considerata ragionevole l'ipotesi che possa ancora rifiutarsi
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Rettifico: si faceva capolino solo per la benedizione. Il discorso non cambia.
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Questo si dice anche nel film, infatti.
Comunque, anche se nel film non si vede, il nome deve essere stato scelto, perché l'annuncio sul balcone si stava già facendo, e si è interrotto poco prima del nome. Se l'annuncio si stava già facendo vuol dire che il nome lo si sapeva.
Comunque, anche se nel film non si vede, il nome deve essere stato scelto, perché l'annuncio sul balcone si stava già facendo, e si è interrotto poco prima del nome. Se l'annuncio si stava già facendo vuol dire che il nome lo si sapeva.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Non lo vedrò neanche se mi obbligano minacciandomi con un tizzone ardente (sì, amo Moretti), però avevo una curiosità: da quanto ho visto nel trailer e quanto ho letto a riguardo ho nasato che possa esserci un parallelismo politico...
Del tipo "il fatto che tu sia stato eletto a quel ruolo presidenziale non fa di te l'uomo giusto, come se fosse un dogma assoluto" (attuale soprattutto in questi anni).
Per chi ha visto il film, è possibile che ci sia dietro un sottotesto simile?
Del tipo "il fatto che tu sia stato eletto a quel ruolo presidenziale non fa di te l'uomo giusto, come se fosse un dogma assoluto" (attuale soprattutto in questi anni).
Per chi ha visto il film, è possibile che ci sia dietro un sottotesto simile?
Direi di no, però ai giornalisti fa gola dirlo, tanto per tracciare una continuità (che non c'è) con Il caimano.
No, Moretti è onesto. Ha raccontato una storia molto raffinata, e tale raffinatezza non la sporca col doppiogioco della frecciatina a Berlusconi. O almeno questo lo deduco io, quando mi rendo conto che il film è ricco e intenso senza vederci sottotesti polemici.
Lo stesso Caimano non è una frecciatina a Berlusconi, ma la bellissima storia di un produttore di film di serie Z sulla via del fallimento che tenta il tutto per tutto con la sceneggiatura di una giovane regista idealista senza nemmeno capire che quella sceneggiatura è su Berlusconi. La frecciatina (-tona) è solo sul finale. Ma secondo te è serio credere che tutto il film è solo un cavallo di troia per raccontare quei 5 minuti finali?
Fralaltro Il caimano e La stanza del figlio sono film di Moretti molto anomali rispetto alla sua produzione, e sono sicuro che possono piacere anche a uno allergico a Moretti. Habemus Papam è invece morettiano al 100%, e infatti molti che a Moretti non ci si erano mai avvicinati sono rimasti scottati.
No, Moretti è onesto. Ha raccontato una storia molto raffinata, e tale raffinatezza non la sporca col doppiogioco della frecciatina a Berlusconi. O almeno questo lo deduco io, quando mi rendo conto che il film è ricco e intenso senza vederci sottotesti polemici.
Lo stesso Caimano non è una frecciatina a Berlusconi, ma la bellissima storia di un produttore di film di serie Z sulla via del fallimento che tenta il tutto per tutto con la sceneggiatura di una giovane regista idealista senza nemmeno capire che quella sceneggiatura è su Berlusconi. La frecciatina (-tona) è solo sul finale. Ma secondo te è serio credere che tutto il film è solo un cavallo di troia per raccontare quei 5 minuti finali?
Fralaltro Il caimano e La stanza del figlio sono film di Moretti molto anomali rispetto alla sua produzione, e sono sicuro che possono piacere anche a uno allergico a Moretti. Habemus Papam è invece morettiano al 100%, e infatti molti che a Moretti non ci si erano mai avvicinati sono rimasti scottati.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
No, ma il mio non è un pensiero di "frecciatina", è che uno può costruire una storia in modo che sia leggibile in 2 modi differenti.
E non mi riferivo solo a Berlusconi, intendevo alla politica in generale, dato che politica e religione sono due ambiti più volte abbinati.
Chessò, anche District 9 era un film "metafora", ma non per forza una frecciatina: era perfettamente godibile come film fantascientifico ma otteneva -anche- un altro livello di lettura confrontandolo con la società attuale.
E non mi riferivo solo a Berlusconi, intendevo alla politica in generale, dato che politica e religione sono due ambiti più volte abbinati.
Chessò, anche District 9 era un film "metafora", ma non per forza una frecciatina: era perfettamente godibile come film fantascientifico ma otteneva -anche- un altro livello di lettura confrontandolo con la società attuale.
Fra elezione del papa e elezione di un politico c'è l'enorme differenza che il papa non si candida volontariamente (anzi!).
Comunque hai ragione, i livelli di lettura sono sempre permessi. Qui io credo che non ci siano, nelle intenzioni, se non altro perché sarebbe un livello di lettura ormai non più originale e interessante. Come ha detto Moretti da Fazio, un personaggio che fa una scelta non sta per forza dando una lezione. Quella è la storia di un personaggio che fa quella scelta, ognuno lo giudica come vuole.
In sostanza però ribadisco che puoi star certo che questo sottotesto è più probabile che ce lo vedano solo i giornalisti piuttosto che ce l'abbia messo consapevolmente l'autore.
Comunque hai ragione, i livelli di lettura sono sempre permessi. Qui io credo che non ci siano, nelle intenzioni, se non altro perché sarebbe un livello di lettura ormai non più originale e interessante. Come ha detto Moretti da Fazio, un personaggio che fa una scelta non sta per forza dando una lezione. Quella è la storia di un personaggio che fa quella scelta, ognuno lo giudica come vuole.
In sostanza però ribadisco che puoi star certo che questo sottotesto è più probabile che ce lo vedano solo i giornalisti piuttosto che ce l'abbia messo consapevolmente l'autore.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Bellissima la prima parte, così così la seconda. Troppo lunga la scena della pallavolo, ed i personaggi meritavano maggiore approfondimento.
Guardandolo, ho avuto una sensazione simile al suggerimento di Deboroh. Non un film sulla Chiesa o sul Papa, ma sul coraggio e la responsabilità nel saper dire "non ne sono capace", anche quando ciò significherebbe rinunciare ad andare più in alto di quanto si sia mai immaginato. La questione del Papa è un bel pretesto, il succo sta altrove, secondo me. Sono un giornalista?
Guardandolo, ho avuto una sensazione simile al suggerimento di Deboroh. Non un film sulla Chiesa o sul Papa, ma sul coraggio e la responsabilità nel saper dire "non ne sono capace", anche quando ciò significherebbe rinunciare ad andare più in alto di quanto si sia mai immaginato. La questione del Papa è un bel pretesto, il succo sta altrove, secondo me. Sono un giornalista?
No anzi, è il contrario. Giornalista è chi vede il sottotesto della polemica sul potere religioso. Invece sono perfettamente d'accordo con te che la figura del papa è in realtà la figura di un qualunque uomo di potere/responsabilità di fronte al peso del suo compito.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Cacchio Franzo, avevo lo stesso post nelle bozze!
Stai insinuando che te l'abbia copiato?
[quale post, fralaltro?]
[quale post, fralaltro?]
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Io non insinuo, faccio accuse precise! No, sgherso, avevo creato anche io un post per questo film, ma solo per votarlo l'anno prossimo ai Sollazzo Awards!Franz ha scritto:Stai insinuando che te l'abbia copiato?
In ogni caso, io l'ho visto Domenica scorsa e mi è piaciuto a metà: come ho scritto anche sul Papersera e altrove, ho avuto l'impressione che la parte dedicata al Papa fosse poco sviluppata a causa dei siparetti coi cardinali che si magnavano un po' di roba... Comunque, facendo un confronto con "La stanza del figlio" e "Il caimano", direi che ho preferito nettamente questo "Habemus Papam": gli altri due non mi sono proprio piaciuti, con tutto che Silvio Orlando è un attore che vedo molto volentieri. Il mio giudizio è "carino con riserva".
(E a chi sta per chiederlo: sì, di Moretti ho visto tutto e apprezzato diverse cose)
Mai visto niente di Nanni Moretti.
Detto questo, idea di partenza interessante e geniale, forse leggermente sprecata per come è stata portata avanti.
D'atmosfera l'inizio con l'elezione del nuovo Papa, e molto ben fatto e lineare il primo tempo, di meno il secondo.
In definitiva ben poca la critica alla Chiesa se non qualche frecciatina ogni tanto, e in effetti si sarebbe potuti essere più cattivi (a me sarebbe piaciuto, ahr ahr).
Non capisco dunque cosa disturba L'avvenire (che compare pure nel film), visto che tutto si può dire che di sfottere la Chiesa: i cardinali vengono visti come persone bonarie e simpatiche, sinceramente legate alla fede e interessate al Papa, non uno fa pensieri maligni sul nuovo pontefice, addirittura sperano di non essere eletti loro.
Tutta questa bontà mi sembra esagerata, me li immagino pure io come Franz, ancora come degli spietati rubicondi e ben pasciuti mascalzoni sul modello medieval - rinascimentale (e secoli successivi): al massimo si può additare il film di un ateismo di fondo da parte del regista.
Comunque non male come visione, è stato film che fin dall'inizio ho voluto vedere per il suo spunto stuzzicante, e alla fine non mi ha deluso.
E poi, c'è stata pure la sorpresa di Camillo Milli, il Potente fantozziano Piermatteo Barambani di Fantozzi contro tutti (e che ricompare anche in Fantozzi subisce ancora, anche se non come Megadirettore).
Detto questo, idea di partenza interessante e geniale, forse leggermente sprecata per come è stata portata avanti.
D'atmosfera l'inizio con l'elezione del nuovo Papa, e molto ben fatto e lineare il primo tempo, di meno il secondo.
In definitiva ben poca la critica alla Chiesa se non qualche frecciatina ogni tanto, e in effetti si sarebbe potuti essere più cattivi (a me sarebbe piaciuto, ahr ahr).
Non capisco dunque cosa disturba L'avvenire (che compare pure nel film), visto che tutto si può dire che di sfottere la Chiesa: i cardinali vengono visti come persone bonarie e simpatiche, sinceramente legate alla fede e interessate al Papa, non uno fa pensieri maligni sul nuovo pontefice, addirittura sperano di non essere eletti loro.
Tutta questa bontà mi sembra esagerata, me li immagino pure io come Franz, ancora come degli spietati rubicondi e ben pasciuti mascalzoni sul modello medieval - rinascimentale (e secoli successivi): al massimo si può additare il film di un ateismo di fondo da parte del regista.
Comunque non male come visione, è stato film che fin dall'inizio ho voluto vedere per il suo spunto stuzzicante, e alla fine non mi ha deluso.
E poi, c'è stata pure la sorpresa di Camillo Milli, il Potente fantozziano Piermatteo Barambani di Fantozzi contro tutti (e che ricompare anche in Fantozzi subisce ancora, anche se non come Megadirettore).
Pure nei titoli di coda viene chiamato "Il Papa", ma ho letto di recente, mi sembra sul Corriere, che in nome è (se non ricordo male) Celestino VI, scelto non a caso: Celestino V fu uno dei pochi Papi ad abdicare (il perché è un'altra storia... )Comunque, anche se nel film non si vede, il nome deve essere stato scelto, perché l'annuncio sul balcone si stava già facendo, e si è interrotto poco prima del nome. Se l'annuncio si stava già facendo vuol dire che il nome lo si sapeva.
Timido postatore e finto nerd.
Pure su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBsX4Y ... LjrjN8JvEQ.
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