[Gabriele Mainetti] Lo Chiamavano Jeeg Robot

Non solo pizzammoremandolini: il Bel Paese è conosciuto nel resto del mondo anche grazie al suo grande cinema, da sempre nel bene e nel male riflesso del suo popolo.
  • Sabato 20 febbraio in edicola con la Gazzetta dello Sport uscirà il fumetto tratto dal film, scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Giorgio Pontrelli e Stefano Simeone. Ci saranno quattro variant con le copertine disegnate rispettivamente da Recchioni, Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua e Leo Ortolani.

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    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Ci sono quei film, come ad esempio "Smetto quando voglio", che ti fanno dire "bello, per essere italiano".

    Questo no. Questo è bello e basta.

    Una storia ben progettata, e persino molto credibile nella Roma in cui è ambientata, dei personaggi veramente splendidi (e che hanno ancora da dire, spero in un fumetto) e un film che, conscio delle limitazioni tecniche e di budget usa perfettamente ciò che ha a disposizione riuscendo a non sfigurare al confronto delle pellicole che occupano le altre sale e che sono costati fiumi di soldi.

    Qualcuno lo ha paragonato a "Super" (film che amo), ma qui siamo su un piano differente. Entrambi film a budget "basso", entrambi film con storie di supereroi molto particolari, è vero. Mentre però "Super" mette in mostra (con cognizione di causa) la sua amatorialità, "Lo chiamavano Jeeg Robot" sfrutta al massimo le proprie risorse riuscendo a non essere un prodotto orientato solo a chi sa che sta guardando.

    Andate a vederlo. Se diffidate perché è italiano, vi sbagliate. Se diffidate perché "basta coi supereroi", vi sbagliate. State perdendo quella che è in molti aspetti la miglior pellicola in programmazione e la miglior produzione tutta italiana da decenni.
    Lorenzo Breda
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  • Mi sa che me lo slurpo oggi. E non ho ancora visto Zootropolis, per dire.
  • Davvero un bel film. Mi ha sorpreso vedere una pellicola italiana cosí ben fatta, dopo anni che al cinema nostrano non davo piú alcuna fiducia. Il finale un po' tradisce la mancanza di mezzi per fare qualcosa di veramente epico, ma direi che come compromesso è piú che accettabile. L'ambientazione romana non mi ha allontanato per niente, altro che.
  • E poi ci son riuscito, a vederlo. E son riuscito a vedere oggi pomeriggio pure Zootropolis, ma questa è un'altra storia...

    Sicuramente meglio di quella semi-vaccata di Salvatores, ma oggi come oggi anche meglio di vaccate supereroistiche hollywoodiane. Dare il massimo con il poco a disposizione: cosa si può chiedere di più? Certo, non mi spertico in elogi come ho visto (e letto) recentemente, ma di sicuro la pellicola è molto più intelligente di tanti prodotti presenti in sala da molto tempo a questa parte.
    Santamaria eroe imbolsito si è fatto le ossa doppiando il cavaliere Oscuro Bale, e si è fatto i muscoli mangiando Fruttolo e "frullandosi il barbagallo". Sempre a Batman si ispira lo Zingaro di Marinelli, ma ci vedo più Joker di Nicholson che il Joker di Ledger. Lei che invece fa la Ramazzotti scimunita nun se po' senti'.

    Chissà se sarà esportabile oltreoceano... Di solito lì sono abituati a rubare le opere degli altri e a rifarle a modo loro, ma stavolta siamo stati noi a 'rubare' il genere supereroistico (genere a cui gli ammeregani tengono molto e guai a chi glielo tocca). Vabbe', comunque bravo Mainetti.

    Ah, forse per qualcuno sarà una bestemmia, ma Jeeg Robot non l'ho mai visto in vita mia e non è che me ne sia venuta voglia dopo questo film...
  • Ho visto oggi pure i questo film . Che dire se si ci aspetta di vedere il classico film sui supereroi ne siamo molto lontani . Questo film non ha nulla ha che vedere con l'idea della Marvel o DC ma e un idea che per un certo verso la reputerei originale. Il protagonista e interpretato da un bravissimo Claudio Santamaria e il cattivo da un ottimo Luca Marinelli e da una bravissima Ilenia Pastorelli che credo qui sia al suo primo debutto cinematografico.Mi ha molto stupito vedere che all'inizio l'eroe non è eroe ma e un ladruncolo che per sopravvivere allo squallore della sua vita fa lavori al limite della criminalità , e poi e bello vedere come si sviluppa psicologicamente il personaggio dopo tutto quello che gli accade nel film . Il cattivo e davvero interessante e direi che mi ha ricordato non poco il Joker di Nolan ( anzi penso che in una scena ci sia pure una citazione ) . Poi l'ambientazione e sporca e cruda e questo fa ancora più capire come si distanzi molto dall'idea Marvel , in cui la maggior parte degli ambienti sanno molto di pulito , anche nelle situazioni più concitate tutto sembra in perfetto ordine , invece qui regna il caos e si vede lo squallore delle periferie romane , anche l'abitazione dello stesso protagonista e squallido. Che dire un ottimo film che può rivaleggiare con i grandi film americani senza invidiare nulla a essi , ma anzi insegnando qualcosa ad essi su come poter affrontare anche in altra maniera il tema del supereroe. Certo non è un film perfetto ma molto buono per la storia che vuole raccontare.
  • Ohibò! Non ho ancora commentato! Che aggiungere? Attori bravissimi, regia intelligente, trama e personaggi interessanti: anche Alessia mi è piaciuta tanto a dire il vero una presenza originale e bella - per rispondere a Brigo che, più su, dice d'averla trovata fuori luogo. L'ambientazione nei bassifondi della periferia romana la trovo piuttosto originale e avvincente e il percorso personale del protagonista è credibile, non è difficile provare empatia. C'è di tutto, comicità, dramma, grottesco, epicità.
    In definitiva sostengo anch'io che si possa dire tutto tranne che questo è "un film di supereroi" come lo intenderemmo dopo anni di MCU e ciò è solo positivo, perché siamo in Italia e i sentimenti che animano i supereroi americani non ce li abbiamo e le situazioni che si possono trovare nelle grandi metropoli statunitensi sono ad un oceano di distanza da noi.
  • brigo ha scritto: Ah, forse per qualcuno sarà una bestemmia,


    Veramente non so per chi possa esserlo.
    brigo ha scritto: ma Jeeg Robot non l'ho mai visto in vita mia e non è che me ne sia venuta voglia dopo questo film...
    Io ne vidi qualche puntata, non mi fece mai impazzire, e di certo non è una lacuna che il film mi ha stimolato a colmare. Anche perché parla di tutt'altro.
  • Promosso.

    Considerazioni sparse, forse pure sbagliate, ma le butto sul tavolo e vediamo cosa succede:

    Intendiamoci, non è stata la trama in sé a catturarmi, tutto sommato niente di che, ma il modo in cui è stata messa in scena. Perché, come tutti, ho focalizzato la mia curiosità sul fattore ibridismo. Cioé, io già faccio un po' fatica a sospendere la mia incredulità quando vedo un film di supereroi, figurati se questo film è pure nostrano. Competere con gli USA e farlo "all'italiana" era proprio impensabile, per quelle che sono le nostre recenti esperienze di spettatori.

    E invece com'è che la sfanga Mainetti? Prendendo il fattore "all'italiana" e rendendolo centrale, esaltandolo e sottolineandolo, tirando in ballo dialetti, camorra, nichilismo e squallore vario. Niente di tutto questo viene nascosto, nemmeno per un attimo, ma diventa protagonista. Ed ecco che avviene la magia: la parlata romanesca, così sciolta e rilassata, elimina ogni possibile pretenziosità, portando il registro dove è giusto che sia perché una storia del genere sia credibile: terra terra. Ed ecco che la narrazione diventa spontanea, ed ecco che finalmente ci credo a questa storia. Non la storia di un supereroe italiano, ma quella di un coglionazzo che si intossica, sbocca tutta la notte e poi diventa fortissimo. Un fatto di cronaca piuttosto strano, ecco.

    Il solco è quello battuto dall'altro grande fenomeno italiano degli ultimi tempi, Zerocalcare, che con la sua sottocultura romanaccia è riuscito a raccontarci cose profonde con una sincerità invidiabile. Ecco, a me piace pensare che proprio attraverso la rivoluzione culturale portata da fumettisti come lui (o Ortolani), l'Italia possa tornare ad affermarsi anche in campo cinematografico. Siamo italiani, abbiamo i dialetti, e spesso li usiamo in modo macchiettistico senza nemmeno rendercene conto. Siamo caratteristi nel profondo e lo rimarremo: trasformiamo questa cosa nel nostro punto di forza.
  • Valerio ha scritto:Siamo italiani, abbiamo i dialetti, e spesso li usiamo in modo macchiettistico senza nemmeno rendercene conto. Siamo caratteristi nel profondo e lo rimarremo: trasformiamo questa cosa nel nostro punto di forza.
    Ci sono i dialetti che fanno ridere a prescindere (Roma, Toscana, Romagna, Napoli, Sicilia) e quelli che danno fastidio a prescindere (Liguria, Lombardia, Veneto, Puglia, Sardegna).

    Niente, volevo lasciare per iscritto questo pregiudizio soggettivo e indimostrabile.


    Tornando IT, il nostro punto di forza è far ridere. La poesia, l'agrodolce, l'impegno civile arrivano di conseguenza o come sottotesto. Ogni tentativo che parta da quest'ultima ambizione invece che dalla prima ci pone come emulatori e non guide, quindi patetici.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Abbastanza vero, siamo un popolo che ne ha viste di cotte e di crude e ha sviluppato ironia e consapevolezza, oltre ad una naturale tendenza all'espediente. Siamo un popolo macchiettistico, trovo giusto che lo si canonizzi.

    Cmq il tuo pregiudizio sui dialetti è molto bello, lo quoto. Ma metterei il napoletano in un'intersezione fra le due categorie.
  • Il discorso dei dialetti è interessante. Mi spiego. Io sono romano. L'accento romano, parlato con naturalezza, non lo sento. Quello dei comici che lo forzano, sì, perché suona anomalo, innaturale.

    Qui non l'ho sentito. Non è romano "da copione", è romano parlato da romani in un film in cui non devono stare attenti alla dizione. Mi sa che suona diverso, rilassato, credibile, pure a voi di fuori.
    Lorenzo Breda
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  • Bé il punto è che si tratta di un accento assurdone di suo.

    Al romano suona naturale per ovvi motivi e quindi la credibilità è assicurata.

    Al non romano suona così esotico che siamo dalle parti della lingua degli Hutt (no dai, quella è il napoletano) e quindi si fa il giro completo e torniamo dalle parti della credibilità.

    Hanno trovato la formula perfetta per sdoganarsi, onore al merito.
  • Manca Bramo.


    Dunque.

    DIN DON SI AVVISA LA GENTILE UTENZA CHE SONO PRESENTI SPOILER RIPETO: SPOILER NELLE RIGHE SOTTOSTANTI

    NO

    - La parte conclusiva è priva di due elementi fondamentali fino a quel punto: lei e il villain (versione iconica). Trovo che questo sia il motivo per cui risulta più canonica.

    - I tre protagonisti (lui, lei, l'altro) sono talmente iconici da "coprire" il film.

    - Enzo Ceccotti (ma è LRNZ?) è anche un po' macchietta, dai. Chi è che guarda porno tutto il giorno?

    - Le città fanno veramente schifo.

    - Tutti e tre i protagonisti cantano, e pure bene (lei nel video-appendice). Ne deduco che sono l'unico a non avere talenti nascosti.

    - Lei viene dal GF, ma questo l'ho scoperto DOPO aver visto il film e DOPO aver visto "La ballata di Hiroshi". Dopo una breve full immersion di sue interviste e altro, ho la forte impressione che lei non abbia recitato (o che reciti 24h). Non dico che questo sia un difetto, un po' straniante però lo è.

    - La seconda scena nel CinecittàDue (il camerino) è di una cattiveria immonda.


    SI

    - I tre protagonisti sono talmente iconici (e ben costruiti) da rimanere impressi.

    - Lei è pazzesca.

    - Gli altri due pure.

    - Ma lei, veramente, che roba.

    - Alla fine han fatto bene a premiarli tutti. Difficile scegliere il migliore.

    - Le città fanno veramente schifo, ma mi ha fatto piacere vedere un paio di luoghi a me famigliari.

    - La prima scena del CinecittàDue (Mario che lavora alle Poste) è di una bontà immensa.


    Bello. (Ma ribadisco il mio NO a "il cinema italiano prima del 2016 fa schifo")

    Sequel? Sì, ma... con chi?
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    Ottimo lavoro.
  • LBreda ha scritto:Il discorso dei dialetti è interessante. Mi spiego. Io sono romano. L'accento romano, parlato con naturalezza, non lo sento. Quello dei comici che lo forzano, sì, perché suona anomalo, innaturale.

    Qui non l'ho sentito. Non è romano "da copione", è romano parlato da romani in un film in cui non devono stare attenti alla dizione. Mi sa che suona diverso, rilassato, credibile, pure a voi di fuori.
    credo fosse diretta intenzione di Mainetti portare lo "slang" nei dialoghi, e quoto quando si dice che è una delle cose che aiuta l'immedesimazione.
    questo ed il fatto che si empatizza con il protagonista in primis (lòl) e bene o male con tutti i personaggi del film. :)

    film di genere in italia non ce ne sono, sto ancora pregando che qualcuno raccolga l'eredità e ci riproponga qualcosa di simile, qui abbiamo lo spidey di tor vergata in salsa tarantiniana...ne voglio ancora! :martel:
    stupido è chi lo stupido fa®
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