Nel 1999 The Blair Witch Project ha dato il via a una piccola "moda" di film mockumentary di finzione realizzati con la pretesa di essere stati realizzati con vere riprese; complice una campagna virale davvero azzeccata, il film ebbe un grande successo e quella tecnica (se così possiamo chiamarla) fu ripresa da diverse altre saghe horror, tra cui Paranormal Activity e [REC].
Poi arrivò Cloverfield, che ebbe l'idea vincente di applicare la stessa formula ai monster/disaster movie.
E ora Chronicle rilancia il gioco nel genere supereroistico.
La struttura del film è quella ben conosciuta dagli appassionati del genere, ma lo stile con cui viene raccontata la rende difficilmente riconoscibile grazie ai toni documentaristici: c'è un prologo che presenta in modo efficace i tre protagonisti, le dinamiche del gruppo e soprattutto vengono mostrati sullo sfondo alcuni elementi che diventeranno molto importanti nel proseguimento della storia.
Dopo che i tre acquisiscono poteri straordinari (attraverso origini non mostrate, dato che furbescamente una strana energia ha mandato in tilt le telecamere) iniziano a divertirsi con la telecinesi, il volo e altri trucchetti simili. Niente rapine da sventare, gattini sugli alberi, vecchine bloccate in un edificio in fiamme o altre missioni da supereroi, solamente un trio di ragazzi che si divertono con un nuovo giocattolo.
Quando però la situazione va fuori controllo, la sicurezza dell'intero pianeta è a rischio e tutta la vicenda si sposta ad un livello superiore...
Questo film è stato una sorpresa. L'idea mi intrigava, il trailer ha catturato la mia attenzione e sono andato al cinema ben disposto.
Fino a metà mi sono trovato davanti a quello di cui mi aspettavo, una storiellina semplice in cui è la forma (il racconto mockumentary) ad interessarmi più del contenuto; gradualmente però la trama prende una svolta originale che è il vero valore aggiunto della pellicola, portando a una conclusione davero esaltante.
Nelle sequenze più turbolente però non mancano i virtuosismi registi, come il meraviglioso combattimento finale tra le vie della città ottenuto attraverso il montaggio di riprese provenienti da più fonti possibili, come i video di sorveglianza dei negozi, le telecamere dei giornalisti o le immagini dai satelliti.
Una piccola chicca supereroistica che di sicuro è stata messa in ombra dal kolossalone The Avengers, ma che si merita di essere visto; un modo nuovo per sviluppare un genere già stra-raccontato, qui con qualche influenza dal nipponico "Akira".