[Wes Anderson] Moonrise Kingdom: Una Fuga d'Amore

Una cartella dedicata a quel grande magico calderone che è il cinema e al fascino magnetico che lo schermo gigante continua ad esercitare ancora oggi.
  • A me piace Wes Anderson.

    Però.

    A ben pensarci, il suo stile è volutamente forzato, e soffermandoci un attimo tutto ciò che ha sempre fatto è in parte "finto", volutamente, per mantenere quell'estetica naif che dà vita a quella che è l'impronta stilistica di Wes Anderson, che ormai è quella e se all'improvviso Anderson sfornasse un film "normale" rimarremmo tutti straniti.
    Ma qui tutto è giustificato, la trama "à l'Amélie", lo spirito sognante dei protagonisti, l'atmosfera fiabesca... per una volta il "come" mi è sembrato azzeccato per il "cosa", e non solo un mero esercizio di stile (per quanto sempre affascinante nelle opere precedenti).

    Di sicuro il mio film preferito di Wes, forse IL film che dà un senso a tutto quello che ha fatto finora, per quanto mi riguarda.
    ora però sarà dura proseguire su questa strada, con storie diverse.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Visto stasera.
    Gradito, molto, anche più del successivo Grand Budapest Hotel.
    Il motivo sta nei sentimenti, credo: Wes Anderson crea qui una storia d'amore pura e semplice, ma con quel suo stile surreale con cui sto iniziando a familiarizzare. L'avventurosa fuga in due riprese dei ragazzini protagonisti non ha niente di scontato o smielato, infatti, ma contiene tutta la carica spontanea, naturale e puramente passionale di due anime tormentate che si incontrano, si riconoscono nei reciproci abissi e capiscono di poter trovare conforto l'uno nell'altra, a qualsiasi costo.
    La fuga come ricerca di se stessi, la rinuncia a tutto il resto perché ci si basta nell'altro e nei propri tormenti, così simili ai propri. Uno schiaffo ai propri dolori e alla società che imprigiona per poter vivere una cosa che ancora non si capisce, ma che si vuole.
    Il micromondo dell'isoletta in cui la storia è ambientata funziona paradossalmente molto bene, tra campi scout e avvocati, poliziotti e servizi sociali: Wes Anderson è riuscito a prendere un racconto di ragazzini che rischiava di avvicinarsi fin troppo a certi canovacci anni Ottanta-Novanta e a farlo perfettamente suo, con la sua fotografia dai colori saturati, le sue inquadrature simmetriche e la sua pulizia narrativa, il tutto per un racconto semplice ma onesto e stralunato, convincente nella sua diversità di esposizione.
    Ancora una volta, poi, la sceneggiatura viene supportata da un cast di prim'ordine: Bruce Willis in una parte improbabile ma che gli calza a pennello, Bill Murray sempre istrionico e Edward Norton credibile nei panni di un impacciato capo-scout formano un terzetto memorabile, e anche i due ragazzini protagonisti (Jared Gilman e Kara Hayward, quest'ultima spero di rivederla in tante altre produzioni perché merita tantissimo) forniscono una bella prova.
    :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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