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Il mio cinema o si ama o si odia." (Quentin Tarantino)
Questa citazione è molto vera ed io stesso ne ho fatto esperienza.
Quando ero più piccolo Tarantino non mi piaceva per nulla; adesso è uno dei miei registi preferiti. E' chiaro, io sono uno strano, perché all'epoca impazzivo per i film di Ermanno Olmi che invece normalmente hanno come target la cinefilia dei pensionati sessantacinquenni ma, al di là di tutto questo, è innegabile che Quentin Tarantino sia un regista radicale, che si ama o si odia, su cui non è possibile non prendere posizione. Non puoi vedere un suo film, rimanerne indifferente e biascicare un annoiato "Mmm sì, carino": se ti piace ti diverti come una scimmia, se non ti piace te ne vai disgustato e ti chiedi come possano piacere certe cose. I gradi intermedi non sono molto comuni.
Quel che tutti devono però ammettere è che Quentin Tarantino è uno dei registi e sceneggiatori più importanti e più influenti degli ultimi vent'anni.
Il cinema d'azione è stato completamente stravolto dal suo lavoro, gli autori che si ispirano a lui sono innumerevoli, la sua influenza è inevitabile, la sua opera è diventata in molti generi il modello di riferimento poiché ha dimostrato in che modo si può contemporaneamente sbancare al botteghino ed essere coccolati dalla critica di mezzo mondo.
Quella di Quentin Tarantino è stata una rivoluzione, è una rivoluzione e, si spera, sarà una rivoluzione. Una rivoluzione che incomincia nel 1992.
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Da ragazzino sognavo o di fare l'attore o di fare il rapinatore. La rapina come gesto agonistico mi affascina. Nel cinema, beninteso."
(Quentin Tarantino)
Le Iene (
Reservoir Dogs) parla di una rapina. E immediatamente dopo i titoli di testa, sappiamo già che la rapina finisce male.
Quella che dovrebbe essere la struttura classica di un film di questo tipo, viene infatti smontata pezzo per pezzo da Quentin Tarantino che poi si diverte a rimetterla insieme in un ordine del tutto nuovo.
Il risultato è un succo concentrato di Tarantino al 100%. Una dichiarazione d'intenti. L'indice del libro che il regista scriverà in tutti i suoi film seguenti.
La novità più clamorosa è sicuramente la sceneggiatura che scrive insieme a Roger Avary. Come ho già accennato, la storia è frammentata in una serie di blocchi. Riusciamo a raccapezzarci solamente grazie ai flashback che per una volta hanno un essenziale valore narrativo.
Ma la vera bomba sono i dialoghi. Il pezzo iniziale ("Di che cosa parla Like a virgin?") è un incendiario fuoco di fila di battute, ironia al vetriolo e non-sense.
Tutto dannatamente divertente. Se poi te ne intendi un po', incominci ad accorgerti dell'altra grande rapina di questo film: l'infinito citazionismo. Con
Le iene, Tarantino comincia infatti a sperimentare lo scoppiettante collage di citazioni e riferimenti cinefili che porterà a perfezione in Pulp Fiction. Cinema d'autore e filmografia di serie Z si mescolano in un irresistibile composto esplosivo.
I singoli personaggi non sono molto importanti. Sono infatti macchiette che hanno i colori come nome, valgono come gruppo, o meglio, come branco, come iene, come cani da rapina che si sbranano tra loro. Sono nelle mani di una sceneggiatura che gli fa fare e dire di tutto e di più. Picchiano sempre e imprecano in continuazione (qualcuno ha calcolato che vengono pronunciati un paio di centinaia di "fuck") mentre il più divertente tra loro, Mr.Pink, li richiama ad un'improbabile professionalità di gangsters.
Ma anche alla regia Tarantino impone la sua carica di novità. Qualche movimento di macchina delle
Iene diventerà un classico e dalla tradizione cinematografica precedente il regista ripesca delle situazioni che saranno parte del suo marchio di fabbrica; come lo stallo alla messicana, in cui due o più persone si tengono sotto tiro con le armi in modo che nessuno possa sparare ad un altro senza essere a sua volta colpito.
Le iene è probabilmente il film più violento di Tarantino. La violenza è perlopiù realistica, non è fumettistica ed esagerata come sarà nella maggior parte dei suoi lavori seguenti, ma d'altra parte non è nemmeno morbosa o fastidiosa. La violenza de
Le iene è radicale e stilisticamente ineccepibile, ben poco compiaciuta.
Quando il film uscì nelle sale, Tarantino aveva già scritto e venduto tre sceneggiature (
Una vita al massimo,
Assassini Nati,
Dal tramonto all'alba) che saranno realizzate negli anni seguenti da altrettanti registi (rispettivamente, Tony Scott, Oliver Stone e il compagno di scorribande Robert Rodriguez) ma è con
Le iene che avviene il battesimo con il grande pubblico.
Il film, presentato al Sundance Festival, entusiasmava critici e spettatori.
In breve tempo, diventava un cult. Ed era solo l'inizio.