Ritengo che un regista come Christopher Nolan si meritasse una cronologica delle sue opere: è sicuramente uno dei filmmakers più rappresentativi degli ultimi anni, uno dei più fulgidi esempi di come si possa fare cinema di qualità, con sceneggiature e idee brillanti, ottenendo anche un buon riscontro di pubblico e quindi di incassi, uno dei registi che ha rivalutato nella maniera più convincente il concetto di thriller al cinema. Inoltre la sua filmografia è breve, quindi ben si presta ad un facile recupero e revisione di quanto da lui realizzato.
Following, del 1998, è il primo lungometraggio di Nolan, che precedentemente aveva realizzato tre cortometraggi, diffusi in circuiti ristretti e di piccoli festival di genere. Prodotto insieme ad Emma Thomas (conosciuta proprio in uno dei quei festival, e diventata sua moglie e la sua principale collaboratrice nella sua carriera, fondando insieme la Sincopy Films), ma ideato, sceneggiato, montato e curato nella fotografia dallo stesso Nolan himself, la pellicola contiene in nuce molti degli elementi che caratterizzeranno i lavori del regista britannico: in primis la narrazione non lineare, che richiede un livello di attenzione maggiore della norma allo spettatore, in secondo luogo il genere narrativo, a metà tra noir e thriller, con numeroso ombre nello svolgimento della storia e nel ruolo dei personaggi. Come in
The Prestige, come in
Memento, anche qui non è scontato che i personaggi siano quello che appaiono nelle prime battute, perché c'è sempre una certa dose di ambiguità nei loro comportamenti.
La storia di base è molto semplice: uno scrittore è affascinato dalle persone e dalla loro varia umanità, tanto che decide di seguirle in modo assolutamente casuale per vedere dove andavano, cosa facevano e come vivevano. Un giorno però un tizio se ne accorge, un tizio che si scopre essere una specie di topo d'appartamenti mosso dalla stessa curiosità antropologica del protagonista.
Le carte iniziano a scombinarsi dopo aver preparato questo terreno narrativo, e la presenza di una donna come spesso accade complica le cose in maniera imprevedibile. Il risultato è un film decisamente interessante, che presenta davvero pochissime ingenuità, e considerandolo come un'opera prima la cosa è tanto più sorprendente e mostra il livello di abilità, passione e bravura di Nolan. Nolan che aveva fin da allora ben chiari in testa gli obiettivi che voleva raggiungere con il proprio cinema, e che non si fa scrupoli nel mettere dentro tutti gli elementi che voleva.
Il film, girato in bianco e nero per contenere i costi (ma questo accorgimento offre anche un'ottima atmosfera alla storia), dura un'ora e 10 minuti, durata imbarazzante rispetto ai successivi lavori del regista, ma funzionale al racconto e a quello che esso voleva comunicare.
Un film consigliatissimo, non solo per vedere l'esordio di Nolan ai lungometraggi, ma anche solo per il gusto di godersi una pellicola davvero interessante e affascinante, un thriller raffinato che, come i migliori film di genere, si sofferma anche a riflettere sulla natura umana.