Dopo aver visto
l'omonima serie televisiva della FX, ho deciso di vedere anche il film originale dei
Cohen dal quale è tratta.
E ho scoperto, al contrario di quanto credevo, che... i due prodotti non c'entrano praticamente nulla l'uno con l'altro, a tal punto da essere quasi indipendenti se non per un paio di piccole circostanze.
La prima è sicuramente l'atmosfera/ambientazione: lo scenario del Minnesota coperto di neve è infatti una costante di film e serie, e in entrambi i casi fa da sfondo a efferati omicidi e a torbidi piani organizzati da persone sole e disperate. In questo caso lo "sfigato sottomesso" è il rivenditore d'auto Jerry Lundegaard, che decide di assumere due delinquenti di Fargo (altro punto in comune tra i due prodotti, doveroso direi, è la cittadina da cui prendono il nome) per organizzare il rapimento della moglie e impossessarsi di un po' di soldi del ricco padre di lei. Ovviamente la storia prende la piega sbagliata e questo piano non manca ben presto di macchiarsi di sangue e intoppi vari.
La pellicola viene considerata una delle migliori dei fratelli Cohen, ma personalmente ho preferito di gran lunga
Il Grande Lebowski... e, restando a Fargo, la serie televisiva. Sarà per il maggior tempo a disposizione per sviluppare la storia e per raccontare i dettagli, sarà per un approccio più contemporaneo rispetto ad un film di vent'anni fa, ma soprattutto credo sia per i personaggi. Con l'eccezione di
Steve Buscemi nei panni di uno dei due rapitori, nessun altro attore riesce a bucare lo schermo e a fornire un'interpretazione davvero efficace: non il ricco suocero, non la moglie, non la poliziotta e nemmeno Jerry, che però sicuramente fa meglio degli altri e lo metto al secondo posto sotto Buscemi.
Apprezzo però quell'aura, vera eredità mantenuta invariata nel prodotto della FX dello scorso anno, di disperazione, solitudine, leggero umorismo nero e sopra le righe, uccisioni come se niente fosse e morale inesistente nei personaggi in gioco, come se tutti avessero abdicato alla propria etica riconoscendo che a questo mondo essa produce ben poco profitto. Unico faro di rettitudine la poliziotta, in entrambe le storie, ma anche in questo caso ha offerto molto di più quella della serie TV.
Il collegamento curioso tra i due racconti è dato dalla valigetta di soldi intascata da Buscemi: lo vediamo nasconderla nella neve, segnalandone la posizione con un raschietto per togliere il ghiaccio dalla macchina. Nella serie, durante un flashback, vediamo che un greco arricchitosi con una catena di supermercati ha costruito il suo impero in America grazie al fortuito ritrovo di una valigetta piena di banconote sotto un cumulo di neve. Quella stessa valigetta, chiaramente. L'ironia del tutto è che, grazie a Lorne Malvo, questa fortuna nel 2006 gli si ritorcerà contro, come se i soldi fossero maledetti.
Fargo si rivela quindi un film piacevole, grazie ad un certo gusto per il cinismo e ad una storia tutto sommato interessante da seguire. Comincia però a sentire il peso degli anni sulle proprie spalle, e il confronto con la serie televisiva che ha generato rischia di rivelarsi a suo discapito.