[Quentin Tarantino] The Hateful Eight

Una cartella dedicata a quel grande magico calderone che è il cinema e al fascino magnetico che lo schermo gigante continua ad esercitare ancora oggi.
  • Mah, sarà che ho visto Django ieri, sono decisamente meno entusiasta. Intendiamoci, bello è bello, e - so che i commenti "al posto suo io ecc." sono i peggiori - io al posto suo girerei i film allo stesso modo, usando queste pellicole e guardando al vecchio cinema. Perché l'ATMOSFERA è quel che rende bella una storia. Qui di atmosfera ce ne è a pacchi, soprattutto negli esterni, che nella prima metà del film non sono pochi.
    Tuttavia.
    Questo film è un ricalco fatto e finito dei precedenti film, delle Iene, dei Bastardi, forse anche di Pulp Fiction. Che noia. Ho sbadigliato molto, a parte nel momento in cui spunta fuori il [spoiler]"giallo"[/spoiler], il quale però si è rivelato - come nei precedenti film - truffaldino.
    "Io al posto suo" avrei osato di più. E mi meraviglio anche che non abbia sfruttato la numerologia (pompata nell'intro) per fare un po' di metacinema definitivo. Tipo che ha fatto otto film, prendo un membro del cast di ogni film e ci costruisco una cosa nuova. Tipo che inserisco un elemento [spoiler]"giallo"[/spoiler], provo anche a costruire un piccolo [spoiler]giallo[/spoiler], non risolvo tutto nella maniera più ovvia (ovvia per me, s'intende).

    La sorpresa Django unchained era tale per come Tarantino aveva saputo unire le sue pippe e la forma trollona ad una sostanza vera, fatta di Storia vera e di drammi reali. Qui mi sembra fare un passo indietro... direi quasi di vent'anni. E spezza la trilogia storica iniziata con Inglorious bastards (dove il mix gioco-dramma di Django era seminale).

    Cioè: il tema del razzismo in Django era trattato in modo realistico, qui c'è Jackson [spoiler]che racconta del pompino[/spoiler]. :umh: :P

    Infine, anche la colonna sonora non mi ha strabiliato (ma il theme funziona).
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    Ottimo lavoro.
  • A me è piaciuto molto, me lo sono goduto nonostante la lunghezza. Grandi attori, grandi atmosfere, bella sceneggiatura.
    Al di là della verosimiglianza storica o della componente politica, che comunque secondo me esiste e fa da sfondo alla personalità di questi individui, è stato interessante vedere un "selvaggio west" fatto di uomini che vogliono ottenere qualcosa per sé e pur di ottenerlo non si fanno scrupoli a compiere le azioni più efferate o incoerenti.
    Non direi che lo preferisco a Django, ma non trovo nemmeno che sia un passo indietro. Mi è sembrato una sorta di Carnage di Tarantino, in cui il bello è vedere i protagonisti provenienti dalle situazioni più disparate, costretti a convivere in un minuscolo spazio vitale. Aggiungiamo a ciò la presenza di qualcuno che non è chi dice di essere e abbiamo pure il colpo di scena.
  • Volevo dire che è un passo indietro strutturalmente parlando (Django è una fiaba), qualitativamente è un gran bel film (come tutti i film di Quintino). Ma credevo che avesse intrapreso un percorso narrativo preciso che qui non vedo.
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    Ottimo lavoro.
  • Un westen-exploitation che un po' somiglia ad un giallo di Agatha Christie e che potrebbe facilmente essere rappresentato a teatro considerando che gli ambienti usati in pratica sono solo due: la diligenza e l'emporio.

    Bravi tutti gli interpreti ma senza il carisma di Samuel L. Jackson non sarebbe stata la stessa cosa.
    E poi e la musica di Ennio Morricone...

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