Nel settembre di dieci anni fa esatti usciva in Italia
Little Miss Sunshine, uno dei cosiddetti film "indie" più noti degli ultimi anni... ma che io, colpevolmente, non avevo ancora visto.
Quale occasione migliore per rimediare?
Il film è delizioso, davvero, merita tutta l'attenzione e le candidature che ha ricevuto: una trama di base molto semplice ma vincente riesce a fare meravigliosamente da tappeto per mettere insieme i soggetti facenti parte di una famiglia che più disfunzionale non si può in un folle road-trip, dove verranno alla luce tutti gli attriti, le debolezze e le incomprensioni.
È una di quelle storie a cui mi abbevero sempre volentieri (
Perfetti Sconosciuti restando ai film, alcuni romanzi di
Andrea De Carlo passando alla letteratura), e che si rivela essere scritta davvero benissimo dal fulgido talento di
Michael Arndt, che successivamente sceneggerà roba come
Toy Story 3 e la primissima bozza dell'
ultimo Star Wars.
I personaggi sono iconici e ben raccontati (dal padre di famiglia ossessionati dal successo personale al nonno cocainomane, dal ragazzino emo e taciturno allo zio che ha tentato il suicidio), ma il loro bello esplode proprio quando sono costretti a condividere lo spazio ristretto di un furgoncino per un viaggio in California, dove la piccola di famiglia deve sostenere un concorso di bellezza. Paradossalmente la bimba è tutto fuorché il centro narrativo, ed è il personaggio meno interessante, in mezzo a quella varia umanità che alla fine dell'avventura si riscopre addirittura un po' migliore e più conciliante con i proprio cari.
La scena finale, del resto, con l'imprevedibile e lollosa conseguenza dell'esibizione della bimba sul palco, da una parte presta il fianco alla smitizzazione di questo tipo di concorsi ma dall'altro è una valvola di sfogo perfetta per i protagonisti.
Una commedia assolutamente divertente e godibile, che non manca però di momenti malinconici o d far riflettere. Un vero gioiellino, anche grazie alle ottime interpretazioni (su tutti) di
Steve Carrell,
Alan Arking e
Paul Dano.