Un film non per tutti... forse neanche per me
Le pellicola "tratte da una storia vera", se non sono di stampo horror, di solito mi interessano perché mi permettono di approfondire argomenti del passato recente in maniera comunque "romanzata".
La Grande Scommessa però romanza veramente poco, e si caratterizza da un'ambivalenza che lo connota sia come narrativa che come documentario... un docu-fiction, anche se non al 100% appartenente a questo genere.
Il film parla di come, nel 2005, tre nuclei indipendenti di personaggi riescono a prevedere che nel giro di 2 anni e mezzo l'economia statunitense avrebbe subito un drastico crollo: tale conclusione arriva analizzando la situazione del mercato immobiliare, basato su una serie di mutui instabili che non avrebbero potuto reggere la baracca all'infinito.
Nessuno è disposto a crederci, e questi personaggi hanno modo di investire alla luce di questa scoperta, potendo così raggranellare un bel gruzzoletto quando la bolla esploderà, a inizio 2008, provocando l'inizio di quella crisi economica mondiale dalla quale ancora non siamo usciti.
Tematica insomma molto affascinante, ma con uno stile espositivo non sempre vincente. Il narratore interno che rompe la quarta parete per spiegare meglio alcuni concetti economici è una buona idea (come
Margot Robbie nei panni di sé stessa che, nuda nella vasca da bagno, spiega con precisione cosa sono i mutui subprime
), ma in generale il livello di informazioni è tale che uno si perde presto nei dettagli. Inoltre quando queste parti diventano troppo nozionistiche rischia di essere davvero difficile seguire il disegno complessivo. Le parti romanzate sono invece più funzionali, ma soprattutto grazie al carisma degli attori:
Christian Bale ottimo nei panni dell'eccentrico genion dei numeri sociopatico,
Steve Carrell offre una interpretazione molto sentita,
Ryan Gosling ha una faccia da schiaffi che levati (e che lo rende carismatico) e
Brad Pitt... ha troppo poco screen time per incidere, ma si difende bene
Insomma, un film dal contenuto veramente interessante e con grandi attori piuttosto in parte, ma che avrebbe IMHO beneficiato di un altro approccio. Così com'è ha spesso parti noiose o complicate da comprendere, rendendo la fruizione discontinua e difficoltosa.