[Steven Spielberg] Ready Player One

Una cartella dedicata a quel grande magico calderone che è il cinema e al fascino magnetico che lo schermo gigante continua ad esercitare ancora oggi.
  • Visto ieri. Non sono d'accordo con Elik; sì, forse il finale può essere abbastanza scontato e anche un po' ipocrita, ma è comunque efficace e presenta un messaggio giusto. Per il resto, film molto bello: mi sono affezionato ai personaggi (e mica mi capita sempre) e ho seguito con interesse le loro vicende, apprezzando anche le varie citazioni di cui il film era disseminato. Agilmente apprezzato, e anche tanto.
  • Il vuoto. E' stata la sensazione che ha accompagnato la visione del film, accresciuta da una durata eccessiva. Sceneggiatura debole, sviluppata peggio, saltando da una scena digitale all'altra, con l'occhio che si perde tra una citazione all'altra, dagli anni settanta fino ai nostri giorni, senza riuscirne a cogliere l'insieme, e soprattutto senza riuscire a provare empatia per i personaggi, messi lì solo per mandare avanti uno straccio di trama. Per carità, divertente a tratti, ma la scena di Kubrick è stata imbarazzante. Si fatica a credere che questa baracconata sia un film di Steven Spielberg.

    Viene da chiedersi quanto un pubblico di ragazzini, è questo il target di riferimento, capisca tutti i rimandi. La telecamera indugia su 2112 dei Rush album del 1976, ma quanti sanno, oggi, chi sono e cosa hanno suonato? Per non parlare dell'eterno ritorno degli anni ottanta, che molti degli spettatori avranno vissuto, al massimo, di striscio.

    Lontani, lontanissimi i tempi di Hook, bellissima storia di padri e figli, e di Jurassic Park, un'avventura che meraviglia e mette paura anche adesso. Se il futuro del cinema d'intrattenimento è questo, poveri noi.
  • Non sarei così negativo, ma proprio per niente, eh.

    Io il film l'ho visto e l'ho trovato bello. Intrattenevole e intelligente.

    Non intelligentissimo, però, attenzione. La critica di Elik la capisco e a tratti la condivido, ma non mi sembra proprio il tipo di film da cui aspettarsi una riflessione costruttiva sulla cultura nerd, sull'arte dei videogiochi e via dicendo. Nasce da un libro scritto quando facebook non era ancora il colosso che è oggi (ma si apprestava ad esserlo), e diretto da un regista bravo ma ormai anziano, e quindi sono state attribuite ai videogiochi vizi e virtù, meriti e "colpe" del web, dei social network, del virtuale e via dicendo. Tutto è sfumato però, non c'è nemmeno la volontà di fare denuncia e lanciare messaggi forti, ma si preferisce tenere tutt'altro profilo, più ingenuo ma anche più genuino.

    Perché quello che il film mi ha lasciato, oltre a numerosi spunti e suggestioni visive, è quel sapore puramente spielberghiano del cinema di un tempo che fu. Un sapore buono, ma non collegato alla nostalgia, alle citazioni della pop colture, che ci sono ma non costituiscono il fulcro di tutto e non sono 'sta gran ruffianata. E' il sapore del know-how di chi una storia di ragazzi te la sa ancora raccontare, infilandoci idee, umorismo e momenti scaldacuore. Con RP1 è più una questione di approccio, che di contenuti, secondo me.

    Non è un manifesto nerd, è un manifesto di buon cinema.
  • parolealvento ha scritto:ma la scena di Kubrick è stata imbarazzante.
    Io lì mi sono divertito come un matto e avevo il sorriso perennemente stampato in viso.
    Innanzitutto perché il film originale, anche se riproposto, non l'ho mai visto su grande schermo. Figurarsi con alcune scene in 3D.
    E poi, non perché Spielberg sia l'unico che possa farlo, ma perché è l'unico che possa permettersi di farlo. Ed è diverso.
    Può essere un semplice divertissement, lo concedo. Ma se mi diverte, non vedo perché no.
  • Sono un cultore di Excalibur di Milius da quando lo vidi in TV da ragazzino. Quando ho sentito pronunciare "Analnatrac utvasbeethod dokiel dienvè" sono saltato dalla sedia. :D All'inizio temevo di capire poco o niente di questo film perché non sono un gran "player", ma Spielberg ha abbracciato tutta la cultura pop e alla fine l'ho trovato divertente.
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