[Leo Ortolani] Due Figlie e Altri Animali Feroci

Saggio è non solo chi sa di non sapere ma anche chi sa dove andarselo a cercare, il sapere. Questo, per esempio, potrebbe essere un buon punto di partenza.
  • Già preso e letto (la mia copia era integra, mi sono sincerato che lo fosse, dopo averne scartata una col il bollino sulla penultima pagina di testo)

    Che dire?
    È un libro per il grande pubblico, ma è anche una lettera d'amore per le sue figlie
    Leggendolo si percepisce proprio che tutto quello di cui leggiamo, tutto quello che il Venerabile e la Cate hanno subito e soppportato in quei mesi (e Dio solo sa cosa li aspetta nei prossimi anni) lo hanno accolto come un dono e con l'infinito amore che ogni mamma e papà dovrebbero riservare ai loro figli.

    Una lettura esilarante, ma anche commovente e molto, MOLTO, profonda.

    Quando un libro scorre così facilmente alla lettura, senza essere superficiale, per me merita un posto d'onore nella libreria

    Verrebbe quasi da chiedere al Venerabile di adottare ancora qualche bambino, per leggere il sequel :LOL:
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • Marco, il bambino protagonista di una serie d'animazione giapponese di fine anni '70, intraprendeva per un lungo viaggio "Dagli Appennini alle Ande" sulle tracce della madre; Leo Ortolani e la moglie Caterina l'anno scorso hanno intrapreso lo stesso tragitto non alla ricerca di una madre, bensì di due figlie. Due figlie e altri animali feroci -Diario di un'adozione internazionale, infatti, racconta il viaggio di due novelli genitori adottivi migrati temporaneamente in Colombia per cominciare la propria vita assieme alle due sorelline Johanna e Lucy Maria.

    L'odissea vissuta dai coniugi Ortolani comincia, ben prima dell'imbarco all'areoporto in direzione America del Sud, con un lungo e tortuoso iter burocratico che ogni genitore adottivo deve affrontare, qui raffigurato con ironia e leggerezza, attraverso le quali, però, traspare la rabbia e la frustrazione che derivano dall'affrontare la difficile strada dell'adozione. Quando il racconto si sposta in Colombia si può percepire, tra le righe, una descrizione delle difficoltà e della povertà che un turista italiano può trovare recandosi in quelle zone,ovviamente tale descrizione è sempre caratterizzata dalla visione umoristica tipica dell'autore di Rat-Man.
    Queste difficoltà sono nulla rispetto al primo impatto con i due piccoli uragani colombiani che la voce narrante del libro dovrà domare, una volta conquistato il tanto difficile ruolo di genitore adottivo: l'incapacità di esprimersi in uno spagnolo che prenda le distanze dal veneto, pannolini da cambiare, iperattività, atteggiamenti imbarazzanti, un legame tra genitori adottivi e figlie che deve ancora trovare il giusto equilibrio...
    In certi passaggi si ha l'impressione di essere in compagnia di uno di quei papà che continua a mostrarti le foto dei figli e ti racconta delle cacche come se fossero eventi estremamente avvincenti... e infatti Leo è diventato proprio un esponente di quella categoria, ma ne è consapevole e affronta la sua nuova natura con autoironia.

    Questo esordio di Ortolani come scrittore non è la prima occasione che i fan hanno di leggere un suo testo fuori dai balloon e dalle didascalie: in questi anni l'autore ha realizzato editoriali, rubriche della posta e un blog, nei quali ha dimostrato di avere uno stile di scrittura nel quale riesce a utilizzare un umorismo simile a quello dei suoi fumetti. Per un libro vero, però, ci si aspetta una cura maggiore e una struttura più elaborata nella pianificazione della storia, ma purtroppo questo non avviene; il motivo di questa semplicità è da ricercare nella modalità in cui sono nati questi scritti, ovvero e-mail inviate dalla Colombia per aggiornare gli amici italiani sull'andamento dei primi giorni da genitori adottivi. Il racconto prosegue sotto forma epistolare, in cui gli aneddoti si susseguono spesso senza un vero e proprio collegamento ma come flusso di idee nella volontà di fare un resoconto più esaustivo possibile di quell'esperienza.

    Ad arricchire il volume ci sono 24 vignette disegnate dallo stesso Leo Ortolani, nelle quali riesce a sintetizzare una situazione rivista in chiave comica, in modo molto più efficace di quanto faccia con una pagina di testo. Nonostante non sia la sua forma di narrazione più congeniale, questa incursione del fumettista nel mercato della narrativa è comunque piacevole, soprattutto considerando che si tratta di una vicenda autobiografica e che buona parte degli scritti sono stati scritti, senza troppe pretese, via e-mail. Due figlie e altri animali feroci rimane, quindi, una piacevole lettura per i fan dell'autore, ma può essere anche un'occasione per scoprire il talento comico di Ortolani da parte dei lettori che non si avvicinano al mondo del fumetto.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • L'ho letto anch'io, finalmente, dopo averlo acquistato nell'ambito della presentazione che Leo Ortolani ha tenuto giovedì 20 ottobre scorso in compagnia di Andrea Plazzi e Gianni Fantoni alla Feltrinelli di Via Buenos Aires 33, a Milano.
    In quell'occasione xsono arrivato proprio al pelo, ho varcato la soglia della Feltrinelli alle 18.35 ma per fortuna la presentazione non era ancora iniziata. Cerco il mio amico che all'ultimo mi aveva detto che sarebbe venuto e che mi aveva messaggiato dicendomi di essere già lì mentre io ancora dovevo uscire dal lavoro, ma incrocio con lo sguardo Leo e mi fermo lì facendo il bastardo e fregandomene. :P
    Inizia la presentazione 5 minuti dopo, il mio amico di palesa, ci sono poche sedie libere ma io preferisco rimanere in piedi.
    L'incontro si rivela, come previsto, frizzante e divertente, e con tre soggetti del genere in effetti non poteva essere altrimenti. Leo ha spiegato il dietro le quinte del libro, di cui ero già a conoscenza (l'adozione delle figlie, il viaggio in Colombia, il calvario dell'adozione, il fatto che il libro è costruito sulle lettere e mail che Leo mandava agli amici mentre era là...) condendoli però con alcuni aneddoti divertenti o meno ma sempre resi nel suo stile brioso, scanzonato e autoironico che, caspita, dimostra di avere anche dal vivo e improvvisando allo stesso modo di come è quando scrive.
    Anche i botta e risposta con Plazzi e Fantoni sono sempre stati molto simpatici, e alla fine della presentazione (durata non più di mezz'oretta) è stato il turno delle domande, non moltissime ma interessanti per come hanno approfondito alcuni temi del libro, alcuni aspetti del carattere di Leo e, ovviamente, alcuni punti di contatto col fumetto e con Rat-Man in particolare.
    Infine, tempo di autografi. Ero indeciso se comprare il libro, spendere pù di 15 euro una settimana prima di Lucca non è saggio, ma chissene della saggezza! L'ho fatto mio e mi sono messo in coda, durata poco, e infine ho potuto sedermi accanto a Leo, stringerli la mano, scambiare quattro chiacchiere piacevolissime su Rat-Man, farmi autografare-dedicare-disegnare la mia copia del libro e il primo numero di Rat-Man che io abbia mai comprato e che mi ero portato dietro apposta.
    Si è rivelato gentilissimo, disponibilissimo e simpaticissimo, come me lo immaginavo e come ho sempre letto da quelli che l'hanno conosciuto dal vivo.
    Il bello di questa occasione, comunque, era proprio la possibilità di vedere, ascoltare e interagire direttamente con Leo, cosa che è pressochè impossibile in una qualunque fiera del fumetto per via della folla che si accalca attorno e lui e del rigido sistema di ordine in cui la gente deve mettersi per avere un veloce autografo e che inevitabilmente esclude moltissimi da questa possibilità.
    Quindi alla fine sono molto contento di aver sfruttato l'occasione con la scusa del libro, perchè mi ha regalato la possibilità di conoscere con calma uno dei miei miti personali e uno dei fumettisti viventi più bravo.

    Sì, ma il libro?
    Il libro è bello! Composto da un'introduzione, una conclusione e in mezzo dalla pubblicazione delle mail che Leo mandava agli amici italiani mentre era in Colombia con la Cate e le bambine, ha sicuramente un'impostazione ben poco canonica. Questo fa sì che il libro appaia schietto, sincero, diretto, giacchè il nucleo del libro è appunto fatto da mail che Leo mandava in via informale a persone con cui è in una certa confidenza. Anche se magari le avrà in qualche caso epurate da riferimenti personali che inevitabilmente vengono messi in missive private, il tono diretto resta ed è meraviglioso perchè davvero ti catapulta lì con i due neo-genitori. Bello però è poi scoprire che anche nell'introduzione, scritta appositamente per il libro, il tono è praticamente lo stesso. Cioè quello che l'autore sfoggia nei fumetti, nei suoi articoli, sul suo blog, sul forum di Rat-Man... vale a dire uno stile colloquiale, informale, spigliato, allegrone e ironicissimo, che denota semmai ce ne fosse bisogno come la vena di allegra follia che emerge nella narrazione e nei dialoghi di Rat-Man sia propria del modo di comunicare consuetudinario dell'autore.
    Sicuramente un modo ottimo per esorcizzare le difficoltà che l'iter burocratico prima e l'arrivo in Colombia poi hanno minato più volte l'ottimismo di Leo e moglie. Difficoltà, malumori e "drammi" che non vengono nascosti nel libro ma che comunque vengono comunicati sempre con quel tagli ironico, mostrati attraverso la lente che distorce la realtà rendendola buffa e comica. E' uno dei miei modi preferiti di vivere piuttosto che di sopravvivere, quindi inutile dire che mi sono ritrovato a gustarmi questo libro molto più di quello che avrei immaginato, nonostante con l'adozione non abbia (quasi) mai avuto niente a che fare e nonostante sia un tema di cui so molto poco. Ma Leo ha saputo riversare da una parte la sua vena ironica che fa comunque comprendere i problemi e le paure che si nascondono sotto di essa e dall'altra ha saputo raccontare in modo ottimo la sua esperienza di amore, che è quello che guida tutti i racconti di questo libro: l'amore per Caterina, l'amore per Johanna e Lucy Maria, l'amore per la vita che nonostante gli intoppi ha saputo donargli una cosa così grande e bella. Per i musicisti rock spesso si dice che quando iniziano ad avere figli è il momento in cui perdono la verve, in cui iniziano a essere molto meno rock e a cambiare leggermente genere... la cosa pare non valere per Leo, nonostante alla conferenza scherzasse sulla probabile qualità discendente dei prossimi numeri di Rat-Man, dal momento che questo libro mi pare la riprova che con le due bambine Leo abbia solo scoperto una nuova esperienza da raccontare a chi vorrà ascoltarlo tramite la lente dell'ironia dissacrante.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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