[Neil Gaiman] American Gods

Rispetto agli altri animali l'uomo ha un'utile facoltà: può immaginare cose che non esistono, generando interi mondi fantastici grazie al potere della fantasia. E c'è chi di fantasia ne ha così tanta da non inventare solo storie ma da creare universi che riempiono più e più libri, e che ora sono raccolti in questa cartella.
  • Continua la mia full immersion nelle opere di Gaiman con questo romanzone.
    Stranamente, all'inizio e in un punto un po' prima della metà la lettura mi andava a rilento. Non so perchè. Avevo appena finito di leggere Nessun dove, e ne ero tutto eccitato e catturato, e qualcosa in questi due punti non funzionava. Un paio di giorni fa ho divorato invece le ultime due delle tre parti in cui è diviso il libro, con famelica voglia di vedere quello che mi aspettava pagina dopo pagina.
    E...
    ...E non so se American Gods mi è piaciuto di più di Nessun dove oppure viceversa, so che anche American Gods è un signor libro e che la sua lettura consiglio caldamente a tutti. Il personaggio di Shadow come "eroe per caso" che non ha per nulla le carattersitiche dell'eroe (infatti è un ex detenuto, e il suo ruolo è solo quello di guardia del corpo) è molto ben costruito, così come quello dell'altra figura dominante del libro: Wednesday, conosciuto anche come Odino. Questo è un capolavoro di personaggio, il motore della storia se vogliamo, colui che ingaggia Shadow e gli mostra una faccia dell'America che il protagonista nemmeno sospettava. Già, perchè l'idea di base - molto interessante/intrigante e allo stesso tempo leggermente banale - è l'avvicinarsi dello scontro tra i "vecchi dei", quelli del vecchio continente che portati sul suolo americano dai primi coloni, vennero pian piano dimenticati, e i "nuovi dei", quelli di moda, quelli della TV, di Internet, dei cellulari, dei fast food...

    Ma il bello di tutta la trama e che riesce a essere solida per tutte le sue 520 pagine, che anche se all'apparenza allungano inutilmente il brodo in realtà sono tutte utili alla vicenda, anche le fasi che sembrano "di stanca" o di pausa. Niente da fare, alla fine tutto servirà, tutto avrà un senso, nulla resterà insoluto. Gaiman in questo è un drago, inserisce così tanti elementi nella storia che quando ne viene ripreso uno che sembrava secondario il lettore se n'era scordato.
    Oltre a ciò, la potenza della scrittura di Gaiman sta proprio in quello che scriveva qua sopra Joe Mango: ti prende, ti trascina, ti trasporta in modo vorticoso e sempre inaspettato, e ti prende per i fondelli in una maniera impressionante. Ti confonde e ti inganna, come i migliori giallisti o come Shadow quando fa i suoi giochi di prestigio facendo apparire e scomparire monetine nelle sue mani.

    Per questo la lettura di questo romanzo è un'esperienza di lettura unica e difficilmente riscontrabile in altri libri, anche di genere: non è solo perchè ci sono gli dei, non è solo per l'ironia dell'autore (sempre meravigliosamente presente), non è per i fantasmi, non è per la mitologia e l'uso in sè, non è per la scelta di mettere citazioni all'inizio di ogni capitolo. Anche, ma non solo. E' soprattutto perchè sa costruire un mosaico irripetibile e che ti lascia affascinato quando cala il sipario.

    PS: unica cosa che sottolineo è la versione della Mondadori. Ci sono un sacco di errori, come mancanza di maiuscole dopo il punto, lettere scambiate in una parola, stessa parola ripetuta due volte di fila... e non pochi. Peccato, perchè il libro meritava più attenzione (apprezzo però che le citazioni a inizio capitoli siano state tenute in inglese, con la traduzione in basso alla pagina).
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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