[Philip Pullman] La Bussola d'Oro

Rispetto agli altri animali l'uomo ha un'utile facoltà: può immaginare cose che non esistono, generando interi mondi fantastici grazie al potere della fantasia. E c'è chi di fantasia ne ha così tanta da non inventare solo storie ma da creare universi che riempiono più e più libri, e che ora sono raccolti in questa cartella.
  • Visto anche io, e anche io ero indeciso. Mi hai però quasi convinto.
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Non conoscevo minimamente questa saga, ma mi hanno portato a vedere il film tratto dal libro "La bussola d'oro" la settimana scorsa, ed essendone stato letteralmente rapito, mi sono procurato il romanzo il giorno stesso, per divorarlo in pochi giorni (adesso sto procedendo con la lettura del secondo romanzo, "La lama sottile", iniziato ieri).

    Hai detto bene, Deboroh.
    Il libro parte normalmente, con il racconto delle vicende di una bambina qualunque, Lyra, che vive isolata dal mondo, nel suo collegio, giocando con i suoi amici e vivendo serena, mentre al di fuori del suo piccolo microcosmo, un'enorme guerra si prepara a scoppiare.
    Ma niente Oscuri Signori che vogliono dominare il mondo, stavolta.
    Questo è dovuto al fatto che il mondo stesso non è un universo fantastico nel senso che propriamente si dà agli universi fantastici dei romanzi. E' un mondo assai simile al nostro (O meglio, al nostro dell'epoca Vittoriana!), in cui le uniche note fantastiche sono date dai daimon, dall'Aletiometro (la bussola d'oro del titolo), dagli orsi guerrieri e dalle streghe (che comunque, oltre a volare sui rami degli alberi, a creare vento e a rendersi invisibili, non fanno niente di poi così sovrannaturale), oltre, ovviamente, alla Polvere che tutti nel libro cercano i cui misteri sono ancora tutti da svelare, ragion per cui su di essa non mi pronuncio.
    Eppure, ci risulta essere un mondo assolutamente credibile. Pochi capitoli, ed ecco che i daimon, gli orsi parlanti e tutto il resto ci risulteranno assolutamente credibili, e che quella storia che ci pareva banale all'inizio si trasformerà di colpo, diventando adulta, ricchissima di colpi di scena e di riflessioni portate avanti con intelligenza.

    Una storia innovativa e avvincente, che mostra sì la lotta tra il bene e il male, ma un male non rappresentato tanto da un demone o un mostro, quanto dal pregiudizio, dal bigottismo, dall'ambizione e dalle mille contraddizioni che si annidano nell'animo umano.
    Aspettando con ansia di scoprire che cosa mi riserveranno gli altri due volumi della trilogia, di sapere come Pullman ribalterà ancora il suo mondo e quando me ne svelerà i misteri, mi dichiaro ampiamente soddisfatto di questo romanzo, che consiglio agli appassionati di fantasy magari un pò stufi dei soliti nani, elfi e draghi. Anche chi si intende di filosofia e teologia vi troverà pane per i suoi denti.

    Peccato che la copertina della nuova edizione (che è la mia, tra l'altro, sigh...) non aiuti, e faccia passare il libro per qualcosa di più infantile rispetto a quello che è realmente. Da questo punto di vista, la copertina dell'edizione vecchia postata da Deboroh era più evocativa.

    Immagine
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
  • Letto, finalmente.
    Molto molto bello.
    La primissima parte non mi aveva del tutto convinto: per quanto la scena iniziale si può quasi definire in medias res, con la protagonista Lyra che entra di soppiatto in una salettina privata del Jordan College, non riuscivo a trovarmi del tutto a mio agio. Però già dai primi semi di misteri che i primi capitoli pongono, e da quando Lyra va a vivere con la signora Coulter, la trama ha iniziato a prendermi moltissimo e ho divorato il resto del romanzo.
    Romanzo che si è rivelato un'avventura fantasy diversa dai soliti clichè, fortunatamente, con le giuste dosi di epicità, misteri, pericoli e momenti divertenti. Le emozioni che provano i personaggi sono quasi palpabili, e soprattutto la cosa notevole della narrazione di Philip Pullman è quella di far capire in modo molto forte e credibile al lettore qual è il sentimento intimo e profondo che lega ogni essere umano del mondo di Lyra al proprio Daimon.
    Già, perchè la vicenda si svolge in un mondo parallelo al nostro, geograficamente simile ma con alcune differenze e in un'Inghilterra con atmosfere da inizio Novecento. In questo mondo ogni essere umano ha un Daimon, una specie di animaletto che rappresenta la propria anima. Una cosa non così immediata da descrivere, facendone soprattutto capire l'importanza e la differenza tra un Daimon e un semplice animale da compagnia. Pullman ci riesce, e a fronte della piega che prenderà la missione di Lyra la cosa è importante.

    La protagonista è descritta ottimamente, una ragazzine ribelle, forte e sensibile, coraggiosa e comunque plausibile. Pantalaimon, il suo Daimon, è simpaticissimo, ma anche personaggi secondari come Lord Faa e Farder Coram, oppure personaggi ambigui come Lord Asriel e la signora Coulter, sono tutti tratteggiati in modo ottimale. Non parliamo dell'orso Iorek Byrnison, che è semplicemente fantastico e il lettore non può provare una certa attrazione verso questo animale nobile ma potente e spietato quanto leale.

    I misteri e i colpi di scena che si trovano sul cammino di Lyra restano comunque il piatto forte della storia, cose come i poteri dell'aletiometro, il destino della protagonista o gli studi di Lors Asriel ingolosiscono il lettore e lo spingono ad andare avanti nella lettura anche grazie alla bella prosa dell'autore e agli splendidi personaggi che sorreggono la trama, fino all'inaspettata conclusione che porta dritti dritti al libro secondo, che sto già sbranando :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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