[Philip Pullman] La lama sottile

Rispetto agli altri animali l'uomo ha un'utile facoltà: può immaginare cose che non esistono, generando interi mondi fantastici grazie al potere della fantasia. E c'è chi di fantasia ne ha così tanta da non inventare solo storie ma da creare universi che riempiono più e più libri, e che ora sono raccolti in questa cartella.
  • Libro particolare, questo romanzo di mezzo della trilogia di Pullman.
    Egoisticamente parlando, però: l'ho trovato particolare secondo i miei gusti.
    All'inzio, infatti, ne sono rimasto favorevolmente colpito: la parte in cui veniamo subito a conoscenza del nuovo personaggio della saga, Will, è molto bella e toccante per come viene descritto il suo atteggiamento verso la malattia della madre e la sua solitudine dovuta anche al suo doversi prendere cura del genitore. Lì mi ha ha sinceramente preso, e anche la parte thriller che ne segue con il mistero della sparizione del padre del ragazzo e con misteriosi uomini che cercano alcune carte legate al papà di Will è stuzzicante.
    Però iniziano a un certo punto a mancare i punti fermi, a mancarti i personaggi del primo libro... e quando ritroviamo Lyra, ecco che io mi arrovello su come sia possibile che Will si sia stupito così poco nei confronti di un'apertura verso un altro mondo.
    Ma è solo una fase, e poi si ingrana: la scrittura di Pullman torna ad essere effervescente come aveva dimostrato ne La Bussola d'Oro, e come dice Mike qua sopra vengono approfondite le riflessioni filosofico-teologiche introdotte nel primo romanzo, con la questione della Polvere vista dalla fisica del nostro mondo. E il bello è che questo è niente: occorre arrivare più addentro al libro, verso la fine, ma poi il lettore arriva alla consapevolezza del racconto teologico che sta facendo l'autore attraverso i suoi personaggi e i vari mondi esistenti. Il piano di Lord Asriel è quantomeno... ardito, anche se la parola è decisamente inadeguata. Ma di certo affascinante per il significato e gli intenti di cui è rivestito. L'identità di Lyra è un colpo di scena non da poco e geniale nell'economia di tutta la storia. Così come a figura di Will rappresente una bella allegoria, oltre ad essere descritto proprio bene nei suoi sentimenti. E non è da dimenticare lo strumento che dà il titolo al libro, un coltello che già da quello che capiamo in questo romanzo è formidabile, ma che sembra possa avere un'importanza ancora più grande per il futuro.
    Ritengo poi bella la figura dell'aeronauta Scoresby, che nel primo libro era forse rimasto un po' in ombra ma che ora ha l'occasione per essere protagonista di una parte particolare di tutto l'intreccio, in cui il suo coraggio e la sua personalità avranno l'occasione di emergere restituendoci un bellissimo personaggio.

    Philip Pullman non scherza più, e dopo un primo libro in cui la viviacità della narrazione e il fantasy la facevano da padroni qui pur non perdendo il gusto del raccontare quest e avventure approfondisce alcune tematiche delicate in modo per niente banale. E allora il viaggiare tra i mondi, la figura della fisica del nostro mondo, Cittagazze, gli Angeli, il ruolo delle streghe e gli intenti della rediviva signora Coulter trasfigurano tutti in qualcosa di più alto, in un disegno elevato e complesso dagli interessanti risvolti filosofici, che non vedo l'ora di vedersi compiere nell'ultimo romanzo della trilogia.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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