[Terry Pratchett] A Me Le Guardie!

Rispetto agli altri animali l'uomo ha un'utile facoltà: può immaginare cose che non esistono, generando interi mondi fantastici grazie al potere della fantasia. E c'è chi di fantasia ne ha così tanta da non inventare solo storie ma da creare universi che riempiono più e più libri, e che ora sono raccolti in questa cartella.
  • Un mesetto fa, prima di partire per le sue vacanze, un mio amico è andato alla biblioteca della nostra città per racimolare qualche lettura da portarsi dietro. Io l'ho accompagnato, e tra i libri che ha preso c'era anche Il colore della magia, primo romanzo della Saga della Terra Disco. spiegandomi che da quello che aveva sentito dire era una serie fantasy che trattava questo genere con molta ironia usata in modo intelligente, e quindo era curioso di leggere il primo libro della saga. Dato che anche da quello che è scritto qui sopra sull'ottavo libro, sembra davvero sempre più interessante, magari me lo farò prestare... :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    [ho messo la cover dell'edizione che ho letto io perché onestamente la copertina della Salani è di molte spanne sopra a quella della Tea postata da Eddy :P ]

    Sono passati ormai tre anni da quando lessi Il Colore della Magia, romanzo d'esordio della saga del Mondo Disco di Terry Pratchett. Mi piacque molto, ma l'enormità della saga stessa (più di una trentina di libri) mi ha fatto desistere dalla voglia di andare avanti nella lettura.
    Fino a oggi, quando ho capito che in un universo narrativo così ampio è assurdo voler essere completisti, anche considerando che l'autore ha impostato la saga in tanti mini-cicli a sè stanti e che i singoli romanzi sono comunque molto spesso pienamente comprensibili anche se scorporati dalle altre avventure del Mondo Disco a cui sono comunque collegati per ambientazioni e personaggi.
    Con questo spirito ho approfittato della presenza in biblioteca (prima che lo scartino -_- ) di A Me le Guardie!, primo romanzo del sotto-ciclo delle Guardie Cittadine.
    Non mi sono assolutamente pentito di tale scelta. Terry Pratchett si è confermato quell'autore eccelso che avevo trovato nel Colore della Magia e nel libro scritto a quattro mani con Neil Gaiman, un abile narratore che sa essere pienamente fantasy pur non rinunciando a uno stile di scrittura fresco e fortemente ironico e caricaturale.
    Il punto è che Pratchett non lo usa primariamente per mettere in burletta il genere narrativo in questione: anche, ma principalmente attraverso l'ironia e il fantasy riesce a mostrarci delle immagini di noi stessi con i nostri difetti portati agli eccessi. Gli abitanti di Ankh-Morpork siamo noi, noi che amiamo fare i furbetti, che bramiamo il potere, che siamo pronti a lodare il potente di turno e a scendere a compromessi, a dimenticare le nefandezze nel giro di una sbornia, che ci vantiamo di essere la specie più evoluta del mondo ma che ci uccidiamo l'un l'altro.
    Poi certo, anche gli stilemi dal fantasy vengono presi di mira da Pratchett, ma in modo sicuramente più bonario: ogni genere letterario ha i suoi clichè più o meno sfruttati e più o meno ingenui, e il fantasy è forse l'esempio più illustre. Non può non far sorridere la dedica che l'autore fa a inizio del libro, riportata da Eddy nel suo post, perché è vero che il ruolo delle guardie nei romanzi fantasy e cavallereschi è quello. L'idea di focalizzare un intero ciclo di romanzi del Mondo Disco su questo gruppo di persone è tanto geniale quanto ironica, perché se da una parte li mette sì in burletta (anche per via del senso che può avere la Guardia in una città come quella!) dall'altra dà risalto a questi personaggi secondari che finalmente assurgono a protagonisti e financo eroi.
    Il capitano Vimes è un personaggio molto riuscito in tal senso, e per altri versi anche il giovane ed entusiasta Carota è sicuramente un ottimo character. Nobby e Colon sono due ottime spalle comiche, invece, per quanto anche loro non siano privi di spessore.
    Ci si affeziona molto facilmente a tutti i personaggi, buoni, cattivi o ambigui. Sono tutti delle macchiette irresistibili, ma questa è solo apparenza dal momento che quando meno te l'aspetti l'autore riesce a scrivere una pagina che rende tutto molto più riflessivo. Oltre alla visione sulla natura umana, anche il discorso sul bene e sul male che fa il Patrizio verso la fine è sicuramente qualcosa di molto interessante e ben descritto. Ma di momenti così ne sono molti, specie nei monologhi di Vimes, e coesistono perfettamente con lo stile divertente e frizzante con cui vengono raccontate le avventure dei protagonisti.
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