Terre Desolate (La Torre Nera 3)
Titolo Originale:
The Waste Lands
Autore:
Stephen King
Traduttore: Dobner Tullio
Anno: 1991
Pagine: 340
Prezzo: euro 12.50
Editore: Sperling & Kupfer
Ci ho inspiegabilmente messo più tempo del previsto a leggere questo terzo volume dei sette che compongono la grande saga orchestrata da Stephen King.
Nei giorni in cui, come ho riportato in un paio di topic, da una parte si è venuto a sapere che JJ Abrams, Cuse e Lindelof decidono di abbandonare il progetto di adattamento per cinema o tv della saga e dall’altra l’autore ha dichiarato l’intenzione di voler scrivere un romanzo aggiuntivo alle vicende di
The Dark Tower, io ho portato a conclusione la lettura di
Terre Desolate.
Dicevo che ci ho messo più tempo dei precedenti due a leggerlo, e che lo trovo inspiegabile: difatti, per quanto i primi due romanzi mi siano molto piaciuto, specie il secondo,
Terre Desolate mi ha proprio catturato. Una volta che King ha stabilizzato la situazione di partenza con il terzetto base di ultimi pistoleri del Medio Mondo, affiancando a Roland di Gilead Eddy Dean e la sua neo-moglie Susannah, l’avventura sulla strada della Torre Nera può effettivamente avere inizio.
Il Re dà anche in questo libro poche risposte agli interrogativi che perseguitano il lettore dal primo romanzo, ma perlomeno qualche squarcio in più di comprensione la fa arrivare.
Intanto il libro a mio parere è diviso in due grandi parti.
La prima vede il terzetto incamminarsi per sentieri e boschi del Medio Mondo, mentre Roland educa i suoi nuovi compagni all’uso delle armi. Non solo, proprio a pensare come pistoleri. E’ qui che emerge la litania “Io non uccido con la mano: chi uccide con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Io uccido con il cuore” e via dicendo. Il tormentone del volto di mio padre è poi bellissimo da leggersi per me, dopo che i miei amici fan della saga spesso si lanciavano questo epiteto senza che io capissi molto. Di determinante qui succede che i nostri incontrano un gigantesco orso, che altri non è se non un [spoiler]gigantesco robot Guardiano, a guardia di alcuni portali che conducono chissà dove, disseminati ai bordi del mondo[/spoiler]. Da qua scoprono che basta seguire il Vettore (una specie di campo di forza magnetica) per arrivare alla Torre Nera. Seconda cosa importante è una conferma: il mondo di Roland sta subendo mutazioni temporali da quando “è andato avanti”, il tempo quindi può alterarsi e alterare gli spazi. Terza cosa, Roland subisce le conseguenze di una sua azione compiuta verso la fine del secondo romanzo: quando si ritrovò nel corpo di Jack Mort, impedì la morte del piccolo Jake, il ragazzino che aveva incontrato nel primo volume. Questa crea un paradosso temporale, perché se il ragazzino non è morto nella New York del suo tempo, non avrebbe mai potuto arrivare alla stazione di posta dove il pistolero lo trova nel primo libro. Il paradosso si concretizza tramite la percezione di due realtà diverse nella mente di Roland e di Jake, che si risolverà solo con il ritorno di Jake nel Medio Mondo. Come? Tramite percezioni particolari e determinanti di Eddie, dovute al Ka. Ka, Ka-tet e Khef sono tre termini che vengono un po’ esplorati duranti alcune spiegazioni di Roland.
La seconda parte del romanzo consiste nel primo contatto con delle persone: prima con i vecchietti di un paesello, poi con i folli abitanti di Lud, un tempo grandissima città, ora una metropoli in rovina dominata dalla pazzia, specie dei Grigi che abitano il sottosuolo. I nostri sanno, grazie alle visioni di Jake (che trovano parto in alcune coincidenze in cui incappa fin da quando era ancora a New York, come il libro per bambini
Charlie Chu Chu) che devono trovare Blaine il Mono, grande treno che li farà avanzare nel loro viaggio. Ma Blaine è un malandrino…
E’ allucinante come King metta insieme i pezzi di un mosaico ben lungi dall’essere completo. Il modo con cui elementi del nostro mondo influiscano sul Medio Mondo, o indichino indizi e punti di contatto, mette angoscia. In particolare il libro di
Charlie Chu Chu. E’ bellissima poi la descrizione delle due voci nella testa di Roland e di Jake (una che dà una versione dei fatti, l’altra che ne dà un’altra), la scena nella Villa che Jake deve affrontare per arrivare da Roland, il capo dei Grigi Tick Tock… I misteri pullulano e questo intriga. Così come il fatto che capiamo sempre più come niente è casuale, dalla scelta dei compagni di avventura del pistolero (ormai è chiaro come Eddie e Susannah siano dediti alla causa di Roland, così come è chiaro che il loro apporto nel viaggio non solo è utile ma proprio indispensabile: ka-tet) ai libri che Jake compra a New York. Infine, fa la sua (breve) comparsa lo Straniero Senza Età, che altri non è che una delle molteplici identità di Walter, l’Uomo in Nero del primo romanzo.
Un libro avvincente, con tanto di cliffhanger finale che ti fa rimanere con la voglia di sapere come va avanti.
E io non vedo l’ora di scoprirlo.
Next,
La Sfera del Buio.