[Eoin Colfer] E un'altra cosa...
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Quale giorno migliore del Towel Day per recensire, seppure al volo, E un'altra cosa...?
Ebbene, lo ho finito qualche giorno fa ed è molto meritevole. Non avevo aspettative enormi: per quanto si trattasse di Colfer, operazioni d questo tipo sono sempre molto rischiose. Si rischia che non sia all'altezza, si rischia che sia una mera imitazione di stile, si rischia un'utilizzazione innaturale dei personaggi.
E invece Colfer fa un ottimo lavoro. Ci consegna un degno ultimo capitolo, in uno stile che pur rifacendosi ad Adams è indubbiamente suo, e senza snaturare alcun personaggio.
Inoltre, il buon Colfer riesce a fare una storia che si aggancia perfettamente al romanzo precedente senza stravolgerne minimamente il senso, altro rischio che si corre, ma che comunque sarebbe stato risolvibile considerando la storia "non-canon".
Colfer riesce insomma a continuare a farci seguire le avventure, sempre in bilico tra la follia e la seria e profonda satira, dei nostri Arthur, Ford, Zaphod e Trillian, [spoiler]accompagnati anche dalla semigiovane Random,[/spoiler], riprendendo anche qualche personaggio che avevamo perso di vista, approfondendone la caratterizzazione, ma sempre con estremo rispetto.
Evito di parlare più dettagliatamente della trama, considerando che molti di voi non ne hanno ancora letto neanche la copertina.
Unico piccolo difetto è il finale, che pur essendo ottimo, sembra disomogeneo e un po' scollegato dal resto del libro.
Insomma, un libro decisamente [spoiler]frugo[/spoiler]. Qualunque fan della Guida può e deve averlo.Lorenzo Breda
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If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
Hobbes, Calvin&Hobbes
[No bit was mistreated or killed to send this message]
Domandina sul finale: Colfer "chiude definitivamente" la saga scrivendo una conclusione che può essere considerata L'Epigolo, oppure lascia la strada aperta per poter scrivere altre guide galattiche?
Entrambe le cose. Se si chiudesse qui sarebbe un finale soddisfacentissimo, ma si può continuare. Cosa che mi pare anche corretta nei confronti dell'originale.
Lorenzo Breda
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Infatti; edizione "Piccola Biblioteca Oscar", disponibile dal 29 Aprile 2011.Franz ha scritto:Se aspettate un paio d'anni (forse anche un solo anno) ce lo avrete nella stessa edizione e alla metà del prezzo.
Non ricordo dove l'ho scritto ma ricordo perfettamente di averlo detto
EDIT: ah, nella pagina precedente. La rece di breda a inizio pagina assomigliava a un inizio thread...
EDIT: ah, nella pagina precedente. La rece di breda a inizio pagina assomigliava a un inizio thread...
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Lo scorso marzo sono successe due cose interessanti: ho acquistato a poco più di una decina di euro l'omnibus della Guida Galattica per gli Autostoppisti, in occasione del 61° anniversario della nascita di Douglas Adams, e il trittico Breda-Eddy-Hybiscus mi hanno omaggiato di E un'altra cosa... durante la loro permanenza a casa mia per il Cartoomics.
Già ringraziai i ragazzi allora, ma rinnovo il ringraziamento a gran voce ora che ho effettivamente letto il romanzo di Colfer!
La "sesta parte della trilogia" si è infatti rivelata essere un libro davvero riuscito che, come diceva Breda nel post qui sopra, riesce ad essere un prodotto in cui traspare la scrittura di Colfer ma anche l'atmosfera tipica dei 5 libri di Adams.
La prima parte in realtà mi lasciava un po' perplesso: l'autore infatti sembrava abusare di citazioni smaccate a personaggi e situazioni dei libri precedenti, e temevo che l'operazione di omaggio si sarebbe ridotta, per timore di rovinare la serie, in un mero gioco citazionistico che avrebbe portato a nulla. Così non è, per fortuna, e poco dopo la trama cammina con le sue gambe, riprendendo proprio da dove si era interrotto Praticamente Innocuo e riuscendo a uscire da quella complessa situazione in modo intelligente e in linea con lo spirito della Guida.
È davvero un grande piacere rivedere agire Arthur, Ford, Zaphod e Trillian; bellissimo rivedere i Vogon, e davvero encomiabile il lavoro di Colfer nel capire come muovere i personaggi perché questi non perdessero l'impronta originaria che gli era stata data. Il romanzo dà l'idea che Colfer si sia divertito un mondo a poter utilizzare personaggi che conosce e ama, e che avendone un grande rispetto l'abbia fatto anche bene. Per gran parte del libro viene spontaneo dimenticare che non si stanno leggendo pagine di Adams, tanto Colfer riesce a uniformarsi allo stile e all'uso dei personaggi, pur non rinunciando comunque a certi meccanismo narrativi ormai riconoscibili nella sua scrittura, e visti più volte nella saga di Artemis Fowl. La relazione padre-figlio sulla nave Vogon è chiaramente un'impronta colferiana, così come [spoiler]lo stratagemma iniziale dei mondi nelle proprie menti[/spoiler].
Qualche nota sparsa qua e là.
La Mondadori dovrebbe mettersi d'accordo con se stessa quando traduce: la figlia di Trillian non veniva chiamata Random come in originale, in Praticamente Innocuo, ma solo Casualità! Decidere ora di tenere il nome originale crea una brutta discordanza. Per il resto, però, devo ammettere che il traduttore Giuseppe Iacobaci fa un lavoro frugo!
Cervello Sinistro, cioè la testa intelligente di Zaphod, che fluttua dentro una sfera e che è sostanzialmente collegata ad un computer a me ha ricordato tantissimo Uno di pikappiana memoria!
Arthur viene sottoutilizzato: capisco che avendo per le mani due tipi come Zaphod e Ford, Colfer aveva di che divertirsi (specie quando poi entra in scena [spoiler]Thor![/spoiler]), ma davvero: quello che dovrebbe essere il protagonista dell'intera saga, o almeno uno dei protagonisti, in questo romanzo di effettivo fa molto poco, e non è molto giusto.
Mi è piaciuta l'idea di riportare in scena uno dei personaggi più folli della saga, cioè Wowbagger: da una parte perde quella figura con aura mitica (ovviamente smorzata dal sarcasmo di Adams) che aveva nelle brevissime comparsate precedenti, ma dall'altra prende un personaggio poco utilizzato e lo rende in un modo molto interessante.
In sostanza, l'incursione di Colfer nel mondo della Guida non delude affatto: riesce ad essere fedele allo stile e all'atmosfera imbastita da Douglas Adams nella sua epopea, mantenendo comunque le caratteristiche che rendono riconoscibile la sua scrittura e il suo approccio alla narrazione, creando un ibrido interessante e che non stona affatto insieme ai precedenti romanzi della saga.
Già ringraziai i ragazzi allora, ma rinnovo il ringraziamento a gran voce ora che ho effettivamente letto il romanzo di Colfer!
La "sesta parte della trilogia" si è infatti rivelata essere un libro davvero riuscito che, come diceva Breda nel post qui sopra, riesce ad essere un prodotto in cui traspare la scrittura di Colfer ma anche l'atmosfera tipica dei 5 libri di Adams.
La prima parte in realtà mi lasciava un po' perplesso: l'autore infatti sembrava abusare di citazioni smaccate a personaggi e situazioni dei libri precedenti, e temevo che l'operazione di omaggio si sarebbe ridotta, per timore di rovinare la serie, in un mero gioco citazionistico che avrebbe portato a nulla. Così non è, per fortuna, e poco dopo la trama cammina con le sue gambe, riprendendo proprio da dove si era interrotto Praticamente Innocuo e riuscendo a uscire da quella complessa situazione in modo intelligente e in linea con lo spirito della Guida.
È davvero un grande piacere rivedere agire Arthur, Ford, Zaphod e Trillian; bellissimo rivedere i Vogon, e davvero encomiabile il lavoro di Colfer nel capire come muovere i personaggi perché questi non perdessero l'impronta originaria che gli era stata data. Il romanzo dà l'idea che Colfer si sia divertito un mondo a poter utilizzare personaggi che conosce e ama, e che avendone un grande rispetto l'abbia fatto anche bene. Per gran parte del libro viene spontaneo dimenticare che non si stanno leggendo pagine di Adams, tanto Colfer riesce a uniformarsi allo stile e all'uso dei personaggi, pur non rinunciando comunque a certi meccanismo narrativi ormai riconoscibili nella sua scrittura, e visti più volte nella saga di Artemis Fowl. La relazione padre-figlio sulla nave Vogon è chiaramente un'impronta colferiana, così come [spoiler]lo stratagemma iniziale dei mondi nelle proprie menti[/spoiler].
Qualche nota sparsa qua e là.
La Mondadori dovrebbe mettersi d'accordo con se stessa quando traduce: la figlia di Trillian non veniva chiamata Random come in originale, in Praticamente Innocuo, ma solo Casualità! Decidere ora di tenere il nome originale crea una brutta discordanza. Per il resto, però, devo ammettere che il traduttore Giuseppe Iacobaci fa un lavoro frugo!
Cervello Sinistro, cioè la testa intelligente di Zaphod, che fluttua dentro una sfera e che è sostanzialmente collegata ad un computer a me ha ricordato tantissimo Uno di pikappiana memoria!
Arthur viene sottoutilizzato: capisco che avendo per le mani due tipi come Zaphod e Ford, Colfer aveva di che divertirsi (specie quando poi entra in scena [spoiler]Thor![/spoiler]), ma davvero: quello che dovrebbe essere il protagonista dell'intera saga, o almeno uno dei protagonisti, in questo romanzo di effettivo fa molto poco, e non è molto giusto.
Mi è piaciuta l'idea di riportare in scena uno dei personaggi più folli della saga, cioè Wowbagger: da una parte perde quella figura con aura mitica (ovviamente smorzata dal sarcasmo di Adams) che aveva nelle brevissime comparsate precedenti, ma dall'altra prende un personaggio poco utilizzato e lo rende in un modo molto interessante.
In sostanza, l'incursione di Colfer nel mondo della Guida non delude affatto: riesce ad essere fedele allo stile e all'atmosfera imbastita da Douglas Adams nella sua epopea, mantenendo comunque le caratteristiche che rendono riconoscibile la sua scrittura e il suo approccio alla narrazione, creando un ibrido interessante e che non stona affatto insieme ai precedenti romanzi della saga.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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