La Canzone di Susannah (La Torre Nera 6)
Titolo Originale:
Song of Susannah
Autore:
Stephen King
Traduttore: Dobner Tullio
Anno: 2004
Pagine: 401
Prezzo: euro 17.00
Editore: Sperling & Kupfer
Sei mesi per leggere il quinto libro della saga, e solo 4 giorni per questo
La Canzone di Susannah, sesto tomo del ciclo della
Torre Nera.
Incredibile! O forse no. Innanzitutto questo romanzo è lungo la metà rispetto al precedente; inoltre ormai siamo dannatamente nel vivo della narrazione, della storia, ed è normale che sia preso e desideroso di divorare le pagine.
Dopo il finale denso di emozioni e con il grande cliffhanger dovuto alla fuga di Susannah - ormai posseduta da Mia - attraverso la Porta introvata,
La Canzone di Susannah non divaga e riparte proprio da qui, riparte dai nostri pistoleri che devono trovare un modo per seguire Mia, per impedirle di avere il bambino che Susannah porta in grembo, perché potrebbe essere pericoloso per loro e per la Torre. E così, mentre il Calla è in festa per la vittoria contro i Lupi, Roland, Eddie, Callahan, Jake e Oy il bimbolo si recano alla Grotta dove si trova la Porta, e insieme ai Manni tentano di riaprirla. La magia dei Manni è forte, e insieme al tocco di Jake essi riescono ad aprire la Porta, mandando Jake e Padre Callahan nella New York del 1999, dove si trova anche Susannah-Mia, mentre Roland ed Eddie finiscono nel Maine del 1977, dove devono trovare Calvin Torre (il libraio proprietario dell’appezzamento di terra a New York in cui si trova la Rosa) proprio per acquistare quel terreno.
Ma la missione dei due pistoleri non si ferma qui: decidono di recarsi da un certo scrittore, lo stesso che ha scritto
Le Notti di Salem (dove tra i protagonisti spuntava Callahan), che abita proprio nel Maine… un certo Stephen King!
Eh già, il riferimento a se stesso che l’autore aveva inserito nel quinto libro qui diventa decisamente presente, tanto che Roland ed Eddie incontrano e parlano con King in persona. E per un po’ i nostri protagonista rimangono col dubbio di essere solamente creazioni di questo narratore di storie, di “sai King”, anche perché hanno come la percezione che quel dove e quel quando sia più reale di tutte le altre realtà visitate. Infatti capiamo qui che nella moltitudine infinita di universi descritta da Marten alla fine del primo volume, una gigantesca parte è formata da mondi del tutto simili al nostro se non per alcune piccole differenze geografiche o storiche, cose lievi che però differiscono. Infatti la Terra in cui ora sono i due pistoleri con Stephen King (la nostra, direi) non è la stessa da cui proviene Eddie, ma è quella che Roland ed Eddie percepiscono come "più reale" delle altre, quella dove il tempo scorre in modo corretto.
Certo è che, di fronte all'assurdità della situazione, sono molte le teorie che Roland ipotizza per spiegarla, e alla fine la spunterà quella che sembra più logica, dopo una specie di "interrogatorio" che Roland fa allo scrittore.
E' da notare che ormai sono rimasti solo due Vettori a sostenere la Torre Nera, tutti gli altri sono crollati per opera dei Frangitori e di altri servi del Re Rosso, e Roland ha la convinzione che essi siano [spoiler]la Rosa e Stephen King[/spoiler].
Comunque, gran parte del romanzo è dedicata alla vicissitudini di Susannah e del suo conflitto interiore con Mia, in cui cerca di prendere tempo, e intanto di aiutare Mia a sopportare e ritardare le doglie. Approfittando del fatto che per muoversi e orientarsi in quella realtà a lei estranea Mia deve appoggiarsi a lei, Susannah cerca di scoprirne di più sul nascituro: le fosche previsioni di pericolo di Roland si rivelano corrette, e la realtà è terribile: per un complicato giochetto ideato dal geniale scrittore, e tenendo conto del fatto che i demoni sono sia maschi che femmine in un corpo solo, quello che noi apprendiamo è che [spoiler]il bambino è figlio di Roland e Susannah, per intermezzo del demone che prima ebbe un rapporto con Roland in
L’Ultimo Cavaliere, e poi trasferì il suo seme in Susannah quando ebbe un rapporto con lei nel terzo libro[/spoiler]. Quel bambino, che sarà cresciuto dal demone Mia, è destinato a essere il pupillo del Re Rosso e la causa della distruzione di Roland e della Torre Nera. Sarà il piccolo Mordred.
Dal racconto di Mia, poi, capiamo un po' di più il contesto del/i mondo(i che abbiamo visto sinora: tutte le macchine costruite dagli Antichi che abbiamo visto in disuso o impazzite nel corso dei romanzi (i congegni di Lud, Blaine il Mono, le macchine per estrarre il petrolio, Andy il Robot Messaggero, l'orso-robot a guardia del Vettore...) sono la risposta degli Antichi al voler dare un'evoluzione alla Natura. La magia che ha creato e che domina l'universo, scaturita dal cosiddetto Prim, stava lentamente andando ad esaurirsi, e gli Antichi svilupparono marchingegni artificiali che cercassero di imbrigliare la magia rimasta potenziandola con la tecnica. Tecnica che in quasi tutti i mondi è identificata dall'azienda North Central Positronics. Ma poi il mondo è andato avanti... Insomma, si fa un po' di chiarezza sull'insieme.
Diviso in 13 Stanze, il romanzo quindi ci mostra da una parte la “convivenza” di Susannah con Mia, i loro dialoghi interiori e i tentativi di Suze di comunicare telepaticamente con Eddie. Dall’altra, Jake e Callahan che fanno poco ma quel poco rischia di essere decisamente importante ai fini della vicenda generale, avendo a che fare con la Tredici Nera e con il suo essere nascosta in un luogo... sicuro?
Infine abbiamo Roland ed Eddie che si barcamenano tra la Rosa e Stephen King, del quale potremo leggere anche stralci di diario alla fine del libro, in cui vedremo come negli anni continuerà a scrivere della
Torre nei suoi romanzi.
L’idea di auto-inserirsi nella storia, e all’apparenza nemmeno così a caso ma con una parte di una certa importanza, da un lato attesta sicuramente la megalomania di quest’uomo, dall’altra il fatto che King sia davvero ossessionato dalla storia della
Torre Nera, non fatico a credere che la “persecuzione” di questa storia nella sua vita, di cui leggiamo nel diario fittizio, sia una trasposizione del reale stato d’animo con cui ha scritto la serie. Infine, comunque, è un’idea geniale e totalmente meta-narrativa, e come tale l’ho semplicemente adorata!
Finale molto spaventoso/inquietante, al cardiopalma ed emozionante, che ci mostra finalmente un po' meglio l'aspetto dei servi del Re Rosso... incontriamo gli antichi incubi di Callahan, cioè gli uomini bassi e i vampiri.
Il finale si presenta abbastanza aperto, com’è naturale vista la vicinanza temporale con cui comparirà nelle librerie il volume successivo, l’ultimo della saga, uscito pochi mesi dopo questo.
E mi aspetto grandi cose dal finalone, non vedo l’ora di imbarcarmi nel mega-tomo conclusivo di una saga che mi ha decisamente preso, ma che deve confermare la sua forza anche nella conclusione.
Next,
La Torre Nera.