Il Ciclo della
FONDAZIONE
di Isaac Asimov
Libro 6 L'orlo della FondazioneFONDAZIONE
di Isaac Asimov
Titolo originale: Foundation's Edge (1982)
Trent'anni dopo aver scritto la trilogia della Fondazione, i fan di Asimov lo implorano di scrivere un seguito della storia. Asimov li accontenta, scrivendo ben due sequel e due prequel fra il 1982 e il 1992. Al contrario della trilogia centrale, che era costituita da raccolte di racconti, Asimov finalmente degna la sua saga di romanzi di più ampio respiro. Il primo sequel è L'orlo della Fondazione, primo romanzo di Asimov a riscuotere un successo tale da diventare un bestseller.
Nell'Orlo assistiamo alla più grave crisi che il piano Seldon abbia dovuto affrontare in 500 anni (cioè a metà della "tabella di marcia"), crisi che per la prima volta dopo quella del Mulo rischia di compromettere definitivamente il Piano e di conseguenza lasciar cadere l'umanità in un futuro praticamente interminabile di barbarie.
Su Terminus, capitale della Prima Fondazione, le cose sembrano procedere a gonfie vele. L'ultima apparizione di Seldon rispecchia quanto sta realmente accadendo nella Galassia, il che certificherebbe che il Piano è stato rimesso in carreggiata dopo il deragliamento causato dall'imprevisto Mulo. Ma uno dei Consiglieri della Fondazione, Golan Trevize, mette in dubbio questa sensazione di sicurezza, esponendo pubblicamente i suoi sospetti sull'esistenza della Seconda Fondazione (che si credeva sconfitta). A seguito di queste dichiarazioni il potente Sindaco Harla Branno lo fa incriminare seduta stante. In realtà lo stesso Sindaco condivide le preoccupazioni di Trevize, e in segreto gli confida che non può ancora ammettere pubblicamente i suoi pensieri. Trevize viene quindi costretto ad andare in esplorazione (di fatto in esilio) alla ricerca di indizi sulla Seconda Fondazione, per conto del Sindaco Branno. Qualora Trevize avesse successo nelle sue ricerche, e trovasse quindi la Seconda Fondazione, la Branno potrebbe sfruttare contro di essa un nuovo dispositivo capace di intecettare e schermare i poteri mentali dei membri della Seconda Fondazione, poteri che fino a quel momento la rendevano intoccabile.
Ad accompagnare Trevize come copertura c'è un candido professore di storia antica, Janov Pelorat. Ignaro del suo ruolo di copertura, Pelorat è convinto di essere in viaggio per cercare informazioni sul leggendario Pianeta Originario, la Terra, di cui in ogni biblioteca della Galassia pare esser scomparsa ogni traccia.
La ricerca di Pelorat e Trevize li conduce sul pianeta Sayshell, sul quale vengono a conoscenza di una superstizione locale riguardo al misterioso pianeta Gaia. Parrebbe infatti che questo pianeta, che nessuno ha visitato e da cui nessuno è mai tornato, avesse in qualche modo garantito l'indipendenza dell'Unione Sayshell non solo dalla Fondazione ma anche precedentemente dall'Impero Galattico (cosa inaudita).
Nonostante quest'aura da pianeta proibito, Pelorat e Trevize non vengono affatto ostacolati nel loro intento di visitare Gaia.
Contemporaneamente il Sindaco Branno viene a sapere delle intenzioni di Pelorat e Trevize, e riflettendo su quanto fosse strano e inaudito che la Fondazione non fosse mai riuscita (né ne avesse l'intenzione) ad annettere l'Unione Sayshell, decide di partire lei stessa per il pianeta Gaia, con una scorta di astronavi militari e la subdola intenzione di inglobare finalmente quella zona neutrale della Galassia, anche a costo di iniziare una guerra.
Contemporaneamente dal pianeta Trantor, vecchia capitale dell'Impero Galattico e sede della mimetizzata Seconda Fondazione, l'Oratore Stor Gendibal parte anch'esso per Gaia. La Seconda Fondazione aveva seguito gli spostamenti di Golan Trevize, poiché in primis questo era alla ricerca della Seconda Fondazione e rischiava di scoprirla, e secondo poi perché Gendibal già da parecchio tempo aveva notato una particolarità molto rara e misteriosa nella mente del consigliere di Terminus.
Sia la Prima Fondazione che la Seconda Fondazione capiscono che Gaia cela un mistero e forse un pericolo maggiore di quello che fino a quel momento erano reciprocamente le due Fondazioni, ma non riescono ancora a spiegarsi come e perché Golan Trevize sia riuscito a trovarla.
SPOILER
Gaia è davvero questa potenza super partes che si temeva. E' infatti il pianeta Gaia ad aver ordito la trama che ha portato sia Trevize, sia il Sindaco Branno, sia l'Oratore Gendibal a convergere verso Gaia.
Gaia è un pianeta dotato di una coscenza collettiva condivisa con tutti gli esseri viventi e inanimati che la abitano. Il motivo per cui Gaia è interessato al bene dell'umanità pur essendosi sempre mantenuto neutrale sembra risalire alle Origini della colonizzazione spaziale: i Robot, soggetti alle Tre Leggi della Robotica ideate per garantire la sicurezza e la superiorità agli uomini nonostante l'enorme potenza delle macchine, divennero talmente intelligenti (e probabilmente anche molto "sensibili") da cominciare a ritenersi una sorta di "protettori" dell'umanità. La consapevolezza raggiunta dai Robot li portò a una sorta di sublimazione mistica che trascende la realtà, un posto chiamato l'Eternità. Da questo posto i Robot poterono governare tutti gli infiniti universi paralleli creati dalle scelte degli esseri viventi, e scegliere quello più favorevole al benessere dell'umanità. Una volta scelta questa realtà (che sarebbe la nostra Realtà), i robot si sono chiamati fuori dal corso della storia e hanno lasciato che gli umani vivessero da soli in quella Realtà. L'ultima opera dei Robot è stata quella di creare Gaia, una coscienza collettiva che avrebbe ubbidito a una versione modificata delle Tre Leggi della Robotica (in pratica i doveri dei Robot passano a Gaia. Gaia non deve recare danno agli umani, ecc...).
Ed è in virtù di questi poteri che Gaia ha supervisionato lo svolgimento del Piano Seldon e, dopo 500 anni, ha constatato che adesso il Piano era davvero a rischio (più di quanto non lo fosse all'epoca del Mulo, che, scopriamo ora, era un dissidente fuggito proprio da Gaia!). Ciononostante Gaia non sa quale sia la migliore soluzione a questa crisi. Non sa se favorire la supremazia della Prima Fondazione o quella della Seconda, o se addirittura fosse meglio proporre una propria terza alternativa. Per dirimere questa matassa è stato fondamentale avere Golan Trevize. La sua "particolarità" di cui si accorse anche la Seconda Fondazione è quella di essere capace di fare sempre la scelta giusta, di sapere con certezza sulla base di un intuito speciale e innato quale fosse l'alternativa migliore. E' quindi parere di Gaia che far scegliere a Trevize la soluzione della Crisi sia la mossa giusta da fare in ottemperanza alle Tre Leggi.
Trevize sceglierà la terza opzione, l'alternativa proposta da Gaia, ovvero "Galaxia": una galassia dotata di coscienza collettiva condivisa da tutti gli esseri viventi, esattamente come Gaia. Ma per raggiungere questo scopo sono necessari ancora molti secoli. Nel frattempo, alterando la mente del Sindaco Branno e dell'Oratore Gendibal, le due Fondazioni avrebbero continuato a coesistere e a portare avanti il Piano Seldon.
E vissero per sempre felici e contenti? Ennò...
Trevize non ha scelto l'opzione Galaxia perché la ritiene la migliore, ma perché era l'unica alternativa che, in caso di errore, ammettesse di tornare sui propri passi (cosa che non sarebbe stata possibile favorendo la Prima o la Seconda Fondazione, che avrebbero portato a un'irreversibile distruzione della Galassia). Per capire se Galaxia sia l'alternativa davvero definitiva Golan Trevize ha bisogno di trovare la Terra...
Con questo sequel Asimov comincia a connettere la saga delle Fondazioni a quella dei Robot (da cui, nella trilogia, era rimasta totalmente indipendente). Non solo, Asimov si permette anche di legarsi a un romanzo che è palesemente fuori continuity, La fine dell'Eternità, sfruttando l'idea di quel romanzo salvo specificare poi che queste due versioni di quell'idea si contraddicono, e secondo lui va bene così...
Questo romanzo si basa tutto sulla suggestione delle origini misteriose della civiltà umana. Le Fondazioni sono ambientate intorno a quello che dovrebbe essere l'anno 40.000 dopo Cristo, quindi la "nostra" epoca è qualcosa di perso nelle nebbie del tempo. Ciò che rimane della nostra civiltà sono abitudini che vengono sempre spiegate come "tradizioni" (come ad esempio considerare la durata di un giorno sempre di 24 ore, nonostante ogni pianeta abbia la sua propria durata di rotazione, e stesso discorso vale per i mesi, gli anni e le ore) ma non si ha una spiegazione razionale a queste consuetudini. Non si spiega neanche il perché l'umanità nei vari milioni e milioni di pianeti sia così simile alla nostra, l'etimologia delle parole deriva dalle "nostre" lingue morte (greco e latino, anche se ovviamente i personaggi dei romanzi non sanno cosa sono il "greco" e il "latino") e la lingua "Galattico standard" è praticamente l'inglese (e non solo per la convenzione necessaria perché possiamo leggere il testo).
Tutto questo rende noi lettori una sorta di "dèi" della storia che stiamo leggendo. Questi personaggi "derivano" da noi. Le nostre azioni di oggi hanno influenzato quel futuro che stiamo leggendo. Non è solo una fantasia, è come se stessimo leggendo le gesta dei nostri figli e pronipoti. In un certo senso, chiuso il libro, mi viene da stare attento a dove metto i piedi, ponderare bene le parole, riflettere sull'esistenza stessa, perché quello che faccio io oggi rimarrà anche fra 40 mila anni!
Asimov crea questo clima di complicità fra lui e il lettore che però non rimane un mero "easter egg", una citazione dei nostri tempi in un contesto fantascientifico, ma diventa un vero e proprio tarlo nella mente. Quando leggo un libro di Asimov è come se io fossi seduto con lui in una stanza a decidere il futuro dell'umanità. Credo sia questa la potenza dell'Universo creato da Asimov, questa la caratteristica peculiare della sua fantascienza, una fantascienza dalle implicazioni sociali più che tecnologiche (anche perché le tecnologie immaginate da Asimov già oggi fanno ridere).
Che l'umanità possa esistere ancora fra 40000 anni e rimanere così simile all'umanità attuale sicuramente è molto poco verosimile, ma ha il desiderabile effetto collaterale di sensibilizzarci. Sensibilizzarci con l'ottimismo in un futuro di pace, non con la distopia thriller tipica di altra fantascienza.
E non vedo l'ora di essere sensibilizzato ancora di più nel prossimo e ultimo romanzo della saga: Fondazione e Terra.