Titolo:
La Vita, l'Universo e Tutto Quanto
Titolo originale:
Life, the Universe and Everything
Autore:
Douglas Adams
Traduttore: Laura Serra
Anno: 1984
Pagine: 237
Prezzo: 9 euro
Editore: Mondadori (collana Piccola Biblioteca Oscar)
Terzo libro della saga comico-fantascientifica della
Guida Galattica per gli Autostoppisti.
La trama riprende esattamente da dove si era concluso il precedente romanzo -
Ristorante al Termine dell'Universo - con Arthur Dent e Ford Prefect intrappolati nel [spoiler]pianeta Terra della preistoria[/spoiler]. Ma il contesto cambia subito e repentinamente, grazie ad un... divano saltellante salendo sul quale si può approfittare dell'instabilità spaziotemporale.
Il divano li porterà sulla Terra attuale... due giorni prima che avvenga la sua distruzione! Ma non ci sarà tempo, come sarebbe prevedibile a questo punto, per i nostri di architettare complessi piani per salvare il nostro pianeta. Un'altra è infatti la minaccia da sventare.
Il pregio di questo romanzo sta proprio nella suddetta minaccia: nel suo complesso infatti mi pare che questo terzo capitolo della saga sia meno dispersivo dei primi due libri, riuscendo a concentrarsi su un filo rosso seguendolo dall'inizio alla fine.
Tale file rouge è la minaccia dei Krikkit, popolo della galassia del quale apprendiamo poco per volta la storia e il suo obiettivo, che mette in pericolo addirittura l'intero universo.
Certo, i voli pindarici, folli, quasi demenziali che Douglas Adams ha sfoggiato nei primi due romanzi permangono anche qui, tra le tante cose ricorderei il tormentone dell'alieno Wowbagger che gira per la galassia con lo scopo di insultare ogni essere vivente. Oppure la spassosissima maledizione che perseguita Agrajag, essere vivente che continua a reincarnarsi in forme di vita ogni volta diverse ma che viene sempre ucciso inavvertitamente da Arthur!
Per quanto il romanzo quindi sappia divertire e proponga una trama unitaria, nel complesso l'ho gradito meno dei primi due. Forse perchè Zaphod compare poco e Marvin anche meno, o forse perchè al di là del titolo del libro la trama sembra slegata da quello che abbiamo letto finora nella saga di Adams. Giusto nell'epilogo Arthur si ricorda che ancora non ha scoperto qual è la Domanda inerente la Vita, l'Universo e Tutto Quanto, di cui finora conosce solo l'incomprensibile risposta. Peccato che oltre a dedicarle troppo spazio, ho trovato la soluzione (sempre che sia quella definitva) un pochino deludente.
Quindi boh, soddisfatto per metà. Il libro in sè non è affatto male e la storia ha quel paio di colpi di scena che la rendono accattivante, oltre che sane dosi di humor dell'assurdo, ma nel disegno complessivo della saga mi sembra un po' un filler.
Vedremo come va avanti.
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