[Philip K. Dick] La Svastica sul Sole

Rispetto agli altri animali l'uomo ha un'utile facoltà: può immaginare cose che non esistono, generando interi mondi fantastici grazie al potere della fantasia. E c'è chi di fantasia ne ha così tanta da non inventare solo storie ma da creare universi che riempiono più e più libri, e che ora sono raccolti in questa cartella.
  • Molto presto conto di leggere questo romanzo...
    E segnalo che fino al 30 settembre trovate in libreria la bella edizione di questo libro a metà prezzo, cioè a euro 4.90. Direi un bell'affare, approfittatene! :)
    Io l'ho sempre detto che la Fanucci è la BAO dei romanzi ;)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Letto, finalmente :)
    Non mi soffermo troppo nel parlare della trama, ci ha già pensato egregiamente il buon Bacci qui sopra ;)
    Io spendo le mie parole per dire che è effettivamente un bel romanzo, anche se incredibilmente (per via della sua fama) è probabilmente quello che meno ho preferito tra quelli che ho letto di Dick. Non so perchè, ma tra i personaggi a cui non sono riuscito realmente ad affezionarmi e il fatto che la storia assomigliasse a una cronaca reale vista dagli occhi di varie persone il libro si è rivelato molto meno fantascientifico di quanto pensassi.
    Inrendiamoci, l'idea base di questa specifica distopia è geniale, ottima e ben gestita: viene sviluppato in modo credibile questo scenario alternativo, e così le conseguenze della vittoria dell'Asse sono suggestive e raccontate in modo credibile. E il fatto che in un modo o nell'altro ogni singolo protagonista del romanzo venga in contatto con La cavalletta non si alzerà più è sicuramente un geniale filo rosso che lega insieme le sorti dei personaggi e cementifica il romanzo. L'idea stessa di questo libro che racconta in modo romanzato una versione alternativa della fine della Seconda Guerra Mondiale, con la vittoria degli Alleati (cioè, la versione per noi reale) è probabilmente il maggior pregio de La Svastica sul Sole, per via del complesso e suggestivo gioco di rimandi meta-narrativi che Dick si diverte a imbastire strizzando l'occhio complice ai lettori. Questo si evince nel finale, ovviamente, ma c'è anche un altro punto nel libro in cui la meta-narrativa la fa da padrona:
    "Non è un romanzo giallo" - disse Paul - "Al contrario, è un tipo di narrativa interessante che rientra nel genere della fantascienza"
    "Oh, no" - dissentì Betty - "Non c'è scienza. E non è ambientato nel futuro. La fantascienza parla del futuro, in particolare di un futuro in cui la scienza è progredita rispetto al presente. In questo libro non c'è nè l'una nè l'altra.
    "Ma" - disse Paul - "parla di un presente alternativo. Esistono molti famosi romanzi di fantascienza sull'argomento.
    Poi, rivolto a Robert, gli spiegò: "Perdoni la mia insistenza, ma come mia moglie sa bene io sono stato per molto tempo un appassionato di fantascienza. Ho cominciato da giovanissimo; avevo appena dodici anni."
    Ovviamente il dialogo è rilevante perchè, anche se Paul sta parlando di La cavalletta non si alzerà più il lettore farà subito il parallelo con The Man in the High Castle, dal momento che le parole calzano a pennello ed è come se Dick avesse messo le mani avanti, a metà romanzo, relativamente alla natura e allo scopo di questo libro. Mi è piaciuto molto, come stratagemma.

    Ma comunque, in generale ho apprezzato tutto il libro. Il personaggio di Tagomi è sicuramente molto affascinante, e anche Juliana - pur in modi diversi - sa catturare l'attenzione del lettore per i suoi modi destabilizzanti ed energici.
    Bella la descrizione di questo assetto mondiale, anche se alla lunga i vari intrighi politici possono stancare, bella l'idea della misticità accentuata e interessante l'affondo che Dick fa verso gli oggetti d'arte, come accenna giustamente Bacci qui sopra, perchè in un colpo solo viene fatta satira sul mercato fiorente della falsificazione degli oggetti da collezione e si evidenzia lo stato e la dignità dell'arte di un popolo, sottoforma del moto d'orgoglio che ha Childan (anche se forse quell'orgoglio ha quasi dei rigurgiti eccessivamente sciovinisti, ma è anche vero che data la situazione in cui ci si trova...).

    Per quanto non mi abbia preso troppo, è sicuramente un romanzo che val la pena di leggere: il motivo ce lo offre uno dei personaggi, la già citata Juliana, quando afferma di aver capito che La cavalletta non si alzerà più non si limita a parlare di una realtà alternativa per diletto, ma in realtà per parlare loro del mondo in cui si trovano, tramite uno specchio. Ecco, penso che in un certo qual modo Dick - per alcuni versi in modo condivisibile, per altri meno - faccia lo stesso con il suo romanzo verso di noi.
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