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[J.R.R. Tolkien] Il Signore degli Anelli

Inviato: domenica 02 dicembre 2012, 21:10
da Valerio
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Erano passati parecchi anni dal successo dello Hobbit, e a Tolkien venne chiesto di farne un seguito. Inizialmente non fu entusiasta all'idea ma poi ci prese gusto e decise di realizzare l'opera che avrebbe segnato il punto di partenza per il fantasy moderno. Non un semplice sequel ma un enorme romanzo in tre tomi, che avrebbe sviluppato a dovere il predecessore e nel contempo fornito un'ideale chiusura per la mitologia che sin da bambino aveva in mente. L'opera racconta, con un registro sicuramente più adulto rispetto al prequel, la storia di Frodo, e del suo viaggio per distruggere l'anello, qui retconnizzato come un oggetto malefico, una sorta di horcrux ante litteram, per Sauron, capostipite della schiera degli Oscuri Signori, fonte di un male che si perpetua proprio attraverso la tentazione. L'unico modo per sconfiggere il male è spiazzarlo, comportandosi in modo per lui inconcepibile, cioé resistendogli e rinunciando a sorpresa proprio all'unico oggetto che lui non penserebbe mai che qualcuno potrebbe buttare. E' questo che muove Frodo e la piccola compagnia con la quale parte, ed è senza dubbio il principio fondamentale su cui si poggia l'immensa epopea che ne segue.

1. La Compagnia dell'Anello. Questo primo tomo è a sua volta diviso in due libri, e inizia lentamente. Ci si immerge nelle atmosfere della Contea e si percepisce quell'atmosfera di un mondo che sta cambiando. Frodo prende il testimone che fu di Bilbo per partire per un'avventura che ha ben poco di allegro, e che probabilmente richiederà la sua stessa vita. E' il libro più amato, in genere, quello che introduce piano piano all'universo tolkieniano, e in cui il gruppo è unito e attraversa luoghi evocativi come Gran Burrone, le Miniere di Moria e Lothlorien. E' sicuramente il più iconico, ma non si può fare a meno di notare alcune "lungagnate" nella fase iniziale che puntalmente vengono rimosse ad ogni adattamento dell'opera. E non mi riferisco solo a Tom Bombadil ma proprio al fatto che Frodo attraversi la Contea nel dettaglio, traslocando pure nel mentre. Sicuramente dal Consiglio di Elrond in poi si entra nel vivo, e cioé nella parte che ha reso il libro veramente amato.

2. Le Due Torri. E' col secondo che si ha una suddivisione. La Compagnia si divide in due e si spartisce le due metà del libro. La prima metà vede i rimanenti compagni supportare il regno di Rohan contro Saruman, stregone votatosi alla causa di Sauron, mentre la seconda metà segue Frodo e il suo famiglio Sam nel loro viaggio. Tanto chiassosa e bellica la prima parte, quando intimista e inquietante la seconda, questo libro di mezzo non è il più amato della saga, ma viene ricordato per l'introduzione degli Ent e soprattutto per quel meraviglioso personaggio che è Gollum. Non bisogna avere troppa fretta di elargire la morte, dal momento che non si sa mai il ruolo che ognuno di noi potrà giocare nel disegno finale, è questo l'insegnamento che Gandalf impartisce a Frodo e che lui segue alla lettera scegliendo di risparmiare Gollum. E infatti il personaggio di Gollum, con la sua doppia personalità, riserverà sorprese continue, rivelandosi fondamentale per la riuscita della missione.

3. Il Ritorno del Re. Ed è qui che ogni nodo viene al pettine. Il libro è ancora una volta diviso in due parti: nella prima abbiamo il resto della Compagnia che cerca di salvare l'ultimo e più importante regno degli uomini, Gondor. E' un libro importantissimo per la consacrazione del personaggio di Aragorn, chiave di volta per la storia del mondo. Il secondo libro è invece dedicato all'ultima fase della missione, la più febbrile, e al successivo ritorno a casa, che viene realizzato in modo piuttosto decompresso. Il viaggio di ritorno non è infatti privo di sorprese ed è proprio grazie ad esse che gli hobbit si rendono conto di essere cambiati, diversi, e che per quanto possano tornare a casa, non si sentiranno più totalmente di appartenere a quel luogo. E' un finale dolceamaro, che dà un significato bellissimo all'intera epopea.

Il libro viene inoltre arricchito dalle appendici. Non si tratta di semplici contenuti speciali perfettamente saltabili, ma di testi che portano davvero a termine la storia, raccontando l'epilogo di ogni personaggio. Certo, ci sono cose ostiche come le regole linguistiche, la distinzione tra tipologie di elfico, il novero dei re e altri tecnicismi che stanno lì solo per far capire la cura con la quale Tolkien ha forgiato il suo mondo, però abbiamo anche la storia di Aragorn e Arwen, la sorte dei rimanenti membri della compagnia, l'origine delle razze, per cui il tutto è in buona parte leggibile.
In definitiva Il Signore degli Anelli è un capolavoro. Non solo per i meriti che ha avuto e per cosa ha generato ma perché rappresenta ancora il riferimento assoluto per quanto riguarda la creazione di un mondo magico e credibile, e soprattutto con dei contenuti e dei significati precisi, lontani dalla vuotezza di certe saghe fantasy attuali. Tolkien stesso provò in alcuni casi a scriverne un sequel, a lavorarci ancora su, ma si fermò subito, perché si accorse che nel Signore degli Anelli aveva finalmente detto tutto quello che da sempre aveva voluto raccontare.

Re: [J.R.R. Tolkien] Il Signore degli Anelli

Inviato: mercoledì 04 marzo 2015, 00:01
da Pangur Ban
Un paragone che da lettore di Tolkien e Miura non avevo mai fatto:

J.R. R. Tolkien e Kentaro Miura : due universi fantasy a confronto.

http://www.endore.it/Arretrati/11/Artic ... Miura1.pdf

Di Claudio Cordella
Testo tratto dal nr.11 di Endòre, la rivista della Terra di Mezzo.

Re: [J.R.R. Tolkien] Il Signore degli Anelli

Inviato: venerdì 04 ottobre 2019, 15:06
da cianfa88
Il 30 ottobre uscirà per Bompiani "La compagnia dell'Anello" con l'attesa nuova traduzione ad opera di Ottavio Fatica.

https://www.wumingfoundation.com/giap/2 ... li-anelli/


Nuova traduzione accompagnata ovviamente dalle immancabili polemiche, non ancora da parte dei fan che si scandalizzeranno per un Tuc che diventa Took ma da parte della vecchia traduttrice. Polemica un po' stucchevole ma interessante, facilmente rintracciabile su google.
In sostanza la vecchia traduzione (pur notevole visto che fu fatta da una ragazza di 17 anni) si prendeva molte libertà nel tradurre lo stile di Tolkien, come era anche in uso in quel periodo, oltre ad essere imprecisa nell'adattamento italiano dei nomi stranieri.

Doverosa quindi questa nuova traduzione, in attesa dell'inevitabile scannamento degli immaturi fan a causa della scomparsa di termini ormai entrati nell'immaginario come Decumano o Sovrintendente.