[J.R.R. Tolkien] Racconti Brevi e Storie Minori
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Questo topic serve a fare un po' di chiarezza su cosa comprende il corpus di scritti di Tolkien, visto che quello che esce viene continuamente espanso e rimescolato sia da Bompiani che dallo stesso figlio Christopher. Esistono due macrocategorie: gli scritti sulla Terra di Mezzo e il materiale da essa slegato.
- Per quanto riguarda gli scritti sulla Terra di Mezzo, se escludiamo la perfetta triade Il Silmarillion, Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli, non rimane praticamente nient'altro di rilevante da recuperare. L'unica opera a tema, pubblicata quando Tolkien era ancora in vita è Le Avventure di Tom Bombadil, che altro non è che una raccolta di poesiole ispirate alla Terra di Mezzo. Sul simpatico Bombadil sono incentrate solo le prime due poesie, in cui si narra del suo incontro con Baccador e dei suoi giretti nelle terre intorno alla Contea, mentre il resto riguarda altri argomenti, e in un paio di casi si tratta pure di materiale riciclato da LOTR. Consigliato solo ai completisti più sfrenati, o a chi è interessato all'aspetto poetico dell'opera di Tolkien, visto che l'edizione Bompiani presenta l'opera col testo inglese a fronte. Il resto del materiale consiste più che altro in bozze riaggiustate dal figlio Christopher dopo la morte del padre: la più recente è proprio I Figli di Hùrin, di cui si è già parlato come di una versione estesa e maggiormente romanzata di un capitolo del Silmarillion. La più interessante è invece Racconti Incompiuti che contiene una selezione di scene tagliate provenienti da tutte e tre le ere, e che quindi si può considerare un'integrazione interessante alla triade iniziale. Infine, esiste quell'opera mastodontica in dodici volumi chiamata History of Middle-Earth che altro non è che l'intero corpus di bozze e appunti di Tolkien, riordinato dal figlio per dare al mondo un autentico making of dell'opera paterna. Il problema è che di questi dodici volumi Bompiani ha fatto uscire solo i primi due, intitolandoli Racconti Perduti e Racconti Ritrovati, e spacciandoli come opere autonome, quando d'altro non si tratta che delle due parti della bozza del Silmarillion. Si rumoreggia che sia stato Christopher Tolkien stesso ad aver posto il veto alla pubblicazione italiana del resto, inorridito dalla traduzione che Bompiani avrebbe voluto dare al terzo libro del corpus. Ad ogni modo l'opera così com'è, si presenta, oltre che incompleta, in una forma assolutamente fuorviante, e non potrà che alimentare confusione nel grande pubblico.
- Per quanto riguarda gli scritti slegati dalla Terra di Mezzo, troviamo anche qui una certa confusione. Molte opere sono state accorpate, altre suddivise e spacciate per qualcos'altro, è stata data una versione filologica e "a solo" di scritti che nascevano come accorpati e viceversa. Per dirimere un po' di confusione proverò ad elencare ciò che circola nelle librerie e in un secondo momento a distinguere i racconti più rilevanti e da recuperare. La Realtà in Trasparenza altro non è che il corpus epistolare di Tolkien, raccolto da Bompiani per via delle numerose riflessioni sulla sua opera disseminate qua e là nelle lettere che l'autore mandava ai familiari. Mr. Bliss e Le Lettere di Babbo Natale sono invece due libri per bambini, scritti e illustrati da Tolkien stesso per i suoi figli ma mai pubblicati se non postumi. Nelle librerie è inoltre possibile trovare due testi "colti": La Leggenda di Sigurd e Gudrùn, poema narrativo composto da Tolkien stesso usando il metro alliterativo e ispirandosi all'Edda Poetica e un testo accademico per la edizioni Mediterranee, il commento di Tolkien al poemetto medioevale Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Nulla di tutto questo è consigliato, all'infuori dall'ottica filologica, e per trovare vere e proprie opere narrative leggibili per un pubblico medio bisogna guardare altrove. Il volumetto antologico Albero e Foglia ed esempio è assolutamente consigliato perché comprende oltre al trattatello Sulle Fiabe anche altre cosettine, come il racconto "Foglia" di Niggle, la poesiola Mitopoeia, un secondo racconto poi editato anche da solo, Il Fabbro di Wootton Major e la finta piece teatrale Il Ritorno di Beorhtnoth, Figlio di Beorhthelm. Infine esistono altri due racconti di Tolkien venduti a parte, senza essere mai stati compresi in alcuna antologia, il delizioso Il Cacciatore di Draghi e il simpatico Roverandom, libriccino stranamente edito non da Bompiani bensì dalla Bur. Di seguito elenco i quattro racconti a mio parere estrapolabili e degni di lettura anche per un pubblico medio, interessato all'aspetto narrativo, più che a quello saggistico.
1. "Foglia" di Niggle ("Leaf" by Niggle) 1947
Uscito nel 1947, un decennio dopo Lo Hobbit, e in seguito raccolto nell'antologia Albero e Foglia, questo raccontino di una trentina di pagine è fra i più deliziosi e significativi di tutto il corpus Tolkieniano. Narra di Niggle, un ometto che vive nelle campagne inglesi (ricorda nulla?), che sogna di poter finire di dipingere un quadro in tempo, prima di partire per un lungo viaggio che è certo di star per affrontare. I tentativi di Niggle di portare a termine l'opera vengono frustrati dal fatto che quel brontolone rompiscatole del suo vicino di casa gli fa perdere un sacco di tempo, sicché quando arriva il momento di partire, l'ometto non ha portato a termine alcunché. Una volta partito, Niggle viene condotto in una sorta di clinica nella quale insegnano ad organizzare meglio il proprio tempo, sicché quando poi torna a casa scopre che il suo quadro si è trasformato nella realtà, e che per esplorarlo e concluderlo adesso ha un nuovo compagno, quel vicino che in passato aveva tanto malsopportato e col quale adesso sembra capirsi alla perfezione.
Per quanto Tolkien stesso avesse più volte affermato di detestare le allegorie, non si può certo dire che tutta la vicenda altro non sia che la storia della morte del povero Niggle, che ci insegna di come spesso si impieghi male il tempo della propria esistenza, affannandosi dietro a cose inutili, e perdendo di vista le cose davvero importanti. Due terzi della narrazione avvengono però dopo il "lungo viaggio", e tutta la favola è incentrata sulla "redenzione" di Niggle e del suo vicino, che imparano a organizzare il proprio tempo e a venirsi incontro condividendo lo stesso punto di vista solo dopo la fine della vita. E' fra gli scritti in assoluto migliori di Tolkien, carico di una semplicità e una poesia davvero senza precedenti. E il tutto con un registro narrativo molto leggero, che ricorda non poco la storia di Bilbo.
2. Il Cacciatore di Draghi (Farmer Giles of Ham) 1949
Questo simpatico raccontino di una novantina di pagine è contenuto nell'omonimo libriccino edito da Bompiani. Meno brillante del precedente, ma comunque gustoso, consiste in un simpatico rovesciamento di alcuni stereotipi della narrativa medioevale. Illustrato qua e là con miniature disegnate di proprio pugno da Tolkien stesso, il racconto parla del rozzo contadino Giles, che si ritrova coinvolto in grandi imprese, suo malgrado. La sconfitta di un gigante, il patto con un drago e il ritrovamento del relativo tesoro, lo porteranno ad essere acclamato dalle folle, al punto di ritrovarsi faccia a faccia con il re e i suoi cavalieri, intenzionati a ridimensionarlo, attribuendosi i suoi meriti. Alla fine Giles prevarrà e a farci una figuraccia saranno proprio i potenti, con notevole derisione da parte di Tolkien stesso dei cliché che vogliono i cavalieri senza macchia e senza paura.
3. Il Fabbro di Wootton Major (Smith of Wootton Major) 1967
Uscito originariamente nel 1967, questo racconto è reperibile in Italia sia all'interno di Albero e Foglia, che in un'edizione filologica cartonata che ne analizza le varie bozze. Si tratta di un'altra fra le novelle più significative di Tolkien, che verso la fine della sua produzione riflette bene su cosa significa raccontare fiabe e soprattutto perdersi da soli in quel mondo fiabesco che lui amava chiamare feeria. E' un racconto molto strano, dal momento che ha un lungo preambolo che non presenta subito il protagonista, rendendo difficile capire sin da subito dove si andrà a parare: nel villaggio di Wootton Major c'è la tradizione secondo la quale ogni ventiquattro anni bisogna preparare una torta gigantesca per i bambini del paese. Uno di essi, il futuro fabbro, troverà dentro la torta una stella argentata, inserita di nascosto dall'assistente del cuoco, e la inghiottirà cambiando per sempre la sua vita. Il fabbro infatti, pur mettendo su una famiglia felice, periodicamente sparirà per compiere lunghi viaggi nel reame di fantasia di feeria, fino al momento in cui l'assistente del cuoco si ripresenterà chiedendogli indietro questo potere, per poterlo trasmettere ad un nuovo prescelto. Insomma, è una celebrazione ante litteram della figura del "nerd", che all'epoca era visto dallo scrittore come un eletto, uno dei pochi a potersi interfacciare con il reame della fantasia, per poterne fruire e allo stesso tempo poter trasmettere il suo bagaglio di esperienze agli altri. Nella figura del fabbro rivediamo infatti lo stesso Tolkien, che sin da bambino amava perdersi nei suoi mondi fantastici, costruendo la sua Terra di Mezzo e fingendo di star esplorando un corpus di leggende preesistenti. Molto importante è a questo proposito anche la figura arcigna del cuoco Nokes, ritratto come un mediocre, che, con una certa aria di sufficienza, considera il mondo fiabesco come qualcosa di legato esclusivamente all'età infantile, e che verrà pesantemente redarguito in tarda età proprio dal suo assistente, rivelatosi essere il sovrano di feeria in incognito. Una situazione, quella dello svilimento di feeria, purtroppo ancora oggi attuale e che Tolkien già a quei tempi sembrava aver conosciuto.
4. Roverandom: Le Avventure di un Cane Alato (Roverandom) 1998
Uscito postumo, quest'ultimo racconto era stato scritto da Tolkien per consolare i propri figli della perdita di un cagnolino giocattolo. Lungo più di un centinaio di pagine, il libriccino è uscito postumo, a cura del solito Christopher Tolkien, e racconta del simpatico viaggio di Rover, un cagnolino che viene trasformato in un giocattolo da uno stregone dispettoso. Per riavere le sue sembianze dovrà affrontare un lungo viaggio in posti magici che ricordano non poco la feeria che Tolkien amava visitare con la mente. Pur non essendo ambientato ad Arda, nel libriccino in questione sono infatti presenti alcuni elementi geografici e mitologici che la richiamano in parte e che ricordano gli elfi e Valinor. Ma sono semplici tocchi, e in realtà il libro si regge tutto sulla volontà di un padre di costruire tutta una backstory che giustifichi ai suoi bimbi la sparizione del giocattolino.
Uh, Roverandom! Me l'avevano regalato poco dopo la mia febbre post-prima lettura del Signore degli Anelli, ma l'avevo completamente rimosso!
Caruccio.
Caruccio.
Mi piace questo topic per parlare di ciò di Tolkien che non conosco e per farmi chiarezza.
Premesso che a me piace come autore, ma non mi interessa un'analisi critica o una lettura di saggi.
Chiedo dunque dei lumi per:
- Racconti Incompiuti è una selezione di racconti o sono sono delle "scene" tagliate dalla triade? E' più per completisti(quindi può essere tralasciato) o è da avere?
- Sir Gawain e il Cavaliere Verde sembra dalla copertina qualcosa di interessante, mentre invece è solo un commento di Tolkien ad un'opera non sua?
- Il Ritorno di Beorhtnoth, Figlio di Beorhthelm l'avevo visto in un edizione a sé stante, ma grazie a questo topic scopro che è contenuto in Albero e Foglia, che a prima vista(o meglio dal titolo) pensavo fosse una raccolta di saggi. Penso che lo recupererò
- Il cacciatore di draghi è per caso racconto da qualche parte?
- Il libro intitolato Antologia di J.R.R. Tolkien sapete cosa contiene? Teoricamente dovrebbe essere un'antologia... quindi presumo un insieme di racconti.
Premesso che a me piace come autore, ma non mi interessa un'analisi critica o una lettura di saggi.
Chiedo dunque dei lumi per:
- Racconti Incompiuti è una selezione di racconti o sono sono delle "scene" tagliate dalla triade? E' più per completisti(quindi può essere tralasciato) o è da avere?
- Sir Gawain e il Cavaliere Verde sembra dalla copertina qualcosa di interessante, mentre invece è solo un commento di Tolkien ad un'opera non sua?
- Il Ritorno di Beorhtnoth, Figlio di Beorhthelm l'avevo visto in un edizione a sé stante, ma grazie a questo topic scopro che è contenuto in Albero e Foglia, che a prima vista(o meglio dal titolo) pensavo fosse una raccolta di saggi. Penso che lo recupererò
- Il cacciatore di draghi è per caso racconto da qualche parte?
- Il libro intitolato Antologia di J.R.R. Tolkien sapete cosa contiene? Teoricamente dovrebbe essere un'antologia... quindi presumo un insieme di racconti.
E' il suo scopo. Ci siamo passati tutti, infervorati da LOTR abbiamo cercato altre opere, salvo poi scontrarci con la "filologia disordinata" di Bompiani. Per cui ognuno ha un'opinione diversa di quello che dovrebbe essere il canone di lettura e c'è tanta confusione. Questo topic serve proprio per capire cosa è il caso di leggere e cosa no, senza imbarcarsi in fatiche sgradevoli.Topo_Nuovo ha scritto:Mi piace questo topic per parlare di ciò di Tolkien che non conosco e per farmi chiarezza.
Io non ce l'ho, perché anni fa, disorientato dalla confusione lasciai perdere prima di accattarmelo, ma ho da sempre in animo di comprarlo. E' da avere, secondo me, perché raccoglie scene tagliate e frammenti dalle tre opere precedenti, però aggiungendo un sacco di retroscena nuovi, come puoi vedere qui. Insomma dice MOLTO di nuovo e completa la mitologia.- Racconti Incompiuti è una selezione di racconti o sono sono delle "scene" tagliate dalla triade? E' più per completisti(quindi può essere tralasciato) o è da avere?
Esatto, bisogna fare attenzione a queste casistiche, perché le case editrici su questo tipo di confusione ci lucrano molto.- Sir Gawain e il Cavaliere Verde sembra dalla copertina qualcosa di interessante, mentre invece è solo un commento di Tolkien ad un'opera non sua?
Albero e Foglia è da avere, ma non certo per via di questo racconto che racconto non è, ma un esercizio autocompiacente e abbastanza fine a sé stesso.- Il Ritorno di Beorhtnoth, Figlio di Beorhthelm l'avevo visto in un edizione a sé stante, ma grazie a questo topic scopro che è contenuto in Albero e Foglia, che a prima vista(o meglio dal titolo) pensavo fosse una raccolta di saggi. Penso che lo recupererò
No, sta sempre da solo. Sia in edizione standard che cartonata deluxe. Vale la pena prenderlo in versione standard, a meno che non si collezioni Tolkien in versione deluxe (ma non mi pare che in quella veste ci sia tutto il corpus più importante).- Il cacciatore di draghi è per caso racconto da qualche parte?
Qui dice che è un trattatello che prende in esame stralci vari tratti un po' da tutto. Inutile, ai fini di questa classificazione.- Il libro intitolato Antologia di J.R.R. Tolkien sapete cosa contiene? Teoricamente dovrebbe essere un'antologia... quindi presumo un insieme di racconti.
Confermo il discorso per quanto riguarda i tre "Racconti": evitabili i Perduti e i Ritrovati, da avere gli Incompiuti (che aggiunge anche un sacco di roba sugli eventi più recenti).
Tra gli extra interessanti, segnalo:
La realtà in trasparenza, poderosa raccolta delle lettere di Tolkien, con un sacco di retroscena sulla genesi di tutte le opere, risposte ai critici, chiarimenti sulla mitologia.
L'Atlante della Terra di Mezzo di Tolkien - Ok, questo è un po' da fissati, ma è veramente fatto bene e oltre alle carte geografiche ci sono anche carte tematiche su tutte le battaglie di tutte le ere, e tutti la rappresentazione cartografica precisa degli spostamenti dei vari personaggi (con conteggio dei giorni, chilometraggio etc.)
Tra gli extra interessanti, segnalo:
La realtà in trasparenza, poderosa raccolta delle lettere di Tolkien, con un sacco di retroscena sulla genesi di tutte le opere, risposte ai critici, chiarimenti sulla mitologia.
L'Atlante della Terra di Mezzo di Tolkien - Ok, questo è un po' da fissati, ma è veramente fatto bene e oltre alle carte geografiche ci sono anche carte tematiche su tutte le battaglie di tutte le ere, e tutti la rappresentazione cartografica precisa degli spostamenti dei vari personaggi (con conteggio dei giorni, chilometraggio etc.)
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