[Neil Gaiman] L'Esilarante Mistero del Papà Scomparso

Rispetto agli altri animali l'uomo ha un'utile facoltà: può immaginare cose che non esistono, generando interi mondi fantastici grazie al potere della fantasia. E c'è chi di fantasia ne ha così tanta da non inventare solo storie ma da creare universi che riempiono più e più libri, e che ora sono raccolti in questa cartella.
  • Alla fine l'ho preso.
    Curiosando il libreria avevo visto che era uscita la versione Best Sellers da 10 euro, e ho pensato bene di approfittarne.
    Che dire? Che forse mi conveniva aspettare uno dei periodi in cui gli Oscar vengono scontati del 25%, così me lo accattavo a tipo 8 euro :P
    Non è un brutto libro, intendiamoci, ma le 150 e passa pagine sono un numero ingannevole considerando la grossezza dei caratteri e il grande numero di illustrazioni presenti.
    Ma queste cose le sapevo già prima di procedere all'acquisto (tant'è vero che le scrissi anche nel post di apertura, qui sopra), sapevo a cosa andavo incontro, e con questa consapevolezza alle spalle... oh, io il libro me lo sono goduto! :D
    È chiaramente e fortemente un racconto per ragazzini delle medie, sulla falsariga di altre opere per pre-adolescenti scritte dall'autore, ma questo non ha mai sminuito la qualità di scrittura che era capace di offrire.
    Neil Gaiman spiega subito nella prefazione la genesi di questo libro: rendere giustizia alla figura sociale dei papà, che nel suo Il giorno in cui scambiai mio padre con due pesci rossi era rappresentata da un un individuo così preso da sé stesso da non accorgersi di nulla di quanto accadesse attorno a lui, immerso com'era nella lettura del proprio quotidiano.
    Anche il protagonista di L'Esilarante Mistero del Papà Scomparso inizialmente è sprofondato nel giornale... ma avrà subito modo di riscattarsi, vivendo una sequela di avventure che attingono ai più classici cliché dell'immaginario fantastico. Non è un limite questo, né una mossa pigra da parte dell'autore: lo scrittore inglese dimostra anzi di conoscere perfettamente i meccanismi narrativi che utilizza, e sceglie coscientemente di adeguarsi ad essi perché la nota differente rispetto al resto è... proprio il protagonista!
    Improbabile, inadeguato, eppure capace di non farsi scomporre troppo, quest'uomo che è semplicemente uscito a comprare il latte per la colazione dei propri figli finisce in avventure al limite dell'assurdo, con situazioni che si rivelano divertenti e ironiche proprio per l'incursione dello straordinario nel quotidiano e per l'aplomb con cui il personaggio accoglie e reagisce a tutto questo.
    Alieni pronti a prendere possesso della Terra, un dinosauro su una mongolfiera-macchina del tempo, tribù che venerano un antico dio-vulcano, vampiri e pony... un mix variegato e fantasioso di istanze narrative e della fantasia che, alla fine dei conti, non sappiamo se sia accaduto davvero o se sia tutta un'invenzione del padre per giustificare in modo figo il proprio ritardo nel rientrare a casa con il latte... e anche qui sta il bello del racconto! :)

    Oltre alla fantasia un po' fanciullesca che aleggia preminente sull'opera, c'è poi da sottolineare la presenza di un paio di strizzatine d'occhio di Gaiman anche ad un pubblico più smaliziato: il meccanismo del viaggio nel tempo e dei paradossi temporali che viene sfruttato in ben due occasioni cruciali della trama non mi sembrano infatti a uso e consumo dei lettori più giovani, che apprezzeranno comunque queste svolte e soluzioni narrative che restano comunque familiari e particolarmente apprezzate anche e in special modo dal pubblico un pochino più cresciuto, cosa che ho apprezzato.
    Anche il rendere l'elemento più banale di tutti (il latte) un oggetto quasi totemico di così grande rilievo mi è parsa un'idea tanto paradossale quanto geniale, e mi è piaciuta molto. Del resto il titol originale del libro, Fortunateliy, the Milk... rende bene l'idea di questa godibilissima e brillante ironia inglese, molto meglio del banale e inutilmente lungo adattamento italiano-mondadoriano.

    Per finire, un giusto riconoscimento alle illustrazioni. Chris Riddel non fa rimpiangere il "partner grafico" per eccellenza di Gaiman, il gigantesco Dave McKean, grazie ad un approccio diverso rispetto all'illustratore storico di Neil. Laddove quest'ultimo fa del gotico e dell'inquietudine, scaturite anche da un'interessante commistione artistica di disegni, stili diversi e foto dal vero, Riddel propende per un tipo di disegno più classico, con uno stile molto vicino a quello di una classica striscia a fumetti americana da quotidiano. Il tratto è molto piacevole, armonico alla vista, a metà strada tra quello che si può vedere nelle vignette di un fumetto e nei disegni di un libro per bambini. Trovo che questo mood sia particolarmente adatto allo stile del racconto di Gaiman, e riesca a rappresentare nel modo migliore e con le giuste atmosfere quanto vi accade.
    Il tocco di genio sta poi nell'idea di rappresentare il padre protagonista come una caricatura palese di Gaiman stesso, che conferma di avere quindi un physique du role in grado di tenere la scena e di poter impersonare in modo credibile il protagonista di un'avventura dai risvolti magici.

    Insomma, un libro gradevole, che si legge in un'oretta e che non lascia più di un sano divertimento spensierato, con qualche trovata sopra la media rispetto alla classica scrittura per pre-adolescenti, figlie dell'abilità da scrittore tipica di Neil Gaiman. Se vi capita di trovarlo nella vostra biblioteca o scontato, fateci un pensierino ;)
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