[J.K. Rowling] Harry Potter e la Pietra Filosofale

Rispetto agli altri animali l'uomo ha un'utile facoltà: può immaginare cose che non esistono, generando interi mondi fantastici grazie al potere della fantasia. E c'è chi di fantasia ne ha così tanta da non inventare solo storie ma da creare universi che riempiono più e più libri, e che ora sono raccolti in questa cartella.
  • Ottimo libro, Ottimo, ha generato un successo che, dal mio pounto di vista, è davvero meritato. Ottimo il riferimento a Sirius e alla sua moto e mitica la prima apparizione di Albus Silente e della Mc Grannitt...
    Sul fatto che la Rowling avesse già da tempo tutta la storia in mente...beh, molte cose gli sono sfuggite:
    Ad esempio, nel primo Hagrid dice che i maghi NON POSSONO RESUSCITARE I MORTI. però nel terzo lo hanno fatto.
    Nel secondo Hagrid se ne fila ad Azkaban e, al suo ritorno, non gli passa nemmeno per l' anticamera del cervello di nominare i dissennatori, protagonisti poi nel terzo libro...

    Per ciò che riguarda la copertina sì, in effetti è un po' enigmatica: credo che si riferisca alla prova finale alla scacchiera, ma non so cosa c entri il topo e la maschera da topo...
    non lo so. :roll:

    Sgnao.
    Em@
    if I were a swan, I'd be Gone...
    Immagine
  • Donocchio ha scritto: nel primo Hagrid dice che i maghi NON POSSONO RESUSCITARE I MORTI. però nel terzo lo hanno fatto.
    Mi dev'essere sfuggita questa cosa...quando sarebbe accaduto, di grazia?
    Nel secondo Hagrid se ne fila ad Azkaban e, al suo ritorno, non gli passa nemmeno per l' anticamera del cervello di nominare i dissennatori, protagonisti poi nel terzo libro...
    Non mi sembra affatto un errore, dice che è un posto orribile, non ti basta? Non andavano mica nominati per forza...
    Per ciò che riguarda la copertina sì, in effetti è un po' enigmatica: credo che si riferisca alla prova finale alla scacchiera, ma non so cosa c entri il topo e la maschera da topo...
    non lo so.
    Alla scacchiera ho pensato anch'io, ma è il topo il problema, che sia Crosta?
  • Mi dev'essere sfuggita questa cosa...quando sarebbe accaduto, di grazia?
    lo dice, non mi ricordo dove ma lo dice, ne sono sicuro al 100 per cento...

    Non mi sembra affatto un errore, dice che è un posto orribile, non ti basta? Non andavano mica nominati per forza
    beh, l' ha detto la Rowling stessa che non ne aveva ancora parlato perchè non "sapeva" ancora della loro esistenza

    Alla scacchiera ho pensato anch'io, ma è il topo il problema, che sia Crosta?
    è l' unico, solo che il problema persiste in quella specie di maschera che harry indossa.
    ah la scacchera potrebbe anche essere quella degli scacchi dei maghi, i cui pezzi sono vivi...
    if I were a swan, I'd be Gone...
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  • Donocchio ha scritto: lo dice, non mi ricordo dove ma lo dice, ne sono sicuro al 100 per cento...
    Se ben ricordi la conversazione di Harry con Nick Quasi senza testa al termine del quinto, quando uno è morto lo è per sempre. Ci possono essere vari modi per poter comunicare ancora con un mago defunto, ma sono tutti modi fittizi o che in ogni caso non restituiscono la vita. I fantasmi sono morti che non hanno accettato la propria condizione perchè giunta inaspettatamente, i quadri sono un surrogato della persona defunta come anche i fantasmi che scaturiscono dalla bacchetta di Voldemort o le persone che si vedono nello specchio delle brame. L'unica questione ancora da chiarire è quella dei bisbiglii oltre il velo...
    beh, l' ha detto la Rowling stessa che non ne aveva ancora parlato perchè non "sapeva" ancora della loro esistenza
    Questo non contraddice niente che sia già stato detto nella camera dei segreti.
    è l' unico, solo che il problema persiste in quella specie di maschera che harry indossa.
    ah la scacchera potrebbe anche essere quella degli scacchi dei maghi, i cui pezzi sono vivi...
    Molto più probabile. Ma può darsi anche che la cosa non abbia senso.
  • Grrodon ha scritto:
    Donocchio ha scritto: lo dice, non mi ricordo dove ma lo dice, ne sono sicuro al 100 per cento...
    Se ben ricordi la conversazione di Harry con Nick Quasi senza testa al termine del quinto, quando uno è morto lo è per sempre. Ci possono essere vari modi per poter comunicare ancora con un mago defunto, ma sono tutti modi fittizi o che in ogni caso non restituiscono la vita. I fantasmi sono morti che non hanno accettato la propria condizione perchè giunta inaspettatamente, i quadri sono un surrogato della persona defunta come anche i fantasmi che scaturiscono dalla bacchetta di Voldemort o le persone che si vedono nello specchio delle brame. L'unica questione ancora da chiarire è quella dei bisbiglii oltre il velo...
    e allora fierobecco? :roll:
    if I were a swan, I'd be Gone...
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  • Fierobecco non è MAI morto.
  • ahgià... :lol:
    ... .
    .....heheh.....
    ....
    ...
    ...mi ritiro in ossequioso silenzio...
    if I were a swan, I'd be Gone...
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  • Anch'io grande estimatore della saga, ricordo con piacere il primo libro alla luce di quello che capiterà poi in futuro...

    Piccolo commento sui Dursley e quanto dice Grrodon nel primo post:
    a me i Dursley è l'atmosfera che comunque si respira molto in quesi capitoli ricorda notevolemente il mondo adulto che viene descritto in molti romanzi di Roald Dahl, non trovate?
  • Concordo eccome, e infatti lo dico da sempre.
    Il gusto - a volte eccessivo - che ha Dahl per il grottesco sembrerebbe aver parecchio influenzato la Rowling, che alle prese col primo volume avrà voluto andare sul sicuro rifacendosi a un modello preesistente, di successo e per giunta inglese.
  • Col senno di poi, penso che Harry Potter e la Pietra Filosofale sia l'episodio che meno mi è piaciuto.
    Ricercate le cause in un intreccio imbastito un po' ingenuamente, con Harry che spia Piton e/o Raptor in non meno di quattro o cinque occasioni e in un paio di note stonate su cui si può soprassedere, dopo i segreti sepolti nella Camera dei Segreti, i retroscena del Prigioniero di Azkaban, lo spettacolo, le luci e le ombre e l'orrore del Calice di Fuoco e il "controverso" Ordine della Fenice, non si può negare che La Pietra Filosofale sfiguri un po'.
    Si può, però, pensare l'opera di Joanne Kathleen Rowling come un esempio di ciò che la saga di Harry Potter offrirà e rileggerlo riserva non poche piacevolezze: impossibile non notare gli indizi e i riferimenti che sfuggono all'occhio inconsapevole ma che la scrittrice ha piazzato con precisione, impossibile non scorgere, nei personaggi, accenni di ciò che saranno in futuro, dei sentimenti che proveranno e delle strade che percorreranno.
    Lo stile semplice di J.K.R. si sposa con la sua straordinaria capacità di caratterizzare un comprimario, un coprotagonista o un tizio qualunque in poche parole (splendido il primo capitolo, in proposito) e di esporre sensazioni e sentimenti per niente infantili con semplicità e senza retorica: sappiamo come si sente Harry prima che il Cappello Parlante lo smisti a Grifondoro, e ci commuoviamo con lui leggendo la famiglia che ha perduto.
    Non è un caso nemmeno che Harry sia un giocatore di Quidditch così talentuoso: chiunque convivesse con i Dursley farebbe follie pur d'inforcare lo scopettone e scappare via, oltre il grigiume Babbano.
    La forza di Harry Potter, probabilmente, sta proprio qui, non in incantesimi e stregonerie, ma nell'immaginazione e sensibilità di J. K. Rowling, che scovano l'Harry Potter che è in noi (ops... un po' retorico?).

    E ci si può persino riconoscere nell'esempio di essere umano di cui ci parla Silente...
    Ultima modifica di Dapiz il sabato 17 dicembre 2005, 19:31, modificato 1 volta in totale.
  • Donocchio ha scritto: Sul fatto che la Rowling avesse già da tempo tutta la storia in mente...beh, molte cose gli sono sfuggite:
    Ad esempio, nel primo Hagrid dice che i maghi NON POSSONO RESUSCITARE I MORTI. però nel terzo lo hanno fatto.
    Nel secondo Hagrid se ne fila ad Azkaban e, al suo ritorno, non gli passa nemmeno per l' anticamera del cervello di nominare i dissennatori, protagonisti poi nel terzo libro...
    Su decessi e Dissennatori sei già stato redarguito. Ho notato, però un paio di piccolezze contraddittore:
    -innanzitutto si parla di ricette anti-morso di lupo mannaro, per cui non c'è cura, e
    -Neville dice che in famiglia lo credevano un Babbano, ma il termine sarebbe Magonò (forse, però, era semplicemente presto per parlarne).
  • Dapiz ha scritto: Ricercate le cause in un intreccio imbastito un po' ingenuamente, con Harry che spia Piton e/o Raptor in non meno di quattro o cinque occasioni e in un paio di note stonate su cui si può soprassedere
    Uh quali note stonate?
    Cmq la causa dello scarso intreccio è che la storia inzia solo dopo la metà del libro...
    e ci commuoviamo con lui leggendo della famiglia che ha perduto.
    Questa è una cosa che apparentemente non dovrebbe neanche stare in piedi visto che Harry i genitori non li ricorda proprio. Ma lo Specchio delle brame è un ottimo capitolo proprio perchè risolve il problema facendoglieli "conoscere", incuriosendolo e frustrandolo. Le atmosfere natalizie e la solitudine del castello semideserto poi completano il quadro e forniscono una cornice perfetta per il primo colloquio tra Harry e il suo nonno adottivo Silente.
    Non è un caso nemmeno che Harry sia un giocatore di Quidditch così talentuoso: chiunque convivesse con i Dursley farebbe follie pur d'inforcare lo scopettone e scappare via, oltre il grigiume Babbano.
    Mah, questa mi è sempre parsa una forzatura, giusto per elevare un po' il personaggio e dargli un abilità innata nel momento in cui entra ad Hogwart.
    Ben venga cmq...
    E ci si può persino riconoscere nell'esempio di essere umano di cui ci parla Silente...
    Intendi l'uomo che vede sé stesso al naturale riflesso nello specchio?
  • Dapiz ha scritto: Ricercate le cause in un intreccio imbastito un po' ingenuamente, con Harry che spia Piton e/o Raptor in non meno di quattro o cinque occasioni e in un paio di note stonate su cui si può soprassedere
    Uh quali note stonate?
    Be', il PDV di Harry, che non è lì per caso, ogni tanto salta senza un perchè (non mi riferisco al capitolo iniziale naturalmente), e le lezioni e gli allenamenti sono trattati un po' frettolosamente, secondo me. Essendo il primo libro, ritengo che un po' più di spazio -senza esagerare- fosse necessario.

    Cmq la causa dello scarso intreccio è che la storia inzia solo dopo la metà del libro...
    Non sono d'accordo. Capisco una volta, capisco due, ma tutte le volte che Piton o Raptor combinano qualcosa, Harry è lì per caso. Un po' ripetitivo, oltre che improbabile, no?

    e ci commuoviamo con lui leggendo della famiglia che ha perduto.
    Questa è una cosa che apparentemente non dovrebbe neanche stare in piedi visto che Harry i genitori non li ricorda proprio. Ma lo Specchio delle brame è un ottimo capitolo proprio perchè risolve il problema facendoglieli "conoscere", incuriosendolo e frustrandolo.
    E proprio per questo la scena è toccante: prima di quel momento il fatto che Harry fosse orfano ci riguardava relativamente, è solo in quella scena che il lettore -e forse lo stesso Harry- realizza il suo dolore, senza nemmeno bisogno di parole.

    Non è un caso nemmeno che Harry sia un giocatore di Quidditch così talentuoso: chiunque convivesse con i Dursley farebbe follie pur d'inforcare lo scopettone e scappare via, oltre il grigiume Babbano.
    Mah, questa mi è sempre parsa una forzatura, giusto per elevare un po' il personaggio e dargli un abilità innata nel momento in cui entra ad Hogwart.
    Ben venga cmq...
    Come ho già scritto non mi è piaciuta la fretta con cui è stato trattato tutto ciò: La Rowling ci spiega le regole del Quidditch, ma non ci fa assistere agli allenamenti e le partite sono o telecronache o viste dagli spalti... però, il simbolismo non riesco a non vedercelo e lo trovo assolutamente azzeccato.

    E ci si può persino riconoscere nell'esempio di essere umano di cui ci parla Silente...
    Intendi l'uomo che vede sé stesso al naturale riflesso nello specchio?

    Non so, non mi sento proprio l'uomo più felice del mondo... :lol: (Che brutte faccine!)
    Non mi sono spiegato, mi riferivo al finale, quando Silente dice ad Harry che ciò che molti esseri umani desiderano di più è ricchezza e lunga vita. E' uno spunto semplice ma nient'affatto stupido, e non nego che l'immortalità e il Deposito di Zio Paperone mi tentino particolarmente. Ritengo che pupille verticali e un po' di difficoltà a soffiarsi il naso in cambio di vita eterna sia, in effetti, uno scambio equo.
  • Dapiz ha scritto: Capisco una volta, capisco due, ma tutte le volte che Piton o Raptor combinano qualcosa, Harry è lì per caso. Un po' ripetitivo, oltre che improbabile, no?
    Ovviamente, ma credo che sia una licenza poetica generale di più o meno tutta la letteratura illustrata e non...
    è solo in quella scena che il lettore -e forse lo stesso Harry- realizza il suo dolore, senza nemmeno bisogno di parole.
    Sicuramente anche Harry realizza il suo dolore perchè prima non gli aveva mai dato troppo peso dando per scontato di essere orfano.
    E a questo proposito mi è molto piaciuto il modo in cui nel film viene reso tutto questo.
  • Grrodon ha scritto:
    Dapiz ha scritto: Capisco una volta, capisco due, ma tutte le volte che Piton o Raptor combinano qualcosa, Harry è lì per caso. Un po' ripetitivo, oltre che improbabile, no?
    Ovviamente, ma credo che sia una licenza poetica generale di più o meno tutta la letteratura illustrata e non...
    Naturalmente non è un espediente che ha inventato la Rowling e non sarà l'ultima volta che succede (anzi), peròin questo caso l'autrice sfida la pazienza del lettore, ripetendolo tantissime volte nell'arco di poche pagine.

    Comunque probabilmente sto cercando il pelo nell'uovo, come ho scritto dopo tutto l'ambaradan che succede nei prossimi libri La Pietra Filosofale sfigura un po'.
  • La saga è conclusa. Mi sono così imbarcato nella rilettura dei sette libri, ora che i misteri sono stati svelati e la conclusione delle vicende di Harry Potter sono ormai note. Quanto segue contiene spoiler per chi non abbia ancora letto l'ultimo volume.

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    Harry Potter e la Pietra Filosofale esce il 30 giugno 1997 in Inghilterra; è un romanzo per ragazzi che narra le avventure di un giovane apprendista mago, e nessuno può vagamente immaginare che quel libro dieci anni dopo sarà considerato il nono libro più venduto di tutti i tempi (e sale al secondo posto se escludiamo i testi religiosi e politici, superato solo da Don Chisciotte).
    E dalle premesse della trama, il lettore non può immaginarsi i toni epici che la saga assumerà: tutto comincia con un povero ragazzino orfano, costretto ad abitare con i suoi zii, i quali sono creature malvagie ai limiti del grottesco, tanto che sembrano usciti dai romanzi di Susanna Tamaro o Roald Dahl. Col tempo questi caratteri decisamente eccessivi saranno ridimensionati, ma soprattutto in questo primo libro i comportamenti sopra le righe (soprattutto di Dudley e Vernon) servono per mettersi dalla parte della povera vittima Harry Potter, ma soprattutto abituarsi allo stile di scrittura strampalato di J.K.Rowling, qui lasciato senza freni, ma che nella parte successiva ambientata ad Hogwarts spunterà qua e là, anche se la Rowling sarà impegnata a tratteggiare le fondamenta di una trama ben pìù complessa di quanto parrebbe.
    Comunque la "prigionia" di Harry inizia a traballare da quando arrivano le prime lettere da Hogwarts, destinate ad aumentare sempre di più, fino alla strepitosa valanga di lettere che obbliga i Dursley a fuggire. Ma il vagabondaggio risulterà inutile, con il prorompente arrivo di Hagrid che stravolge completamente la vita di Harry, introducendolo alla vita maghesca, e mettendo fine a una parte della storia che ritengo tuttora una delle più riuscite della saga, pur se priva della profondità che giungerà in futuro.
    Questo libro ha chiaramente lo scopo di introdurre le ambientazioni e i personaggi dell'universo potteriano, e infatti la Rowling riesce benissimo a presentare un universo fantasy credibile, preoccupandosi soprattutto di inserire elementi che riutilizzerà in futuro: mi pare che a parte la Pietra Filosofale e lo Specchio delle Brame, non ci sia nulla che non rivedremo in futuro. A proposito, è interessante osservare come questo libro sia una sorta di riassunto "7 in 1" di tutta la saga, dato che Raptor è un prototipo di ciò che sarà Moody nel quarto libro, e il ruolo di Piton di presunto colpevole ma in realtà protettore sarà ripetuto nel secondo libro e, in modo più ampio e approfondito, negli ultimi due. Anche il discorso finale di Silente, nel quale il preside dice ad Harry che "per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura", sembra avere molto in comune con il messaggio finale dell'ultimo libro...
    Molti interessanti altri rimandi al futuro, come la signora Figg che sembra una banalissima comparsa, Harry che parla allo zoo con il serpente, o la visita alla Gringott dove inizia l'esplorazione di Harry al mondo dei maghi, e dove si chiuderà il cerchio nel settimo libro con l'irruzione all'interno della stessa banca, i cui meccanismi di difesa (drago compreso) sono elencati proprio qui.
    La Rowling lascia anche diversi spiragli aperti per approfondire personaggi nei libri successivi, com'è giusto che sia trovandoci alle prese con un volume introduttivo; l'esempio più interessante è Silente che non racconta ad Harry cosa vede realmente nello Specchio delle Brame, spunto che l'autrice si degnerà di spiegare, sviscerando il passato travagliato del preside, solamente nell'ultimo libro.
    Sicuramente ciò che però è più avvincente osservare alla luce della conclusione del percorso dei sette volumi, è Piton e il suo atteggiamento che ad una prima lettura sembrava il classico professore cattivo, a metà saga abbiamo scoperto che era vittima del bullismo di James Potter e compagni, ma dopo l'ultimo libro abbiamo scoperto come il personaggio abbia motivazioni ulteriormente più profonde: queste risiedono nel suo amore per Lily, che si contrappone fortemente all'odio per James, e questo conflitto viene sfogato sull'inocente Harry, sul quale Piton compie la sua personale vendetta nei confronti di suo padre, ma che contemporaneamente protegge per la parola data alla madre. Harry ad un certo punto inizia a sospettare che l'astio provato da Piton nei suoi confronti sia causato da qualcosa di cui non è a conoscenza, ma dato che Hagrid si rifiuta di spiegarglielo, Harry continuerà a pensare (erroneamente) che Piton voglia solo impossessarsi della pietra filosofale.
    La storia si conclude con il secondo scontro tra Harry e Voldemort, nel corpo di Raptor; Harry riesce a vincere grazie all'amore di sua madre, come gli viene spiegato da Silente, ma anche questo, come moltri alti misteri verranno approfonditi in futuro...
    A mio parere è un libro più che buono, soprattutto se consideriamo le finalità introduttive che deve avere, e il fatto che abbia un tenore ben diverso dai libri successivi non lo vedo come un difetto, ma come una necessità: d'altronde anche Il Signore degli Anelli non parte con scontri tra eserciti, ma con le avventure di un gruppo di ometti in viaggio.

    Una domanda:
    Lavanda Brown fu la prima nuova Grifondoro e il tavolo all'estrema sinistra esplose in un evviva generale; tuttavia Harry notò che i fratelli gemelli di Ron fischiavano.
    Perchè mai i gemelli Weasley ce l'hanno con Lavanda? Non penso che possano prevedere cosa accadrà nel sesto libro, quindi perchè hanno questa reazione?
    Ultima modifica di DeborohWalker il venerdì 23 novembre 2007, 02:07, modificato 1 volta in totale.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • DeborohWalker ha scritto:Harry Potter e la Pietra Filosofale esce il 30 giugno 2007 in Inghilterra; è un romanzo per ragazzi che narra le avventure di un giovane apprendista mago, e nessuno può vagamente immaginare che quel libro dieci anni dopo sarà considerato il nono libro più venduto di tutti i tempi
    Bè, di certo l'evento letterario del momento del 2017 è assai superiore, come ben si sa il protagonista non è un maghetto ma...... ah, giusto, per voi gente del passato sarebbe spoiler, sto zitto allora...

    John Titor

    :P
  • Uff, mi hai fatto saltare la copertura.

    Sono dovuto tornare nel passato e far pubblicare il volume alla Rowling con dieci anni d'anticipo, il futuro non sarà più coe prima.
    E pensare che nella linea temporale precedente, la Rowling se ne stava zitta dal 2017 in poi, dopo l'uscita dell'ultimo libro... Ora a voi uomini di questa linea temporale toccherà sorbirvi curiosità ret-con inutili per altri 10 anni :P
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Contiene SPOILER per chi non ha mai letto il primo libro (semmai esiste...)

    Quando lessi per la prima volta Harry Potter e la pietra filosofale, lo feci solo grazie al consilgio (e ai libri in prestito) di un mio compagno di classe quand'ero ancora alle medie... me ne innamorari subito. Anch'io, alla luce di tutto quello che succederà più avanti e fin dal secondo libro, ho trovato questo primo il meno brillante, ma quando lo lessi e per me esisteva solo lui, mi era sembrato un capolavoro insuperabile!
    E' sicuramente un volume introduttivo... come i gialli si prendono i primi capitoli del libro per ambientare il lettore e fargli conoscere i personaggi prima di far arrivare il delitto, la Rowling si è presa un intero libro per dipingere un nuovo mondo al lettore, non mancando comunque di aggiungere quel mistero e pathos che comparirà anche successivamente. Qui, dopo la descrizione di quello che accade 11 anni prima gli eventi che saranno narrati, non mancando di descrivere gli assurdi e cinici Dursley, si dipinge la vita da emarginato che subisce il malsopportato Harry, e delle inspeigabili cose che sa fare (il parlare coi serpenti avrà poi rilevanza fin dal volume successivo), fino a scoprire grazie all'imponente Hagrid di essere un mago e di appartenere di diritto al mondo magico e alla scuola di Hogwarts, alla quale si accede al compimento degli 11 anni. E' così che la Rowling continua a stupire il lettore con le sue trovate - il binario 9 e 3/4, le cioccorane ecc. - e con i suoi personaggi, crea Ron e Hermione nei panni delgi amici per la pelle del protagonista e tutto il corpo insegnanti, tra cui spiccano il preside e Piton.
    Ma il cuore del libro, oltre alla desrzione dell'essenziale di questo mondo parallelo a wquello dei babbani, è il mistero della pietra filosofale. Qui si rivela subito la curiosità per i misteri che caratterizzerà il terzetto anche per il futuro, e anche se qui più ingenuamente per la giovane età, li porta con le proprie forze a riunire gli indizi fino ad arrivare al gran finale, dove superando le prove che gli si parano davanti Harry si ritrova davanti alla sua nemesi, parassita del corpo di Raptor...
    era ovvio che il cattivo non fosse il troppo prevedibile Piton, del quale alla fine scopriamo il motivo dell'odio verso Harry ma siamo ben lontani dal capire la comlessità del personaggio, ma in qualhce modo il finale ci lascia col fiato sospeso.
    Il dialogo finale con Silente apre una bella tradizione, serve al lettore quanto a Harry per capire il sottotesto dell'avventura che è appena stata vissuta, e in qualche modo aveva avuto un preambolo nel capirtolo sullo Specchio delle Brame.
    La risposta evasiva di Silente sul perchè Voldemort volesse uccidere Harry ci rimanda al dialogo del quinto libro, così come i riferimenti al futuro ci sono nello Specchio stesso, nella figurina di Silente in cui si accenna allo scontro con Grindelwald e al nominare Sirius Black da parte di Hagrid nel primo capitolo, quando afferma che la moto l'ha presa proprio da lui.
    Un libro molto ben fatto, dunque, che non manca fin da subito di proporre temi ricorrenti e importanti come la morte, la morte di chi ci è caro, la memoria di chi non c'è più, il male, il desiderio di potere, il coraggio, la voglia di vita eterna, e ovviamente l'amore che subito Silente rivela essere la forza che pervade Harry (in gran parte derivata dalla madre) e che l'ha fatto sopravvivere da piccolo e in quello scontro con Raptor, e che ci rimanda con piacere al secondo della saga.
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