[J.K. Rowling] Harry Potter e i Doni della Morte

Rispetto agli altri animali l'uomo ha un'utile facoltà: può immaginare cose che non esistono, generando interi mondi fantastici grazie al potere della fantasia. E c'è chi di fantasia ne ha così tanta da non inventare solo storie ma da creare universi che riempiono più e più libri, e che ora sono raccolti in questa cartella.
  • Hai ragione. Io pensavo che il Velo fosse un escamotage per farlo tornare. Così non è stato, quindi non ne vedo proprio il senso - se non per attutire l'impatto della sua morte, "occultando" il cadavere. Ma con Cedric non si era fatta di questi problemi e ha reso la scena molto meno drammatica. Mbà.
    A presto,
    Michele
  • Ovviamente tutto ciò è SPOILER

    Immagine
    Ed è finalmente finita la Saga, e giunto fino a noi italioti questo settimo libro, che i media e alcuni pessimi soggetti hanno già avuto modo di spoilerarci per bene, e, no, niente lezioni e M.A.G.O., stavolta il menu ha da offrire un sacco di bei viaggetti a Grimmauld Place, al ministero, a Godric's Hollow e alla Gringott, con tanto campeggio e una valanga di punti morti, che hanno però il pregio di rendere realistico il vagare senza meta di tre pischelli a cui è stato affidato un compito più grande di loro. Come anticipato dall'epilogo del Principe Mezzosangue, il terzetto infatti non torna ad Hogwarts, ma preferisce avventurarsi alla ricerca degli Horcrux mancanti, mentre sullo sfondo gli eventi politici precipitano, mostrandoci un Voldemort che tacitamente prende possesso del ministero e instaura una dittatura. Hogwarts sarà comunque il teatro ultimo della resa dei conti, ma per gran parte del libro saranno altri i posti visitati, come a volerci far dare un ultimo sguardo ai luoghi che durante tutta la saga abbiamo avuto modo di incontrare. Prima di questa decisa svolta si hanno però le solite consuete tappe che da sette libri a questa parte siamo abituati a veder compiersi, sia pur in modi diversi: ecco quindi, dopo un incipit a Villa Malfoy con protagonisti i Mangiamorte, le consuete fasi a Privet Drive e alla Tana. Nel primo dei due luoghi si assiste al congedo dell'autrice dai Dursley che non vengono considerati degni di chissà quale redenzione e ovviamente non vengono minimamente coinvolti più tardi durante la battaglia finale. In particolare il disprezzo per zio Vernon è evidente, è un personaggio assolutamente arido, ottuso e odioso, e non c'è bisogno di spenderci più di un paio di parole, mentre con zia Petunia e specialmente Dudley, la Rowling è più tenera. Petunia ci viene dipinta come una figura più complessa, il cui rifiuto per il mondo magico, come scopriremo alla fine, è dato solo ed esclusivamente dal rancore di esserne stata esclusa da bimba. E se lei malgrado gli sforzi non riesce a rivolgere la parola ad Harry per augurargli buona fortuna, perchè è ormai dannata, ci riesce invece Dudley che per un attimo prova goffamente a ringraziarlo per avergli a suo tempo salvato la vita. Un congedo che potrebbe sembrare sbrigativo nei confronti dei tre personaggi con cui si era aperta la saga, ma che a ben pensarci non poteva essere che così: la mediocrità di ognuno di loro tre viene spiegata in modo diverso, fornendo un accenno di redenzione solo nel rampollo, accenno che se sviluppato ulteriormente avrebbe potuto addirittura risultarci poco credibile. E poi si passa ad altro, perchè dopo la consueta fase alla Tana, forse quella con meno mordente, e il matrimonio di Bill e Fleur, sono ben altri i grattacapi di Harry: dover vagare in cerca degli Horcrux senza alcun supporto se non quello dei suoi due amici, prendendo una cantonata dopo l'altra e finendo per mettere in bella mostra i tarli della loro giovane età, e se questo non bastasse, cercare di decifrare le ultime volontà del suo mentore, la cui figura viene esposta allo sparla sparla generale, arricchendosi di ombre, debolezze e quindi di una considerevole dose di umanità. Proprio questa sottotrama di Silente e della sua disastrata famiglia ricorrerà insistentemente attraverso tutto il libro, mostrandoci il punto di vista di un bel po' di personaggi, dalla scandalistica malevolenza della Skeeter all'esaltazione quasi gratuita del buon vecchio Elhpias Doge, passando dal punto di vista amaro e disincantato del fratello Aberforth, sorta di personaggio rivelazione di questo settimo libro. E sarà proprio al termine di questo vagare quasi a vuoto, quando Harry si troverà a compiere la scelta che determinerà la conclusione della sua Saga che, a sorpresa e a scapito dei precedenti proclami, ci verrà riproposto in un limbo tra la vita e la morte, l'ultimo grande dialogo tra Harry e il suo mentore, restituendoci così una dolce e rassicurante consuetudine che temevamo sarebbe dovuta andar persa. Da lì emergerà a sorpresa il significato dell'intera opera: una riflessione sulla morte, sui molteplici modi di allontanarla da noi, e sulla serena accettazione di essa, unico vero metodo per impadronirsene, alla faccia degli orridi Horcrux e dei vacui Hallows. Vengono così collocati finalmente pure i Doni della Morte, quei tre oggetti introdotti solo adesso e che fin'ora avevano solo reso ridondante la ben nota ricerca degli Horcrux. Collocati nella dicotomia tra modo sbagliato e modo (apparentemente) giusto di allontanare la morte, acquistano così finalmente un senso e preludono a quello che sarà l'ultimo ingegnoso, benché macchinoso, colpo di scena finale.
    E a proposito dei colpi di scena va detta una cosa: ci sono e sono pure belli. Il problema è che erano stati più o meno previsti quasi tutti, in questi due anni. Il principe Mezzosangue aveva infatti introdotto fior fior di enigmi, che con un po' di logica avrebbero potuto esser risolti tutti anzitempo. Il problema è che questo stimolo è stato preso alla lettera dai fan più accaniti e dai siti specializzati ed ecco quindi che a furia di ipotizzare e imbroccare, si è del tutto persa la portata di rivelazioni quali l'identità di R.A.B., il fatto che Harry sia un Horcrux, o peggio ancora, l'indiscussa fedeltà di Piton a Silente, e il loro omicidio concordato. Insomma a farne le spese è soprattutto il povero Severus, protagonista di una sorta di capitolo epifanico che ne ripercorre nel pensatoio l'intera storia rivelando i motivi alla base di ogni sua azione, rivalutandone parzialmente l'operato. Uno dei capitoli migliori dell'intero tomo che proprio a causa di questo voler a tutti i costi bruciare le tappe da parte di noi fan, non potrà mai essere goduto appieno.
    E infine due parole vanno spese per la battaglia che era logico intuire dovesse svolgersi ad Hogwarts e che presenta un dispiego di mezzi e personaggi fuori dal comune. Sembra quasi che dopo la carrellata di setting già conosciuti la Rowling abbia voluto dare un ruolo ad ogni minimo personaggio mai apparso, scivolando persino nella ridondanza. E infatti sembra che abbia voluto inserire proprio tutti, ad eccezione di Mirtilla Malcontenta, di Madame Maxime e di Gilderoy Allock. Un grande cast che ha permesso di far in modo che a trovarsi nello stesso luogo fossero un sacco di personaggi a cui è poi toccata la morte, nell'ecatombe generale che aveva promesso da anni a questa parte. La sanguinaria Rowling non risparmia personaggi minori come Colin Canon e sembra voler provare un piacere perverso nel dividere coppie come Fred e George o Tiger e Goyle. L'unica coppia non divisa, ma che è stata consegnata per intero alla morte, sono Lupin e Tonks, e la cosa ci può anche stare visto che con la morte di Lupin, e quella spettacolosa di Peter Minus, viene terminata l'eliminazione dei malandrini, facendo piazza pulita della precedente generazione di avventurieri, e lasciando Harry completamente solo e responsabile della costruzione di un nuovo mondo magico.
    Gran finale? Sicuramente. Forse però non così grande come molti fan si erano aspettati. La verità è che dopo che per un decennio si stupisce il mondo raccontando una storia che ha il potere di calamitare le attenzioni di grandi e piccini, dopo che si diventa la donna più ricca del Regno Unito e dopo che Harry Potter diventa un fenomeno che trascende le stesse pagine stampate da cui ha avuto origine, è veramente molto difficile scrivere il finale ideale che mette d'accordo un pianeta intero. Non stupisce quindi che molti si siano sentiti delusi da una miriade di fattori, come la trasformazione da saga scolastica a road book, una certa dispersività nella parte centrale del tomo, un finale che avrebbe potuto essere più lungo ed esplicativo e alcuni passaggi tecnici un po' troppo cervellotici (il sangue in Voldemort, Draco disarmato). Ma non bisogna essere egoisti: è questa la storia immaginata dall'Autrice, quella che sin dal principio aveva voluto raccontarci, e se - come scritto nella dedica iniziale - siamo giunti con Harry fin proprio alla fine, è questo l'esito che dobbiamo serenamente accettare.
    Certo è che queste considerazioni non dovrebbero certo far abbassare la guardia e farci rinunciare ad un'analisi critica. Ed è per questo che se proprio bisogna trovare un difetto a questo settimo libro dobbiamo andarlo a cercare ben oltre la vicenda narrata, ma nel modo in cui si è scelto di proporla. Che lo stile della Rowling non sia mai stato granchè arzigogolato è cosa risaputa, ma la sua scrittura secca e concisa, paradossalmente, ha sempre servito egregiamente gli intenti narrativi della saga, spostando l'attenzione sui dialoghi, sui personaggi e sui fatti piuttosto che sulle descrizioni. Ma in questo volume, mi è sembrato che l'ironica spontaneità con la quale J.K. aveva narrato certi riuscitissimi episodi (ricordate il Ballo del Ceppo nel Calice di Fuoco?) sia venuta meno, e che abbia lasciato il posto a una quasi impercettibile sensazione di fatica, ansia espositiva. E' una Rowling un po' più stressata del solito quella che ci offre un epilogo odorante di fanfiction e un dialogo finale tra Harry e Voldemort poco credibile per via della sua ampollosa verbosità. Ma sono pignolerie stilistiche che lasciano veramente il tempo che trovano di fronte al miracoloso compiersi di una Storia, che caso raro in una narrativa (che sia letteraria, fumettistica o cinematografica) sempre più dominata da improvvisi cambi in corsa per questo o quel fattore esterno, ha saputo resistere per un decennio, mantenendo i suoi propositi senza cedere alle lusinghe del successo.
  • (Non avete la più pallida idea degli ostacoli che ho dovuto superare per postare questa notizia, considerando il fatto che il libro ancora non l'ho letto)

    Vengo a sapere che nella storia viene nominato un libro, The Tales of Beedle the Bard; ebbene, si tratta di un titolo inventato, ma fino ad un certo punto... Info su Amazon.
    "Something not in the Guidebook? IMPOSSIBLE!"
    "I never thought it would be happen in OUR lifetime!"
    "... I feel faint ..."
    HDL in D 2003-081

    "Sei un mito, altro che misero kylioniano!" (Elikrotupos)
  • For "Harry Potter" and Hollywood, eight is the magic number.
    'Deathly Hallows' films are scheduled to be released in November 2010 and May 2011.


    Ebbenesì, il rumor che circola fin dai tempi del film del Calice di Fuoco è finalmente divenuto realtà: I Doni della Morte sarà suddiviso in due pellicole, titolate semplicemente "Parte I" e "Parte II". Personalmente ne penso più che bene, perchè se per i precedenti capitoli lo stagliuzzamento ha provocato danni ingenti ma non irreparabili, potare Deathly Hallows con lo stesso procedimento sarebbe stato improponibile, trattandosi di un libro in cui persino il più piccolo dettaglio ricopre un ruolo fondamentale.
    Scindere proprio il capitolo conclusivo della saga cinematografica potrebbe far storicere il naso ai più, ma non si può non considerare il fatto che la produzione della serie di film sia stata fin dal principio caratterizzata da parecchie incoerenze e incongruenze di fondo e che la suddetta scelta non ne è che la naturale conclusione.

    E' da decidere dove si chiuderà il primo capitolo, ma a me la scelta pare piuttosto semplice:
    [spoiler]con la fuga di Harry e Hermione da Godric's Hollow[/spoiler]

    EDIT by LBreda: la discussione a riguardo è qui.
  • Io l'ho letto solo ora. Incredibilmente, in questi due anni non sono stato colpito da spoiler vaganti (a parte uno, vabbe': sapevo dell'epilogo con Potter adulto, il che però non mi diceva più di tanto, a parte il fatto che Harry sarebbe sopravvissuto), e così ho potuto leggere il libro nella migliore condizione.

    Però, alla fine, mi è sembrato un libro mediocre. Nella smania di non lasciare niente d'irrisolto, l'autrice non ha curato bene tutto il resto. Cosicché, a parte qualche occasionale scena divertente o emotivamente più convincente, c'è un alternarsi indeciso di episodi statici e "spiegoni" ben poco eleganti, a volte persino fumosi, interrotti da varie professioni d'incredulità, per sottolineare in continuazione: stupefacente, no? Mi sembrava, a volte, di stare leggendo non l'ultimo Harry Potter, ma una guida pratica alla saga. Le occasionali sequenze d'azione fantasmagorica sono ovviamente regali fatti al cinema, e l'ecatombe di personaggi, man mano che si procede, sembra sempre più gratuita, messa lì solo per dire: guardate che questa è una storia oscura e adulta, eh.

    Il fatto che Harry fosse un Horcrux, inoltre, mi è parso ovvio sin dalla conclusione del sesto volume. La rivelazione mi è sembrata quindi ben poco sconvolgente, così come quella sul fatto che Piton fosse in realtà un protettore di Potter.

    Insomma, si spiega tutto, è vero. E pure nei minimi dettagli. Ma a livello letterario, ovvero come libro in se', questo finale mi pare un fiasco: il peggiore dei sette volumi. Il primo, al confronto, è un capolavoro. Speriamo che chi sceneggerà i film rimetta un poco in sesto la storia.
  • Rebo ha scritto: Però, alla fine, mi è sembrato un libro mediocre. Nella smania di non lasciare niente d'irrisolto, l'autrice non ha curato bene tutto il resto. Cosicché, a parte qualche occasionale scena divertente o emotivamente più convincente, c'è un alternarsi indeciso di episodi statici e "spiegoni" ben poco eleganti, a volte persino fumosi, interrotti da varie professioni d'incredulità, per sottolineare in continuazione: stupefacente, no?
    Mi sembrava, a volte, di stare leggendo non l'ultimo Harry Potter, ma una guida pratica alla saga.
    Non parlerei di smania di fronte ad uno dei pochi lavori letterari di tale stazza che riesce effettivamente a portare alla sua logica conclusione ogni suo elemento senza forzature. Mi trovi d'accordo sul fatto che non tutto sia reso con la massima efficacia, ma questo lo imputo anche al fatto che è un libro che rischia, modificando radicalmente una struttura ben consolidata trasformando la saga di un road movie, una mossa azzardata che ha dato prodotto buoni frutti e altri un po' meno maturi. Non per questo abbatterei tutto l'albero, però.
    Rebo ha scritto:Le occasionali sequenze d'azione fantasmagorica sono ovviamente regali fatti al cinema
    Quali sequenze d'azione fantasmagorica? Tieni presente che si tratta della conclusione di una guerra e di una saga, e il libro mi pare fin troppo sottotono da questo punto di vista.
    Rebo ha scritto:e l'ecatombe di personaggi, man mano che si procede, sembra sempre più gratuita, messa lì solo per dire: guardate che questa è una storia oscura e adulta, eh.
    Di nuovo: è una guerra. La gente muore, di norma. Sarebbe stato più verosimile se la famiglia Weasley ne fosse uscita interamente illesa o se nessuno dei bambocci che giocava a fare il Mangiamorte non avesse avuto conseguenze più gravi di una sculacciata?

    Rebo ha scritto:Il fatto che Harry fosse un Horcrux, inoltre, mi è parso ovvio sin dalla conclusione del sesto volume. La rivelazione mi è sembrata quindi ben poco sconvolgente, così come quella sul fatto che Piton fosse in realtà un protettore di Potter.
    Concordo sulla prevedibilità di tali sviluppi, ma ti faccio notare che la Rowling non cerca di sconvolgere il lettore con queste rivelazioni apparentemente banali, ma le utilizza per puntellare due dei piloni portanti della saga: il personaggio di Piton e la sua evoluzione e la riflessione sulla morte, che non mi sembrano certo cose di poco conto nè tantomeno trattate male.

    Rebo ha scritto:Insomma, si spiega tutto, è vero. E pure nei minimi dettagli. Ma a livello letterario, ovvero come libro in se', questo finale mi pare un fiasco: il peggiore dei sette volumi. Il primo, al confronto, è un capolavoro.
    BUM. :)
  • Dapiz ha scritto:Quali sequenze d'azione fantasmagorica? Tieni presente che si tratta della conclusione di una guerra e di una saga, e il libro mi pare fin troppo sottotono da questo punto di vista.
    Boh, a me la sequenza di fuga dragonesca dalla Gringott, pur riprendendo un altro elemento dai libri precedenti, mi ha datto l'impressione di essere stata pensata così a beneficio della versione cinematografica.
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  • DeborohWalker ha scritto:
    Dapiz ha scritto:Quali sequenze d'azione fantasmagorica? Tieni presente che si tratta della conclusione di una guerra e di una saga, e il libro mi pare fin troppo sottotono da questo punto di vista.
    Boh, a me la sequenza di fuga dragonesca dalla Gringott, pur riprendendo un altro elemento dai libri precedenti, mi ha datto l'impressione di essere stata pensata così a beneficio della versione cinematografica.
    Forse, ma a parte il fatto che non è una scena poi così eclatante (il drago l'abbiamo già avuto), se anche fosse non mi sembrerebbe una cosa così deplorevole considerando quante sequenze per nulla cinematografiche ci sono invece... basti pensare a tutte le volte in cui i personaggi si travestono da altri, in momenti molto importanti peraltro, o alla battaglia finale a cui il lettore assiste solo di sfuggita... se la Rowling avesse pensato i Doni in funzione della versione cinematografica avremmo avuto ben altro (e penso che avremmo avuto anche di meglio, in effetti).
  • Ripeto comunque che secondo me il primo è un capolavoro solo se paragonato a questo, eh, non in sé...

    Per il resto, rimango poco convinto. Nelle guerre la gente muore, ci mancherebbe. Non sarebbe stato più verosimile se non fosse morto nessuno. Ma tutta quest'esplosione di morte arriva mal preparata ed è poi mal "metabolizzata", dal punto di vista narrativo. Un esempio: Harry vede Lupin e Tonks morti. La disperazione è tale che... non trova di meglio da fare che andarsi ad infilare nei pensieri di Piton, morto poc'anzi. Giustificazione: almeno, così si dimentica quant'è orribile la realtà. E intanto, noi lettori possiamo venire strategicamente informati dei trascorsi segreti del Principe Mezzosangue. Ben poco elegante, direi. Anche la morte di Dobby, per quanto meglio "metabolizzata", viene presentata in maniera quantomai stramba: il personaggio non fa in tempo a reinserirsi nella trama del racconto, che subito (concluso il suo eroico intervento) viene accoppato. Sono scelte dell'autrice, d'accordo, ma non mi sembrano all'altezza della disinvoltura con cui la Rowling aveva, in passato, organizzato le sue storie.

    Anche nelle spiegazioni finali delle quali, come avevo già detto, riconosco l'esaustività, in realtà c'è una certa macchinosità.
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  • DeborohWalker ha scritto:J.K.Rowling è diventata cattiva?
    Lol, qualcuno le faccia leggere l'ultima esalogia di Rat-Man! :omg:
    Adesso come adesso, su due piedi, la notizia non mi rende felice e la accoglierei con gioia solo se spiegasse che diavolo è il velo dietro cui è caduto Sirius Black e quindi dove è finito realmente! :P
    Poi magari - sempre che questa bomba non sia stata lanciata dalla scrittrice solo per fare un po' di rumore, dato che si tiene molto nel condizonale - sforna un altro ottimo romanzo, ma per ora è il concetto del non riuscirsi a smarcare dal personaggio e dalla saga che mi puzza.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Uhm.

    :adore: , :cazz: , :clap: , ::S: , :fire:
  • E finalmente me lo sono letto in italiano, in occasione dell'uscita filmica, dopo che me l'ero accaparrato in lingua originale poiché il destino mi aveva voluto farmi essere casualmente a Londra il giorno d'uscita.

    L'opinione sul libro non cambia, semmai ne esce ancor più rafforzata: la prima parte del libro (due terzi) e soporifero ad eccezione di alcune sequenze, mentre la cavalcata finale è sicuramente la parte migliore di tutta la saga.
    Devo dire che nella versione italiana ho potuto apprezzare di più la battaglia conclusiva, ma continuo ad avere più di una perplessità sull'inserimento sia degli Horcrux che dei Doni della Morte. C'è però un momento che credo nella nostra traduzione abbia perso molto, ovvero la tortura di Hermione; tanto agghiacciante mi era sembrata quella scena leggendola in inglese, quanto nessun effetto mi ha fatto in italiano. Peccato.
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  • Truculente rivelazioni a proposito della vita di coppia di Ron e Hermione.
  • Un po' si vedeva che l'aveva fatto perché "si era detto", ma allora avrebbe potuto evolvere maggiormente Ron invece di pentirsene dopo.
  • La Rowling se ne inventa sempre una ultimamente per far parlare di sè...
    Che senso ha parlare di questa coppia adesso, che fa cambia gli ultimi due libri ora?
  • No, ammette di aver fatto una scemenza. Sono pure d'accordo, mai piaciuta le gestione di quella love story, specie negli ultimi due libri. Certo, inutile venirci a dire della terapia di coppia, se proprio voleva fare lo sgup poteva parlare di divorzio! :asd:
  • Anche Harry/Ginny sa molto di "si era detto", eh, ed è gestita pure peggio di Rormione.
  • Non mi fa impazzire nemmeno quella, ma gestita peggio? Non credo, almeno le beghe amorose di Harry nell'ultimo libro se ne stanno a margine e non sono inserite con imbarazzante platealità in momenti inopportuni tanto per l'economia della narrazione quanto per il loro contesto in-universe.
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