[J.R.R. Tolkien] Il Silmarillon

Rispetto agli altri animali l'uomo ha un'utile facoltà: può immaginare cose che non esistono, generando interi mondi fantastici grazie al potere della fantasia. E c'è chi di fantasia ne ha così tanta da non inventare solo storie ma da creare universi che riempiono più e più libri, e che ora sono raccolti in questa cartella.
  • La Bibbia secondo Tolkien. Devo ammettere di non averlo mai finito, ma rimedierò presto (appena finito di ri-rileggere il signore degli anelli :asd: ).

    Comunque è Nightfall in the Middle Earth, non Heart... :D
    "Those people who think they know everything are a great annoyance to those of us who do." -Isaac Asimov
  • È anche il mio libro preferito tra quelli di Tolkien.

    Decisamente bello per diversi motivi, primo fra tutti il fatto che è la Bibbia secondo Tolkien. Tolkien era cristiano, e LOTR è, in un certo senso, una rielaborazione della storia della Salvezza. Il Silmarillion lo rende estremamente evidente, essendo un Antico Testamento. E aiuta a capire molte sfaccettature di LOTR altrimenti incomprensibili.

    Ed è interessante anche vedere come Lewis, altro cristiano e altro Inkling, lo abbia ripreso e rielaborato per la sua creazione.

    È l'unico libro che mi ha costretto a prendere appunti mentre lo leggevo.

    Ed è anche, credo, l'unico libro che non avrò mai il coraggio di leggere in inglese. Tra l'altro fin'ora in inglese, di Tolkien, ho letto solo "The Hobbit", che è decisamente facile.
    Lorenzo Breda
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  • A mio umile avviso, il miglior libro - passato, presente e futuro - che mai Uomo abbia scritto.

    Ho avuto il piacere di leggere questa sublime rivisitazione e rielaborazione dell'Antico Testamento, reduce dalla conferenza/catechesi del professor Mario Polia tenuta in S.Maria in Vallicella, lo scorso mese, qui a Roma, su Tolkien; anzi, sul cristiano Tolkien, che pochi conoscono, ma che tutti dovrebbero scoprire, per leggere i suoi testi con l'occhio con cui dovrebbero essere letti (e apprezzati a 360°).

    Dato che Icnarf a suo tempo mi aveva chiesto il file audio della conferenza, avrei un quesito in merito: dove posso uploadare un file audio mp3 di 220 MB?
  • Alecs Endriu ha scritto:Dato che Icnarf a suo tempo mi aveva chiesto il file audio della conferenza, avrei un quesito in merito: dove posso uploadare un file audio mp3 di 220 MB?
    Qui.
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  • Dovrei esserci riuscito; qualcuno mi conferma che il link funzioni:

    Conferenza del prof. Mario Polia su J.R.R.Tolkien

    p.s. Messaggio Subliminale Pubblicitario: Tra l'altro, oggi alle ore 21.00 - sempre in S.Maria in Vallicella - si terrà il secondo incontro del ciclo (tenuto dal prof.Edoardo Rialti):

    "C.S.Lewis: Un narratore cristiano nell'Inghilterra del '900"
  • La conferenza l'ho sentita a tratti, non riesce a caricarsi sul mio pc... comunque sto cercando in giro i testi dell'illustre Polia, già ho recuperato "Il mistero imperiale del Graal", vi consiglio di fare altrettanto.
  • Un gran bel libro... Un ottimo modo per comprendere e completar il lavoro che Tolkien aveva iniziato con lo Hobbit e Il signore degli anelli.
    La grandezza di quest'autore è quella di aver creato una storia avvincente e verosimile con una mitologia interna perfetta e coerente.
    Il mio sogno è quello di poter acquistare un giorno i tomi illustrati per potermi leggere tutto Tolkien illustrato. Fino a quel momento evito di rileggerlo. Anche perchè lo stile di questo Silmarillon non è dei più sempice e accomodnti alla lettura...
  • Immagine
    Cominciamo questa piccola retrospettiva tolkieniana con una premessa. Il Silmarillion non è il libro che J.R.R. Tolkien avrebbe voluto farci leggere. Iniziamo a distinguere quello che era stato realmente scritto dall'autore dalla rielaborazione a posteriori voluta dal figlio, che non fece altro che prendere i materiali del padre e dare loro una forma. Questo vizietto se lo sarebbe portato avanti per tanti, tanti anni, al punto di portare sulle librerie persino scritti minori e bozze varie spacciati come opere autonome e indipendenti. Ma di tutte le operazioni dietrologiche di Christopher Tolkien non possiamo che essere felici di questa, che ci ha finalmente dato modo di conoscere la mitologia della Terra di Mezzo.
    Il Simarillion è quindi uscito postumo. Ma quando è stato scritto? Prima dello Hobbit, ma anche dopo Il Signore degli Anelli, e in mezzo. In un certo senso possiamo affermare che la costruzione di questo mondo, sia a livello narrativo che culturale e linguistico, sia stato l'hobby che Tolkien si portò dietro per tutta la sua vita. Un hobby che lo portò a scrivere un'opera tanto insolita e significativa che lui stesso non volle mai presentare al pubblico. In un certo senso possiamo dire che si tratta di un eterno work in progress, perfetto nel suo svolgimento e omogeneo nella forma, quanto imperfetto sotto altri aspetti. Di Silmarillion ne ha scritti parecchi Tolkien nella sua vita, tracciando bozze su bozze, senza mai esserne davvero soddisfatto. Il figlio Christopher raccolse quella che provò a ricomporre come versione definitiva, scrivendone lui stesso alcune parti, sotto questo titolo. Non rinunciò però a lucrare un po' sul mare di appunti del padre, pubblicando la gigantesca opera in più volumi Storia della Terra di Mezzo che dovrebbe racchiudere in maniera organica tutta la miscellanea rimasta, le stesure precedenti, le bozze, gli appunti. I primi due volumi di questa sorta di enciclopedia sono giunti anche da noi, e sono quelli che nelle librerie sono intitolati Racconti Perduti e Racconti Ritrovati, e che racchiudono per intero la bozza del Silmarillion. Personalmente ho sempre detestato questo fatto: presentare come due opere autonome quella che è una bozza di un libro già in vendita, sia pur con grosse differenze, senza alcuna indicazione in copertina. l'ho sempre trovata un'operazione al limite del fraudolento. Il lettore che vorrà avere tutti i libri dell'epopea della Terra di Mezzo dovrà quindi procurarsi Il Silmarillion e lasciar perdere queste versioni beta, a meno che nei suoi obiettivi non ci sia lo studio filologico delle varie stesure di una stessa opera. Ma anche in quel caso sarebbe stato molto meglio pubblicare l'intera Storia della Terra di Mezzo piuttosto che solo l'inizio, e in una forma tanto ingannevole.
    E' al Silmarillion, si diceva, che bisogna guardare per avere sotto mano l'intera mitologia della Saga. Il Silmarillion è una sorta di pentateuco strutturato in modo molto insolito. Nella prefazione viene detto che l'opera si compone di cinque "libri", infatti, di cui il terzo è così grosso e importante da dare il nome all'intera opera. In realtà definire libri quelli che sono in realtà brevissimi capitoli di poche pagine è fuorviante. Si tratta in realtà di sezioni, e sono le seguenti:

    1. Ainulindale - La Musica degli Ainur: E' l'inizio di tutto. Ma per davvero, visto che si va alle origini, in cui la divinità Ilùvatar, aiutata dagli Ainur, i futuri Valar, le divinità della Terra di Mazzo, crea e dà forma al mondo. E lo fa cantando. Almeno fino a che uno degli Ainur, Melkor, il futuro Morgoth, non risulta stonato. Nasce così il male, il tempo, l'esistenza stessa. Sono pagine alte, che mostrano un registro che più biblico non si può. Solo che appunto l'opera consiste in una decina di paginette, sia pur sublimi.

    2. Valaquenta - Novero dei Valar: Un'altra decina di paginette. Questo "libro" altro non è che una lista di divinità, che elenca gli Ainur che si trasferiscono sul mondo appena creato per diventare i Valar. Interessante, per quanto non narrativo, ma soprattutto utile ad inquadrare la figura dei Maiar, divinità minori e categoria alla quale appartengono tutti gli esseri della Terra di Mezzo fuori dal comune (Gli Stregoni, Bombadil, lo stesso Sauron).

    3. Quenta Silmarillion - La Storia dei Silmaril: Ed ecco il grosso. Questo è il vero e proprio libro, che prende per mano il lettore e lo trasporta nella narrazione epica dell'intera Prima Era. Ventiquattro capitoli che narrano, talvolta anche in modo slegato, della creazione delle razze che popolano Arda, come i nani, gli elfi, gli uomini, e gli Orchi (che altro non sono che elfi devastati dalle torture di Morgoth, della cui ascesa si narra). Viene anche spiegata la geografia del mondo, distinguendo Valinor, il continente "sacro", dalla normale Terra di Mezzo, la cui regione più ad ovest, il Beleriand, sarà teatro della maggior parte degli eventi, salvo poi venir disintegrato al termine delle vicente (e infatti in LOTR non ce n'è traccia). Unico filo conduttore che unisce secoli e secoli di mitologia sono i Silmaril, tre gemme magiche, la cui creazione da parte dell'elfo Feanor viene vista come una sorta di atto di ubris nei confronti delle divinità dalle quali lui si ribella. I suoi elfi ribelli, le loro peregrinazioni, i regni che creeranno, e le guerre che combatteranno contro Morgoth rappresentano il cuore del libro. Molti hanno avuto non poche difficoltà nel leggerlo, a causa del registro fin troppo alto. Il tono epico, biblico è infatti sempre presente, e a volte Tolkien si lascia andare in maniera piuttosto dispersiva a sterili elencazioni di alberi genealogici elfici. Ma anche questo fa parte del suo gioco, cioè aver creato un passato credibile per la sua dimensione narrativa. Tuttavia, pur mantenendo una certa solennità, ogni tanto la narrazione si permette di scendere nel dettaglio, concentrandosi sulla vita di questo o quel personaggio. Due sono le parentesi più importanti, a cui vengono dedicati i capitoli più lunghi del libro: Tùrin Turambar, uomo protagonista di una sorta di tragedia familiare alla quale Tolkien dedicò un approfondimento in un'altra sua opera, e Beren e Luthien, la bella storia d'amore tra un uomo e una principessa elfica, che diede inizio alla stirpe dei mezzelfi che avrebbe portato alla nascita di Elrond e di Nùmenor.
    Insomma, una fonte unica di leggende, questa Prima Era, di difficile lettura per alcuno ma con un suo perché, e che non potrà fare a meno di affascinare ed emozionare a più riprese (io ad esempio sono rimasto a bocca aperta dalla spiegazione del significato della morte come dono).

    4. Akallabeth - La Caduta di Nùmenor: Ed è in questa trentina di pagine che viene narrato il grosso della Seconda Era. Era che vede come protagonisti il popolo di uomini illuminati dell'isoletta di Nùmenor, l'Atlantide tolkieniana, e Sauron, erede di Morgoth, responsabile della corruzione di essa e della creazione degli anelli. E' una storia fondamentale, che permette di capire davvero la mitologia alla base del Signore degli Anelli e il motivo della lunga vita di Aragorn, il significato della sua stirpe, ciò che lo lega ad Elrond. Inoltre è qui che Valinor da Terra Sacra diventa qualcosa di più, staccandosi dal mondo e diventando una sorta di "sede della trascendenza", irraggiungibile se non per volere dei Valar.

    5. Gli Anelli di Potere e la Terza Età: Se si esclude la narrazione della creazione degli anelli, avvenuta però nella seconda era, questo "libro" conclusivo altro non è che un'appendice di venticinque pagine, scritta in gran parte da Christopher Tolkien, nella quale viene narrata in linea generale la successione degli avvenimenti già presenti nei due libri più famosi della Saga. Non viene detto granché di nuovo, viene solo trattata la vicenda di Gollum, Bilbo e Frodo con il registro epico e elencativo tipico del libro. Personalmente avrei preferito che la narrazione si fermasse prima, anche solo per dare una certa organicità al corpus complessivo, ma d'altra parte si tratta di sfumature.

    In definitiva questo è un libro che può risultare pesante e indigeribile per il lettore medio, al quale consiglierei a occhi chiusi Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, tuttavia se queste due opere l'hanno appassionato direi che lo step successivo è leggere questa, anche solo per capire bene tutto quanto. Di certo, non penso proprio che andrebbe letta all'inizio di tutto, perché potrebbe fare da deterrente, a meno che non si tratti di una rilettura.
    Infine, una nota per quanto riguarda le opere ad essa collegate, che si possono trovare nelle liberie. Come ho già detto prima, sono da evitare, a meno che non si abbia un interesse maniacale/filologico, i Racconti Perduti e Ritrovati, in quanto sono la bozza di questo libro con mitologia anche radicalmente diversa in determinati punti, e comunque sono solo i libri 1 e 2 di un'enciclopedia di bozze più ampia. Diverso il caso invece dei Racconti Incompiuti, vere e proprie scene tagliate tratte un po' da tutti i libri della Saga dal Silmarillion a LOTR passando per Lo Hobbit, e che si inseriscono bene nel canone di avvenimenti. Le Avventure di Tom Bombadil altro non è che una serie di poesiole in parte inedite e in parte già presenti in LOTR, ed è evitabile, e infine c'è la più recente di queste aggiunte: I Figli di Hùrin. Uscito pochi anni fa come romanzo, a cura del solito Christopher, altro non è che un'espansione, una rinarrazione estesa della storia di Tùrin Turambar, che nel Silmarillion occupava un capitolo di una quarantina di pagine, qui esteso ad occuparne oltre duecento. Sicuramente è scorrevole e grazioso da leggere, ma la confezione in cui è posto, e un po' tutto il bombardamento pubblicitario che al tempo dell'uscita l'ha accompagnato, non potrà che stonare di fronte alla modestia effettiva del libercolo.
  • Ringrazio Grrodon per questa attenta e interessante analisi del volume. Non l'ho mai letto, pur avendolo regalato anni fa ad un amico tolkeniano che l'ha molto apprezzato. Prima o poi troverò il coraggio :P di affrontarne la lettura, perché la considero una grave lacuna (tra le tante...) nella mia esperienza di lettore e appassionato di fantasy.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Letto alcuni anni fa(preso in prestito dalla biblioteca), ma l'ho trovato particolarmente pesante. Appena posso me lo ricompro e lo rileggo con calma
  • Rileggendolo recentemente, ho notato parecchie cose che mi erano sfuggite; soprattutto, l'idea della morte come dono di Dio per gli uomini (come già rilevato da Grrodon) è veramente notevole, e direi che in fondo è un po' la chiave di volta per comprendere tutta la storia di elfi e uomini dell'epoca successiva. Una cosa che mi ha dato molto da pensare anche in rapporto alla nostra vita, ma vabbè.
    Altra cosa che mi ha dato da pensare: di come il male si annidi vicino a noi, spesso in forma "bella" e non riconoscibile.

    Mie pagine preferite: creazione dei Nani, Beren e Luthien, Earendil.

    Opera fondamentale per chi vuole fare quel passettino in più e comprendere fino in fondo il SDA.
    Assurancetourix
  • Vero, è fondamentale. Peccato che Tolkien non gli abbia dato mai una stesura definitiva per le stampe, ma ci abbia lasciati nelle mani del figlio che è stato incapace di donare ai posteri quest'opera in modo definitivo, senza bozze, espansioni e altre ridondanze, che creano solo confusione. E peccato che si sia scordato di inserire la conclusione di tutto, la Dagor Dagorlath, scambiandola inizialmente per un'idea poi scartata, cosa che poi si scoprì non essere.
  • Uhm, non sapevo di questa cosa, direi che forse potrebbe essere una buona idea fare una sorta di "Silmarillion" 2.0 definitivo, anche alla luce di tutti gli studi successivi (The History of Middle-earth, di cui tra quelli inediti in Italia mi piacerebbe vedere i voll. 6-9 che parlano del SDA, se non altro per curiosità)
    Assurancetourix
  • Considerando la mentalità della Tolkien Estate, gestita da Christopher e eredi, i quali hanno in odio sia i film che tutto il fenomeno commerciale, dubito che l'idea di dare alle stampe un prodotto fruibile e completo per il bene della saga possa mai passar loro per la testa. I Figli di Hùrin è proprio il simbolo di questa mentalità: un'opera ridondante e inutile per chi è già fan, e insignificante e incomprensibile per chi non lo è, e per giunta già edita in tre forme precedenti. La loro finalità ormai non è più narrativa, ma unicamente filologica. Ed essendo Il Silmarillion qualcosa che difatto non esiste se non come perenne work in progress, una sua versione pompata e rifinita non verrà mai realizzata. E' già un fatto straordinariamente fuori dalle loro politiche avere questa versione, pulita e riarrangiata.
  • Valerio ha scritto: La loro finalità ormai non è più narrativa, ma unicamente filologica.
    Ecco, sottolineo questo. È tutto ciò che c'è da capire sul comportamento della Tolkien Estate, unendolo al fatto che tanto loro quanto, in Italia, la Bompiani, amano abbastanza i soldi da non presentare come tali cose utili solo a filologi e studiosi di letteratura.
    Lorenzo Breda
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  • Esattamente. In pratica è come trovare filologia fine a sé stessa impacchettata in un involucro accattivante. Un po' come i numeri di Zio Paperone prima della chiusura :P
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