[Umberto Eco] La Misteriosa Fiamma della Regina Loana
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Uscito quattro anni dopo il capolavoro Baudolino, La Misteriosa Fiamma della Regina Loana è - per ora - l'ultimo libro di narrativa scritto da Umberto Eco. E paradossalmente La Fiamma ha più punti in contatto con L'Isola del Giorno Prima, nel suo essere un libro di passaggio, quasi un esperimento, che col suo corposo predecessore. Ma neanche confrontarlo col suo libro più straniante renderebbe l'idea di quanto atipico sia quest'ultimo lavoro, dal momento che la sua stessa natura di romanzo illustrato lo discosta da quanto abbiamo visto finora. Certo, lo scrittore è sempre lui e quindi troviamo estremizzati certi suoi elementi ricorrenti come il gusto per il paradosso e per il pastiche, la volontà di tracciare il quadro di una vita (presumibilmente un'autobiografia) con tutti i suoi elementi utili e inutili, ma l'impianto in cui vengono inserite queste cose è del tutto nuovo. E' la storia di un'amnesia, e con un improvviso vuoto di memoria inizia il libro, presentandoci il protagonista, Giambattista "Yambo" Bodoni reduce da un incidente, che gli ha compromesso la memoria autobiografica. Il libro è diviso in tre parti, la prima delle quali volta a descrivere le sensazioni di Yambo, il suo non ricordare chi sia, non riconoscere il volto della moglie, dei figli, degli amici, ma la sua paradossale capacità di citare a memoria ogni elemento che prima dell'incidente aveva fatto parte della sua memoria semantica, quella più impersonale. Non potendo fare altro, il protagonista continua a ripercorrere con la poca memoria rimasta i riferimenti culturali di cui è a conoscenza dando vita a un buon numero di flussi di coscienza che mescolano un po' di tutto, dalle note storiche ad alcuni famosi incipit letterari (compreso "Fu allora che vidi il pendolo"). In questo caos intellettivo, sono gli amici e i familiari a voler portare un po' d'ordine, consigliando a Yambo di far visita alla vecchia magione di famiglia a Solara, dove dovrebbero esser state conservate le sue vecchie cose, che potrebbero aiutarlo a ricostruire il suo passato.
E' nella seconda parte che gli intenti dello scrittore si fanno manifesti, con Yambo impegnato a ricostruirsi un passato, frugando nei suoi cimeli di gioventù. E infatti tutta questa parte, che costituisce il cuore del libro, altro non è che un lungo elenco di cose, aneddoti e oggetti che Yambo trova in soffitta e che tracciano un profilo biografico dello stesso scrittore, contestualizzando la sua gioventù nell'Italia del ventennio fascista. Ecco quindi il materiale illustrativo del libro trovare qui una sua utilità: copertine di libri, testi di canzoni, ritagli di giornali (ovviamente appartenenti allo stesso Eco) conferiscono crediblità e atmosfera all'insieme. E benchè l'idea di una sezione tanto descrittiva potrebbe annoiare, questo nel libro non avviene mai: è un piacere seguire Yambo nell'esplorazione di questa immensa villa di campagna, ricca di stanze, pertugi, passaggi segreti costruiti per nascondere ebrei e trasformati in rifugi stracolmi di fumetti. E' una continua testimonianza di come erano le cose a quel tempo, in cui chiunque abbia avuto una nonna in vena di racconti dovrebbe sentirsi a suo agio. Anche perchè tutto questo viene narrato inquadrandolo in un ottica, oserei dire, "nerd ante litteram". Vengono infatti presi in esame nel dettaglio i fumetti del tempo, come Mandrake, il Corrierino, ma a far la parte del leone e soprattutto Floyd Gottfredson e il suo meraviglioso Topolino delle grandi avventure. E' un piacere vedere Yambo riscoprire personaggi poco comuni come Grillo Grifi, Giuseppe Tubi o il Pirata Orango, in un continuo omaggio a quella che è considerata la crema del fumetto Disney di sempre. E l'intera epopea del Mickey Mouse a strisce viene constestualizzata a dovere, mostrando come certe storie abbiano potuto aiutare un bambino cresciuto come piccolo balilla a crearsi lentamente una propria etica personale.
Tra un enigma e un momento epifanico si giunge così alla sezione finale, dove dopo un colpo di scena i ricordi ricominciano a fluire nella mente di uno Yambo in stato nuovamente comatoso. A volte come storielle disordinate, poi man mano acquistando un senso, ecco venir finalmente riraccontata la sua storia, questa volta da un altro punto di vista, quello sociale. Tra un ricordo autentico e un delirio febbrile, lo Yambo comatoso si metterà in attesa del momento epifanico per eccellenza, quello in cui, dopo un'inquietante sfilata di personaggi tratti dagli ambiti più disparati (diretta citazione del sogno di Adso ne Il Nome della Rosa?), dovrebbe profilarsi il vero e unico elemento unificante della sua intera vita: quel volto di donna conosciuta in adolescenza che avrebbe poi condizionato ogni sua singola scelta in ambito sentimentale. E in attesa del Ricordo per eccellenza il libro si conclude, rimanendo irrisolto come lo era L'Isola del Giorno Prima. Ma se nell'Isola il rimanere a bocca asciutta finale era un perfetto esempio del significato complessivo del libro, qui si fatica ad accettarlo. Sarà con una punta di delusione che si finirà per chiudere il libro, chiedendosi come mai tante premesse siano state lasciate in sospeso, interrogandosi sul destino di Yambo e della sua famiglia, e soprattutto sulla sorte dell'elemento chiave che ha scatenato questo secondo coma rivelatore. Probabilmente un finale un po' tirato via, per un libro che lo stesso Eco deve aver voluto concludere in fretta, resosi conto di non essere stato capace di dare un messaggio forte come nei suoi precedenti. Ma pazienza, già il Pendolo, l'Isola e Baudolino erano racconti di una vita, ma la Misteriosa Fiamma della Regina Loana, è paradossalmente quello che meglio di qualsiasi altro riesce a portare il lettore allo stesso livello cognitivo di un protagonista che non conosce sè stesso.
Secondo me è un libro splendido.
E anche difficile: come hai detto tu, tutta la parte centrale sembra decisamente nerd-oriented. Ovvio quindi che tu ed io l'abbiamo apprezzata, ma secondo me per i comuni mortali potrebbe risultare a tratti incomprensibile o un pò noiosa.
Tantissimi comunque gli spunti interessanti: l'avvicinarsi alla propria fanciullezza dato dalla vecchiaia, il legame con gli oggetti, i ricordi struggenti di qualcosa che non tornerà mai più e che forse nemmeno esiste, la voglia di seguire sempre un sogno irrealizzabile (qui tramutatosi nell'introvabile libro antico), il riferimento assolutamente non pesante alla storia italiana della seconda guerra mondiale...
Per non parlare del finale che potrebbe si lasciare l'amaro in bocca ma che secondo me alla fine è un coraggioso confronto che l'autore fa con la propria morte.
E anche difficile: come hai detto tu, tutta la parte centrale sembra decisamente nerd-oriented. Ovvio quindi che tu ed io l'abbiamo apprezzata, ma secondo me per i comuni mortali potrebbe risultare a tratti incomprensibile o un pò noiosa.
Tantissimi comunque gli spunti interessanti: l'avvicinarsi alla propria fanciullezza dato dalla vecchiaia, il legame con gli oggetti, i ricordi struggenti di qualcosa che non tornerà mai più e che forse nemmeno esiste, la voglia di seguire sempre un sogno irrealizzabile (qui tramutatosi nell'introvabile libro antico), il riferimento assolutamente non pesante alla storia italiana della seconda guerra mondiale...
Per non parlare del finale che potrebbe si lasciare l'amaro in bocca ma che secondo me alla fine è un coraggioso confronto che l'autore fa con la propria morte.