[Stefano Benni] Le Beatrici

Qui è dove si parla di storie, di storie che parlano di cose che magari non sono successe davvero ma che potrebbero anche o che sono successe tanto tempo fa. Quel che è certo è che spesso ci toccano più di quanto non facciano le storie vere di cui siamo testimoni tutti i giorni.
  • L'ho letto qualche giorno fa. In realtà non sono per niente contento di 'sti libelli da 100 pagine scritti a caratteri cubitali, con interlinea altissima e margini non ti dico (vabè, esagero... però siamo lì...).
    Comunque, i racconti sono ovviamente ottimi. Le poesie di intermezzo sono un po' meh. Unica perla forse il testo della canzone scritta per De André ma mai incisa.
    Si inizia con dei racconti divertenti, con tendenze alla macabra satira di attualitù ("La mocciosa", "La presidentessa"). Delirante "Suor Filomena", seguace di Sant'Agapito dal pugno proibito ritratto nei santini in posa da kung fu :rotfl:
    Il racconto che ho preferito è "Attesa", malinconico e condivisibile (a differenza degli altri testi che sono tutti più adattati a dei personaggi particolari). Poi c'è "Vecchiaccia", che non è né divertente né malinconico, è solo devastante e disturbante. E per riprendersi da tanto disturbo e tornare ad avere voglia di vivere, il libro si conclude con il poetico e commovente "Volano" (voce del verbo volare). Mi ha lasciato indifferente invece "Mademoiselle Lycanthrope".

    Complessivamente non sono rimasto soddisfatto. Per fortuna devo ancora leggere Pane e tempesta, e posso rifarmi la bocca :P
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Sai che è uscito un libro nuovo di Benni e non lo segnali? Peggio ancora, lo hai pure letto e non lo recensisci? Sigh, non c'è più religione nel Sollazzo :P

    Comunque... aspetta un attimo... all'inizio scrivi che
    Franz ha scritto: i racconti sono ovviamente ottimi.
    e poi concludi con
    Franz ha scritto: Complessivamente non sono rimasto soddisfatto.
    Mi sembra un controsenso. Posso capire che la formula libriccino piccino-picciò non ti piaccia (in effetti nemmeno a me piace, preferisco che un libro sia corposo, anche se è una raccolta di racconti... qualcosa come La Grammatica Di Dio era perfetta IMHO), perchè 92 pagine immagino scorrano via in un pomeriggio specie se come dici te i giochetti tipografici ci mettono furbescamente lo zampino.
    Però se nonostante ciò i racconti sanno spaziare dal divertente al malinconico alla satira politica - cioè coprono le varie incarnazioni della scrittura benniana - e come dici te sono "tutti ottimi", cosa non ti ha soddisfatto del libro? Chiedo per curiosità, per cercare di capire, in attesa di comprarlo e leggerlo anch'io.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • [specifico per precisione: satira sociale, non politica]

    Il controsenso in realtà non c'è, perché il primo era un giudizio, il secondo un parere personale :P In pratica dicevo che a me non è piaciuto, ma comunque lo consiglierei.
    Il parere personale è negativo nonostante riconosca la qualità oggettiva, e il motivo è principalmente la formula del libriccino e in secondo luogo l'operazione "voci femminili". Come infatti ho scritto ho preferito di più i racconti che non erano direttamente legati al personaggio femminile che li interpretava, e che potevano essere benissimo letti da uomini, a meno di qualche dettaglio. Come Benni specifica nella nota alla fine del libro, l'operazione "voci femminili" era molto retorica e, imho, piatta. Benni si è prodotto nello scrivere questi testi per farli recitare da alcune attrici donne per dimostrare che non tutte le donne sono veline e ci sono attrici di qualità da valorizzare, in soldoni. Ok, tutto vero, però che banalità.
    E poi ci sono quelle poesiole nel mezzo che proprio si potevano evitare. Sono tutte poesie/canzoni di stampo più o meno umoristico, quindi non sono certo l'esempio delle doti del Benni-poeta. Però non fanno molto ridere e sono pure difficiili da leggere perché sono evidentemente testi di ipotetiche canzoni di cui non conosciamo la melodia.
    Tutte queste cose mi fanno mal recepire questa operazione. Per fortuna l'ho preso scontato di molto su IBS, a 6,75€ invece di 9 (e sono un cliente Premium Oro, mica cotica!, quindi ho le spedizioni gratuite).
    Bramo ha scritto:Sai che è uscito un libro nuovo di Benni e non lo segnali? Peggio ancora, lo hai pure letto e non lo recensisci? Sigh, non c'è più religione nel Sollazzo :P
    La religione si è trasferita su Twitter, lì non sfugge niente :P
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Letto. 60 minuti 60 è il tempo che mi ha richiesto leggerlo, e senza fretta ma prestando attenzione al testo e alle riflessioni che fa scaturire.
    Non c'è niente da fare, comunque: che sia un breve libro coma Baol, che siano deliri da time machine come Saltatempo, che siano romanzi-capolavoro come Achille Piè Veloce o Comici Spaventati Guerrieri o che siano raccolte di racconti come La Grammatica di Dio Benni è sempre Benni e non scade mai. Nemmeno stavolta. Nemmeno all'interno di un'operazione abbastanza inusuale come quella di una raccolta di monologhi al femminile nata peraltro per un progetto teatrale.
    Sì, perchè Le Beatrici altro non è se non l'ennesima occasione perchè l'umorismo graffiante e satirico di Stefano Benni si riversi dalle pagine nella mente e nelle vite dei lettori che prendono in mano il libro. L'autore parla di varie tipologie di donne, spaziando dal medioevo all'attualità, dalla ragazzina alla donna in carriera, e in ogni caso Benni non parla mai solo alle donne ma a entrambi i sessi perchè quello che il geniale scrittore analizza è la realtà che ci circonda, tremendamente italiana, molto decadente e tristemente sadica.
    Si apre con "Beatrice", la donna angelicata di Dante, che dà una visione di sè molto diversa da quella che l'Alighieri ci ha restituito nelle poesie e nel Paradiso. Racconto brevissimo, ma a parte una geniale e discreta invettiva a Berlusconi e alle sue cene e a qualche follia narrativa notevole scorre vie veloce. "La mocciosa" è invece perfetto: una caustica visione della gioventù odierna, fatta di neologismi, telefonini, nullità della vita e bisogno di fama. La critica presto si estende dalle adolescenti alla società italiana che le ha educate così grazie alla televisione e ad altre bestiate educative.
    "La Presidentessa" è un'altra stilettata geniale alla società in cui viviamo, fatta di gerarchie, di economia, di furberie e di raccomandazioni. Il tutto visto dall'ottica di una donna in carriera che si pone al vertice di questa spregevole piramide; ancora una volta Benni non punta il dito sulla singola, ma sull'intero sistema che lei avalla ma di cui non è nè l'artefica nè l'unica colpevole, anche se sicuramente una pedina ignobilmente importante. "Suor Filomena" ammazza dal ridere come racconto, mentre per quanto riguarda "Attesa" concordo con Franz, è uno dei capolavori del libro: davvero condivisibile, mi ha fatto subito venire in mente una delle frasi benniane che non mi scorderò mai nella mia vita ("La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate"), ma qui siamo a un livello ancora superiore: l'attesa infinita, cronica, ansiogena, che fa male... l'attesa di una persona, un familiare, delle cose della vita... la solitudine, la paura, l'inqiuetudine... di tutto questo e altro parla Benni e lo fa con tale intensità che mi si è stretto il cuore... Magistrale esempio di scrittura.
    L'altro immenso capolavoro del libretto è "Vecchiaccia", come è vero che come dice Franz è devastante e disturbante, ma proprio questa è la sua forza. Ma con quale intensità Benni fa parlare la vecchia che ha messo sul palcoscenico, con quale rabbia, potenza e cinica disillusione. L'autore entra perfettamente nei meccanismi mentali di una persona anziana e ne scava le paure, i ricordi, i sentimenti e i rancori. Verso se stessi, verso il proprio corpo avvizzito, verso il passato, verso gli altri. E' tremendo vedere l'intensità con cui il passato colpisce la mente dell'anziana, il modo ossessivo con cui rivive i momenti belli ma soprattutto quelli brutti della sua vita passata. Agghiacciante davvero, e come non versare una lacrima sincera nelle invettive contro i fascisti mosse con tale ardore e forza da far male dentro anche a chi come me quegli anni terribili non li ha vissuti. Brividi veri.
    "Volano" è una leggera fantasia benniana, senza una trama vera e propria ma che finisce con la giusta posizione per quelle persone piccole piccole e vuote vuote che tanto lo scrittore bolognese disprezza.
    Infine per "Mademoiselle Lycanthrope" quoto Franz, ha detto poco e niente pure a me.
    Non sono invece così duro come è Franz sui testi poetici: a me in media sono piaciuti tutti, posseggono buone suggestioni e mi è piaciuto leggerli. Qualcuno più qualcuno meno ovviamente, "Amour Monet" ed "E i Gatti" per esempio li ho molto graditi come testi.

    In sostanza promuovo quest'ultima fatica benniana, che pur con qualche difetto mi ha dimostrato egregiamente che Stefano Benni è ben lungi dall'essere uno scrittore bollito. :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Bramo ha scritto:L'altro immenso capolavoro del libretto è "Vecchiaccia", come è vero che come dice Franz è devastante e disturbante, ma proprio questa è la sua forza.
    Sì, infatti non esprimevo un giudizio, stavo solo tentando di descriverlo. E' un racconto straordinariamente forte e intenso.

    Fralaltro mi hai fatto venire in mente che anch'io secoli fa scrissi un racconto sull'attesa, similmente a quanto ha fatto Benni. Ovviamente l'avermelo fatto notare fa sì che la mia autostima precipiti drasticamente [spoiler]come fa il bambino di "Volano", ma nessuno l'andrà a raccogliere prima che si squagli al suolo[/spoiler] :cazz: (<= faccina da girare di 90° a destra)
    &ldquo;DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!&rdquo;

    :solly:
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