[Pierdomenico Baccalario] Lo Spacciatore di Fumetti
Inviato: giovedì 21 aprile 2011, 23:56
Va bene, mi sono divorato in due giorni un libro che ho trovato per puro caso in biblioteca, e che ho preso e letto attirato più che altro dal titolo.
Pensavo a un divertissement.
Pensavo a una cagatina leggera e divertente.
Ho trovato tipo il libro più bello del mondo. Senza esagerare.
Non fatevi ingannare dalla copertina stilizzata e simil-infantile. Non fatevi fuorviare dal font del titolo, e nemmeno dalla confezione del prodotto che sembra identificarlo come librotto per pre-adolescenti.
Lo Spacciatore di Fumetti è un romanzo potente, pesante, indimenticabile, che affronta temi duri e profondi in un contesto assolutamente non facile da raccontare (e nemmeno da vivere, immagino) e lo fa attraverso il coraggio e e l'immaginazione che i giovani protagonisti coltivano attraverso i fumetti.
Siamo infatti nella Budapest della primavera 1989, durante la fase finale della guerra fredda, in un'Ungheria ancora sotto il regime sovietico. Regime che, tra le altre cose, vieta la circolazione e la lettura dei fumetti americani, bollati come devianti e come spazzatura deleteria per i giovani. Ma Sàndor, Nikolai, Bibo e Zio Szabò, tutti tra i 15 e i 17 anni, pensano solo che siano il luogo in cui leggere le avventure più belle, fantasiose e mirabolanti che si possano immaginare. E così, quando casualmente Sàndor conosce un uomo che gli procura periodicamente nuovi fumetti americani, ai quattro amici viene l'idea di costruire un giro di affari "sotterraneo" che permetta loro sì di godersi i comics, ma anche di diffonderli agli amici e guadagnarci qualcosa.
Questo romanzo mostra chiarissimamente uno dei motivi principali per cui amo i fumetti. Si capisce sempre più, andando avanti nella lettura, come i fumetti non siano solo "roba per bambini" in senso spregiativo, e si capisce la potenza iconica e l'importanza metaforica che la figura dei supereroi e dei protagonisti in generale dei fumetti hanno su chi li legge. Chi troppo spesso sbeffeggia il medium, o lo relega a fenomeno di costume, dovrebbe ricordarsi dell'importanza propagandistica che ebbero i comics americani durante la seconda guerra mondiale, e quello che rappresentavano allora. Ideali di libertà, di giustizia, di bene che vince naturalmente sul male. Messaggi positivi e di ispirazione per chi li legge, messaggi di buoni contro cattivi, insegnamenti a stimolare la fantasia e il libero pensiero. Per questo i regimi dittatoriali li hanno sempre messi al bando, che fosse il nazismo o che fosse il regime sovietico, come nel caso dell'ambientazione del libro di Baccalario. I giovani protagonisti, non del tutto consapevoli della realtà che li circonda ma istitivamente spaventati da essa, si rifugiano in quel mondo proibito e fantastico che i comics offrivano loro, con quegli eroi coraggiosi che tutto potevano.
E' in fondo quello che più volte Leo Ortolani ha provato a comunicarci nelle sue n-logie di Rat-Man attraverso il personaggio di Deboroh bambino: la figura salvifica del supereroe, la luce che una storia a fumetti sa trasmettere a chi la legge.
Insomma, se nella prima parte il romanzo offre anche momenti simpatici, anche per via dei numerosi riferimenti a fumetti Marvel e DC oltre che per le avventure dei ragazzi, verso la fine l'atmosfera cupa che già aleggiava all'inizio si concretizza di più fino a deflagrare approfondendo l'identità del fornitore di Sàndor e arrivando a una tragedia personale del protagonista. La storia si conferma quindi dura, commovente, e soprattutto di una malinconia profondissima. Saper parlare di un periodo storico complesso attraverso la fantasia e le speranze di un pugno di ragazzini ungheresi, alimentata dai fumetti e dal loro significato più intrinseco e profondo, è segno di grandi doti di scrittura e di una sensibilità fuori dal comune.
E' un libro che consiglio caldamente a chiunque qua dentro, e a chiunque legga questa recensione. Sì, dico anche a te che stai leggendo ora. Fidati. Più volte in questo forum mi sono sperticato in lodi per alcune opere, a volte forse preda di un entusiasmo esagerato rispetto a quello di cui parlavo, ma stavolta posso affermare senza paura di aver letto un libro che resterà molto importante per me negli anni a venire. Parla di vita, di libertà, di fantasia, di coraggio, di sentimenti e di fumetti come viatico per tutto questo.
Molto interessante il fatto che il titolo di ogni capitolo rimandi a un fumetto in particolare: ecco allora "Mr Fantastic", "Nel giorno più splendente, nella notte più profonda...", "Il Punitore", "La seduzione degli innocenti", "Giovani Titani" ecc.
Notare che nei ringraziamenti l'autore cita anche il prode Michele Foschini (per chi non lo sapesse, sceneggiatore Disney e ora a capo della gloriosa BAO Publishing) per l'aiuto e il sostegno nello scrivere il libro.
Lo Spacciatore di Fumetti, scritto da Pierdomenico Baccalario, è edito da Einaudi Ragazzi (collana Carta Bianca) al prezzo di 10 euro per 242 pagine. E' uscito a marzo 2011.