[Robert Sheckley] Opzioni
Inviato: giovedì 11 agosto 2011, 19:08
La bocca del serpente secerneva fantasie.
Direi che questa frase riassume bene lo spirito del romanzo. Tanto per spoilerare senza pudore né vergogna, sappiate che Mishkin, il protagonista della storia, aspetterà che quel serpente si rimpicciolisca per catturarlo con una bottiglietta di aspirina. Al robot che lo accompagna e che gli chiede cosa se ne farà, risponderà: Lo conservo finché non verrà il momento in cui potrò vivere nella fantasia.. Nel capitolo successivo, Mishkin dirà ad alcuni giocatori di carte che in realtà loro si trovano sull'orlo di un burrone, ma questi, convinti di trovarsi in un locale, cadranno dal burrone.
Cioé, qui siamo dalle parti della Quadrilogia di Dio, di Scuola di fumetto e di La storia finita. Siamo in piena Metanarrativa Pura. Qui ci sono Vonnegut e Douglas Adams portati agli estremi (e, nel caso di Adams, prima che lo facesse Adams). C'é anche Philip K. Dick, fino a metà romanzo circa, poi Sheckley si butta nella follia più pura.
Oddio, l'ho chiamato "romanzo", "storia": ho esagerato. O forse no? Forse è l'essenza stessa del "romanzo", inteso come forma più esplicita di narrazione. In fondo, qui c'é un Autore che ad un certo punto interviene in prima persona per smuovere una trama rimasta bloccata (come Mishkin è rimasto bloccato sul pianeta Harmonia) e di punto in bianco inventa un'altra trama, con altri personaggi, per smuovere indirettamente la prima. [spoiler]Senza riuscirci.[/spoiler]
Oddio, ho parlato di "follia": sì, è vero, è un romanzo folle. Ma è una follia ragionata, alla Ortolani, alla Adams, alla Vonnegut (appunto), è un grande omaggio di Sheckley ai topoi della narrativa fantascientifica (di cui ha fornito anche grandi prove serie, come La decima vittima, da cui Elio Petri ha tratto un film) e della narrativa in sé, è un romanzo sul fare romanzi, facendone uno e al tempo stesso non facendolo; un grande gioco, che, come tutti i giochi, è futile solo in apparenza.
Lo trovate su Urania n.689 del 1976.