[Nick Hornby] Non Buttiamoci Giù
Inviato: domenica 04 settembre 2011, 14:31
Altro bellissimo romanzo di Nick Hornby, che libro dopo libro si conferma uno degli scrittori che più apprezzo per continuità qualitativa e stile di scrittura.
Anche in questo bellissimo A Long Way Down (una volta tanto il titolo italiano è ottimo e abbastanza fedele allo spirito del libro) l'autore conferma il suo stile ottimo, diretto, pieno di dialoghi che sono la forza portante della narrazione e della caratterizzazione dei personaggi, e offre la riprova di come malinconia e temi difficili possano andare a braccetto con l'ironia e un occhio divertito.
Abbiamo quattro persone che la notte di Capodanno si incontrano sul tetto della cosiddetta Casa dei Suicidi, ognuno portato lì dai suoi personali problemi, grandi o piccoli che fossero, e ognuno deciso a farla finita. Ma l'imprevisto convergere di tutti e quattro crea ovviamente dei cambi di programma, e la nottata prende una svolta inaspettata per tutti.
Lo spunto è chiaramente divertente quanto serio, ma il bello cresce con il procedere del libro, quando i nostri credono sì di dover continuare a fare i conti con la propria vita ma nel contempo continuana a restare in contatto e a vedersi come se gli altri tre personaggi, per ciascuno di loro, fosse paradossalmente un ulteriore e prezioso appiglio alla vita.
Il bello di Horny è che non tratta banalmente la situazione del suicidio e soprattutto del ripensamento, anzi i vari clichè al riguardo come l'aver avuto visioni mistiche o l'essersi resi conto di quanto è bella la vita ecc. sono prontamente sfottute dall'autore che per bocca dei personaggi mette alla berlina queste facilonerie presentando invece situazioni e sentimenti molto più realistici.
I personaggi sono tutti ottimi, con quella capacità che ha l'autore di fartici affezionare e mancare tantissimo quando finisci la lettura. Inoltre il libro è costruito con un alternarsi di racconto in prima persona per ciascuna delle quattro persone, e questo ci avvicina ulterioremente a loro oltre che mostrarci l'abilità di Hornby di cambiare registro linguistico continuamente e sempre in modo credibile.
Dei quattro, forse JJ - l'americano ex-musicista - è quello che mi è piaciuto meno, ma sempre molto comunque; Martin è ottimo, e dà il meglio di sè nei botta e risposta con Jess, l'irresistibile sboccata dicottenne che è l'anima comica e folle del libro; infine Maureen rappresenta il personaggio più serio, triste e soprattutto che matura in maniera più sensibile e dolce del gruppetto imbastito dall'autore.
Un bellissimo romanzo che, come i grandi narratori sanno fare, inneggia alla vita attraverso la riflessione sulla morte.